Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

I Sussurri dei Morti: I Thriller di Zoe Delante
I Sussurri dei Morti: I Thriller di Zoe Delante
I Sussurri dei Morti: I Thriller di Zoe Delante
E-book337 pagine4 ore

I Sussurri dei Morti: I Thriller di Zoe Delante

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Nessun riposo per la Wiccan.

L'omicidio non era mai qualcosa che Zoë Delante trovava divertente, ma risolvere i casi... Quello lo fa piuttosto bene, ed ha il curriculum per dimostrarlo. Eppure, quando viene chiamata ad un nuovo caso con il Dipartimento di Polizia di Baltimore come la loro chiaroveggente tuttofare, è impreparata all'efferata natura dei crimini.

Parte la caccia all'assassino, una caccia che getta Zoë nel bel mezzo di una lotte di potere tra una congrega da incubo ed un serial killer che semina cadaveri in riti cerimoniali nelle parti rurali della periferia di Baltimore.

Zoë scoprirà l'identità del maniaco dietro le decapitazioni cruente, oppure perderà qualcuno a cui è affezionata? Una corsa contro il tempo per stanare l'omicida, una corsa che non si concluderà tanto facilmente.

LinguaItaliano
Data di uscita16 lug 2019
ISBN9781071500941
I Sussurri dei Morti: I Thriller di Zoe Delante

Correlato a I Sussurri dei Morti

Ebook correlati

Fenomeni occulti e soprannaturali per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su I Sussurri dei Morti

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    I Sussurri dei Morti - C.L. Roberts-Huth

    I SUSSURRI DEI MORTI

    (un thriller di Zoë Delante)

    Di

    C. L. Roberts-Huth

    ~~~

    Traduzione di Giuseppe Raccosta

    ~~~

    Vincitore nell’autunno del 2015 del Best Paranormal Suspense

    Copyright (Original English)

    www.EvolvedPub.com

    ~~~

    WHISPERS OF THE DEAD

    (A Zoë Delante Thriller – Book 1)

    Copyright © 2013 C.L. Roberts-Huth

    ~~~

    Vice capo redattore: Megan Harris

    Capo redattore: Lane Diamond

    Artista di Copertina: Mallory Rock

    ~~~

    Note della licenza Ebook:

    Non potete usare, riprodurre o trasmettere in qualsiasi condizione una qualunque parte di questo libro senza autorizzazione scritta, eccetto nel caso di brevi citazioni utilizzate articoli critici e recensioni, o in accordo con le leggi federali di Fair Use. Tutti i diritti sono riservati.

    Questo Ebook è sotto licenza solo per il vostro personale divertimento; non può essere rivenduto o ceduto ad altre persone. Nel caso in cui desideraste condividere questo libro con un’altra persona, vi preghiamo di acquistare un’altra copia per ciascun beneficiario. Se state leggendo questo libro e non l’avete acquistato, o non è stato acquistato per il vostro solo utilizzo, vi preghiamo di ritornare dal vostro rivenditore Ebook ed acquistare la vostra copia personale. Vi ringraziamo per il rispetto che offrite al duro lavoro di questo autore.

    ~~~

    Avvertenza:

    Questa è un’opera di finzione. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autore, o l’autore li ha utilizzati in modo fittizio.

    Libri di C.L. Roberts-Huth

    ~~~

    I Thriller di Zoë Delante

    1) I Sussurri dei Morti

    2) I Sussurri del Serpente (titolo provvisorio)

    3) I Sussurri del Sidhe (titolo provvisorio)

    ~~~

    Sito dell’autrice

    www.CLRoberts-Huth.com/

    ~~~

    Cosa dicono dei thriller di Zoë Delante:

    ~~~

    Un poliziesco molto plausibile e documentato, questo romanzo utilizza la magia bianca per risolvere i crimini più orribili in una battaglia soprannaturale che bruciacchierà le ciglia del lettore! Zoë cattura il vostro cuore mentre sconfigge forze che sembrano invincibili, dandoci una prospettiva della vita di una strega che utilizza il suo potere per risolvere il crimine e ridurre le sofferenze al grande costo del suo benessere fisico. E’ una prospettiva all’interno della stregoneria che potrebbe cambiare completamente le vostre opinioni. E’ un MUST! ~ Mari Sloan

