Rapporto “Al Qaeda”: Cosa accadde davvero l'11 settembre 2001
Di George Kirby
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In base a numerosissime prove e testimonianze la risposta non può essere che un deciso NO. I veri responsabili sono entità dello Stato USA che hanno accuratamente pianificato e realizzato degli attentati false flag (falsa bandiera).
I come e i perché sono esposti in dettaglio nel seguito di questo lavoro che, partendo dallo studio dei precedenti (Pearl Harbor 1941, Cuba 1962, Vietnam 1964, New York 1993, Oklahoma City 1995 e altri), esamina in dettaglio gli eventi dell'11 settembre, i mesi e le settimane che li hanno preceduti e quelli che li hanno seguiti, comprese le guerre in Afghanistan e in Iraq, Guantánamo, gli attentati di Madrid 2004 e Londra 2005, la morte di Osama bin Laden e molto altro, fino ad arrivare all'ISIS e alla situazione attuale.
In appendice si trattano brevemente diverse questioni, tra cui gli interventi americani all'estero dal 1945 in poi, l'influenza dei neocon ebrei nell'invasione dell'Iraq, e le 20 società che ricavano più profitti dalle guerre (sono quasi tutte americane).
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Anteprima del libro
Rapporto “Al Qaeda” - George Kirby
George Kirby
RAPPORTO Al Qaeda
Cosa accadde davvero l'11 settembre 2001
le responsabilità e le conseguenze
e perché i debunker non sono credibili
Tutti i contenuti di quest'opera sono protetti
dalla Legge sul diritto d'autore
RAPPORTO
Al Qaeda
Questa misteriosa organizzazione, creata dalla CIA alla fine degli anni Ottanta, è stata accusata di crimini atroci, il più famoso dei quali è l'attacco dell'11 settembre 2001. Ma ne è davvero Al Qaeda la responsabile?
In base a numerosissime prove e testimonianze la risposta non può essere che un deciso NO. I veri responsabili sono entità dello Stato USA che hanno accuratamente pianificato e realizzato degli attentati false flag (falsa bandiera).
I come e i perché sono esposti in dettaglio nel seguito di questo lavoro che, partendo dallo studio dei precedenti (Pearl Harbor 1941, Cuba 1962, Vietnam 1964, New York 1993, Oklahoma City 1995 e altri), esamina in dettaglio gli eventi dell'11 settembre, i mesi e le settimane che li hanno preceduti e quelli che li hanno seguiti, comprese le guerre in Afghanistan e in Iraq, Guantánamo, gli attentati di Madrid 2004 e Londra 2005, la morte di Osama bin Laden e molto altro, fino ad arrivare all'ISIS e alla situazione attuale.
In appendice si trattano brevemente diverse questioni, tra cui gli interventi americani all'estero dal 1945 in poi, l'influenza dei neocon ebrei nell'invasione dell'Iraq, e le 20 società che ricavano più profitti dalle guerre (sono quasi tutte americane).
A Lucy Ann, con amore
Indice generale
Titolo
Il libro
Glossario - Acronimi usati nel testo
Nota sui debunker - Chi sono e perché non appaiono credibili
Introduzione - Al Qaeda, Afghanistan, Iraq, petrolio, complesso militare-industriale
Casus belli: i precedenti - Cuba 1898, Pearl Harbor 1941, Vietnam 1964
Le origini della Base
- Nascita di Al Qaeda
La prima volta - Attentato del 1993 a New York
Oklahoma City - Attentato terroristico all'Alfred Murrah Building
Tre anni prima - Distruzione dello stabilimento farmaceutico Al-Shifa
Un anno prima - Progetto per un nuovo secolo americano
Nove mesi prima - I terroristi
a scuola di volo
Otto mesi prima - La presidenza rubata
di George Bush
Sette mesi prima - Lavori di rinnovo del Pentagono - Mohamed Atta
Sei mesi prima - Larry Silverstein prende in affitto le Torri gemelle
Cinque mesi prima - Mohamed Atta multato
Quattro mesi prima - Viaggi a Las Vegas dei terroristi
Tre mesi prima - Rumsfeld cambia le regole per l'intercettazione
Due mesi prima - Osama bin Laden a Dubai - Ultimatum ai talebani
Un mese prima - I caccia spostati all'estero
Tre settimane prima - Promozione di Richard Myers
Due settimane prima - Avviso di un attacco su Manhattan
Sette giorni prima - Preparazione di esercitazioni antiterrorismo
Cinque giorni prima - Speculazioni alla borsa di Chicago
Quattro giorni prima - Festino alcoolico per i terroristi
Tre giorni prima - Tolta la corrente alla Torre Sud
Due giorni prima - Jet militari spostati in Canada e Alaska
Un giorno prima - Altre speculazioni a Chicago - Viaggio a Portland di Mohamed Atta
