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[Mille scarpe da lucidare]
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E-book66 pagine54 minuti

[Mille scarpe da lucidare]

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Info su questo ebook

Un piccolo libro, una figura minuta, una massa di riccioli rossi non potrebbero costituire migliore presentazione per la struggente storia di una bambina che, a causa delle precarie condizioni economiche della famiglia, viene trasferita in un collegio di suore e lì rimane fino alla maggiore età. In questo luogo privo di affetto e di dolcezza, al di là di ogni retorica e facile commozione, oggetto di continui rimproveri e dolorose punizioni, la piccola Deborah si costruisce un carattere forte, deciso, combattivo, solo per mettere al riparo le naturali debolezze e indecisioni di una bambina che diventa adolescente. Fino a che si ritroverà, “bambina a 18 anni”, a sperimentare l’amore vero, autentico, “gratuito” della sua famiglia adottiva, del marito che incontrerò in età relativamente giovane e dei figli che coroneranno il suo desiderio di maternità. Un libro da leggere tutto d’un fiato, che riporterà il lettore in atmosfere e ambienti d’altri tempi, in cui l’infanzia e l’adolescenza avevano solo una connotazione cronologica e in cui una bambina, tra le punizioni più o meno legittimamente impartite dalle suore, poteva trovarsi davanti a “mille scarpe da lucidare”.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2020
ISBN9788835829249
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    [Mille scarpe da lucidare] - [Deborah Rossi]

    MILLE SCARPE DA LUCIDARE 

    di Deborah Rossi

    Presentazione 

    di Vincenzo Boccardi (dirigente scolastico)

    Quando il giorno di S. Stefano del 2015 ho letto la pagina postata da Deborah su facebook con il suo racconto sulla neve a Cercemaggiore, sono rimasto davvero colpito. Certo, conoscevo bene la storia di Deborah perché, per diversi anni dopo l’uscita dall’orfanotrofio e l’accoglienza come figlia adottiva nella casa dei miei cognati, io e mia moglie abbiamo contribuito a seguirla nella sua crescita. Ma molti particolari mi mancavano, anche perché a quel tempo lei era abbastanza riottosa a parlarne.

    Non nascondo di essermi commosso nel leggere quel pezzetto della sua storia, non solo per quello che scriveva, ma soprattutto per come lo scriveva.

    Sono così riandato con la mente ai momenti in cui la aiutavo a studiare per conseguire prima il diploma di insegnante di scuola dell’infanzia a Napoli e poi quello di assistente di comunità infantile a Roma. Un giorno lessi un suo tema che mi colpì perché evidenziava una notevole capacità di descrivere e raccontare con leggerezza, andando all’essenziale delle cose, in modo semplice, ma fortemente coinvolgente per chi leggeva. Non a caso quel tema fu valutato dalle insegnanti 10!

    Leggendo ora la sua descrizione della neve, che il primo giorno nei piccoli ospiti dell’orfanotrofio suscitava gioia per la novità, ma che poi nei giorni successivi si rivelava portatrice di freddo e fame, sono riandato ai giorni in cui discutevamo di quel tema: la capacità dell’autrice di narrare la sua storia così particolare, anche nei suoi aspetti più dolorosi, con uno stile limpido, senza mai recriminare per le sofferenze vissute, ma cercando di esaltare il lato positivo celato anche nei momenti peggiori, è infatti davvero singolare. 

    Quando poi un frammento dei suoi scritti è stato divulgato sulla pagina di facebook di Massimo Gramellini e ho letto i tanti commenti positivi pubblicati in risposta al suo scritto (in pochi giorni ne sono arrivati più di 500!), ho avuto la conferma che quanto avevo intuito corrispondeva al vero: chi leggeva riconosceva nell’autrice la capacità di scrivere, toccando le corde profonde dell’animo, e la ringraziava per le sue parole coinvolgenti, parole che hanno l’odore e il sapore delle cose genuine, narrazioni che, se anche lasciano nell’animo un po’ di tristezza per quanto raccontato, comunicano soprattutto una sensazione di grande dolcezza e levità che apre il cuore alla speranza e riconcilia con la vita.

    E nata così l’idea di raccogliere tutte le sue pagine in un libro: un libro semplice, senza grosse pretese letterarie, ma che parla direttamente al cuore; una sorta di diario dove, in ordine cronologico, sono inseriti tanti brevi quadretti di esperienza vissuta che, di volta in volta, con pennellate leggere ma intense, descrivono gli episodi della vita dell’autrice. 

    Un libro che, mai come in un periodo come questo, dove impera la cultura del sovrabbondante e del superfluo, merita di essere letto agli alunni delle nostre scuole.

    Grazie!

    A mia nonna Carmela: mi ha insegnato, senza saperlo, che anche la povertà è un dono di cui essere grati e da cui far nascere tutto il bello della vita. 

    A nonna Anna e a nonno Enrico: hanno messo al mondo mia mamma Maria

    A Mario e Maria Rossi, miei genitori di cuore: mi hanno ridato la vita, la dignità, la gioia e il privilegio di essere una figlia amata.

    A mia madre Maria, la quale un giorno di trenta anni fa, esasperata per il mio tirar la corda nel voler misurare il loro amore per me, mi disse tra le lacrime: Deborah, come devo fartelo capire che nella carne non è stato possibile ma nella carne io ti ho partorita?. Trent’anni dopo mi ha scritto: Francesco è stato il primo miracolo, Gioele è stato la conferma che la vita può cambiare; queste MILLE SCARPE DA LUCIDARE sono il tuo terzo figlio, forse quello più sofferto perché ti ha costretto a fare un viaggio doloroso indietro nel tempo, un pellegrinaggio sulla tua verità che sicuramente darà frutti che tu nemmeno immagini

    A zio Enzo e zia Paola Boccardi per aver creduto nelle mie capacità di narratrice esortandomi, sostenendomi e prendendomi concretamente per mano, affinché in questo sogno potessi crederci anche io.

    A Giacobbe, mio marito, il quale una notte mi ha detto: Deborah, tu hai del talento che io non ho e avere delle capacità è un dono prezioso e hai la responsabilità e il dovere di non sprecarle.

    Ai miei figli, Francesco e

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