Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Tutte le donne sono pazze
Tutte le donne sono pazze
Tutte le donne sono pazze
E-book148 pagine1 ora

Tutte le donne sono pazze

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"In questa storia si descrive l'idea dell'amore ai giorni nostri, delle delusioni per aver incontrato una stronza, di speranza, di odio, di false redenzioni, di depressione, di suicidio, di sesso scontato e banale, di inutili volgarità, di rassegnazione e di un profondo disprezzo per tutto.
Cercate di capire cosa fa più schifo...la vita o l'amore?"
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2018
ISBN9788894981032
Tutte le donne sono pazze

Correlato a Tutte le donne sono pazze

Ebook correlati

Arti dello spettacolo per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Tutte le donne sono pazze

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Tutte le donne sono pazze - Gianluigi Grande

    PREFAZIONE

    La prima domanda che mi hanno fatto è stata:

    «Perché diavolo hai scritto questo racconto?»

    Perché l’ho scritto?

    Perché è da quando sono nato che la vita mi prende in giro.

    Per qualche insano motivo ha deciso che devo starle sulle palle.

    Allora da sempre mi manda disgrazie e accidenti che rendono la mia esistenza al quanto difficile. E intanto da lontano la sento ridacchiare:

    «AHAHA guarda in che situazione di merda si è cacciato».

    E io cosa posso fare? Sono bullizzato dal destino!

    Devo subire e stare zitto. Lasciarla scorrere e aspettare il momento adatto per dirle:

    «Stronza questa volta ho vinto io!»

    E sapete come si fa a prendere in giro una persona ferendola gravemente nell’anima?

    Le si fa credere che ce la stia facendo a raggiungere l’obbiettivo che si era prefissato. Glielo si fa toccare con un dito e poi...si distrugge tutto quello che ha creato. Lasciandogli solo il minimo necessario per non morire completamente, dandogli una minuscola speranza che ancora non è tutto perduto e che si possa ricominciare da capo. Questa è la vera bastardata!

    Poi il procedimento si ripete e si ripete come un loop, finché non sarà direttamente la morte a reclamarti a sé, facendo finire questa straziante agonia.

    E come sempre da lontano, la puttana, ti guarda crescere, cadere, rialzarti e cadere.

    Ridendo di te ad ogni caduta. Perché, alla fine, tutti siamo destinati a cadere.

    Nel mio caso la vita ha deciso di ferirmi particolarmente facendomi incontrare ragazze completamente folli che stanno straziando la mia anima.

    Questo libro che andrete a leggere è la fottuta storia di un ragazzo appena ventenne e della sua impossibile e complicata lotta contro l’amore e la vita.

    Nella propria esistenza o si subisce o si reagisce combattendo. Io ho deciso di combattere e sto perdendo miseramente.

    Ma non posso fare nient’altro che sfidare la vita finché non sarà uno dei due a perire.

    Sono consapevole che sarò io a perdere alla fine, sono rassegnato ormai.

    Ma voglio farlo con il dito medio alzato e con un vaffanculo stampato sul sorriso.

    Ovviamente la storia che ho scritto è inventata completamente, ma più o meno veritiera.

    Quindi se durante la lettura vi chiederete: Ma questo tizio ha veramente fatto questa determinata cosa?

    Tecnicamente sì è accaduta, ma non nel modo in cui la state leggendo voi.

    Il racconto è narrato in prima persona, ma non sono io quella persona.

    Può sembrare complicato o una presa per il culo, ma ho deciso di scriverlo così!

    Ovviamente a scanso di equivoci legali Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale. Come dicono nei film.

    In questa storia descriverò l’idea dell’amore ai giorni nostri, delle delusioni per aver incontrato una stronza, di speranza, di odio, di falsa redenzione, di depressione, di suicidio, di sesso scontato e banale, di varie volgarità inutili, di rassegnazione e di un profondo disprezzo per tutto.

    Se qualcuno dovesse scandalizzarsi del fatto che usi tantissime parolacce o che descriva nel modo più pratico e volgare l’atto sessuale, chiedo scusa, ma mi sembrava il modo migliore e il più adatto per mandare determinati messaggi, sensazioni o emozioni.

    Sappiate che in realtà sono una persona parecchio profonda.

    Ma penso che se hai uno scopo, non è molto importante come diavolo lo raggiungi.

    Quando ce l’avrai fatta potrai girarti indietro e mandare a fanculo tutto.

    Ovviamente non ho scritto tutte queste cazzate solo per il gusto di scrivere cazzate, anche se devo dire che mi piace farlo.

    Ma non siate banali o perbenisti, dietro tutte queste vicende c’è un messaggio profondo che vi farà riflettere e pensare. Come nelle migliori storie scritte da tizi con le palle.

    Quindi, dopo aver fatto il punto della situazione e dopo avervi detto le avvertenze all’uso, godetevi la lettura, capite il messaggio e vedete di apprezzarla perché mi sono fatto il culo per scriverla al meglio.

    Buon divertimento!

    SARA

    Prima dei 20 anni avevo una visione dell’amore davvero semplice e banale.

    Una persona qualunque cresce con l’obbiettivo di farsi una famiglia, non avere problemi economici, amare, invecchiare e morire felice senza rimpianti.

    Ma è davvero sicuro che sia questo l’unico modo per trovare la felicità?

    Prendete me per esempio, ero all’ultimo anno di superiori e stavo con una ragazza.

    Ero più che convinto di amarla ed ero sicuro che lei amasse me.