11 settembre dalle 5:33 alle 8:00 - Esercitazioni e decollo dei primi due aerei da Boston
11 settembre dalle 8:00 alle 9:00 - Partenza degli altri due aerei e schianto contro la Torre Nord
11 settembre dalle 9:00 alle 9:30 - Schianto del secondo aereo contro la Torre Sud
11 settembre dalle 9:30 alle 10:00 - Schianto del terzo aereo contro il Pentagono e crollo della Torre Sud
11 settembre dalle 10:00 alle 11:00 - Schianto del quarto aereo a Shanksville e crollo della Torre Nord
11 settembre dalle 11:00 alle 21:04 - Crollo dell'edificio n° 7 del WTC e ritorno di Bush a Washington
Un giorno dopo - Osama bin Laden nega la responsabilità degli attacchi - L'FBI in Florida
Due giorni dopo - Bush permette la partenza dei sauditi
Tre giorni dopo - L'FBI ha la lista completa dei terroristi
Quattro giorni dopo - Riunione del governo a Camp David
Cinque giorni dopo - Alte temperature registrate a Ground Zero
Sei giorni dopo - Crollo delle azioni di compagnie aeree e assicurazioni
Sette giorni dopo - Lettere con spore di antrace a TV e giornali
Otto giorni dopo - Mohammed Atta è vivo?
Nove giorni dopo - Almeno 5 presunti terroristi sono vivi
Dieci giorni dopo - Aiuti federali alle compagnie aeree
Undici giorni dopo - Ultimatum ai talebani
Dodici giorni dopo - Diversi presunti terroristi sono vivi e non c'entrano con gli attentati
Tredici giorni dopo - Gli affari tra le famiglie Bush e bin Laden
Due settimane dopo - Intervista a Osama bin Laden
Tre settimane dopo - L'NSA autorizzata a spiare i cittadini USA
Un mese dopo - Inizia la guerra in Afghanistan
Un mese e mezzo dopo - Bush firma la legge USA Patriot
Due mesi dopo - Dubbi sullo schianto di UA93 - Inizia la battaglia di Tora Bora
Tre mesi dopo - Il rifugio di bin Laden e il video manipolato
Quattro mesi dopo - I primi prigionieri a Guantánamo - Osama bin Laden forse morto
Cinque mesi dopo - Creazione dei black site per la tortura dei prigionieri
Sei mesi dopo - Arresto di Abu Zubaydah
Sette mesi dopo - Intervista al dottor Steve Pieczenik - Bin Laden aveva la sindrome di Marfan
Otto mesi dopo - L'antrace delle lettere prodotto dall'esercito USA
Dieci mesi dopo - Viene arrestato José Padilla
Undici mesi dopo - L'Independent mette in dubbio la versione ufficiale sul volo 93
Dodici mesi dopo - Viene creato il campo di prigionia Cobalt
Tredici mesi dopo - Promosso il generale Eberhart che non ha fermato nessuno dei 4 aerei
Quattordici mesi dopo - Ultimatum all'Iraq - Creazione della Commissione 9/11
Quindici mesi dopo - Il Congresso completa le indagini sull'11 settembre
Sedici mesi dopo - Memorandum sul dopoguerra in Iraq
Diciassette mesi dopo - Discorso di Colin Powell all'ONU - Armi di distruzione di massa non trovate in Iraq
Diciotto mesi dopo - Vertice delle Azzorre e invasione dell'Iraq
Diciannove mesi dopo - Fine della guerra in Iraq
Venti mesi dopo - De-baathificazione dell'Iraq
Due anni dopo - Niente armi di distruzione di massa in Iraq - Cattura di Saddam Hussein
Tre anni dopo - Attentati di Madrid - Pubblicazione del rapporto dela Commissione 9/11
Quattro anni dopo - Attentati di Londra - Rapporto del NIST sul crollo delle Torri gemelle
Cinque anni dopo - Intervista a Lee Hamilton - Nascita dello Stato islamico
Sei anni dopo - Continuano i combattimenti in Iraq e Afghanistan - Neocon e sionisti
Sette anni dopo - Pubblicazione del rapporto del NIST sul crollo dell'edificio n° 7
Otto anni dopo - Barack Obama presidente - Rapporto del Senato sulla fuga di bin Laden nel 2001
Nove anni dopo - Nuove critiche al rapporto del NIST - Partenza dei militari USA dall'Iraq
Dieci anni dopo - Annuncio dell'uccisione di Osama bin Laden
Undici anni dopo - Comincia il ritiro delle truppe USA dall'Afghanistan
Dodici anni dopo - Continuano gli attacchi suicidi in Afghanistan - Edward Snowden rivela informazioni segrete
Tredici anni dopo - Offensiva dell'ISIS in Iraq - Completato il ritiro della NATO dall'Afghanistan
Quattordici anni dopo - I talebani riprendono gli attacchi - Continua la guerra in Iraq contro l'ISIS
Quindici anni dopo - Pubblicato il Rapporto Chilcot - Il capo dell'ISIS possibile agente israeliano
Sedici anni dopo - Trump diventa interventista - Un imam libico sarebbe un agente israeliano
Diciassette anni dopo - Forte aumento dei suicidi tra i veterani USA - Il capo dell'ISIS potrebbe essere vivo
Domande e risposte - Le Torri, il Pentagono, i passeggeri, i transponder ecc.
