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I Sigilli dell'Altior 1: La Chiave per la Magia
I Sigilli dell'Altior 1: La Chiave per la Magia
I Sigilli dell'Altior 1: La Chiave per la Magia
E-book187 pagine2 ore

I Sigilli dell'Altior 1: La Chiave per la Magia

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Info su questo ebook

Baltdeon è un giovanissimo ragazzo che si ritrova arruolato per volere del padre, tra le reclute del grande ordine dei Paladini di Hombros.
Il suo sogno di diventare alchimista sembra infrangersi passo dopo passo mentre si avvicina con il carro dei rifornimenti all'avamposto militare di Arx Lupus.
Lui e i suoi compagni sono condotti in un ciclo di battaglie per la difesa del presidio attaccato da un esercito di orchi, vittime di un antico sortilegio, confinati da una barriera magica che sta perdendo il suo effetto.
Costretti a violare il codice d'onore dell'ordine militare a cui hanno giurato fedeltà affrontano la prima pericolosa avventura della propria vita che li vede protagonisti nel furto di un’antica reliquia.
Scegliere il sentiero da percorrere sarà la vera sfida di questi giovani, sopravvivere la loro arte, salvare vite la loro missione, realizzare il proprio sogno, lo scopo finale.

Battaglie, incantesimi, sortilegi occulti, tradimenti, magia, regni e imperi, castelli, fortezze, città e villaggi sono il contorno di una portata ricca di eventi e colpi di scena.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2019
ISBN9788834123805
I Sigilli dell'Altior 1: La Chiave per la Magia

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    Anteprima del libro

    I Sigilli dell'Altior 1 - Gabriele Pratesi

    Introduzione

    Un saluto caloroso e affettuoso a tutti i lettori che hanno scelto di seguire le avventure fantastiche del Regno dei Maghi.

    Il primo capitolo si intitola La Chiave per la Magia e fa parte di un progetto ambizioso; la creazione di una serie di racconti fantasy con il desiderio di liberare la fantasia e trasportare il lettore e l'autore stesso in un mondo diverso dal nostro. Un mondo dove esistono eroi e malvagi personaggi con poteri terrificanti assetati di potere, cavalieri erranti, guerrieri invincibili, maghi e stregoni. Un mondo dove esistono creature terrificanti, creature meravigliose, paesaggi colorati, ricchi e floridi e aride e fredde terre in cui è quasi impossibile sopravvivere. Molte sono le vie per intraprendere un cammino avventuroso che può portare alla vittoria o alla sconfitta, a trovare o perdere l'oggetto del desiderio.

    Un mondo in cui spesso il destino, la fortuna o gli Dei scrivono la storia degli eroi e dei loro antagonisti.

    Uscire dalla monotonia della routine di tutti i giorni e volare con la mente ovunque non vi sia noia.

    Questo è lo scopo del Regno dei Maghi, avvolgere il lettore con il mantello della curiosità disteso nel letto della fantasia o seduto nel divano dell'immaginazione.

    "Ho deciso di scrivere nero su bianco le avventure di questi personaggi fantastici perché, non so come spiegarvelo, è come se fossero vivi nella mia testa. Dopo aver letto altri romanzi fantasy o visto film e serie tv emergevano nei miei pensieri e immaginavo le loro avventure. Spesso non sono soddisfatto di come finiscono le storie degli altri autori e quindi ho deciso di scrivere ciò che mi immagino, e dare il finale che io voglio alle mie storie. Non è stato molto facile tradurre l'immaginazione in scrittura però mi sono divertito molto.

    Poi ho scoperto la possibilità dell'auto-pubblicazione e dopo essermi informato ho deciso di provare la strada della condivisione della mia storia con il pubblico.

    Ed ecco che la Chiave per la Magia è il primo capitolo dei racconti de l Sigilli  dell’Altior."

    Il Regno dei Maghi 1 – La chiave per la magia

    Il Regno dei Maghi 2 – La giostra di Hombros

    Il Regno dei Maghi 3 – Gli Altior

    Il Regno dei Maghi 4 – La Foresta Eterna

    Il Regno dei Maghi 5 – Il Grimoire

    Consiglio la lettura ad un pubblico maggiore di 13 anni di età in quanto ci sono descrizioni di battaglie e alcune scene che possono risultare cruente.

    L'autore

    Gabriele Pratesi è nato ad Arezzo nel 1985.

    Ha studiato ed è diplomato con il titolo di perito elettrotecnico e lavora in una ditta di automazione.

    Ha prestato servizio volontario come animatore presso l'oratorio salesiano Don Bosco per oltre dieci anni.

