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Fermata obbligatoria. Poema d'amore e di dolore
Fermata obbligatoria. Poema d'amore e di dolore
Fermata obbligatoria. Poema d'amore e di dolore
E-book131 pagine51 minuti

Fermata obbligatoria. Poema d'amore e di dolore

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Info su questo ebook

Se durante il nostro cammino, reale o spirituale, dovessimo trovarci

al cospetto di un alto muro, è ovvio che saremmo obbligati a fermarci

per capire la tipologia dell'ostacolo e ragionare come sarebbe più

saggio comportarsi: tornare indietro, aggirarlo, scavalcarlo o provare a

sfondarlo? Quel muro sarebbe un evidente intralcio al prosieguo del

nostro cammino, il nemico da sconfiggere o a cui arrendersi. Potrebbe

rappresentare il limite imposto dal destino o la personificazione dei

nostri tabù e delle nostre più recondite e ancestrali paure.

Metaforicamente sarebbe la parte reattiva e tangibile degli eventi

imponderabili che ogni giorno troviamo sulla strada dissestata della

vita. Farebbe parte degli ostacoli che affrontiamo e combattiamo con

innocente consapevolezza nella speranza di non essere vinti né umiliati.
LinguaItaliano
Data di uscita7 mag 2021
ISBN9791220330855
Fermata obbligatoria. Poema d'amore e di dolore

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    Anteprima del libro

    Fermata obbligatoria. Poema d'amore e di dolore - Michele Sarrica

    S.

    COMMENTO DELL’AUTORE

    Se durante il nostro cammino, reale o spiri-tuale, dovessimo trovarci al cospetto di un alto muro, è ovvio che saremmo obbligati a fermarci per capire la tipologia dell’ostacolo e ragionare come sarebbe più saggio comportarsi: tornare indietro, aggirarlo, scavalcarlo o provare a sfon-darlo? Quel muro sarebbe un evidente intralcio al prosieguo del nostro cammino, il nemico da sconfiggere o a cui arrendersi. Potrebbe rappre-sentare il limite imposto dal destino o la perso-nificazione dei nostri tabù e delle nostre più re-condite e ancestrali paure. Metaforicamente sa-rebbe la parte reattiva e tangibile degli eventi imponderabili che ogni giorno troviamo sulla strada dissestata della vita. Farebbe parte degli ostacoli che affrontiamo e combattiamo con innocente consapevolezza nella speranza di non essere vinti né umiliati.

    Escludendo volutamente da questo commen-to la fermata obbligatoria per eccellenza, la fermata definitiva, quella richiesta e voluta dalla signora morte, devo ammettere che quando mi sono trovato dinanzi a certi muri o, se preferite, a certe difficoltà, ho sempre provato a superare quelle barriere che s’interponevano tra l’ignoran-za, intesa come non conoscenza di cosa si celasse oltre quel muro, e la conoscenza di cosa ci nascondeva o proponeva il passo successivo. Ero troppo orgoglioso per tornare indietro senza scoprire cosa si celasse al di là di quel confine più o meno architettonico. Avevo voglia di sape-re cosa si nascondesse oltre quella difficoltà, oltre quella chiusura mentale, oltre il coraggio e l’omertà che mi imponevano una fermata obbli-gatoria. Volevo andare oltre i pregiudizi che ci portiamo dentro che, simili a filo spinato posto sulla strada della conoscenza, impediscono di riconoscerci uomini tra uomini, fratelli tra fra-telli, tessere del medesimo mosaico.

    Confesso che si annida nella mia indole più curiosa la voglia di andare oltre qualsiasi pre-giudizio, oltre ogni ostacolo che si frappone tra il mio ego, la conoscenza e l’universo uomo. Dinanzi a qualsiasi tipo di muro ho sempre ten-tato di superare i miei limiti, l’umana consape-volezza acquisita, il mio credo ridotto a colabro-do, a semplice parafulmine. E anche se a volte i risultati mi abbiano deluso, rifarei altre mille volte lo stesso sforzo pur di conoscere cosa si cela oltre l’apparenza, oltre la realtà che mi vie-ne imposta. È un fatto naturale il desiderio di volere andare oltre l’intuizione e la spiritualità nel tentativo di soddisfare la curiosità e la co-scienza posta nella vetrina della mia personale e naturale sensibilità, ancora da comprendere e di-rozzare. In verità, ho sempre tentato di fare un piccolo passo avanti per oltrepassare i confini del già visto e del già conosciuto. Ho sempre osato andare oltre la mia ragione obnubilata dall’egoi-smo e dall’insana voglia di sopravvivenza di tutti quei tipici traumi accatastati tra i desideri irrea-lizzati dell’uomo sapiens, cicatrici e delusioni provenienti dal subconscio dell’uomo di Nean-derthal, dell’uomo cavia appena uscito dalla grotta, con la clava sempre a portata di mano, intimorito persino di guardarsi allo specchio e scoprire di essere diverso da quel se stesso che si agita e vive nel suo spirito di angelo ferito.

    In questa momentanea esistenza, sono felice di provare a oltrepassare i miei limiti di scolaro. Desidero ancora curiosare ponendomi al di là dei confini apparenti, oltre quest’attimo di vita in cui mi consola ancora la luce della speranza, luce che lascia percepire che non tutto sia stato vano e che il vero e il tutto risiedano nel grande mo-saico del mistero ancora da scoprire.

    N. B.

    Caro lettore, ti faccio notare che questa silloge si può leggere e apprezzare anche iniziando dall’ultimo capi-tolo, saltellando tra una fermata obbligatoria e l’altra, o scegliendo le pagine che ti sembrano più degne di essere lette. Non è indispensabile seguire il percorso cronologico per gustarne l’ironia e l’intensità emotiva.

    FERMATA OBBLIGATORIA

    Poema d’amore e di dolore

    MANIFESTO

    Viaggiamo tutti sopra un lungo treno

    diretto ad ovest dell’universo vita

    un treno speciale con grandi finestrini

    che lasciano ammirare ogni particolare

    del paesaggio che attraversiamo

    dello stato d’animo che viviamo

    del girone in cui ci troviamo

    Su quel treno viaggia l’intera umanità

    Questo lungo treno attraversa la ragione

    i limiti dei nostri sentimenti

    la piazza dei nostri desideri

    l’anima delle nostre emozioni…

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