Conclusioni - I maggiori media USA - Sondaggi d'opinione sull'11 settembre - Prospettive
Appendice A - Spese militari e interventi USA all'estero (guerre e colpi di Stato)
Appendice B - I più importanti ebrei neocon che hanno favorito la guerra contro l'Iraq
Appendice C - Le 20 società che ricavano più profitti dalle guerre
Appendice D - Le 30 società che hanno più guadagnato dalla ricostruzione dell'Iraq e dell'Afghanistan
Appendice E - I primi 7 contributori alla campagna dei repubblicani nelle elezioni presidenziali del 2000
Appendice F - Numero di morti civili nella guerra in Iraq dal 2003 a luglio 2018
Appendice G - Trattati internazionali che gli Stati Uniti non hanno firmato o non hanno ratificato
Bibliografia
Siti web sull'11 settembre
Documentari
Glossario
AA ................ American Airlines
ATF................ Bureau of Alcohol Tobacco and Firearms - Ufficio per l'alcool il tabacco e le armi da fuoco
CBOE............ Chicago Board Option Exchange - Commissione di Chicago per lo scambio di opzioni
CIA ............... Central Intelligence Agency - Agenzia centrale di spionaggio
CVR............... Cockpit Voice Recorder - Registratore voci in cabina di pilotaggio
DCANG ........ District of Columbia Air National Guard - Guardia nazionale aerea del Distretto di Columbia
FAA .............. Federal Aviation Administration - Amministrazione federale dell'aviazione
FBI ............... Federal Bureau of Investigation - Ufficio federale d'investigazione
FDR............... Flight Data Recorder - Registratore dati di volo
FEMA............ Federal Emergency Management Agency - Agenzia federale per la gestione delle emergenze
FOIA.............. Freedom of Information Act - Legge sulla libertà d'informazione
ISAF............... International Security Assistance Force - Forza di assistenza internazionale di sicurezza
NATO............. North Atlantic Treaty Organization - Organizzazione del trattato del Nord Atlantico
NEADS ......... North East Air Defense Sector - Settore della difesa aerea del Nord Est
NIST.............. National Institute of Standards and Technology - Istituto nazionale degli standard e della tecnologia
NYPD............ New York Police Department - Dipartimento di polizia di New York
NYSE............. New York Stock Exchange - La borsa valori di New York
NMCC ........... National Military Command Center - Centro di comando militare nazionale
NORAD ......... North American Aerospace Defense Command - Comando della difesa aerospaziale del Nord America
NTSB............. National Transportation Safety Board - Commissione nazionale per la sicurezza dei trasporti
PDB............... Presidential Daily Briefing - Rapporto presidenziale quotidiano
PEOC ............ Presidential Emergency Operations Center - Centro presidenziale operazioni di emergenza
SEC............... Securities and Exchange Commission - Commissione per i titoli e gli scambi
UA ................ United Airlines
Nota sui debunker
Per chi non ne conoscesse il significato, il termine debunker
designa il gruppo di persone che si sentono in dovere di smantellare
qualunque obiezione alla versione ufficiale di eventi la cui spiegazione da parte delle autorità non appare affatto convincente.
I debunker chiamano teorici della cospirazione o del complotto
o anche negazionisti
tutti quelli che osano mettere in dubbio la narrazione di certi avvenimenti fatta dalle autorità.
C'è da fare però una distinzione tra i debunker in buona fede, quelli che si potrebbero chiamare gli ingenui
, e i debunker professionisti, quelli che lo fanno per mestiere e dunque sono pagati per svolgere tale compito.
I governi utilizzano sempre più, ma nel massimo segreto, questa categoria di lavoratori per sostenere le loro tesi e, in sostanza, per nascondere la verità ai propri cittadini. Si tratta di organizzazioni che utilizzano la disinformazione come uno strumento per ottenere il consenso e il sostegno del popolo a una certa politica.
