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La Maledezione del Pirata
La Maledezione del Pirata
La Maledezione del Pirata
E-book245 pagine4 ore

La Maledezione del Pirata

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Info su questo ebook

Tanto tempo fa, una strega e un vampiro si innamorarono e il loro amore distrusse il mondo.Ora, il mondo è diventato un luogo pericoloso, diviso in sedici Divisioni separate tra loro. Nella Divisione di NOLA Catheryn Beauregard vive nella residenza della potente Regina Voodoo e teme la scoperta dei suoi poteri e spera di nasconderli. Tutto sembra funzionare, quando vengono attaccati da una ciurma di pirati vampiri. Guidati dal Capitano Rainier Dulocke, i vampiri saccheggiano la casa in cerca degli schiavi umani per nutrirsi. Rainier prende Catheryn come sua schiava di sangue personale, ma presto si accorge che bere il suo sangue comporta degli strani effetti collaterali. Ma non vuole rinunciare a lei, nemmeno quando la Regina Voodoo le ordina di tornare. La Divisione di NOLA è in pericolo: le acque si stanno innalzando, il cibo scarseggia e la Regina Voodoo minaccia la totale distruzione se Catheryn non si piegherà alla sua volontà. Ora Catheryn dovrà decidere chi aiutare: gli umani che l'hanno venduta, le streghe che l'hanno comprata o il vampiro che l'ha rapita? Se farà la scelta sbagliata, moriranno tutti.

La Maledizione della Strega e del Vampiro è un libro indipendente che segue la saga di The Berkano Vampire collection, di Rebecca Hamilton.

LinguaItaliano
Data di uscita11 set 2019
ISBN9781547557431
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    Anteprima del libro

    La Maledezione del Pirata - Leigh Anderson

    1

    Non respirare , pensò Catheryn. Se respiri, sei morta.

    Dal suo nascondiglio nell'armadio, poteva vedere lo sfarfallio della torcia mentre i pirati correvano avanti e indietro per la casa. I pirati vampiri. Le creature più pericolose che conosceva. Avevano bisogno di sangue umano per vivere. Il suo sangue. Il sangue dei suoi compagni schiavi. Ma cosa ci facevano qui? Nella Casa Voodoo? Sarebbe dovuta essere al sicuro lì. La Regina Voodoo era una donna potente. Certamente poteva combatterli. Tutto ciò che Catheryn doveva fare era restare in silenzio. Immobile. Non respirare.

    Catheryn apriva e serrava i pugni. Non c'erano armi nell'armadio. Se qualcuno l'avesse trovata, non avrebbe potuto difendersi. Guardò le sue mani sperando che facessero... qualcosa. Qualsiasi cosa.

    Quell'armadio era il suo posto sicuro. Un angolino sotto le scale dove andava spesso quando voleva essere da sola, per raccogliere i pensieri. Per far pratica con la sua magia acerba. Si era già nascosta lì dentro prima dell'arrivo dei pirati. Stavolta però, non aveva pianificato di uscire.

    Perché questa volta, non si era nascosta per lavorare sulla sua magia. Si era nascosta perché aveva fatto un casino. Una delle altre streghe l'aveva afferrata. C'era stata una lotta. Il coltello...

    Catheryn si coprì la bocca con la mano. Era scappata nell'armadio, incerta su cosa fare. Aveva avuto paura di cosa le sarebbe successo una volta che la Regina Voodoo avesse scoperto cosa aveva fatto. Poteva semplicemente punirla. Magari venderla ad un altro padrone. Ma i pirati? L'avrebbero uccisa. Le avrebbero succhiato il sangue finché il suo cuore non si fosse fermato. Andiamo! Si disse mentre teneva le mani davanti a sé. Funziona!

    Non aveva idea di che tipo di magia possedesse, non era nemmeno sicura di essere davvero una strega. Aveva sempre pensato di essere una normale umana. Finché non si era accorta che a volte le cose... succedevano e basta. Una scintilla lì, una sedia che si spostava là. Aveva davvero dei poteri magici? O era tutto nella sua testa? Forse parte della magia delle streghe della Casa Voodoo l’aveva contagiata? Era solo una coincidenza? Non lo sapeva. Ma mentre i suoni di grida e combattimenti si facevano più forti, per la prima volta sperò di avere un modo per contrattaccare se l’avessero scoperta. Un barlume di magia. O addirittura dei poteri magici in piena regola. Solo le streghe sarebbero sopravvissute quella notte, ne era sicura.

