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La trovatella
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E-book152 pagine1 ora

La trovatella

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Fantasy - romanzo breve (106 pagine) - Chi è la trovatella? Che cosa la collega al segreto tanto a lungo celato?

“Adesso, tesoro, tu mi dirai dove si trova la bambina» continuò lo Scuro. «Non provare a mentirmi, perché so che l’hai trovata nel bosco un paio di lune fa e che ti sei presa cura di lei per tutto questo tempo. Se non mi accontenti, sarò costretto a farti male, molto male…”
L’avvistamento di uno Scuro oltre i confini magici del Bosco di Eytheriin provoca agitazione nella comunità Ellian. Il razziatore sembra sulle tracce di una bambina, una trovatella. Un vecchio eroe si lancerà all’inseguimento e gli anziani invocheranno l’aiuto della loro protettrice, la Dea Elenna. Dietro a questo pericolo si nasconde però una minaccia ancora più terribile. Un antico segreto, custodito per oltre un secolo, riaffiorerà dall’ombra della colpa, rischiando di gravare sull’intero mondo di Errat. E la Trovatella sembra esserne la chiave. Tre giovani si ritrovano coinvolti in questa ricerca che li condurrà, per strade diverse, di fronte alla tremenda verità e, soprattutto, a scoprire se stessi.

Fabrizio Fangareggi è nato a Modena nel 1971. Da sempre innamorato di letteratura e cinema, si è diplomato al Corso di Regia e Sceneggiatura all’Accademia Nazionale del Cinema. Con il suo primo romanzo, Ekhelon – Frammenti di Guerre Dimenticate (Nocturna, GDS Edizioni), ha vinto il Premio Letterario Nazionale Cittadella 2014. Diversi anche i racconti pubblicati su antologie e riviste.
Per David and Matthaus ha pubblicato nel 2016 il romanzo Il confine del buio, scritto a quattro mani con l’amico Pierluigi Fabbri, cui ha fatto seguito nel 2018 Il buio di York.
Sempre nel 2018 è uscito il romanzo Yberros – L’ultimo soldato (Watson Edizioni).
E nel 2019 Di Gelo e di Fuoco (Fabiano e Castaldo) in collaborazione con Guido Fiandra, Andrea Zauli e Pierluigi Fabbri.
LinguaItaliano
Data di uscita22 set 2020
ISBN9788825413052
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    Anteprima del libro

    La trovatella - FABRIZIO FANGAREGGI

    Fabbri.

    Prefazione

    Quello che avete tra le mani è un romanzo breve che esplora una frazione di un mondo, in un preciso momento storico.

    Chi ha avuto modo di leggere altre mie opere Fantasy, come Ekhelon – Frammenti di Guerre Dimenticate e Yberros – L’ultimo soldato, sa che mi piace viaggiare per l’universo da me concepito, saltando da un pianeta all’altro ed esplorando epoche differenti.

    Qui ci troviamo su un mondo mai esplorato prima, neppure nel racconto Quel che resta di niente. Siamo su Errat, in un’era ben successiva ai fatti narrati nei romanzi precedenti. Lo scenario, pertanto, non ha alcun richiamo a situazioni o personaggi passati, sebbene si collochi all’interno dello stesso universo, e come ogni mia opera è indipendente e autoconclusiva.

    Leggere La trovatella è come aprire una finestra sulla facciata di un grattacielo ed esplorare una singola abitazione, apprezzando l’arredo personale, lo stile indipendente di chi la abita, sapendo di trovarsi in un palazzo che ne racchiude l’essenza.

    Il mio concept letterario è che la cosmogonia (origine del mondo, come dottrina mitica e filosofica) si mischia alla cosmologia (scienza del mondo, come studio delle origini) in un fluire armonico, nel quale si inseriscono impianti storici e narrativi che fanno da base, non solo ai mondi creati, ma anche alle strutture dei romanzi e dei racconti che lo compongono.

    Ma ogni storia deve essere sempre godibile, senza vincoli di necessità o memoria, catapultando il lettore dentro la specifica ambientazione, incuriosendolo e legandolo ai personaggi di quel singolo racconto.

    In questi anni, qualcuno ha cercato di trovare la giusta collocazione per i miei romanzi: Fantasy, Sci-Fantasy, Epic Fantasy, ecc… Io non amo le etichette ma le approvo tutte, anche perché capisco che per gli editori è essenziale saper collocare il prodotto nella giusta collana.

    Le mie ambientazioni nascono da ispirazioni metafisiche (macrocosmo), mentre la cultura e la natura dei popoli che le abitano (microcosmo) s’innervano tra le leggende, le religioni e gli usi che li hanno forgiati.