Un altro strumento è quello della paura. Spaventare la gente per toglierle libertà, diritti e denaro in cambio della promessa di aumentarne la sicurezza. Ed ecco che un atto terroristico fa accettare ai cittadini leggi speciali, riduzione o eliminazione della privacy, aumento delle spese militari eccetera.
Le parole magiche sono sicurezza nazionale
. Essa giustifica qualunque provvedimento, anche il più impopolare. E chi osa ribellarsi o protestare viene marchiato d'infamia come antipatriottico o viene etichettato come paranoico, ossia qualcuno che vede dappertutto intrighi e congiure. È una tecnica per togliere credibilità alle sue obiezioni mettendole in ridicolo.
Un altro modo per sostenere le versioni ufficiali è quello di ricorrere ai tecnici - specialisti di una certa materia - che fanno pesare la loro presunta competenza per convincere i non-tecnici. Gli esperti possono spiegare qualunque stranezza e anomalia con ragionamenti tanto specialistici quanto astrusi, difficilmente smentibili dalla gente comune.
E fino a un certo punto può funzionare, ma quando le stranezze diventano decine o centinaia o migliaia allora tali spiegazioni non bastano più. Ugualmente non è possibile abusare del ricorso al caso, alla combinazione, alla coincidenza.
E questo è appunto ciò che accade nel caso degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001. I fatti strani, se non inspiegabili e addirittura contrari alle leggi della fisica, sono talmente numerosi che anche il miglior debunker del mondo dovrebbe arrendersi per evitare di diventare ridicolo.
Questo libro cerca di spiegare perché i debunker non sono credibili. Non solo sull'11 settembre, ma su molti altri avvenimenti della storia recente legati al terrorismo.
Introduzione
Al Qaeda
è un termine arabo e significa semplicemente La Base
. Per il mondo occidentale Al Qaeda e Terrorismo sono diventati quasi dei sinonimi. Oltre a quello di terrorismo Al Qaeda ha assunto anche il significato di odio per i valori dell'Occidente, e in particolare per la religione cristiana. Ma cos'è davvero Al Qaeda?
La sua origine risale alla lotta ingaggiata dai guerriglieri islamici (mujaheddin) contro le forze armate dell'Unione Sovietica che nel 1979 avevano occupato l'Afghanistan. Sembra che sia stata fondata intorno al 1989 da Osama bin Laden, un milionario di origine saudita, e sia stata fortemente appoggiata dalla CIA e dall'ISI, il servizio segreto del Pakistan che è quasi uno Stato nello Stato.
15 febbraio 1989. Lo scopo di liberare l'Afghanistan dalla presenza straniera viene raggiunto in questo giorno dai guerriglieri mujaheddin col completo ritiro delle truppe dell'Unione Sovietica. Ma la guerra continua contro il governo afghano, laico e comunista e ancora appoggiato dall'URSS, che cade infine nell'aprile 1992 e viene sostituito da uno Stato islamico. Nel frattempo è caduto il muro di Berlino (1989) e l'Unione Sovietica si è dissolta (1991).
Ma l'Afghanistan non trova la pace. Il paese continua a essere terra di scontro tra le numerose fazioni armate, comandate dai cosiddetti signori della guerra
. Le divisioni etniche e tribali tra i vari gruppi (tagiki, pashtun e altri) tengono l'Afghanistan in uno stato di guerra civile permanente. Al Qaeda comincia intanto ad attaccare uno dei suoi più importanti sostenitori: gli Stati Uniti d'America.
7 agosto 1998. Le ambasciate USA di Nairobi, in Kenya, e di Dar es Salaam, in Tanzania, sono semidistrutte da forti esplosioni. Nel complesso i morti sono 212 e circa 4000 i feriti. I cittadini statunitensi che perdono la vita negli attentati sono in totale 12. Gli attentati vengono rivendicati da Osama bin Laden, ma con motivazioni mai ben chiarite.
12 ottobre 2000. Il cacciatorpediniere USS Cole, ormeggiato nel porto di Aden, viene attaccato con un'imbarcazione che ha a bordo un carico di oltre 150 kg di C-4, esplosivo ad alto potenziale, che provoca gravi danni allo scafo e la morte di 17 marinai USA e di 2 terroristi. Nonostante il grande squarcio alla fiancata, la nave rimane a galla e, una volta riparata, torna in servizio. L'attacco viene attribuito a un gruppo legato ad Al Qaeda, ma da esso non è mai stato rivendicato.
Perché questi attacchi?
