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Occhiali da sole
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E-book162 pagine2 ore

Occhiali da sole

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Info su questo ebook

Nonostante il dramma interiore che si trova a vivere, Annamaria è un'adolescente come tante: ha voglia di ridere, di sognare, di innamorarsi e di socializzare. Ad un certo punto deve fare una scelta: rimanere nella propria gabbia tutt'altro che dorata o scegliere la libertà di vivere veramente. E' esattamente come canta il suo beniamino Bob Di Sella: "Ciò che ti circonda lo decidi tu...la realtà può essere ciò che vuoi essere o ciò non vorresti mai essere". "Occhiali da sole" è la storia di un espediente per affrontare lo sguardo della gente, un trucco tanto efficace quanto non risolutivo, un temporaneo filtro per una realtà che fa troppa paura. Non sarà, però, un paio di lenti scure a guidare Annamaria verso la soluzione per il suo problema d'ansia sociale.
LinguaItaliano
Data di uscita18 dic 2018
ISBN9788827862810
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    Anteprima del libro

    Occhiali da sole - Filippo Bombonato

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Filippo Bombonato

    Occhiali da sole

    Occhiali da sole

    © 2018, Filippo Bombonato

    ISBN | 9788827862810

    Prima edizione digitale: 2018

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    Capitolo 1

    Bob Di Sella aveva ormai raggiunto l’apice del successo. Era incredibile come avesse potuto imporsi nel panorama musicale andando decisamente contro corrente. Ormai non restava più niente del buon cantautorato italiano, se non qualche eccezionale cometa qua e là. Non era di certo il momento musicalmente più favorevole per proporre una musica che si rifaceva ai cantautori degli anni ‘70, quali De Gregori, Cocciante, Dalla, Guccini e De André: andavano di moda certe sonorità elettroniche tecno-pop, miste a sperimentazione, e molto hip-hop. Sul palco, Di Sella sapeva affascinare più che sconvolgere, riusciva a sedurre più che a sbalordire: lo faceva con la potenza della sua delicata poesia, con quella sua voce roca e un piano che trasudava note ubriache alla Tom Waits. Eppure non fumava, né tantomeno beveva: era l’opposto della rock star per antonomasia. Nella vita privata era molto più che semplicemente schivo: non si vedeva. Molti pensavano che vivesse all’estero. Rilasciava sporadiche interviste e partecipava a talk show televisivi solo se ne era obbligato, ad esempio per presentare l’uscita del suo nuovo album. Nel contempo le sue tournee prevedevano moltissime tappe in tutta Italia. Nei suoi show parlava poco e non si concedeva mai troppo ai suoi fan. Per questo motivo certa critica storceva il naso, considerandolo un cantautore snob. Ciò nonostante era amatissimo da molti per la genialità della sua musica intimista e quell’atteggiamento schivo contribuiva ad amplificare il fascino misterioso del suo personaggio. Nessuno aveva mai visto il suo sguardo, il quale si nascondeva perennemente dietro un paio di occhiali scuri come la notte.

    Secondo me è cieco! disse Annamaria.

    Ma no, non vedi che è uno snob da paura? Vuole fare il De André della situazione, un De André con un paio di Ray-Ban! disse Luca, prendendo in giro la sorella.

    Senti, chiudiamola qua. Tu non sai niente di vera musica, di poesia, di sensibilità artistica.

    Eh, come no. La sua arte rende sensibile anche me: scusa, devo andare al bagno.

    Fingendo un’urgenza fisiologica solo per infastidire la sorella, Luca andò a cospargersi di deodorante per poi sgusciare fuori di casa col suo skateboard sotto braccio. Lei tirò un sospiro di sollievo ma, a un tratto, sentì bussare alla porta insistentemente.

    Dai, apri, per la miseria! l’apostrofava il fratello.

    "Ufff, ma le chiavi di casa è un peccato portarle con sé?"

    Si alzò dal divano coi nervi a fior di pelle. Aperta la porta, se lo trovò di fronte con un sorriso sarcastico: Ho dimenticato il mio ipod!

    Facendolo entrare, lo apostrofò: Sì, certo, vai ad ascoltarti Miley Cyrus ft. Kanye West. Quella sì che è musica!

    Luca sgusciò di nuovo, dandole una gomitata per infastidirla un’altra volta ancora.