    Ne La trovatella, i riferimenti esterni sono davvero minimi, poche pennellate di background per assaporare la storia. Lo stesso mondo di Errat è appena accennato, perché tutto si svolge nel Bosco di Eytheriin e coinvolge un solo popolo, gli Ellian.

    Alcune somiglianze tra Ellian ed Elfi della fantasy classica è voluta, così come per gli Scuri.

    Per questa cronaca, dovendola narrare in un romanzo breve, volevo una razza facilmente riconoscibile per non dilungarmi troppo e non sottrarre ritmo agli avvenimenti, liberandomi però dagli stereotipi e avere maggiore libertà creativa.

    Chi vuole saperne di più, volti pagina e legga Approfondimento, altrimenti, ignorate ogni altra mia dissertazione e tuffatevi subito nella storia.

    Spero sia di vostro gradimento.

    Buona lettura.

    Fabrizio Fangareggi

    Approfondimento

    Carthellian è un Increato, Dio della Magia e Signore delle Fate, da molti chiamato il Sommo Poeta.

    Si crede che le prime Fate siano nate da un suo componimento, talmente ispirato da generare la forma di vita più pura e innocente che si potesse concepire. Ma quando s’innamorò di una di esse, la più bella e la più virtuosa, volle elevarla e farla ascendere a divinità per averla sempre al suo fianco.

    Il suo nome era Elenna, poi conosciuta e adorata come Dea della Natura e della Prosperità.

    Carthellian ed Elenna ebbero il loro primo figlio, Mihar: alto, snello, l’apoteosi dell’eleganza e della grazia, intelligente ma altrettanto forte, veloce e di indole buona e determinata. Divenne il Comandante dei Lancieri Devoti, la Stirpe Celeste di Angeli che difendeva la Corte Sempiterna nell’Empireo.

    Il Dio della Magia e delle Fate era così orgoglioso del figlio che volle creare una stirpe di mortali che gli assomigliasse. Così plasmò gli Ellian e si beò di come arricchissero ogni mondo in cui vivevano.

    Non potendo donare l’eternità concesse loro una lunga vita.

    Gli Ellian popolarono così diversi mondi e giunsero anche su Errat, doveva vivevano in pace con le altre razze. Da sempre poco interessati alle lotte di potere e al denaro, vivono la loro quotidianità con ritmi più lenti e armoniosi. Grazie alla loro lunga vita non attribuiscono molto peso allo scorrere del tempo ma la loro empatia li porta a vivere i sentimenti con ancora maggior trasporto. Un amore, un odio, una riconoscenza o una vendetta non vengono dimenticati e, anche se non manifestati, rimangono latenti nei loro cuori.

    Per questa loro indole sono maggiormente sconvolti dai cambiamenti, sia emotivi sia culturali.

    Carthellian fu ucciso a tradimento durante il Funere degli Dèi da Aenassis, il Dio Flagello, che infettò le sue ceneri e le sparse nel Cosmo, generando così gli Scuri.

    Gli Ellian si affidarono alla guida di Elenna, che ne protesse gli antichi valori, per preservarne le origini e la purezza, anche in memoria del defunto consorte.

    Millenni dopo, su Errat scoppiarono Le Guerre Demoniache che sconvolsero ogni cosa e gli Ellian decisero di rifugiarsi nel Bosco di Eytheriin. Per difendere i suoi figli devoti, Elenna provocò una faglia che separò il bosco dal resto di Errat, l’Increspatura, dove i pochi Scuri giunti su Errat finirono in un isolamento forzato.

    Paradossalmente, gli Scuri erano chiamati in passato anche Albini, perché quando nascono sono pallidi, con chiome biondissime e argentee e hanno occhi viola o con colori accesi.

    Avendo problemi di procreazione, spesso rapiscono dei piccoli Ellian, molto simili a loro sino all'adolescenza, per poi maledirli tramite un rituale arcano e tramutandoli così in Scuri.

    Visti solo come predatori, poco si sa della loro vera cultura e di come si siano evoluti sugli altri mondi.

    I

    Una nuova minaccia?

    Mondo di Errat – Anno 167 dopo l’Incursione Demoniaca.

    A sud delle Terre Occidentali – Bosco Eytheriin

    Il giovane correva a perdifiato sul limitare del bosco.

    Sudava copiosamente, in affanno. I polmoni gli bruciavano per lo sforzo.

    Doveva raggiungere la Città Arborea e avvisare il Grath’yer della minaccia incombente.

    Scese lungo il fianco della collina e cambiò direzione, addentrandosi fra gli alberi.