    ~~~

    Un thriller veramente avvincente ed assolutamente divertente con grandi elementi dell’occulto. Impaziente per i seguiti! ~ Jerry J. Davis

    ~~~

    Sono stata ammaliata dall’eroina fin dall’inizio e non riuscivo a smettere di leggere. I personaggi sono portati in vita magnificamente da C. L. Roberts-Huth e la storia è originale e coinvolgente. Non vedo l’ora di leggere altro di questa fantastica autrice! ~ Heather Quarnstrom

    Indice

    Pagina del titolo

    Copyright (Original English)

    Libri di C.L. Roberts-Huth

    Dedica

    Capitolo 1 – Incontro a mezzanotte

    Capitolo 2 – Confini

    Capitolo 3 – Pezzi del Puzzle Mancanti

    Capitolo 4 – Un indizio di ciò che verrà?

    Capitolo 5 – Contatto

    Capitolo 6 – Ritorno a Casa

    Capitolo 7 – Ripensando al Mostro

    Capitolo 8 – Marius DeFray

    Capitolo 9 – Il Filo della Vita

    Capitolo 10 – Tradimento

    Capitolo 11 – Un'altra prospettiva

    Capitolo 12 – Salice Piangente

    Capitolo 13 – Ritornando Insieme

    Capitolo 14 – Attraverso i suoi Occhi

    Capitolo 15 – Oh, mia Dea

    Capitolo 16 – La Chiave

    Capitolo 17 – Oscure Visioni

    Capitolo 18 – Spettacolo da Circo

    Capitolo 19 – Rabbia

    Capitolo 20 – L’Incontro delle Menti

    Capitolo 21 – Magicke Oscure

    Capitolo 22 – Gatto e Topo

    Capitolo 23 – Tira una Brutta Aria

    Capitolo 24 – Luoghi Oscuri

    Capitolo 25 – Il Dovere Chiama

    Capitolo 26 – Alleanza Magicka

    Capitolo 27 – Un Momento di Debolezza

    Capitolo 28 – Lotta!

    Capitolo 29 – Da Carne a Pelliccia

    Capitolo 30 – Un Dono della Congrega

    Capitolo 31 – Vecchi Nemici e Buoni Amici

    EPILOGO

    Ringraziamenti

    Sull’autore

    Altro da Evolved Publishing

    Dedica

    Per i miei bambini: Michael, Cameron e Desmond...

    i sogni diventano realtà.

    Capitolo 1 – Incontro a mezzanotte

    Una luna piena era alta nel cielo di mezzanotte, rendendo i miei fanali inutili mentre guidavo lungo una strada ghiaiosa da qualche parte nel Maryland occidentale. Mi allungai sul sedile passeggero ed acchiappai le direzioni scritte. Guidare di notte era quasi brutto quanto orientarsi per vie sconosciute, eppure eccomi a fare entrambe le cose.

    Accesi la plafoniera. Segui la strada ghiaiosa finché non si raccorda a T, poi svolta a destra. Cerca le luci. Lasciai cadere il foglio, spensi la luce e mi asciugai il sudore del palmo lungo una coscia. Nervosismo, già, ma il nodo al mio stomaco era un brutto segno.

    Nel giro di alcuni minuti le luci lampeggianti blu e rosse dell'ambulanza riempirono il cielo notturno. L'ambulanza voleva dire corpi. Il nodo si strinse.

    Parcheggiai vicino ad un'anonima macchina della polizia. L'ambulanza non era l'unica fonte di luce sulla scena. Avevano l'intero perimetro illuminato come un campo di Little League. Contai cinque uniformi e due detective in borghese. Altre persone volteggiavano nelle ombre al di fuori del cerchio illuminato.

    Uno degli agenti in uniforme andò dalla coppia di detective mentre io uscivo fuori dall'auto. L'agente indicò nella mia direzione, e i detective si voltarono per guardare lungo la distesa di erba morente tra noi.

    Io deglutii forte. Erano sconosciuti. «Merda.»

    Uno di loro si separò e si fece strada verso di me. «Signora Zoë Delante?» Offrì una mano come saluto. Un piede più alto di me, lui arrivava sicuramente a sei piedi. I suoi capelli erano chiari, probabilmente biondi, ma non potevo esserne sicura.

