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Il Protetto del Filosofo
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Il Protetto del Filosofo
E-book75 pagine56 minuti

Il Protetto del Filosofo

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Info su questo ebook

Deacon Shader è un bambino esterno al tempo, portato via da neonato dai suoi genitori del mondo Antico e cresciuto sull'Isola di Maranore.

Al suo settimo compleanno, il filosofo Aristodeus giunge per iniziare l'addestramento del ragazzo con la spada e con la mente. Solo l'eccellenza può essere abbastanza se Deacon vuole avverare il proprio destino ed evitare la Disfatta di tutte le cose.

Ma mentre Aristodeus lo spinge verso i suoi limiti, vengono avvistati dei banditi avvicinarsi alla costa, e una nuvola di terrore scende sull'intero villaggio.

Poiché questi non sono pirati normali. Navigano sotto lo stendardo dell'Uomo Impalato, l'orribile bandiera di Verusia, terra di non-morti e regno del Signore dei Lich.

LinguaItaliano
EditoreHomunculus
Data di uscita10 apr 2017
ISBN9781507132289
Il Protetto del Filosofo

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    Anteprima del libro

    Il Protetto del Filosofo - D.P. Prior

    IL PROTETTO DEL FILOSOFO

    Le Origini di Shader

    Una novella di 15.500 parole.

    Le novelle su Le Origini di Shader

    1. Il Protetto del Filosofo

    2. Il Settimo Cavallo

    Le novelle Le Origini di Shader fanno da premessa alla saga di SHADER:

    1. La Spada di Archon

    2. I Migliori Progetti

    3. La Disfatta

    4. L'Assassino di Archon

    ––––––––

    Traduzione di:

    Mauro Piccillo

    Revisione di:

    Elia Niccolini

    ––––––––

    Copyright © 2015 D.P. Prior. Tutti i diritti riservati.

    Il diritto di D.P. Prior ad essere identificato come autore di quest'opera è stato asserito in conformità alle sezioni 77 e 78 dell'Atto 1988 su Copyright, Design e Brevetti.

    Tutti i personaggi di questo libro sono fittizi e qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, è puramente casuale.

    Questo libro è in vendita alla condizione che esso non sia, a titolo di commercio o altrimenti, prestato, rivenduto, noleggiato o altrimenti distribuito senza il previo consenso dell'editore in qualsiasi forma, vincolante o meno, diverso da come pubblicato e senza una condizione simile, inclusa questa, imposta al successivo acquirente.

    PROLOGO

    Graecia, Mondo di Urddynoor, Epoca degli Antichi

    ––––––––

    Eumelia ricontrollò il bambino. Capiva, dal suo respiro, che il piccolo Aris stava bene sotto le pellicce, ma sentiva comunque il bisogno di assicurarsene.

    Suo marito, Vassilis, non era ancora tornato dalle Pianure di Fuoco e i suoi nervi erano a pezzi. L'esercito ne era uscito vittorioso, ma i combattenti stavano ancora tornando a casa. Era sempre disperata per le partenze degli opliti, fino a quando Vassilis non varcava la soglia di casa, sedendosi al focolare. Non c'era neanche bisogno di una parola, lei si sarebbe presa cura delle sue ferite e gli avrebbe versato del vino. Qualsiasi altro uomo si sarebbe fermato in un taverna, ubriacandosi e vantandosi delle sue prodezze sanguinose sul campo di battaglia, ma non il suo Vassilis. Aveva appreso i suoi modi e la sua etica all'Accademia. I suoi doveri erano rivolti innanzitutto alla famiglia, quindi alla città stato. Per lui, tutto ciò che si intrometteva tra questi due era spazzatura e vanità.

    Aris si dimenò leggermente quando lei gli rimboccò le coperte, ma tornò subito a russare dolcemente. Eumelia spense la lampada a olio, lasciando l'alcova usata come cameretta del bambino soavemente decorata dalle ombre tremolanti del focolare. Facendosi forza, attraversò l'unica stanza della capanna per rifare il letto che lei e Vassilis avevano condiviso per l'ennesima volta. L'ultima cosa di cui avrebbe avuto bisogno, dopo la fatica della battaglia, era di tornare in una casa disordinata.

    Si spostò dal letto al focolare, e vi gettò dentro un altro ciocco di legno. Con una brocca riempì il calice di Vassilis con del vino annacquato, poggiandolo su un tavolo basso, vicino alla sua sedia. Questo le rendeva più facile pensare che sarebbe tornato a casa. Per un attimo valutò l'idea di berne un sorso, ma Vassilis ne avrebbe sentito il sapore sulle sue labbra e l'avrebbe accusata di dissoluzione. Dopo qualche bicchiere sarebbe stato lui stesso a incoraggiarla a bere, per poi finire sul letto, fino al suo sfinimento, sempre che il bambino non si fosse svegliato.

    Una luce verde abbagliò l’unica finestra ed Eumelia attraversò la stanza per vedere cosa fosse. Fuori il cielo al tramonto era una lastra ininterrotta di grigio. Davanti casa, la cima dell'ulivo ondeggiava nella brezza che andava creandosi. Eumelia stava per chiudere le ante, quando notò una chiazza scura a fianco al tronco dell'albero. Il vetro della finestra si appannò nel punto in cui lei si era avvicinata.

    Vi era una figura sotto l'albero.

    Un uomo.

    Era di sicuro Vassilis, ma perché se ne stava lì, immobile?

    Con una scossa inattesa di paura, capì che doveva essere ferito.

    Spalancò bruscamente la porta per corrergli incontro. Entro dieci passi rallentò, per poi fermarsi. Non era suo marito, quest'uomo era più vecchio. Molto più vecchio. Vassilis si era stempiato negli ultimi anni, ma quest'uomo anziano era calvo e barbuto. Indossava una toga, come i filosofi dell'Accademia. Una luce verde disegnava i suoi lineamenti. Avvampò brevemente prima di affievolirsi e, quindi, spegnersi.

    Incrociando lo sguardo di lei, si leccò le labbra. Eumelia fece un passo indietro. I suoi occhi erano tizzoni ardenti. Avanzò, e lei si portò un braccio davanti al viso.

    Calma Eumelia, disse. Non intendo nuocerti.

    La sua voce... Le sembrava che fosse suo padre a parlare, ma ormai era morto da oltre dieci anni.

    Abbassò il braccio e lo riguardò. Il fuoco nei suoi occhi si era spento, sostituito da un blu glaciale. Erano gli occhi di Vassilis, il suo naso, i suoi zigomi. Ma lei conosceva Demetrio, il padre di suo marito, e non le risultava che Vassilis avesse uno zio.

    Chi sei? Chiese Eumelia. Un formicolio ghiacciato le attraversò

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