Saga della Corona delle Rose - storie dei personaggi - Il principe dei caduti

Di Gianluca Villano

Ritrovarsi all'interno dei reami dei Debenlore gli provocava sempre una

sensazione come se si tuffasse in acque profonde e abissali: un

immediato senso di smarrimento, seguito da un'ansia crescente. In

quell'occasione, ciò che aveva provato era stato accresciuto da un

terrore inspiegabile, forse il presentimento di una fine che sarebbe

stata ingloriosa e tragica.

Un viaggio verso il proprio destino,

una lotta contro i propri demoni, una scelta tra il bene e il male. È

con questo che deve confrontarsi Angrell, coraggioso legionario che non

accetta di compiacersi delle grida e dei pianti di coloro che non

possono difendersi. Non è facile far parte della Legione, ma ormai non

gli è più consentito tornare indietro: giorno dopo giorno deve vivere i

drammi e le maledizioni della vita che ha scelto. Insieme ai suoi

compagni, Angrell dovrà affrontare una missione che metterà a dura prova

la sua vita e la sua umanità e che cambierà per sempre il suo destino.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 10 mag 2021
• ISBN: 9791220337502

Anteprima del libro

Il principe dei caduti

Grida.

Grida di estrema sofferenza.

Risuonavano nella sua testa, martellandola, dal fatidico giorno dell’attacco.

Riportiamo a casa questo vanto aveva detto il loro comandante, poco prima di scatenare la furia dei legionari.

Un semplice ritrovo di Debenlore fanatici li aveva incoraggiati l’Invocatore Holdan, un istante prima di liberare, dall’Anello Orth, il suo Divoratore alato Huryon.

Li avevano travolti nel pieno svolgimento di un rituale, una stupida cerimonia naturalistica con manifestazioni di elementi, danze e canti, nei pressi settentrionali del fiume Ogrell.

L’incursione avrebbe dovuto essere facile e priva di rischi.

Ma così non era stata.

Avevano prima sterminato una colonna di Cavalieri di Smeraldo, preposti alla protezione degli officianti, dopodiché avevano assalito brutalmente donne e bambini.

Ed erano state proprio le loro grida che non era riuscito a togliersi dalla mente, oltre allo sguardo di una di loro: aveva visto una donna nascondersi dietro un altare di legno, una Debenlore dalla pelle color terra e grandi occhi dall’iride giallo oro, scintillanti, minacciosi, carichi di risentimento. Angrell l’aveva risparmiata ma non per debolezza, quanto per lo sdegno provato nei confronti delle azioni sconsiderate commesse dai suoi compagni.

Il fiume, torbido di sangue, era stato teatro di scelleratezze atroci, alle quali lui aveva preferito non partecipare, attenendosi soltanto alle disposizioni della guarnigione: perquisire e depredare. I suoi compagni, invece, si erano divertiti a smembrare cadaveri, oppure a usarli come tiro al bersaglio, con ogni genere di proiettile.

Ti tengo d’occhio! gli aveva detto il comandante Krondar, in più di un’occasione.

E lui non avrebbe dovuto provare alcun rimorso, in fondo erano solo Debenlore, ma un conto era odiarli senza averne fatto esperienza, immerso nel benessere di una vita agiata, un altro era affrontarli faccia a faccia e scoprire che, tutto sommato, non erano poi tanto diversi da loro.

Quando era partito da Muelnor, contro ogni scongiuro da parte di suo padre, che desiderava avviarlo all’attività dell’emporio, si era invece arruolato nelle Legioni di Confine, si era addestrato per due anni nell’Accademia Tattica di Iavir ed era stato subito assegnato alla vigilanza del versante sud della Dorsale.

Lo aveva fatto esclusivamente per sfuggire alla vita noiosa che gli era stata prospettata e, in virtù dell’essere figlio di Seconda Generazione, aveva potuto scegliere un futuro diverso, lontano dalle radici troppo profonde di una famiglia soffocante, proiettato con la mente verso orizzonti imprevedibili e sicuramente più