    Rendendosi conto di essersi finalmente liberata della presenza odiosa del fratello, Annamaria tirò un sospiro di sollievo e, esibendo un sorriso rilassato, tornò sul divano di fronte al televisore.

    Bob, tu sei un cantautore amatissimo tanto quanto misterioso continuò il conduttore televisivo.

    L’artista stiracchiò un sorriso decisamente imbarazzato.

    Puoi svelarci il motivo per cui indossi sempre occhiali da sole?

    La domanda arrivò inaspettata: il conduttore aveva improvvisato un fuori programma. Bob era inequivocabilmente imbarazzato e, mentre si dimenava sulla poltrona dello studio in cerca di una risposta appropriata, una giornalista ospite del talk show esordì: "Ma dai, Gianni, è una caduta di stile la tua. Noi potremmo chiederti per quale motivo indossi sempre papillon ridicoli. Non è forse parte del tuo personaggio?"

    Gli spettatori, per la maggior parte giovani, risero e proruppero in un applauso.

    Su, dai, non occorre farne una polemica; la mia è stata una domanda di pura curiosità che credo molti fra di loro si facciano, giusto?

    Il conduttore televisivo Gianni Allori si rivolse al pubblico, il quale mostrò il suo dissenso con un mutismo unanime. Bob di Sella, vedendo che era stato messo in difficoltà da una banale questione, gli mise una mano sulla spalla e gli disse: Non preoccuparti, Gianni, ora sappiamo che la curiosità non è per forza donna.

    I ragazzi scoppiarono a ridere e ad applaudire nuovamente. Era incredibile: quel poeta dalla voce seducente e dal fascino misterioso era pure un uomo dallo spiccato senso dello humor. Se le telecamere avessero potuto inquadrare in quel preciso istante gli occhi di quei giovani che si identificavano nei suoi testi, si sarebbe notata una luce particolare brillare nelle loro pupille.

    Allori mise una mano sull’avambraccio di Di Sella, evidentemente grato per averlo tirato fuori dall’imbarazzo. L’atmosfera tornò a farsi rilassata e concentrata sul personaggio pubblico del cantautore, il quale sembrava sempre più determinato a non dare alcuna opportunità alla gente di frugare fra i cassetti della sua vita privata.

    Senti, Bob, riprese il conduttore hai scritto veri e propri capolavori di poesia in musica, frasi che stanno già facendo la storia della canzone italiana d’autore.

    Il cantante sorrideva e ringraziava con un leggero movimento del capo.

    "Guarda, in caso le avessi scordate, te ne ricordo alcune: ‘Tu dimmi che l’eternità non è un bimbo che sogna… non senti che l’eterno non è solo una voglia? Accetta la mia mano, supereremo ciò che è ovvio e la notte ci si sdraierà…’ e ancora ‘Penso che siamo aquiloni che salgono e scendono, che si lasciano e si incontrano senza perdere il filo mai’ e di nuovo ‘Si sapeva che il tempo è poco e tirchio di soddisfazioni, ma se solo lo avessimo conosciuto per quel che è, forse gli avremmo riso in faccia…’

    Intanto gli spettatori applaudivano e urlavano di euforia, ripetendo insieme al conduttore quei brandelli di canzoni ascoltate migliaia di volte. Allargando le braccia verso di loro, disse: Guarda, Bob, questo è tutto per te!

    Tutti esplosero in un altro sonoro applauso e regalarono all’artista una standing ovation.

    Oh, è meraviglioso, non credo di meritarlo! esclamò Di Sella. Nel frattempo, unendo il palmo delle mani, piegava timidamente la testa verso i suoi fan, ringraziandoli.

    Su, dai, vai a prendere la chitarra!

    Il pubblico era in visibilio. Tra un applauso e l’altro, Bob si alzò per prendere posizione sul piccolo palco dello studio, mentre uno dello staff televisivo gli porse la chitarra. Strimpellò un paio di accordi, assicurandosi che tutto fosse a posto.

    "Wow, sa suonare anche la chitarra oltre al piano!" esclamò Annamaria. Aveva diciassette anni ed era al terzo anno del liceo classico. Avrebbe dovuto studiare per le interrogazioni ma non aveva alcuna intenzione di perdersi l’esibizione del suo amatissimo cantautore. Così, un attimo prima che Bob iniziasse la sua performance dal vivo, si alzò dal divano in fretta e furia e andò a prendersi una birra ghiacciata dal frigo di casa. Mentre era ancora in cucina, lo sentì cantare: Nemmeno i fiori nascono per caso…. Al suono di quelle parole emise un urlo: lasciò la porta del frigo mezza aperta e si precipitò sul divano.