    Ehi! Controlla lì! urlò uno dei pirati.

    Il respiro le si bloccò in gola e indietreggiò ancora più a fondo nell’armadio, spingendosi fermamente contro la parete posteriore. La luce arancio delle torce spendeva ancora più forte attraverso le assi della porta. Erano vicini.

    Un’ombra passò oltre. L’avrebbero trovata.

    Salvami! sussurrò tra sé e sé.

    Il pirata aprì la porta. Trovata!

    Catheryn strillò mentre un pannello di cui non conosceva l’esistenza si apriva alle sue spalle, facendola cadere. Urlò mentre cadeva nel buco, tenendosi la testa tra le braccia per proteggersi. Sbatté violentemente i gomiti e le ginocchia contro le pareti del tunnel e atterrò con un tonfo sul pavimento di legno, così forte da toglierle il fiato.

    Cosa abbiamo qui? chiese una voce maschile. La cena dal piano di sopra?

    Molte voci risero.

    Aprì gli occhi, con il cuore che le batteva all’impazzata. Distesa di fronte a degli stivali, lentamente alzò lo sguardo verso l’uomo che torreggiava sopra di lei. Indossava la giacca intessuta di blu scuro e oro degli ufficiali navali, sicuramente rubata. Teneva la mano poggiata sull’elsa di una larga sciabola, ancora nel suo fodero.

    L’uomo non si preoccupava della battaglia che infuriava intorno a lui. Dava l’impressione che i suoi uomini avrebbero eseguito qualsiasi lavoro gli avrebbe affidato. La sua camicia si aprì leggermente, rivelando un ampio petto. Catheryn osò dare un’occhiata al suo viso, che avrebbe trovato attraente se non avesse temuto per la sua vita. Era rasato, con lunghi capelli legati morbidi dietro. Era caucasico, una rarità in questa parte del mondo, considerando che tutti i vampiri, indipendentemente dalla razza, avevano tutti un innaturale pallore.

    Naturalmente, si era adornato la testa con un cappello a tricorno. La maggior parte dei pirati era ossessionata dalle vecchie eccentriche storie, non importava quanto inesatte fossero, come se tutti fossero tornati ai tempi prima della Frattura... a prima che il mondo fosse fatto a pezzi.

    Sembra sicuramente appetitosa, capitano, disse un altro degli uomini.

    A fianco a lei, un uomo nauseabondo con i capelli arruffati e i denti storti sbavò letteralmente all’idea di succhiarle il sangue.

    Portala via, Mathis, disse il capitano, sventolando altezzosamente la mano. Mettila con gli altri.

    Si alzò rapidamente mentre l’uomo chiamato Mathis si lanciava verso di lei.

    Fermati! gridò, tenendo la mano aperta davanti a sé.

    Per un attimo, un minuscolo attimo, pensò di averlo bloccato.

    O forse era semplicemente l’urgenza di fuggire che sentiva dentro, poiché si voltò e sfrecciò via così velocemente che il capitano e gli altri pirati intorno a lei non ebbero il tempo di reagire. Li superò, su per le scale e fuori dalla porta posteriore.

    Una volta in alto, si fermò, voltandosi indietro verso la casa e verso il bosco al di là. Poteva scappare per salvarsi la vita...ma no. Strinse i denti e soppresse la voglia di fuggire. Doveva aiutare gli altri. Corse attraverso il cortile, zigzagando tra le streghe che combattevano contro i vampiri, entrambe le parti troppo impegnate per preoccuparsi di lei. Le streghe lanciavano fuochi e lampi con le mani, mentre i pirati le colpivano con spade e pistole.

    Normalmente le streghe avrebbero avuto la meglio sui vampiri. Dopotutto, la magia era più potente delle armi mondane. Ma c’erano così tanti pirati. Più di quanti Catheryn avesse mai visto. Abbastanza per le streghe da faticare a respingerli.