    Io infilai le mie mani nelle mie tasche. «Detective.»

    «Le mie scuse.» Ritrasse la mano con un sorriso esitante. «Il capitano ha accennato che lei non stringe le mani con gli sconosciuti. Io sono il Detective Daniel Parsons, capo di questa investigazione. Sono grato per qualsiasi assistenza lei possa darci.» Allargò un braccio verso la scena. «Procediamo?»

    La mia paranoia avrebbe potuto essere fuori uso, ma giurai che lui mi avesse rivolto quell’occhiata: quella che gli uomini rivolgono alle donne quando le stanno valutando per... mangiarle? Fu subdolo, ed io mi chiesi se fosse stata la mia immaginazione, ma non c’era tempo. Lo spettacolo da circo stava per cominciare. La vanità doveva aspettare.

    Espirando lentamente, spinsi i pensieri da parte e lo seguii. Arrancammo fra l’erba alta fino alle ginocchia ed un basso gruppo di sussurri s’innalzò dal terreno, troppi per me per capire che cosa stessero dicendo, ma il tono era lì: Torna indietro.

    Questa non era un’opzione, perciò li spinsi in secondo piano e cominciai ad assemblare i pezzi che andavano srotolandosi di fronte a me. Del sangue vecchio aleggiava nella brezza notturna, ed in lontananza, pile di qualcosa che giaceva mezze-nascosto dietro il traffico di corpi che svolgevano la loro moltitudine di lavori. Il potere pulsava nell’aria, lungo il terreno, nelle mie scarpe di tela ed attraverso il mio corpo. Il nodo si attorcigliò e tirò, ed io combattei contro l’eloquente flusso nella mia gola. Non rigetterò. Non rigetterò. Non...

    «Quindi lei è la sensitiva?» Una burbera voce maschile irruppe nel mio mantra, una gradita distrazione. Avevamo raggiunto il nastro della polizia, e dall’altro lato c’era il secondo detective, la testa inclinata, che mi squadrava.

    Conoscevo anche quello sguardo e lo accolsi. «Chiaroveggente. Io sono la chiaroveggente. O è una parola troppo grande per lei, Detective?»

    Lui fece correre una mano attraverso una ciocca di capelli neri. Era forse un pollice più basso del suo partner, ed anche più tarchiato.

    Risparmiai un piccolo sorriso. Due potevano bastare. Era il momento di vedere se lui fosse riuscito a stare al passo.

    Parsons ridacchiò. «Signora Delante, questo sarebbe il mio partner, il Detective Michael Sully. Sully, questa sarebbe, in effetti, l’unica ed inimitabile Zoë Delante.»

    «È un piacere.» Sully sorrise, il divertimento dal nostro confronto evidente nel suo tono. «Ho sentito parlare molto di lei. Ora vediamo se è tanto brava quanto il Capitano Brooks continua a dirci. Se vuole seguirmi, abbiamo alcune prove per lei. Come sta il suo stomaco?» Alzò il nastro della polizia.

    Io sorrisi brevemente. «Il mio stomaco starà benone, Detective.»

    Il Detective Parsons si avvicinò a me mentre passavamo sotto l’arco di plastica. «Io non mi preoccuperei molto di lui» sussurrò. «E’ uno scettico ed un saputello.»

    Lo immaginavo. «E lei. Quali sono i suoi pensieri?»

    «Ho sentito le storie, Signora Delante, ed ho letto i dossier. Ha un impressionante curriculum. E...» Scrollò le spalle. «Sono sempre aperto a nuove esperienze.»

    Gli rivolsi un piccolo sorriso. «Be’, Detective, lavorare con me è definitivamente un’esperienza di per sé.»

    «Signora Delante!» Chiamò Sully.

    Mi allontanai dal suo partner e giunsi sulla scena del crimine.

    Il sangue circondava i resti in dense pozze coagulanti. Delle striature marroni avevano cominciato a formarsi sulle loro superfici, un segno eloquente dell’età della scena del crimine. Due teste decapitate giacevano alla mia destra, ed il loro sguardo morto portava ad una pila di appendici disseminate come pila di legna da ardere sulla sinistra. Feci un respiro profondo. Il puzzo nauseabondo di carne in decomposizione fece girare la mia testa. La luce artificiale illuminava le pozze di sangue e le parti del corpo, rendendo il rosso più brillante, le striature più luminose, la pelle morta un pallore spettrale. Forzai un altro respiro attraverso la mia bocca e cercai di contestualizzare il tutto. C’era già così tanta informazione, ma sapevo per esperienza che c’erano ancora molti altri pezzi del puzzle là fuori.