    "Oh santo cielo, ‘Aquile in volo’ è la mia canzone!" Alzò il volume del televisore a palla.

    "Che dir di noi?

    Che abbiam lasciato ogni certezza

    per vivere in una stanza,

    nella pioggia battente

    della gente che parla…"

    Tutti fecero silenzio. Intanto i cameramen inquadravano gli occhi incantati e pieni di sogni di quei giovani che gremivano lo studio televisivo.

    "Tu dimmi se è per nulla che abbiamo amato e offeso

    Dimmi se è per niente che s’è condiviso e conteso

    Accetta la mia mano

    Partiremo a mezzogiorno

    E qualcosa dentro al petto ci risponderà…"

    Durante l’ultimo ritornello, il pubblico dondolava da destra a sinistra in sincronia, cantando in coro quella poesia. Quando Bob concluse il brano con un accordo sospeso, l’applauso e le grida di euforia furono inevitabili. Altra standing ovation.

    Che meraviglia! Che meraviglia! intervenne Allori incamminandosi verso Di Sella. Le luci dello studio, che si erano fatte soffuse, tornarono ad illuminarlo.

    Grazie, grazie. Siete troppo buoni! diceva il cantautore.

    Appena il conduttore lo raggiunse, gli mise una mano sulla spalla e gli disse in tono scherzoso: Ma cosa fai a questi ragazzi?

    Poi, indicandoli col braccio teso, continuò: Guarda: pendono tutti dalle tue labbra.

    Ma no, sono loro che si identificano con ciò che canto: io scrivo semplicemente i loro pensieri.

    Fece una breve pausa.

    E poi, volendo essere sinceri, a pendere dalle mie labbra è questa armonica che non riesco più a sganciare! continuò, mentre armeggiava con uno stand metallico appoggiato attorno al collo. I giovani risero di cuore, di apprezzamento e gratitudine per quel poeta misterioso, geniale e ironico.

    Aspetta, ti aiuto a liberarti da questa prigione! intervenne Allori, il quale venne in soccorso del cantautore imprigionato nel supporto di un’armonica a bocca. Mentre glielo sfilava dal collo, urtò accidentalmente i suoi occhiali scuri, facendoli cadere a terra.

    "Ops, scusa, ti ho privato dei tuoi cari occhiali!" si scusò, chinandosi per raccoglierli. In quel preciso istante Di Sella si voltò di scatto, mentre teneva una mano all’orecchio destro; Allori non fece nemmeno in tempo a porgerglieli che l’artista si scusò e sparì dallo studio.

    Oh miseria, cos’è successo? urlò Annamaria dal divano di casa sua.

    Dove vai, Bob? Dove sei? lo chiamava Allori. Intanto i cameramen inquadravano le facce sconcertate dei giovani nello studio e zoomavano sui loro occhi pieni di apprensione e curiosità.

    Dov’era scappato Bob? Cosa gli era successo? Possibile che quell’attrezzo metallico l’avesse ferito all’orecchio? O forse alla nuca? Quegli interrogativi campeggiavano a mezz’aria di tra le facce sconvolte di tutti: spettatori, equipe televisiva, ospiti del talk show e nell’aria di nuovo imbarazzata del conduttore. Nella sua fuga, Di Sella lasciò cadere la chitarra e quello stramaledetto porta armonica che si era incastrato attorno al suo collo. I suoi famosi quanto discussi occhiali da sole stavano sopra il piccolo palco, riflettendo le luci dello studio e attirando l’attenzione dei presenti, come fossero la reliquia di un santo. Allori prese in mano la situazione e questa volta lo fece nel migliore dei modi. Dopo aver ricevuto da parte dello staff televisivo il via libera per continuare, raccolse la chitarra e gli occhiali del cantautore, li alzò in alto esibendoli di fronte al pubblico e disse: Tranquilli, ragazzi, Bob sta bene. Di Sella: un fenomeno della musica italiana!

    L’apprensione si dileguò e lasciò posto a un’ennesima standing ovation, accompagnata da un applauso tanto lungo quanto

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