Vecchia zimarra: Frammenti di ricordi in una memoria che si sfalda
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Info su questo ebook
Per l’autrice raccontare diviene una terapia per l’animo, una vera catarsi.
A tarda sera, seduta davanti al computer, si allontana per un attimo dai problemi che l’assillano di giorno, dalle preoccupazioni che pesano a volte come macigni, mentre contempla e descrive momenti della vita di Annie, dimenticando che la storia della protagonista in realtà è la sua stessa storia...
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Anteprima del libro
Vecchia zimarra - ASTERIA POILLUCCI
© 2018 Lupi Editore
Via Roma 12, 67039 Sulmona (AQ)
Tutti i diritti riservati
www.yndy.it
ISBN 978-88-99663-4-69
Finito di stampare nel mese di luglio 2018
presso Universal Book srl - Rende (CS)
per conto della casa editrice Lupi Editore
Asteria Poillucci
VECCHIA ZIMARRA
Frammenti di ricordi
in una memoria che si sfalda
Sola
4 febbraio 1958
La luce del nuovo giorno filtrava nella stanza attraverso le persiane verdi, andando ad accarezzare dolcemente il viso di Annie, che dormiva tranquilla nel lettone della sua nonna. Tra poco, alla solita ora, le otto in punto, sarebbe scattata la suoneria della rumorosa sveglia da ferroviere, ricordo di un nonno andato via troppo presto, poggiata sul comò in stile liberty, impreziosito nella parte alta da delicati intagli floreali e un po’ più in basso da quattro putti in bassorilievo, due a destra e due a sinistra dello specchio centrale, immaginari amici e compagni di gioco di Annie. Nello stesso momento, come tutti i giorni, con il suo passo lento e silenzioso, sarebbe entrata nonna Piera, avrebbe spalancato le persiane verdi e un’ondata di luce avrebbe invaso la stanza: era il momento in cui il sonno e i sogni di bimba dovevano lasciare il posto al risveglio e quindi al ritorno alla realtà: era l’ora di prepararsi per andare a scuola. Ma quel mattino no, non sarebbe andata così, quel mattino il risveglio di Annie sarebbe stato diverso, un diverso suono avrebbe segnato l’inizio di una nuova vita per lei.
Driin...driin...
Il vecchio telefono funzionava così, tanti anni fa. Per effettuare un’interurbana bisognava contattare il centralino, comunicare ad una gentile impiegata la città e il numero dell’abbonato desiderato, poi metter giù la cornetta e aspettare di essere richiamati. La nonna, che soleva al mattino mettersi in contatto telefonico col figlio studente universitario a Roma, aveva eseguito tutto con cura, naturalmente prima delle otto, orario in cui sarebbe scattata la tariffa telefonica più costosa, e attendeva...
Driin...driin...
Il vecchio telefono nero, poggiato su un’austera scrivania nella stanza accanto, con il suo squillo forte e inconfondibile squarciò il silenzio che regnava in tutta la casa; subito dopo risuonò la voce lieta ed emozionata di nonna Piera che scandiva l’annuncio: E’ nato! È maschio!
.
Svegliata da quel suono e da quelle parole Annie fu presa da un sussulto di gioia: questa volta era vero! No, non stava sognando. Era arrivato, finalmente era arrivato!
Dopo anni di lettere scritte e imbustate con cura e impegno, inviate con determinazione e insistenza ad una fredda e insensibile cicogna, era arrivato! Pervasa da quel nuovo sentimento di appagamento e di gioia indicibile, guardò la sveglia sul comò: mancavano due minuti alle otto.
Da quel momento non si sarebbe mai più sentita sola!
Vecchie foto
Poggiati sulla scrivania di quello che era stato lo studio di suo padre, ora declassato
al ruolo di ripostiglio dall’anziana madre, unica occupante dell’appartamento che un tempo aveva accolto l’intera famiglia, sonnecchiano vecchi album di foto. Sono foto di tempi passati, che Annie oggi proverà a sfogliare, sollecitata dal desiderio di far riemergere momenti lontanissimi e dimenticati, vissuti nei primi anni della sua vita, quando era figlia unica...
Cigola la porta di quella stanza così poco frequentata, quando lei entra. Le imposte della finestra sono accuratamente chiuse, tutto è immerso in un buio freddo e silenzioso. L’odore inconfondibile dei libri la pervade, quel particolare aroma legnoso, che avvertiva con piacere quando, da ragazza, si fermava a studiare lì. Il lampadario, prontamente acceso, diffonde una luce tenue. A destra il divano rosso, su cui ora giacciono affastellati panni di vario tipo, coperte fuori uso, vecchi abiti, borse d’altri tempi... Cose che all’attempata proprietaria probabilmente non servono più, ma che sicuramente sono legate a ricordi da cui è difficile staccarsi definitivamente! Più in là il vecchio, caro
mobile libreria pieno di libri mai più consultati ormai da decenni e in alto, davanti ai libri, le foto in bianco e nero, un po’ sbiadite, dei nonni paterni di Annie. Sulla parete a sinistra un alto scaffale libreria, naturalmente pieno di libri, disposti nell’ordine di sempre. Davanti ad esso l’austera scrivania, occupata in parte da oggetti estranei, casualmente lasciati lì dalla vecchia madre, mentre da un lato, accuratamente sistemati uno sull’altro, ecco vari album fotografici. Annie sa che da tanto tempo ormai nessuno più li sfoglia; si avvicina, scorge allora, proprio lì accanto, quasi completamente occultata da fogli sparsi, una piccola cornice con una vecchissima foto. E’ lei, bimba di un