    «Quando sono stati rinvenuti?» chiesi senza distogliere gli occhi dai pezzi.

    «Circa quattro ore fa.» Parsons si avvicinò di un passo.

    «Chi li ha trovati?» Mi inginocchiai nell’erba e toccai la pozza più vicina.

    Una giovane ragazza caucasica, di forse diciotto anni, gridò, pregando per la sua vita. La sua faccia macchiata di lacrime sfavillò davanti a me, occhi azzurri spalancati. Un’ombra alta cadde dove era inginocchiata lei: sicuramente un uomo, data l’oscura estensione delle spalle e la silhouette della testa con i capelli corti stagliata contro l’erba.

    Lei si fermò. Niente più urla. Niente più suppliche. Rimase la spessa paura palpabile. La visione cominciò a svanire.

    Tirai fuori un fazzoletto dalla mia tasca e mi asciugai le punte delle dita.

    «Il Signor Joseph Geneer» borbottò Sully, ignaro delle mie diapositive. «Lui possiede la proprietà. Dice che è uscito alle nove circa per far entrare il suo cane per la notte, ma il cucciolo era scappato. Mentre lo stava cercando, ha invece trovato questo.» Gesticolò attorno a noi.

    Mi alzai. «Dov’è ora?»

    «All’ambulanza» rispose Parsons.

    Mi girai per guardare. Il povero cucciolo di segugio nelle sue braccia attirava tutta la sua attenzione. «Torno subito.» Mi feci strada fino al testimone. Nessun segno che i detective mi stessero seguendo. Bene.

    «Signor Geneer? Il mio nome è Zoë Delante, e solo una specialista al lavoro su questo caso.» Allungai una mano. «Come se la sta passando?»

    «Come crede che me la stia cavando?» sbottò lui. Con un sospiro, liberò un braccio da sotto il suo cagnolino e strinse la mia mano. «Mi scusi. Non intendevo fare il cazzone. E’ solo che è così terribile...»

    La paura schizzò dal suo palmo al mio, un freddo lampo di elettricità che portò con sé immagini della sua iniziale intrusione sulla scena del crimine.

    Icarus! Fuori dalla mia vista periferica balzò la piccola ombra del cucciolo dalle orecchie flosce. Icarus, vieni qui! Geneer inciampò su qualcosa nell’oscurità e si ritrovò faccia a faccia con una mano mozzata. Vomitò, un atto disperato per cercare di non vedere che cosa giacesse attorno a noi. Sedette al suolo, dondolandosi sulle mani e sulle ginocchia mentre il cagnolino stava disteso vicino a lui per la bellezza di dieci minuti, prima di rimettersi in piedi e chiamare la polizia.

    Lui lasciò andare la mia mano, diede un’occhiata curiosa e scosse la testa. «Voglio solo andare a casa adesso. Quando posso andare a casa?»

    Gli rivolsi un sorriso provato. «Mi dia un minuto e vedrò cosa posso fare per lei, signore.» Accarezzai il cane e ritornai dai detective.

    «Ebbene?» disse Sully, i suoi occhi che si assottigliavano mentre ripassavo di nuovo sotto il nastro della polizia.

    «Lasciatelo andare a casa. Ha bisogno di andare a casa così da accudire Icarus.»

    «Icarus?» I detective si scambiarono un’occhiata. «Chi è Icarus?»

    «Il cane.»

    Mi allontanai da loro per andare da un’altra parte del campo. Un pezzo di carne catturò il mio sguardo. Quello è un...? Inginocchiandomi e con un altro nodo allo stomaco, confermai che quello era un seno, l’intera collinetta, completo di capezzolo, spruzzato di sangue. Oh, dei. Chiusi gli occhi. Non puoi salvarla. Salva chi puoi.

    «Lasciate andare a casa il Signor Geneer.»

    Parsons si schiarì la gola. «Non possiamo farlo, Signora Delante. È ancora un sospetto. Non posso semplicemente rilasciarlo.»