    Ma Catheryn non poteva pensarci ora. Doveva aiutare gli altri umani, schiavi come lei. La cosa più simile ad una famiglia che aveva, quelli per cui sicuramente i pirati erano venuti a saccheggiare.

    Sfortunatamente per gli umani, i vampiri potevano sopravvivere solo con il loro sangue. Il sangue di strega era letale per loro. E sfortunatamente per lei, la Regina Voodoo con cui viveva possedeva un magazzino di schiavi umani. Quello era il motivo per cui i vampiri erano lì. Se Catheryn li avesse aiutati a scappare, sarebbero stati in salvo e i vampiri se ne sarebbero andati.

    Ma non appena si avvicinò agli alloggi degli schiavi, capì che era troppo tardi. I vampiri li avevano già circondati. Ovviamente... era il primo posto dove i vampiri si sarebbero diretti.

    Alcuni si erano già lasciati andare alla brama e si stavano nutrendo degli schiavi. Alcuni di questi erano già morti o stavano morendo. Per quanto volesse aiutare, lei non era un eroe. Non poteva fare più niente per loro ormai. Doveva trovare gli altri, quelli che avevano ancora una possibilità.

    Sgusciando dietro gli alloggi, si intrufolò dentro attraverso una piccola apertura tra le tavole.

    Catheryn! sussultò una schiava anziana. Cosa stai facendo qui, bambina? Devi andartene!

    La casa è circondata disse Catheryn. Temo che la Regina Voodoo non sia in grado di respingerli. Dobbiamo scappare.

    Come? chiese un altro schiavo. Non ci passo lì. E dove andremo se i pirati ci hanno circondati?

    Ci uccideranno!

    Cosa faremo?

    Gli schiavi erano in preda al panico. Forse non avrebbe dovuti dire così tanto subito. Ma avevano ragione. Dove potevano andare? E anche se i pirati non li avessero trovati e prosciugati, sarebbero stati comunque catturati dalla Regina e trascinati di nuovo in schiavitù. Che senso aveva?

    Non morire. Non morire era il senso.

    Giusto, si disse. Avevano bisogno almeno di provarci. Lei era una sopravvissuta. Doveva esserlo, almeno finché non avesse ritrovato sua sorella. Eva poteva essere ancora lì fuori, da qualche parte. Quindi Catheryn doveva sopravvivere, anche solo per lei. Così un giorno avrebbero potuto ritrovarsi.

    Catheryn si diresse verso l’ingresso degli alloggi, dove c’erano molte persone a fare la guardia alla porta, nel tentativo di impedire a i vampiri di fare irruzione. Proteggici! disse cantilenando, alzando le mani.

    Non accadde nulla.

    Cosa stai facendo Catheryn, sciocca ragazzina? chiese uno degli uomini che teneva chiusa la porta.

    Catheryn ci provò ancora. Aiutaci!

    Ancora una volta, non successe nulla.

    Catheryn! la chiamò un altro schiavo. "Aiutami! Vieni a sbarrare la porta."

    Catheryn si guardò intorno in cerca di qualcosa che potesse servire. Afferrò una sedia e corse verso la porta per bloccarla.

    Ma non funzionò.

    La porta esplose in mille pezzi con un sonoro schianto e le persone più vicine volarono indietro, inclusa Catheryn. I pirati dovevano aver usato un esplosivo per fare irruzione. Un uomo accanto a lei urlò, mentre afferrava una grossa scheggia di legno conficcata nell’occhio. Una donna alla sua destra giaceva morta, con un pezzo di legno che spuntava fuori dal suo petto, come un paletto.

    Come un paletto!

    Catheryn era stordita e tutto sembrò muoversi a rallentatore, ma quel pensiero la fece tornare in sé. Si toccò la testa, il petto e capì che non era ferita. Si riscosse da quello stato di confusione e cercò di riprendere la sedia che stava tenendo poco prima. Era andata in pezzi, così afferrò la gamba di una sedia e si alzò, brandendola come una mazza.

    Appena il fumo si diradò, l’uomo che aveva visto prima, il capitano dei vampiri, entrò.

    Radunateli! disse.

    Gli altri schiavi urlarono, correndo per scappare mentre i pirati si calvano su di loro come una piaga di locuste.

