Gli altri siamo noi: Virtù, Vizi degli italiani, visti da un italiano all’estero
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Info su questo ebook
Chi è emigrato all'estero per un breve o lungo periodo avrà visto confermare o mettere radicalmente in discussione l'essere italiano e quelli che possono essere considerati virtù e vizi del nostro Paese o del nostro popolo.
In una Europa unita per la valuta unica e per la supposta mancanza di frontiere, che dovrebbe favorire la liber circolazione di persone, le differenze, permangono, enormi.
Vivere non nel proprio Paese a dispetto della facilità con cui ci si sposta ed alla presunta Unione Europea, porta contivuamente a rimarcare leggere o marcate differenze, portando innumerevoli esempi di Virtù e Vizi di un popolo rispetto un altro.
Che cosa si intende, allora, per Virtù e Vizi?
Questo libro vuole offrire uno spunto di riflessione serio o faceto, decidete voi, su noi italiani, su come ci vediamo e su come vorremmo o non vorremmo essere considerati.
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Anteprima del libro
Gli altri siamo noi - Giuseppe Cofano
Gli Altri siamo Noi
Virtù, Vizi degli italiani, visti da un italiano all’estero
di Giuseppe Cofano
Giuseppe Cofano © 2018
Premessa
Vorrei iniziare questo libro incominciando dai ringraziamenti.
Solitamente, i ringraziamenti si fanno alla fine, ma, se state leggendo questo libro, vuol dire che qualcuno l’ha pubblicato.
Non l’avrei mai creduto, é quasi un miracolo, quindi, sovvertiamo pure l’ordine.
Il mio primo ringraziamento va a Szilvia, non é un errore, si scrive proprio così. Spesso non siamo d’accordo su niente, ma chissà come mai, sulla mia indole di scrittore, é stata la prima a crederci. Forse un giorno glielo chiederò, ora no; temo mi dica Guarda che scherzavo e tu, invece, ci hai creduto veramente!
Il secondo ringraziamento va al mio primogenito Stefano, che é il vero scrittore di famiglia. Lui un libro lo ha scritto, sul serio, a dieci anni, sulla sua grande passione, la Storia. Grande!
Il terzo ringraziamento va al mio secondogenito Arpad. Lui é che uno che, a dispetto di tutto e di tutti, ci crede, ci prova, fino a quando, ci riesce. Non molla mai. Un vero esempio!
Il mio quarto ringraziamento va al mio terzogenito. Calmi; é l’ultimo. Leonida, il generale del sorriso. Lui affronta la vita con un sorriso, e quando, come ogni piccolo piange, riesce a piangere con un sorriso. Mitico!
Il mio quinto, ed ultimo, ringraziamento va a tutti voi, che, comprerete e, spero, leggerete questo libro, la cui massima aspirazione, può essere, forse, quello di riscrivere le virgole della Storia di noi italiani.
A chi lo leggerà, apprezzerà, disprezzerà o sarà completamente indifferente, il mio sincero ringraziamento.
Giuseppe Cofano
Introduzione
Esaurito questo sentito preambolo, passiamo alle ragioni che mi hanno spinto ascriverlo, questo libro. Chi é emigrato all’estero per un breve o lungo periodo avrà visto confermare o mettere radicalmente in discussione l’essere italiano e quelli che possono essere considerati virtù e vizi del nostro Paese o del nostro popolo. La mia famiglia ed io abbiamo vissuto in Belgio per circa cinque anni. Nonostante conoscessimo il Belgio per gli innumerevoli viaggi effettuati, sempre per ragioni di lavoro, arrivandolo a considerare come una seconda patria per via della familiarità con il Paese e con il gran numero di italiani nella nazione che accoglie la capitale dell’Europa, Bruxelles.
In una Europa unita per la valuta unica e per la supposta mancanza di frontiere, che dovrebbe favorire la libera circolazione di persone, le differenze, permangono, enormi. Fatta l’Europa bisogna fare gli europei
, verrebbe da dire, con la consapevolezza che quasi nessuno vorrebbe sentirsi solamente europeo per l’esistenza di lingue e culture completamente diverse.