    Mi alzai di nuovo. «Lui non ha fatto questo. A parte l’avervi portati ad una fresca scena del crimine, il Signor Geneer non è in alcun modo direttamente coinvolto.»

    «Come può dirlo?» Gli occhi di Parsons si assottigliarono e il tono della sua voce si inacidì. Alla faccia dell’essere aperto a nuove esperienze.

    «Quello è il vostro lavoro, non il mio.» La frustrazione iniziò un lento rogo nella mia testa mentre Sully corrugava la fronte. «Mi spiace, ma è vero. Se aveste pensato veramente che fosse un sospetto, sarebbe in una sala interrogatori giù al distretto. Lui non è l’uomo che state cercando.»

    «E lei sa questo come?» chiese Sully.

    Mi morsi la lingua. Odiavo questa parte – il dubbio e l’ottusità – ed ero stanca di difendermi. Brooks ne avrebbe sentito a riguardo nel mio rapporto. Mi ersi davanti ai due uomini e squadrai le spalle, bloccando gli occhi sui loro.

    «Che cosa vi ha detto esattamente di me?»

    Loro rimasero in silenzio.

    «Pronto? Che cosa vi ha detto Brooks?»

    Le persone raccolte attorno a noi avevano smesso di parlare, i loro occhi fissi sulla nostra discussione. La sensazione – tutti quegli occhi – mi fece accapponare la pelle, come se fossi un esibizione di un fenomeno da baraccone. Non avevano prove da raccogliere, appunti da prendere?

    «Ha detto che lei è specializzata in casi come questo. Lei è una sensitiva o qualcosa del genere.»

    «Sensitiva.» Strofinai le mani contro le mie cosce per l’agitazione. «E che cosa significa? Dovrei stare indossando un turbante? Ho dimenticato di mettermi le mani sulle tempie e parlare un’altra lingua?»

    I loro cipigli si accentuarono. Non erano divertiti.

    Nemmeno io lo ero. «Ebbene, detective?»

    Sully incrociò le sue braccia sul petto. Parsons rispose: «Lei percepisce cose: spiriti, impressioni psichiche lasciate sulla scena. Probabilmente sente anche cose, come una Polaroid con un’animazione e sonoro IMAX.»

    Io annuii. «Sono sorpresa, Detective. L’uomo che ha fatto questo era circa della sua altezza, leggermente più ampio sulle spalle, come un linebacker. Diamo una bella occhiata al vostro ‘sospetto’.»

    Tutti e tre ci voltammo.

    «Non è tanto più alto di te» osservò Sully inclinando la testa da un lato.

    «Ed è troppo magro» aggiunse Pearsons.

    «E se io mi sbaglio...» offrii io.

    «E se lei si sbaglia...»

    «Be’, sappiamo dove vive. Potete sempre prenderlo su più tardi.»

    I due detective si scambiarono una lunga occhiata. Sully scrollò le sue spalle, incapace di offrire un’alternativa.

    Parsons sospirò. «Va bene, lo lasceremo andare. Sully, fa’ che un paio di agenti lo scortino a casa. Incoraggialo a stare a casa ed a tenersi lontano dai media. Vorrei mantenere tutto tranquillo finché non avremo qualcosa di solido con cui cibarli, capisci?»

    Il suo partner annuì e mi lanciò un’ultima occhiata prima prima di dirigersi dal Signor Geneer. Diede i suoi ordini ed aprì la portiera posteriore della più vicina auto della polizia, offrendo un sedile all’uomo. Un problema in meno, chi sapeva quanti altri ne rimanevano.

    Mi inginocchiai di nuovo nell’erba arruffata, tracciando attentamente i bordi del seno. Le immagini lampeggiarono davanti a me: una donna nella sua trentina giaceva legata con i palmi e le ginocchia, i suoi occhi azzurri sgranati. Le sue urla erano smorzate, nonostante l’aperta ‘O’ della sua bocca. Nessun bavaglio, nessuna pallina, nulla. Perché non riuscivo a sentirla meglio?