Dopo la sparizione dell'Unione Sovietica, storico nemico degli Stati Uniti per oltre quarant'anni, gli USA rimangono l'unica superpotenza del pianeta. Dalla Seconda guerra mondiale in poi l'economia degli Stati Uniti è basata essenzialmente sul petrolio e sugli armamenti. Una volta che la guerra fredda è finita, il bilancio del Pentagono è stato fortemente ridotto e le industrie produttrici di armamenti sono in difficoltà. Il complesso militare-industriale
, evocato dal presidente Dwight Eisenhower nel discorso del 17 gennaio 1961 (alla fine del suo mandato) come un pericolo per la democrazia, è in crisi.
Agli Stati Uniti serve un nuovo nemico
. Chi potrebbe rappresentarlo efficacemente?
Forse un gruppo terroristico composto da individui fanatici, pronti a sacrificarsi per la loro causa e con la capacità di colpire in tutto il mondo e in qualunque momento? Forse qualcosa come Al Qaeda? Ma cos'é poi Al Qaeda?
Solo un gruppo di guerriglieri mujaheddin che hanno valorosamente combattuto tra i monti dell'Afghanistan per liberare il loro paese. Allora come possono spaventare lo Stato più armato del mondo?
Bisogna creare una leggenda
, quella di un gruppo di terroristi fanatici con enormi mezzi tecnologici e finanziari. E con un odio feroce nei confronti degli USA. Ma quale motivazione si può inventare per quest'odio?
Forse che gli americani sono degli infedeli e che con le loro basi militari rappresentano un'offesa alla sacra terra del profeta Maometto, l'Arabia Saudita della Mecca e degli altri luoghi santi? Sì, può funzionare.
Ma per diffondere i proclami e le rivendicazioni di Al Qaeda serve anche un megafono
. Una stazione televisiva araba sarebbe l'ideale per questo compito. Dove si può situarla? In un emirato come il Qatar, per esempio, che ospita ad Al Udeid la più grande base aerea USAF del Medio Oriente. Ed ecco che:
1° novembre 1996. Nasce la rete televisiva satellitare Al Jazeera (L'isola) che diffonde nel mondo intero tutti i discorsi di Osama bin Laden. Discorsi che in genere sono fatti pervenire all'emittente araba in videocassetta.
Grazie ad Al Jazeera che ne diffonde le gesta, vere o presunte, Al Qaeda diventa in poco tempo il nemico numero uno degli USA. Serve solo un ultimo attacco spettacolare per trasformare la sua fama in leggenda e la paura che evoca in autentico terrore.
11 settembre 2001. L'attacco nel cuore degli Stati Uniti servirà da casus belli
per scatenare nuove guerre in Medio Oriente, l'area che concentra la maggior quantità di risorse petrolifere del pianeta.
Prima in Afghanistan, con la scusa della caccia al califfo del terrore, Osama bin Laden, che non verrà trovato perché deve continuare a spaventare il popolo americano.
Poi con l'invasione dell'Iraq con le due motivazioni, entrambe completamente false: che possiede armi di distruzione di massa e che sostiene gli attacchi terroristici di Al Qaeda.
Quali sono allora i veri motivi di queste guerre?
In Afghanistan si vuole escludere i talebani dal governo del paese, che verrà affidato a Hamid Karzai (ex dipendente della compagnia petrolifera californiana Unocal) e che dovrà occuparsi della costruzione di un oleodotto a lungo sognato dalla stessa Unocal, ma che i talebani non permettevano di realizzare. Un oleodotto che trasporterà il petrolio proveniente dai ricchissimi pozzi del mar Caspio fino nel mare Arabico, passando per Turkmenistan, Afghanistan e Pakistan.
In Iraq invece si vuole eliminare Saddam Hussein che negli anni Ottanta è stato uno stretto alleato degli Stati Uniti nella guerra contro l'Iran (il grande nemico degli USA), ma che ora dà fastidio alla superpotenza americana perché non è abbastanza collaborativo
. In questo modo le compagnie petrolifere degli Stati Uniti avranno il terreno libero per sfruttare i ricchissimi giacimenti di petrolio iracheni.
E queste guerre saranno un grande affare anche per le industrie degli armamenti. Vediamone alcune:
• Raytheon: produce una trentina di tipi di missili, tra cui i Tomahawk e i Patriot;
• Lockheed Martin: realizza aerei come il caccia F-35;
• Boeing: costruisce gli elicotteri Apache, droni, missili e i caccia A-18 Super Hornet, F-15 e altri ancora;
• Northrop Grumman: sviluppa i sistemi di rilevazione CBRNE (Chimica, Biologica, Radiologica, Nucleare, Esplosivi);
• General Dynamics: fabbrica carri armati come il famoso M1 Abrams, ma anche navi, munizioni e sistemi di comunicazione.
E qui sono citate solo le prime cinque società, il cui giro d'affari vale decine di miliardi di dollari per ciascuna.