    Si chiamava Sara, era bellissima. Avevo un anno in meno di me, lunghi capelli castani, occhi tremendamente azzurri e il sorriso più timido che abbia mai visto.

    Era intelligente, divertente, figlia unica e legata alla propria famiglia.

    Una ragazza con cui passare il resto della vita insieme, non si poteva trovare di meglio.

    Si, aveva i suoi difetti, ma chi non ne ha?

    Per esempio Sara era fastidiosamente credente.

    Faceva parte di una non so quale setta religiosa dove i preti si possono sposare e invece di pregare cantano con una vera e propria band in chiesa.

    Roba che se la sentisse mia nonna scomunicherebbe tutti.

    Aveva un infinito timor di Dio.

    Qualsiasi cosa facesse si preoccupava del giudizio divino, viveva nel terrore più puro, soprattutto in campo sensuale.

    Sono più che favorevole al fatto che le persone debbano credere in qualcosa.

    Senza una guida che ti illumina la via, chiunque sarebbe perso.

    Prendete me per esempio, che sono completamente allo sbando.

    Uno dei più grandi peccatori non pentiti al mondo.

    Non penso che il Signore stia a giudicare qualsiasi cazzata che una persona possa fare. Anche lui avrà i suoi problemi o comunque qualcosa di meglio a cui pensare.

    Per me Dio è il più grande scrittore di sempre, il più fantasioso, quello che ha creato il racconto più incredibile che sia mai esistito.

    Devo dire che ultimamente ha un po’ perso il filo della storia, ci sono un po’ di buchi qua e là e qualche ridondanza nella trama, ma da lui mi aspetto un gran finale con il botto.

    Scusate lo sproloquio...dicevo...Sara aveva paura del giudizio divino, soprattutto in campo sessuale e potete capire che io in quel periodo (come ora tra l’altro) avevo gli ormoni che giravano a duemila e lei poi era proprio una bellissima ragazza con un corpo sexy, forse un po’ troppo magra, ma comunque sexy.

    Mi eccitava tantissimo e soprattutto era la mia ragazza cazzo!

    Secondo voi che cosa desideravo da lei più di qualsiasi altra cosa?

    Ovviamente che me la desse! (Intendo quella cosa che ha in mezzo alle gambe)

    Ma la sua opinione era che fare l’amore prima del matrimonio fosse uno dei peccati più grandi che ci possano essere.

    Accettavo assolutamente il suo punto di vista, ma che cazzo!

    Ne discutevamo in continuazione! Cosa dovevo fare io aspettare?

    Le palle mi sarebbero diventate blu!

    Allora ne parlammo a lungo e arrivammo ad un compromesso:

    potevamo toccarci a vicenda.

    Mentre stavamo insieme, io andai in vacanza a Budapest.

    Capite che la città ungherese è la capitale della perversione ed ebbi svariate occasioni di tradirla, ma la amavo e non l’avrei mai fatto.

    Fatto sta che al mio ritorno, Sara fu strafelice di vedermi, le mancai così tanto che decise che era pronta! Potevamo fare l’amore!

    Ero più felice io di lei!

    Non me lo feci ripetere due volte, non si sa mai cambiasse idea.

    Eravamo soli a casa sua, la buttai sul letto e cominciammo a pomiciare di brutto.

    La spogliai completamente e le toccai le tette, poi passai alla fica.

    Gliela leccai così tanto che cacciò un urlo così forte, che i suoi cani cominciarono ad abbaiare all’impazzata. Per sicurezza l’avevo fatta finire.

    C’era l’opportunità che il dopo andasse male.

    Era da tanto che non mi applicavo nell’atto. Avrei potuto deluderla.

    Decisi che era il momento, la presi sopra di me e le dissi: «Facciamolo».

    Lei tutta titubante annui.

    Potei finalmente aprire quel preservativo che tenevo nel portafoglio per le emergenze. Ancora un paio di mesi e sarebbe scaduto.

    Glielo infilai dentro piano piano, ma era strettissima, non voleva entrare.

    Con pazienza riuscì a metterlo dentro e la mia dolce ragazza godeva come pochi.

    Pompai e pompai.

    Era troppo stretta la sua amica e dopo poco venni.

    Entrambi ci sdraiammo sul letto abbracciandoci esausti.

    Sara disse: «Vado un attimo in bagno».

    Mi accorsi che dopo 5 minuti non era ancora tornata.

    Potevo capirla, era la sua prima volta, si poteva prendere tutto il tempo di cui necessitava.

    Ma dopo altri 5 minuti che aspettavo nudo sul letto, mi preoccupai ed andai a vedere.

    Aprii la porta del cesso e la trovai rannicchiata in un angolo del pavimento mentre stava piangendo.

    «Cosa è successo piccola?» le chiesi preoccupato.

    Mi guardò terrorizzata con quegli occhi blu pieni di lacrime.

    «Ti rendi conto di cosa abbiamo fatto! Ti rendi conto di cosa ho fatto! Andrò all’inferno per questo! Dio perdonami ti prego!» urlò guardando in alto.

    Seguì il suo sguardo e vidi solo il soffitto.

    Non potevo quasi credere che fosse seria.

    Con tutta la pazienza e l’amore che provavo per lei, le sedetti accanto sul pavimento del cesso e l’abbracciai. Nudo come un verme.

    «Tranquilla amore...ti perdonerà».

    Come se non bastasse il giorno dopo mi svegliai con un forte dolore che proveniva dal mio pene. Controllai ed era diventato incredibilmente gonfio e rosso, un male che non vi dico.

    Andai dal dottore e mi disse che avevo preso

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1