    Un profondo brivido agghiacciante strisciò su di me, spezzando la mia concentrazione e la visione. Guardai in su dall’orrore ed il respiro mi si mozzò in gola. La donna che avevo visto appena pochi momenti prima era in piedi in mezzo all’ignara task force, la giovane ragazza vicino a lei. I bordi dei loro profili brillavano in quella familiare foschia postmoderna, come se qualcuno avesse cercato di cancellare i loro contorni con una brutta gomma da cancellare. Il bagliore voleva dire che erano morte recentemente, meno di una settimana fa, ma questa non era un’informazione nuova.

    Era chiaro che condividevano più degli stessi occhi azzurri: stessa forma ovale del viso, stesse orecchie che spuntavano un pochino troppo all’infuori da dietro gli stessi capelli color paglia. Dovevano essere imparentate, madre e figlia, e in qualche modo ciò rendeva peggiore l’intero casino. Dannazione.

    ‘Puoi aiutarci?’ sussurrò la donna, la sua voce così lieve nella mia testa che per poco persi le parole.

    Io annuii.

    Lacrime luccicarono lungo i contorni del suo volto spettrale, e lei strinse la bambina, forzando un piccolo sorriso sulle sue labbra. ‘Devi trovarlo. Noi non siamo le prime, e se non lo trovi presto, non saremo le ultime. Ti prego, sbrigati.

    «Aspetta» dissi ad alta voce, allungandomi mentre le figure eteree si dissipavano nel nulla.

    Non le prime? Non avevo sentito di un altro caso come questo nella zona, ed il pensiero che avevamo altri corpi da trovare...

    «Detective Parsons?» Guardai oltre la mia spalla dove lui si trovava pochi passi dietro di me.

    «Qualcosa di utile, Signora Delante?» Si avvicinò.

    «Forse.» Nascosi l’apparizione fantasma. Non aveva senso menzionarla senza prima fare una o due domande. «Questo è il primo omicidio del genere nella zona?»

    Lui si grattò la testa. «Da quel che so, sì. Perché me lo chiede?»

    «Solo una sensazione.» Mi mossi verso la pila di arti. «Guardi questo.» Indicai le sfaldate estremità impilate a casaccio una sull’altra, come se qualcuno le avesse riversate fuori da un secchio. «Qualcosa non va con questo, il modo in cui sono disposte. Il nostro testimone ci è inciampato sopra?»

    «Sì.» Parsons mi rivolse un’occhiata curiosa. «Il Signor Geneer afferma di essere inciampato su di esse mentre cercava... quale ha detto che era il nome del cane?»

    «Icarus.»

    «Già, mentre stava cercando Icarus, si è imbattuto in loro. Dopo non le ha toccate, ha semplicemente tirato fuori il suo cellulare e ci ha chiamati.»

    Feci una smorfia. La vista del seno era stata vivida. Che cosa sarebbe successo se avessi toccato la pila? Avrebbe placato la sensazione che vi era qualcosa di più? «Un attimo, dove sono le mani e i piedi?»

    Lui gesticolò verso un’altra parte del cerchio, più vicina alla teste. I pezzi mancanti erano stati disposti per formare un arco ricurvo.

    «Ho bisogno di più informazioni – foto, dichiarazioni, l’analisi finale del medico legale – prima che abbiamo finito. Può farlo per me?»

    Lui annuì. «Vuole che chieda in giro agli altri distretti? Vedere se qualcuno di essi si sia imbattuto in questo tizio?»

    «Sì, potrebbe andare bene.»

    «Qualche lasso di tempo specifico che dovrei considerare?»

    Io feci spallucce. «Non saprei. Qualcosa di recente, suppongo. Odierei pensare che questo sia un rituale annuale per questo individuo, che le uniche tracce che dobbiamo interpretare siano la prova qui, anche se ciò significa metterci un anno per risolverlo. Le vittime meritano di meglio.»

    «Già» concordò Parsons. «Lascia che veda cosa riesco a tirare fuori. Il resto posso farglielo avere dopo che lei avrà fatto rapporto al Capitano Brooks.»

    Io sorrisi e mi asciugai il sudore freddo dalla mia fronte. Dovevo tornare al lavoro, ma lui continuò a stare affianco a me. «Lei è nuovo nel distretto, giusto?»

    «E’ così ovvio?» Sorrise lui facendo correre una mano nei suoi capelli.