Nei prossimi capitoli saranno presentati gli eventi e le decisioni che hanno portato agli attacchi del 2001 e a tutto ciò che ne è seguito. Ma saranno ricordati anche i numerosi precedenti, i quali dimostrano che quello dell'11 settembre non è un caso isolato, ma fa parte di una strategia politico-economico-militare che dura da molti decenni.
È facile verificare che la presenza di personaggi legati all'industria petrolifera è una costante nelle amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni al governo degli Stati Uniti, indifferentemente democratiche o repubblicane.
Nel caso del governo Bush jr, lui stesso è stato membro del consiglio di amministrazione della Harken Energy; Dick Cheney (vicepresidente) è stato chief executive dal 1995 al 2000 della Halliburton; e Condoleezza Rice (consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato nel secondo mandato Bush) era nel consiglio di amministrazione della Chevron.
In quanto alle industrie degli armamenti, si fanno efficacemente rappresentare al governo USA dai generali e dagli ammiragli del Pentagono.
La versione ufficiale sugli attacchi dell'11 settembre ha fatto sorgere molti interrogativi su chi li ha progettati, chi li ha eseguiti e con quale scopo.
Questo lavoro di ricerca e analisi non pretende di dare tutte le risposte, ma qualche conclusione sì.
La prima è che vari organismi dello Stato sono sicuramente coinvolti nella pianificazione e nella realizzazione degli attentati attribuiti ad Al Qaeda.
La seconda conclusione è che quegli attacchi sono stati un ottimo pretesto per scatenare nuove guerre in Medio Oriente, rendere il mondo un luogo meno sicuro e trasformare il governo degli Stati Uniti in un regime poliziesco che spia i suoi cittadini e ne riduce considerevolmente i diritti e le libertà tanto sbandierati nei discorsi ufficiali in nome della sicurezza nazionale
.
Il seguito di questo libro, che presenta i fatti in forma strettamente cronologica, ha l'ambizione di giustificare tali conclusioni. Vediamo per cominciare alcuni precedenti di false flag.
Casus belli - I precedenti
Molti governi hanno mentito ai loro cittadini e al resto del mondo per scatenare una guerra o per parteciparvi. E quelli degli Stati Uniti d'America non fanno eccezione. Negli esempi che seguono gli USA hanno fatto qualcosa di più che mentire: hanno creato dei falsi attacchi, come nel caso della guerra contro la Spagna del 1898; oppure hanno provocato i propri nemici per venir attaccati, come nel caso della guerra col Giappone; o ancora attaccano per primi e poi sostengono di essere stati aggrediti, come nella guerra contro il Vietnam del Nord.
A parte il fatto che presentarsi come vittime piuttosto che come aggressori è un'ottima tattica per sollevare l'indignazione popolare interna e la simpatia degli altri paesi, c'è anche un'altra ragione: il fatto che l'unico organo competente per dichiarare guerra è il Congresso.
Perciò se un presidente americano si trova di fronte un Congresso ostile ma vuole far guerra a un certo paese, il modo più semplice è quello di creare un casus belli. Magari col metodo della false flag, la falsa bandiera nemica. A quel punto anche un Congresso ostile dovrà piegarsi di fronte alla pressione dell'opinione pubblica, sapientemente fomentata dai media compiacenti.
• 15 febbraio 1898. Affondamento dell'incrociatore USS Maine a Cuba. All'epoca ministro della Marina è Theodore Roosevelt che ha già pronto un piano per l'invasione dell'isola e per attaccare ha bisogno solo di un pretesto. Glielo fornirà un'esplosione a bordo del Maine, attraccato nel porto dell'Avana, che lo fa colare a picco in pochissimo tempo e provoca la morte di oltre 200 marinai.
Gli americani accusano la Spagna di aver fatto affondare la nave con una mina portata a bordo di nascosto. Il governo spagnolo nega qualunque coinvolgimento nell'esplosione e chiede che venga formata una commissione d'inchiesta mista. Gli USA rifiutanto e il 20 aprile 1898 il presidente McKinley approva una risoluzione del Congresso che intima alla Spagna di ritirare da Cuba tutte le sue forze militari. È un ultimatum.
Gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Spagna quattro giorni dopo che Madrid ha opposto il rifiuto di obbedire. In poco tempo tutta la flotta da guerra spagnola viene colata a picco e la guerra si conclude con la resa incondizionata e il successivo Trattato di Parigi.
Nel 1987 una commissione d'inchiesta americana stabilirà che l'esplosione che ha fatto affondare l'incrociatore USS Maine è stata causata dalla decisione del capitano di far collocare degli esplosivi troppo vicino alle caldaie. Ma quale capitano di una nave da guerra commetterebbe una simile bestialità?