    E' uno scrittore amatoriale autodidatta alla prima esperienza e ha scelto la strada dell'auto-pubblicazione. La voglia di iniziare a scrivere è maturata casualmente quando, leggendo romanzi e guardando serie televisive ad essi ispirate, non era soddisfatto delle trame, spesso ripetitive e scontate, o dei loro finali.

    E' appassionato del genere Fantasy, avventura, fantascienza e tutto ciò che stimoli le più pure emozioni umane legate ad universi immaginari, epici, cavallereschi, lontani dalla normale logica del vivere quotidiano.

    E' ispirato dai grandi capolavori letterari come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit, Harry Potter, Il cavaliere di Eron e dai poemi classici e dell'epica, per questo è alla ricerca di una storia diversa, originale dal finale inaspettato e quindi non scontato e non banale, confidando nei suoi personaggi e nelle loro avventure.

    Regionesettentrionale

    Antefatto

    Sogno di cento anni fa…

    -1-

    A

    lle mie spalle la grande porta della città rossa di Ignis, capitale del regno dei Maghi del Cerchio di Fuoco, si allontanava.

    Ero stato incaricato da mio fratello di raggiungere la città di Hombros, capitale del Principato degli Uomini, per acquistare prodotti artigianali in ferro e acciaio.

    Viaggiavo sul mio carretto trainato da Orius, un purosangue nero manto.

    Mio fratello era più grande di me e amava assegnarmi incarichi come questi. Ho sempre creduto che lo facesse per responsabilizzarmi, invece, lo faceva per tenermi lontano da lui e dai suoi affari. Non avevo nemmeno sedici anni e ogni mese dovevo affrontare un viaggio di dieci giorni.

    In realtà anche io ero contento di viaggiare. La vita in città era noiosa e le lezioni di storia… ancora peggio.

    Avevo raggiunto l’altipiano al confine sud. Da quel punto riuscivo a vedere la città in tutta la sua grandezza.

    L’eco di un’esplosione, una nuvola di fumo nero sorgeva dalle mura a sud della città.

    Tamburi tenevano il tempo alla marcia di un esercito che occupava tutta l’area della Valle Rossa. Non avevo mai visto un esercito così numeroso e nemmeno ne avevo letto nei libri di storia, se mai li avessi letti!

    Non riuscivo a distinguere i colori dei vessilli e nemmeno gli stemmi. Le armature sembravano di color verde scuro ma non conoscevo a chi appartenessero.

    Ancora esplosioni e ancora fumo si levavano dalla città.

    Non potevo restare a guardare.

    Desideravo ardentemente tornare in città, tremavo per la paura di non sapere cosa avrei dovuto fare, dovevo combattere il nemico con i miei amici e al fianco di mio fratello.

    L’incanto del cerchio di Fuoco era stato evocato a difesa della città. Lo potevo vedere molto bene. Una cupola rosso fuoco proteggeva la torre del consiglio e la città fortificata. Non riuscivo a vedere altro.

    Legai Orius alle radici di una pianta, liberandolo del carretto e tornai indietro, avvicinandomi notai che l’esercito aveva superato la valle. Tutta la città era assediata. La mia magia era ancora debole e non conoscevo incantesimi abbastanza potenti da poter affrontare nemmeno un soldato. Da quel punto non riuscivo a vedere molto, mi arresi e tornai da Orius. Mi sentivo inutile, impotente.

    Rimasi fermo a fissare la città attraverso il buio della notte. Fiamme di fuoco nero piovevano dal cielo ed intaccavano lo scudo di fuoco.

    Subito dopo… le tenebre, silenzio, tutto appariva immobile.

    Abbracciai Orius. Mi addormentai, triste e impaurito e incapace di intervenire.

    I primi raggi dell’alba mi ricordarono di alzarmi subito. Mi affacciai per vedere cosa fosse successo alla città. La torre del consiglio era ancora in piedi. Lo scudo di fuoco era quasi distrutto.

    Cominciavo a sentire nuove esplosioni. Bagliori di luce erano quasi impercettibili con la presenza del nuovo sole. Non potevo proseguire il mio viaggio verso Hombros, dovevo trovare un modo per tornare a Ignis per combattere. Assicurai Orius alla radice della pianta e tornai verso la valle. Dovevo fare attenzione. Potevano essere rimasti dei soldati di pattuglia. Evitai il sentiero e attraversai le piccole zone boschive intorno alla pianura. Aggirare la pianura occupò buona parte della giornata. Il boschetto a est si estendeva sull’altura di una collina dalla quale si vedeva la porta sud. All’ingresso della porta vi erano orde di nemici che tentavano di abbattere lo scudo di fuoco.