    Si voltò indietro per sincerarsi che lo Scuro non lo stesse seguendo e, senza rendersene conto, attraversò una cresta di luce azzurrina che si richiuse dietro di lui.

    Erewyn era poco più di un ragazzo, tuttavia era già una vedetta da quasi due cicli solari e pensava di conoscere tutti i sentieri celati del bosco, anche quelli magici, i Percorsi.

    La Stella Verde baluginava sul suo petto e, solo in quel momento, comprese di essere molto lontano dall’avere appreso tutto quello che credeva sapere.

    Poteva solo sperare di non trovarsi in una Distorsione o di non essere penetrato in una Nicchia, altrimenti avrebbe rischiato di smarrirsi per sempre. Senza fermarsi e con gli occhi rivolti al talismano per non perdere la via, rischiò d’inciampare un paio di volte.

    All’improvviso, un ramo gli sferzò il viso, aprendogli una ferita lungo tutta la guancia fin sopra l’orecchio sinistro.

    Quando finalmente trovò l’uscita dal Percorso, il sole stava già tramontando.

    I sensi erano appannati e il fisico gli stava implorando di cessare quella corsa sfrenata…

    Non poteva farlo, perché l’intera comunità Ellian era in serio pericolo.

    Accelerò, tagliando il bosco in diagonale, saltò in corsa alcune maestose radici di alberi cavi che sbucavano dal terreno ed ebbe come la sensazione di aver perso qualcosa. Fece ancora alcuni passi e poi si piegò in avanti con le mani appoggiate sulle cosce, il fiato grosso e il viso paonazzo.

    Mosse una mano a cercare la Stella Verde… L’aveva persa!

    Quando si guardò indietro, individuò tra la vegetazione un’ombra dai contorni spettrali e una fluente chioma argentea.

    Lo Scuro… Come aveva fatto a raggiungerlo?

    Non aveva tempo per pensare e riprese a correre, sempre più veloce, cominciando a zigzagare tra gli alberi per seminarlo.

    A un ritmo calcolato e regolare, Erewyn avrebbe potuto attraversare tutto il Bosco Eytheriin senza accusare alcuna fatica, ma il panico lo aveva sorpreso più della presenza dello Scuro.

    Le gambe diventarono pesanti, il cuore accelerava sempre più. Ogni albero divenne la meta da raggiungere, ogni cespuglio quella successiva, l’accesso al prossimo Percorso si trasformò in un miraggio… Concentrato a non perdere le poche forze che ancora lo sorreggevano, ogni elemento della foresta gli parve alieno, lontano. Irraggiungibile.

    Nella foga strisciò la spalla sinistra contro una corteccia e andò a sbattere contro l’albero successivo, precipitando come un sacco vuoto tra le foglie.

    Il buio s’impadronì della foresta, dei suoi occhi, della sua mente.

    Si ritrovò supino, privo di energie e col respiro bloccato.

    Il pensiero rivolto al dolore che donne e bambini avrebbero provato se lo Scuro avesse raggiunto uno dei villaggi.

    La gelida accusa del fallimento aleggiò impietosa su di lui.

    Da terra, guardando le macchie di cielo che sbucavano dai rami rigogliosi, ripensò a sua madre Lajia, a quanto si era sentita orgogliosa quando era entrato nelle vedette. Nelle sue orecchie riecheggiarono le parole di Rewendil: La giovane vedetta più promettente di Eytheriin.

    Il Grath’yer era nobile d’animo e di poche parole, un guerriero che forse non aveva rivali in duello, abituato più a lottare contro i giganti che a governare un villaggio; eppure, si era dimostrato abile e saggio durante tutti i cicli solari in cui aveva ricoperto l’incarico di protettore del bosco, riuscendo a salvaguardare l’incolumità del popolo Ellian in più di un’occasione.

    Sua madre era sua prima cugina e, in quel frangente di sconforto, Erewyn si chiese se fosse stato saggio da parte di Rewendil nominarlo vedetta e se le sue parole fossero sincere… Forse aveva voluto semplicemente fare contenta la cugina, per lenire la sofferenza dopo la morte del marito. Erewyn ricordava a malapena suo padre…

    Pervaso dal senso di colpa, percepì anche il dolore fisico. Notò alcuni rivoli di sangue che gli colavano dal braccio imbrattando la camicia e i pantaloni. Si toccò anche l’orecchio, preoccupato che si fosse tagliato: aveva sentito dire che molte ragazze sceglievano il proprio compagno per la perfezione della forma appuntita…

    La testa ricadde sulle foglie. La mente tornò nel passato… L’ultima

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