Grazie a questo conflitto, gli Stati Uniti cacciano la Spagna da Cuba e Portorico nell'Atlantico, e da Guam e le Filippine nel Pacifico, ottenendone il pieno controllo.
• 7 dicembre 1941. Le forze aeronavali dell'impero giapponese attaccano la base statunitense di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. L'attacco inizia alle 7:49 e dura circa due ore. Il giorno scelto è una domenica e a quell'ora la base è ancora semiaddormentata.
Bilancio: 5 corazzate e 2 cacciatorpediniere affondati; 3 corazzate, 3 incrociatori e 1 cacciatorpediniere danneggiati; 188 aerei distrutti e 155 danneggiati; 2.402 militari morti e 1.247 feriti. Per i giapponesi 29 aerei abbattuti e 64 uomini uccisi.
L'attacco viene presentato all'opinione pubblica americana come avvenuto a tradimento e provoca l'entrata in guerra degli Stati Uniti contro il Giappone e i suoi alleati, Germania e Italia.
Il giorno dopo, il presidente Roosevelt pronuncia davanti alle Camere riunite un discorso storico che inizia così: Ieri, 7 dicembre 1941, una data che entrerà nella storia come il giorno dell'infamia, gli Stati Uniti d'America sono stati improvvisamente e deliberatamente attaccati dalle forze aeree e navali dell'impero del Giappone.
Il Congresso fa entrare gli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale e i cittadini, che fino a quel momento volevano in grande maggioranza che il loro paese rimanesse neutrale (l'88%, secondo un sondaggio del settembre 1940), sono ora totalmente a favore della guerra.
Il presidente Franklin Delano Roosevelt, che aveva promesso durante la campagna elettorale che gli Stati Uniti sarebbero rimasti neutrali ma era deciso a combattere a fianco del Regno Unito, ha raggiunto il suo scopo. Ma lo ha fatto ingannando i suoi concittadini.
Di questo è sicuro Robert Stinnet, un giornalista americano che per 14 anni ha compiuto ricerche sui documenti declassificati della Seconda guerra mondiale, e ha pubblicato il libro Day of Deceit. The Truth about FDR and Pearl Harbor (Il giorno dell'inganno. La verità su FDR e Pearl Harbor).
Il documento chiave che Stinnet ha trovato è un memorandum del capitano di fregata della Marina americana Arthur H. McCollum, nato e vissuto in Giappone (di cui parlava perfettamente la lingua) e direttore dell'ONI (Office of Naval Intelligence, Ufficio di intelligence navale) per l'Estremo Oriente.
Nel memorandum che McCollum consegna il 7 ottobre 1940 a Roosevelt è ipotizzato uno scenario molto preoccupante: se gli eserciti nazi-fascisti dovessero occupare tutta l'Europa (compreso il Regno Unito) e l'Unione Sovietica rimanesse neutrale, sarebbe possibile che la Germania e l'Italia dall'Atlantico e il Giappone dal Pacifico decidano di attaccare gli Stati Uniti, i quali fin dall'inizio hanno sostenuto l'Impero britannico.
A maggior ragione se riescono a impadronirsi delle flotte navali britanniche dell'Atlantico e del Mediterraneo e se conquistano il controllo del canale di Suez. Per Roosevelt una simile eventualità dev'essere evitata a ogni costo. Bisogna dunque dichiarare guerra alla Germania e all'Italia per impedire che tutto questo succeda.
Ma prima di tutto conviene attaccare il Giappone, cosa che sarebbe d'aiuto anche per le truppe britanniche impegnate nei dominions dell'Oriente e dell'Australia. Tanto più che l'Esercito è ancora in fase di addestramento e potrebbe combattere efficacemente appena tra un anno, mentre la Marina è già in grado di farlo. Ma come convincere il popolo americano?
Un modo è quello di farsi attaccare dai giapponesi, che sono alleati di Germania e Italia grazie al Patto tripartito firmato il 27 settembre 1940 a Berlino.
Poi McCollum esamina i punti forti e quelli deboli del Giappone. Tra quelli forti: una posizione geograficamente solida, un governo molto centralizzato, un rigido controllo dell'economia, un popolo temprato alle durezze della guerra, un esercito potente, una Marina ben addestrata e corrispondente ai due terzi di quella americana.
Tra i punti deboli: un milione e mezzo di uomini impegnati in una guerra prolungata sul continente asiatico, rifornimenti alimentari ridotti, carenza di materiali necessari per la guerra (specialmente petrolio, ferro e cotone), impossibilità di approvvigionarsi in Europa, dipendenza dalle rotte marittime per i rifornimenti essenziali, incapacità di aumentare la produzione senza disporre di certe materie prime, grandi città e zone industriali molto vulnerabili agli attacchi aerei, e cattive condizioni del mare fino ad aprile.