    Sotto di me, seduti ad un fuoco vi era una pattuglia di soldati. Erano almeno otto. Non riuscivo a vedere nulla che mi potesse aiutare a capire chi fossero. I rumori delle esplosioni e della battaglia erano più nitidi. Si potevano sentire anche le urla dei combattenti. Rimasi nascosto fino al tramonto.

    La pattuglia era ancora di guardia. Ero armato della mia bacchetta. Era la mia arma di addestramento. Non era in grado di generare incantesimi potenti per mettere fuori combattimento un avversario, specie se questo era un soldato con un’armatura pesante, ma conoscevo alcuni incantesimi di stordimento e qualcuno che avrei potuto usare come diversivo.

    Presi fiato e con esso il coraggio e mentre mi stavo per lanciare contro il primo nemico che era separato dal gruppo fui bloccato al sentire un’immensa esplosione. Alzai lo sguardo. Dalla torre del consiglio un fulmine viola scintillava verso il cielo. Lo scudo di fuoco si dissolse con esso. I soldati della pattuglia lasciarono l’avamposto e si gettarono contro le mura. Il fulmine fu mangiato dal cielo. La terra tremava. La torre del consiglio vacillava. Un rombo. Crollò su se stessa. Polvere rossa nacque dal crollo. La notte e la polvere impedivano la vista.

    D’improvviso un ronzio proveniva dal cielo. Viola e accecante un bagliore più forte del sole si stava espandendo sopra la città. Esplose. Un velo magico cresceva dal cielo, si lanciò verso terra, proprio dove sorgeva la torre Rossa. Il velo correva in tutte le direzioni a gran velocità. I soldati scappavano dalle mura calpestandosi a vicenda. Chi veniva catturato dal velo veniva trascinato dentro la città.

    Non ero al sicuro. Lasciai il boschetto. Correvo più veloce che potevo. Entrai in mezzo alla valle per raggiungere il prima possibile Orius e fuggire. La valle si stava riempiendo di soldati in fuga. Li sentivo alle mie spalle. Superai le rocce a sud della valle, alcuni soldati stavano per raggiungermi. Mi voltai pronto a combattere con la mia bacchetta in mano. Il velo magico scintillava alle loro spalle. Li fissavo, li avevo riconosciuti. Erano elfi oscuri.

    Agitai la bacchetta in maniera vorticosa puntandola sotto i miei passi, una magia di levitazione. Mi sollevai da terra allontanandomi dagli elfi e dal velo magico che li stava risucchiando. I loro visi stavano mutando. Si deformavano. Rugosi, storpi e pieni di bitorzoli. Si gonfiavano e ingobbivano. Ad altri i muscoli sembravano uscire dal corpo e le esili ed eleganti spalle si ingigantivano trasformandoli in esseri possenti. Il velo magico sparì con loro.

    Saltai in sella a Orius e galoppai senza sosta verso Hombros.

    «Vecchio! Smetti di agitarti e di urlare. Disturbi gli altri carcerati.» ordinò la guardia dalla fessura della porta della cella.

    Capitolo I

    I rinforzi

    -2-

    I

    l reggimento del capitano era al secondo giorno di viaggio in direzione dell’avamposto militare più grande della regione. Lo sforzo del principato per la difesa del confine a nord aumentava ogni mese e i rinforzi inviati sembravano non bastare mai. Gli attacchi da nord, da parte degli orchi, si facevano sempre più frequenti e con una potenza di attacco sempre maggiore. I mezzi a disposizione del principato non erano infiniti e i continui attacchi stavano consumando uomini e risorse. La carovana era composta da appena venti unità e da cinque reclute che stavano compiendo il lavoro più duro, trainare il carro dei rifornimenti.

    La salita si faceva ripida e la fatica iniziava a colpire le giovani reclute. Il carro era molto pesante. Vi erano barili di vino e birra e cesti pieni di carne, pane e legumi. Legati alle sponde del carro erano assicurate le armi, le armature e gli scudi che raddoppiavano il peso del traino sulle spalle dei cinque giovani.

    «Io ragazzi sono sfinito.» annunciò Teroin, il più giovane dei cinque.

    Le cinture legate al petto e alle spalle erano in tiraggio e la giubba di pelle che indossavano non sempre li proteggeva dalla pressione della corda che premeva nella carne lacerandola.

    «Dovresti mangiare più carne e farti più robusto.» in tutta risposta si pronunciò Helder, il più vecchio ma fisicamente più possente e forte.

    Gli altri risero. Mentre uno di loro era con la testa altrove. Osservava i lati del sentiero. Respirava affannosamente anche

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