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Nonno cosmico
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E-book115 pagine1 ora

Nonno cosmico

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Info su questo ebook

La drammatica condizione della terza età nell'epoca contemporanea dominata dalla tecnocrazia giovanilistica, viene trascesa in questo racconto lungo dalla folle e spiazzante ironia di Piero Cavaliere, un nonno molto particolare, un uomo semplice eppure portatore sano di valori universali nascosti dietro le pieghe del quotidiano metropolitano.
LinguaItaliano
Data di uscita14 ago 2018
ISBN9788827843529
Nonno cosmico

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    Anteprima del libro

    Nonno cosmico - Danilo Coppola

    libri!

    Capitolo 1

    Nonno Piero abita in una tranquilla casa della periferia milanese. Vive con la figlia , il marito della figlia e due nipoti adolescenti. Ha lavorato per 40 anni  in una fonderia. Praticamente l'altro secolo, quando esisteva ancora la classe operaia. Ha una novantina d'anni e sembra fisicamente in buona salute. La sua pensione basta appena a pagargli i farmaci. Ma poichè non prende farmaci la sua pensione a lui basta. Se riesce a vederla prima che finisca nel bilancio della famiglia che lo ospita

    Tutte le mattine alle sei si alza , si fa la barba e fa colazione. La casa è immersa nel sonno. E lui è contento di essere un anziano che dorme poco e si alza presto, perchè in casa c'è un solo bagno. E spesso è intasato dalle porcherie che i suoi nipoti gettano nel water. E gli tocca provvedere per non chiamare l'idraulico. Poi accende la radio. Durante l'ascolto della stazione di musica classica  i restanti abitanti della casa gli bestemmiano di tutto, tanto lui non sente  e se ne sta in poltrona e continua ad ascoltare. Che cosa percepiscano le sue orecchie nessuno lo sa, visto che è sordo come una campana. A volte Gino , il nipote quattordicenne, si alza e gli spegne la radio. Poi va in cucina e si prepara il caffè. In seguito fuma una sigaretta. 

    Nonno, hai rotto con 'sta radio, dice al nonno. Tanto dicono sempre le stesse cose, ribadisce.

    Ma io ascolto la musica classica, dice Nonno Piero.

    - E che ci capisci tu di musica classica?

    - Mi piace.

    -Sì, ma non la capisci.

    -Capisco che non mi fa ascoltare le notizie.

    -Allora sei d'accordo con me che le cose che dicono sono sempre le stesse, dice Gino.

    Poi si alza Azalea. Azalea è la nipote di tredici anni. Ha gli occhi azzurri e i capelli biondi lunghi. Ogni volta si sforza di credere che sia sua nipote, anche perchè sua figlia è scura di pelle e di capelli e il padre di lei è calvo. 

    -Metti su radio Deejay, dice Azalea. Nonno Piero pensa che quel nome, Azalea, derivi dalle eccessive canne fumate in gioventù da sua figlia. Ma era già tanto che non l'avesse chiamata Maria, in omaggio alla nota sostanza stupefacente.

    Poi si alza Mimmo. Mimmo è il capo famiglia, con cui Nonno Piero non va d'accordo. Mimmo lavora come magazziniere in un negozio di ricambi d'auto. Passa tutto il giorno a fornire coperchietti e retrovisori. E si picca di intendersene non poco , di ricambi d'auto. 

    Piero, e chiudi sta finestra, gli intima tutte le mattine, che fa freddo. Evidentemente si intende di ricambi d'auto ma non di ricambio dell'aria.

    Nonno Piero lo guarda e pensa, ma mia figlia dove lo ha pescato questo brachicefalo?

    Infine si alza sua figlia, Piera, un' insegnante di scuola media. Un' insegnante di scuola media che sta con  un magazziniere è come una sacher torte davanti ad un diabetico, pensa Nonno Piero.

    La mattina stenta a decollare, mentre tutti fanno colazione, chi con pane e Nutella, chi con biscotti Mulino Bianco, chi con caffè e sigaretta. Sua figlia Piera fa il caffè , per lei e per suo marito... e si accende una sigaretta. Neanche saluta il padre.

    Mentre Nonno Piero sta seduto in poltrona e ascolta la radio, tutti mangiano e commentano e guardano nonno Piero come un' aspirapolvere della Folletto, un utile part time. Specie il 27 del mese, quando la sua pensione serve a far quadrare i conti della famiglia. Piera, manda sempre Gino, a ritirare la pensione con Nonno Piero. Così sta attento che non gli succeda niente, dice. In realtà Gino prende in consegna la pensione e corre a casa lasciando il nonno per strada. 