    Il cuore di Catheryn accelerò, ma si preparò e si fece avanti.

    Non gli farai del male! gridò.

    Non poteva certamente fermarlo e probabilmente l’avrebbe uccisa. Ma se fosse riuscita a distrarlo, anche solo per un momento, magari gli altri schiavi avrebbero potuto scappare.

    Il capitano la fissò negli occhi. Eccoti qui, disse. Mi stavo chiedendo dove fossi scappata.

    Mathis si mosse verso di lei, ma il capitano lo fermò.

    No disse. Lei è mia.

    Mathis scrollò le spalle e rivolse la sua attenzione verso un’altra sfortunata ragazza che cercava di scappare. Ma Catheryn non poteva concentrarsi su di lei ora. I vampiri erano notoriamente veloci. Non poteva distogliere lo sguardo dal capitano nemmeno per un secondo se voleva sopravvivere.

    Chi prendeva in giro? Non sarebbe sopravvissuta a questo. Lui era un vampiro. Un pirata. Un abile combattente e un mostro assetato di sangue. Sarebbe morta.

    Ma almeno se ne sarebbe andata combattendo.

    Il pirata assunse una vera posizione da spadaccino e Catheryn fece un passo avanti. Sfiorò qualcosa con il piede e lo raccolse, senza mai distogliere lo sguardo dal pirata. Era un altro pezzo di legno. Lo tenne insieme alla gamba della sedia a formare una croce.

    Sta indietro, demonio! gli urlò contro.

    Il pirata sogghignò. Oh cielo. Cosa farò?

    Il suo sorrisetto si trasformò in una grassa risata mentre si avvicinava velocemente, così tanto che sembrava essersi improvvisamente teletrasportato davanti a lei. Fece guizzare la spada e le fece cadere di mano il pezzo di legno.

    Ora l’unica protezione tra loro era soltanto la gamba della sedia; si voltò di lato, imitando la posizione del pirata e la tenne come una spada. Era troppo pesante e imbarazzante maneggiarla così, non sapeva brandirla efficacemente, ma almeno stava facendo qualcosa.

    Il pirata avanzò e menò un fendente con la sua spada. Lei alzò la gamba della sedia per bloccarlo, ma l’impatto del metallo contro lo spesso legno riverberò nel suo braccio. L’attaccò ancora ed ancora. Ogni volta, parava con la gamba della sedia, ma era costretta a indietreggiare per non perdere l’equilibrio e cadere. Presto avrebbe tagliato la sua unica arma e allora sarebbe morta.

    Il capitano alzò la spada con un sorriso stampato sul volto. Stava giocando con lei. Avrebbe potuto disarmarla facilmente, ma si stava divertendo a combattere, come un gatto che gioca con il topo prima che la prenda diventi pasto. Non la considerava una vera minaccia. Poteva sfruttarlo a suo vantaggio?

    Balzò verso di lei un’ultima volta e gli gridò contro Fermati!

    E lui si fermò, soltanto per un momento. Il tempo necessario per lei di uscire dalla sua traiettoria e colpirgli il braccio con la gamba della sedia.

    Il pirata gemette per il dolore, lasciò andare la spada e la guardò furioso. Lo colpì ancora sulla spalla e lui gridò ancora, la sua faccia contorta dal dolore.

    Gli altri umani videro cosa stava accadendo: Catheryn stava veramente picchiando il capitano dei pirati con un bastone, e questo sembrò dar loro coraggio. Una alla volta, si rivoltarono contro i loro aguzzini. I pirati sembravano sconvolti che gli umani osassero sfidarli.

    Catheryn sorrise e alzò la sua arma per colpire il capitano ancora, ma abbassò la guardia. Il suo momento di fiducia le costò il sopravvento. Mentre colpiva, lui afferrò saldamente la gamba della sedia con l’altro braccio. Gliela strappò dalle mani e la lanciò lontano. Catheryn fece un passo indietro ma il pirata l’afferrò per il collo.

    Mi assicurerò che tu viva per pentirtene disse con un ringhio.

    Aprì la bocca, snudando le affilate e crudeli zanne. Stava per morderla, stava per mangiarla, qui e ora. Era finita.

    Mi dispiace, Eva pensò tra sé e sé.