Viceversa, i vantaggi degli Stati Uniti sono numerosi: posizioni difensive molto robuste nel Pacifico, forze aeree e marittime in grado di attuare attacchi ad ampio raggio, le Filippine sotto controllo americano, la possibile alleanza col governo delle Indie olandesi, le basi britanniche di Singapore e Hong Kong, l'esercito cinese in lotta contro il Giappone, e la capacità di impedire ai giapponesi di rifornirsi attraverso le rotte meridionali.
Infine, il memorandum suggerisce una serie di azioni che spingano il Giappone ad attaccare gli USA:
• Accordarsi con la Gran Bretagna per utilizzare le sue basi nel Pacifico.
• Accordarsi con l'Olanda per ottenere rifornimenti dalle Indie olandesi e usare le sue basi.
• Aiutare in tutti i modi il governo cinese di Chiang Kai-Shek.
• Inviare una divisione di incrociatori pesanti in Oriente, Filippine o Singapore.
• Mandare due divisioni di sottomarini in Oriente.
• Mantenere gran parte della flotta del Pacifico vicino alle isole Hawaii.
• Insistere con l'Olanda perché rifiuti di rifornire il Giappone di materie prime, specialmente petrolio.
• Esercitare un embargo completo dei commerci col Giappone.
Roosevelt accoglie in pieno tutti questi suggerimenti che attuerà gradualmente nei mesi successivi. In più, nel settembre 1940 fa approvare dal Congresso il Draft Act (Legge di militarizzazione) per convertire le industrie alla produzione di armamenti, e l'11 marzo 1941 fa approvare il Lend-Lease Act (Legge affitti e prestiti) che permette a tutti i paesi in guerra con Germania, Italia e Giappone di ottenere prestiti per l'acquisto di materiale bellico prodotto dalle industrie americane. Così gli Stati Uniti possono farci anche degli affari.
Come previsto, l'embargo delle materie prime mette in difficoltà il Giappone che decide di invadere le Indie olandesi ricche di giacimenti petroliferi. Ma prima deve neutralizzare la flotta statunitense. Il piano prevede l'attacco aereo di Pearl Harbor e, poco dopo, l'occupazione delle Filippine con uno sbarco.
Il 3 novembre 1941 il piano giapponese diventa operativo e comincia un intenso traffico di messaggi cifrati sia civili che militari con ambasciate, consolati, comandi navali e aerei.
Ma gli americani hanno un grosso vantaggio: una particolare apparecchiatura chiamata Magic con la quale i servizi segreti possono intercettare e decifrare le comunicazioni segrete giapponesi prima ancora dei legittimi destinatari (che le credono inattaccabili). Il Purple Code, il sistema crittografico giapponese usato per lo scambio di messaggi tra il ministero degli Esteri e le ambasciate giapponesi, viene regolarmente decifrato dal SIS (servizio di decrittazione dell'esercito statunitense) già dal settembre del 1940. E così Roosevelt e pochi altri sono costantemente informati delle intenzioni dei giapponesi. Chi non ne sa niente è l'ammiraglio Husband Kimmel, al comando della flotta del Pacifico nelle Hawaii.
Il 26 novembre la flotta imperiale giapponese, composta da 31 navi (di cui 6 portaerei) e 423 velivoli, salpa da Hitokappu nelle isole Curili con rotta sulle Hawaii. Il 28 novembre Washington ordina la partenza della portaerei Enterprise e 11 navi di scorta da Pearl Harbor. Il pretesto è quello di portare 12 aerei ai marines nell'isola di Wake. Il 5 dicembre stesso ordine per la portaerei Lexington e 8 navi di scorta. Gli aerei da consegnare ai marines sono 18 e la destinazione sono le isole Midway. In questo modo sono messe in salvo le due portaerei e 21 modernissime navi da guerra, mentre quelle rimaste nell'isola di Oahu sono 90 unità in gran parte antiquate.
Il 2 dicembre l'ammiraglio Yamamoto trasmette via radio l'ordine di attacco alla flotta comandata da Chuichi Nagumo con una frase diventata famosa: Scalare il monte Niitaka l'8 dicembre
. La data è quella di Tokyo; quella di Honolulu è il 7.
Da Tokyo vengono poi spediti 4 cablogrammi all'ambasciata di Washington. Con i primi due si informano gli americani della fine di ogni negoziato; con gli altri i giapponesi comunicano la rottura delle relazioni diplomatiche.
L'ambasciatore ha ordine di consegnare la dichiarazione di guerra alle 13:00 ora di Washington,