Sarà un caso ma cosa dite del desiderio di indipendenza della Catalogna dalla Spagna e la mai sopita voglia di fiamminghi e valloni belgi di creare due Stati indipendenti? Vivere non nel proprio Paese a dispetto della facilità con cui ci si sposta ed alla presunta Unione Europea, porta, invece e continuamente a rimarcare a leggere o marcate differenze, portando innumerevoli esempi di Virtù e Vizi di un popolo (non necessariamente solo europeo) verso un altro.
Che cosa si intende, allora, per Virtù e Vizi? Giusto ridefinire anche questo visto che il libro si fonda sul loro significato.
Al significato di Virtù si riconduce la capacità di una o più persone e per estensione di un popolo di eccellere in qualcosa, di compiere un certo atto in maniera ottimale, di essere virtuoso come modo perfetto d'essere
.
Per Vizi, invece, si intendono i comportamenti abitudinari che si manifestano nell'individuo o nella collettività e per estensione di un popolo come un agire normalmente ripetitivo, che può essere biasimato, per sé e/o per gli altri. La percezione dei vizi e virtù può, poi, mutare nello spostamento fisico e dai profondi cambiamenti che ne derivano. L’interazione con chi ha cultura e tradizioni diverse dalle nostre fa, poi, il resto.
Questo libro vuole offrire uno spunto di riflessione serio o faceto, decidete voi, su noi italiani, su come ci vediamo e su come vorremmo o non vorremmo essere considerati. Come potremmo delineare le caratteristiche di noi italiani? Ci sono tantissimi esempi che ci definiscono, da un lato, come un popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori.
(Mussolini)
Dall’altro c’é chi ci definisce come coloro che perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre" (Winston Churchill).
Mi ha colpito, come definizione di noi italiani, Madame De Stael, nel suo romanzo Corinna o l’Italia
. Definizione data molto prima dell'Unità d'Italia. Giulia Del Grande, in un articolo sul sito di Altritaliani net ci guida attraverso i personaggi di Corinna e Lord Nelvil in un confronto metaforico fra l’Italia e l’Inghilterra, due paesi molto diversi fra loro per storia e ordinamento politico e contraddistinti da un opposto carattere nazionale.
La trama racconta la storia d’amore fra Corinna, di madre italiana e padre inglese, e Nelvil raffigurante lo stereotipo del «lord britannico». La de Stael rappresenta mirabilmente la passionalità e l’interesse degli italiani per la il genio
in sé.
Qui non c’è emulazione la vita non vi è più che un sopore di sogni sotto un bel cielo; ma date uno scopo a questi uomini e li vedrete in sei mesi divenir capaci di tutto. (…) Non si può non interessarsi vivamente a questo popolo, che respira con avidità quel po’ d’aria che l’immaginazione fa penetrare attraverso i limiti, che lo rinserrano
.
Sottoscrivo. Ci sono cose dell’Italia che vorrei assolutamente cambiassero ed altre cose che vorrei fossero, universalmente, adottate. Essendo di natura pragmatico e poco amante dei fronzoli, ho diviso il tutto in 2 capitoli.
Virtù e Vizi, appunto.
Virtù italiana
La Cucina
Il mondo mangia in
italiano anche negli angoli più remoti del pianeta. Ogni italiano potrebbe aprire un ristorante, bar, pizzeria all’estero, comunque, ci sarebbe ancora richiesta di aprirne degli altri. Pensateci bene, cari connazionali, quando siete assillati dal lavoro che non c’é più o non c’é mai stato.
Però, la prima regola dell’italiano fuori sede é quella di catalogare, proteggere, anche fisicamente, i ristoranti italiani che cucinano con sapori e prodotti autenticamente nostrani. Se siete all’estero e siete presi dal desiderio di mangiare una buona pasta, pizza ed entrate in un ristorante italiano
, prima di sedervi e consumare, chiedete e verificate che ci sia almeno un italiano in cucina. Non in sala. I camerieri, servono, non cucinano. Soprattutto leggete il menù in italiano. Se leggete cose tipo, Pizza Margerita
o ‘Pizza Capricchiosa o
Spaghetti all’ Ammatriciana e tutto scritto nel menu dello stesso ristorante, magari, non é solo un errore di battitura. Uscite, se siete ancora in tempo, altrimenti,
good luck".
A,