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EMISFERO - Parte 1: Il precedente dell'impiegato capo
EMISFERO - Parte 1: Il precedente dell'impiegato capo
EMISFERO - Parte 1: Il precedente dell'impiegato capo
E-book66 pagine45 minuti

EMISFERO - Parte 1: Il precedente dell'impiegato capo

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Info su questo ebook

Siamo nel 2217. La vita è stata cancellata dall’emisfero orientale da una tempesta cosmica. James è un impiegato di supporto alla ElCompany, che si trova nell’emisfero occidentale, dove la vita continua. Lui si prende cura dell’impiegato capo,un collie di nome Mulder. A distanza di alcune miglia la dottoressa Eizenheim, una genetista, lavora su un progetto per bloccare quattro tipi di creatività, che lei crede possano minacciare la tranquillità politica nell’emisfero occidentale. L’impiegato capo della ElCompany si comporta in modo poco professionale quel giorno e James sospetta che stia accadendo qualcosa. Cosa può essere andato storto? Appena se ne accorge, deve scegliere tra fare rapporto, firmando così la sua condanna a morte, o proteggerlo, rischiando la vita.

LinguaItaliano
EditoreA.V.
Data di uscita17 dic 2017
ISBN9781547510986
EMISFERO - Parte 1: Il precedente dell'impiegato capo

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    Anteprima del libro

    EMISFERO - Parte 1 - A.V. Osten

    JAMES

    13 Luglio 2217

    8:00

    James era appena arrivato a lavoro. Era l'ora del pasto di Mulder.

    Ehi amico! Dove sei? urlò, mentre versava granuli in un grande piatto tondo. La colazione è pronta!

    Finalmente il rumore nelle sue orecchie si era fermato. Sentiva invece il ronzio della fabbrica, suoni elettrici dal tono acuto che si muovevano lungo le linee, sottili torrenti di ultrasuoni che all'inizio odiava, ma col tempo aveva imparato a farsi piacere. 

    Cosa avrebbe dovuto sentire, anche se non accadde, erano le zampe di Mulder che colpivano il pavimento. Poteva sentirle ovunque nell'edificio principale, a prescindere dalla distanza. Ma quella mattina non le sentì. Il suo stomaco si torse.

    James si affrettò per assicurarsi che non ci fosse nulla fuori posto nella fabbrica. Esaminò la sala di controllo, spaziosa e rotonda, biancastra dal soffitto al pavimento, cosa che la rendeva ancora più luminosa all'accensione automatica delle luci quando entrava qualcuno. Il pannello sul muro alla sua sinistra era illuminato dalle luci colorate dei sensori di controllo. Respirò il familiare odore di elettricità che somigliava ad un delicato taglio attraverso le sue narici. Infine, guardò nell'ufficio adiacente, poi si precipitò fuori dalla porta.

    Corse nel passaggio coperto che connetteva la dimora di Mulder alla fabbrica.  

    Eddai, è ora di mangiare! la voce di James si ruppe mentre apriva la porta etichettata IMPIEGATO CAPO ed entrò nella grande stanza.

    Mulder era steso su un fianco, su una soffice coperta sul pavimento. Era un Collie, corporatura media, dal pelo bianco e arancione, lungo e soffice. Aprì gli occhi solo un po’ e ringhiò.

    James sospirò rumorosamente.

    Cosa c’è che non va? Non vuoi mangiare? Si sedette vicino al cane e lo accarezzò. 

    Mulder girò la testa verso James e la scosse.

    Devi andare a lavoro, amico, alzati! James grattò la testa di Mulder, si abbassò e vi dette un bacio.

    Mulder seppellì il muso tra le zampe e sospirò.

    Non si era mai comportato così prima.

    James si chiese se questo fosse un capriccio da parte di Mulder o se si stesse ammalando. Mise il palmo sul naso di Mulder. Era freddo e umido, buon segno. Guardò il pannello dell’allarme sul muro in una vetrina ricoperta di plastica fine, dove brillava un bottone rosso. Come professionista della forza di lavoro di Alta Classe K9, Mulder era addestrato a premere il bottone se non si sentiva bene o in caso di emergenza. Per arrivare al bottone bisognava rompere la copertura di plastica. Era intatta.

    James si abbassò e annusò la bocca del cane. Niente di strano, solo il solito, piuttosto sgradevole alito da cane.

    Diede una pacca al suo amico sulla schiena e sospirò alzandosi. Forse Mulder era solo stanco, sperò. Forse doveva dargli più tempo per riposare. Mentre camminava verso l’uscita della casa, notò tracce di fango sul pavimento pulito. Sembravano delle impronte di cane.  Dev’essere andato nel parco dietro la fabbrica stamattina presto, o forse ieri sera. Ottimo, ora doveva pulire. Splendido, Mulder, splen-dido! Prima di andarsene, James si assicurò che ci fosse cibo e acqua fresca nelle due grandi ciotole.

    Ma era preoccupato.

    James si era affezionato così tanto a lui negli ultimi cinque anni che era doloroso lasciare la fabbrica ogni sera, perché le regole obbligavano il Capo Impiegato a risiedere sul luogo di lavoro. Il problema era che per la direzione della fabbrica il cane era K9 #3573 e per James era Mulder, il suo migliore amico.

    Ovviamente, non avrebbe dovuto dargli un nome. La vicinanza ai membri della forza lavoro di Alta Classe K9 era vietata per legge. Quindi James si costrinse a comportarsi in modo professionale e con nonchalance quando arrivarono le Ispezioni Umane, per non mostrare il suo attaccamento al cane. Non voleva pensare a cosa sarebbe successo a Mulder se l'avessero scoperto.

    DR. ARLENE EIZENHEIM

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