    «Non sembra una recluta, status di detective e tutto quanto, ma non l’ho mai vista prima. E sono nell’ufficio di Brooks da abbastanza tempo che sono più o meno in confidenza con tutti i suoi detective. Anche il suo partner è nuovo. E’ strano.»

    «Che cosa?»

    «Che due nuovi detective starebbero lavorando in coppia nello stesso distretto.»

    «Non siamo così inesperti, Signora Delante. Siamo col distretto da ben sei mesi, subito dopo il caso Grey Phoenix, e Brooks ci ha accoppiati con Pauly e Simpson. Dopo esserci ambientati, ci ha lasciato di nuovo essere partner. Questo è il primo caso che abbiamo svolto insieme sin da quando abbiamo lasciato Dale City.»

    Io alzai un sopracciglio. «Virginia?»

    Lui sorrise. Fu snervante e imbarazzante.

    «Comunque, basta chiacchierare. Mi faccia tornare al lavoro.» Mi voltai, sprofondando di nuovo nel freddo terreno.

    «Pensa di avere qualcosa qui?»

    Senza alzare lo sguardo, affermai: «Già, forse sì. Non accade ogni giorno che qualche psicopatico decida di decapitare le sue vittime. Ho bisogno di più tempo con le prove e il check-up completo. Dovrei avere qualcosa di tangibile per voi in mattinata.»

    Il detective Sully si unì al suo partner e sussurrò qualcosa nel suo orecchio. Si allontanarono, lasciandomi fare ciò che so fare meglio.

    ***

    L’ambulanza si allontanò quando mi sedetti al sedile anteriore della mia auto. Gli agenti di polizia rimanenti partirono dietro di essa, finché non rimasero solo Parsons e Sully sulla scena del crimine.

    Sospirai, valutando ogni cosa che avevo visto. Le braccia e le gambe erano state tranquille, uno sviluppo sconfortante, come se le immagini fossero state mutate. Persino il sangue che le circondava non mi aveva detto né mostrato nulla. Dovevano essere state rimosse dopo la morte. La vittima non avrebbe avuto nessuna consapevolezza del processo, e quindi non avrebbe lasciato indietro alcun residuo psichico.

    Ciò spiegava il potere dietro il seno. Lei doveva essere stata viva, ma quello metteva un freno alla mia teoria. Un uomo pazzo sarebbe stato abbastanza sano da straziare un corpo senza disturbare la testa, solo per decapitarla più tardi? E come avrebbe potuto ridurre il corpo in così tanti piccoli pezzi? Seppellii la testa nelle mie mani.

    Dei piedi scricchiolarono sulla ghiaia. «Signora Delante?»

    Alzai lo sguardo su Parsons. La preoccupazione sul suo volto mi colse alla sprovvista. «Sto bene.»

    Sully entrò nella macchina vicino alla mia e fece segno con la mano.

    Io roteai gli occhi. «Siamo pronti ad andare?»

    Parsons annuì. «Sa come raggiungere il distretto da qui, o preferirebbe seguirci?»

    «Brooks le ha detto che odio guidare di notte?»

    Lui sorrise. «Sì.»

    «Va tutto bene, Detective. Troverò la strada di ritorno.»

    «Ne è sicura?»

    Io ridacchiai. «Potrebbe non piacermi, ma ce la posso fare.»

    «Ultima chance» propose lui.

    Lo cacciai via, e lui scivolò nel lato passeggero della sua auto. Si allontanarono ed io mi sedetti dentro la sicurezza della mia auto finché non furono svanite le ultime luci, lasciandomi da sola col campo, la luna e l’insanguinata macchia di terra circolare.

    Noi non siamo le prime, aveva detto lei. E non saremo le ultime.

    Altri corpi. Già, ecco di cosa avevamo bisogno.

    Conficcai la chiave nel cruscotto e partii in direzione del distretto.

    Capitolo 2 – Confini

    «Nulla?»

    Il Capitano Ethan D. Brooks piantò le sue mani massicce sopra la sua scrivania ingombra. «Non hai tirato fuori nemmeno una dannata cosa – nessun nome o viso o persino un tatuaggio – da quell’intera scena del crimine?» Grosse e cespugliose sopracciglia bionde si inarcarono sopra occhi blu scuro al centro di una faccia che andava arrossandosi.

    Io scossi la testa.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1