    Quando Nonno Piero rientra dopo aver consegnato la pensione, a casa non c'è più nessuno. Almeno così si può godere un po' l'abitazione. Tranne quando c'è in casa Mimmo che sta in malattia per finta e gli dà dieci euro della sua stessa pensione dicendogli di farsi un giro al parco. Insomma non c'è un attimo di pace in casa. 

    Nonno Piero va al parco. Prima di attraversare la strada il vigile blocca il traffico e mentre attraversa le strisce gli automobilisti in attesa gli bestemmiano di tutto, vecchio inutile, ferro vecchio , rincoglionito. Nonno Piero che quando vuole ci sente, appena ha attraversato la strada si volta e gli fa il dito medio. Profluvio di clacson.

    Al parco si siede ad una panchina. Di fronte a lui ci sono dei ragazzi che non sono ancora entrati a scuola. Smanettano  su quelle cose orribili chiamate smartphones. Hanno una velocità, nell'usarli , incredibile. Molto più veloci del proprio cervello, pensa Nonno Piero. Che se usassero veloce come usano quegli aggeggi gli suggerirebbe di lasciar perdere e fare qualcosa di meglio. Che ne so, corteggiare le compagnette, leggersi un libro, giocare al pallone.

    Qui nessuno gioca più al pallone. Giocano con quegli aggeggi del cacchio. Persino al pallone giocano su quegli aggeggi.

    Hanno pelli bianche, carni flaccide, e pollici polifemici, pensa Nonno Piero. Mo' chi glielo spiega a suo genero che vuol dire Polifemici? Cos'è, una nuova marca di pasticche per i freni?

    Al parco non ci sono anziani. La maggior parte dei suoi amici sono morti o vivono in orribili ospizi o  se ne stanno in casa mantenuti in vita da macchine, come nella Russia di Breznev, evitando che crepino perchè servono. Per via delle loro pensioni. Nonno Piero si alza a torna a casa. Vuole ascoltare la radio, leggere qualcosa. Aveva il diploma della Scuola Radioelettra e gli piaceva leggere molto.

    In casa c'è Mimmo che guarda la televisione. Sta guardando Uno mattina. Ha la mano sulla patta dei pantaloni e guarda la conduttrice di Uno Mattina come se non avesse mai visto una donna. Mimmo nemmeno si accorge della sua presenza. Nonno Piero si siede in cucina. Dovrebbe andarsene da lì, da quella casa, ma gli dispiace per i suoi nipoti.

    Vorrebbe proteggerli.

    Non si fida del genero . E di sua figlia .

    Una volta sua figlia era un'ottima insegnante .

    Ora trascorre le sue serate con il marito a guardare la trasmissione dei pacchi. Fanno il tifo affinchè i concorrenti perdano. Ma cosa è successo a questa famiglia? E cosa è successo a questo paese?

    -Piero, come mai sei tornato dal parco?

    -Io non sono andato al parco. Ero all'Internet Point, dice Piero.

    -Ma al parco non c'era nessuno?

    Neanche lo ascoltava.

    -Hai speso tutti i dieci euri che ti ho dato?

    -No.

    -Allora ridammeli, se non ti dispiace, ho finito le sigarette. Esco a comprarle. Dovrebbero dire a queste conduttrici di coprirsi un po' di prima mattina.

    Suo genero non toccava la figlia dall'ultimo nipote avuto, gli risultava a Piero. Meraviglioso occidente libero, pensò Nonno Piero. Questa famiglia rappresenta il ceto medio, l'asse portante della nazione.

    Questi qui non possono portare nemmeno l'asse da stiro. 

    Nonno Piero prende un libro dalla biblioteca di casa (che secondo Mimmo faceva solo che polvere). Il cacciatore di aquiloni, di Hosseini. L'aveva già  letto, ma gli sembrava sempre più moderno ogni volta che lo rileggeva . L'Afghanistan dei talebani gli sembrava più moderno. I bambini giocavano ancora con gli aquiloni e andare a scuola era una conquista, non una tortura perchè  durante le lezioni non potevi fare i videogiochi sul telefono . Ora noi occidentali eravamo andati a portare la nostra civiltà superiore, da quelle parti . Dette un'occhiata a Mimmo.

    Il brachicefalo.

    In fabbrica , Nonno Piero, aveva assunto persino droghe, quando lavorava a cottimo, una volta addirittura l'LSD. Aveva partecipato a cortei, a scioperi, si era scontrato con la polizia. Per una società più' giusta. Eccola la società più giusta: era seduta sul divano, in malattia (finta) e guardava Uno Mattina con la mano sulla patta.

    Capitolo 2

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