    Catheryn cercò di reagire. Si divincolò tra le sue braccia e gridò cercando aiuto.

    No! No! Fermati! gridò nel panico, ma non accadde nulla e nessuno poteva aiutarla.

    Capitano! chiamò qualcuno. Uno dei suoi uomini gli corse incontro. Capitano, l’abbiamo trovata! Svelto, venga! E’ in trappola!

    Il capitano sorrise e si voltò verso il resto dei suoi uomini che stavano ancora inseguendo e uccidendo gli schiavi nel cortile. Radunateli e portateli dentro! urlò. Poi si voltò verso Catheryn. Tu vieni con me, piantagrane.

    Poi, Catheryn sentì un dolore acuto al lato della testa. Non svenne, ma barcollò e le si annebbiò la vista, non lasciandole nessun’altra possibilità che seguire il pirata che la trascinava indietro verso la Casa Voodoo.

    Non sapeva cosa avesse in mente, ma di sicuro avrebbe preferito non essere viva per scoprirlo.

    2

    Poco prima, quel giorno...

    Il Capitano Rainier guardò il suo primo ufficiale Mathis che gettava fuori bordo l’ultimo essere umano, ridotto ormai a un guscio vuoto.

    Era la nostra ultima riserva di cibo, capitano, disse Mathis. Non abbia altra scelta che saccheggiare.

    Il capitano digrignò i denti e fece un rapido respiro. Qual è il porto più vicino? chiese, ma conosceva già l’indesiderata risposta.

    NOLA disse l’ufficiale. Sotto il controllo delle streghe.

    Il secondo porto più vicino, allora? chiese Rainier.

    Troppo lontano, replicò l’ufficiale. Gli uomini saranno morti di fame per allora. Alcuni di loro lo sono già. Quelli più feroci li ho messi ai ferri sottocoperta, ma il loro numero crescerà soltanto.

    Rainier brontolò. Sapeva che era vero, ma fare rotta dritti nel territorio delle streghe era lo scenario peggiore a cui poteva pensare.

    Ci sarà alta marea prima del tramonto. disse Rainier. Quanto è alta ora?

    Direi maledettamente alta, signore disse Mathis. Secondo le nostre informazioni, le acque sono salite così tanto a NOLA che si può praticamente navigare fino alla porta della Casa Voodoo.

    Rainier si rivolse al medico di bordo. Quanti uomini sono in grado di combattere?

    Direi circa centocinquanta.

    Ci sono solo cinquanta streghe nella congrega della Casa Voodoo, giusto? chiese il capitano a nessuno in particolare.

    disse Mathis. Ma cinquanta tra le più potenti streghe di NOLA, o qualsiasi altra Divisione del resto. Sarebbe una battaglia feroce.

    Non possiamo mangiare le streghe, signore protestò un altro pirata.

    Questo lo so, sciocco disse il capitano con più calma di quanto quell’idiota meritasse. Ma le streghe di NOLA tengono gli umani come schiavi. La Casa Voodoo è conosciuta per averne un mucchio. Li usano come manodopera o come merce di scambio.

    Il primo ufficiale annuì, sull’attenti. Quali sono i vostri ordini, capitano?

    Rainier sospirò. Avrebbe di sicuro perso degli uomini, ma molti meno che se fossero rimasti in mare a morire di fame.

    Raduna gli uomini disse. Attaccheremo la Casa Voodoo al tramonto.

    Quando la donna distesa ai suoi piedi lo guardò, si sentì come se qualcuno lo avesse colpito. Era attratto da lei. I suoi occhi erano profondi e scuri, e lui non desiderava altro che nuotarci dentro. Il suo volto delicato era incorniciato da neri capelli ricci. Ma quando le guardò tutto il volto, capì che il suo sguardo non trasmetteva la stessa ammirazione, bensì paura.

    Come è giusto che sia, pensò, schiarendosi la gola e concentrandosi sul compito da svolgere.

    Stava rovistando per la casa alla ricerca degli uomini e delle donne come lei da portare sulla nave per banchettare. Scrollò la testa, ricordandosi del suo obiettivo.

    Mettila con gli altri ordinò. Ma la donna si ribellò. Era veloce e agile

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