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Lume di speranza: Calendario dell’Avvento
Lume di speranza: Calendario dell’Avvento
Lume di speranza: Calendario dell’Avvento
E-book91 pagine55 minuti

Lume di speranza: Calendario dell’Avvento

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Info su questo ebook

In un lontano futuro, innumerevoli guerre e disastri ambientali hanno devastato la terra. La fame e le malattie hanno riportato gli uomini ai loro istinti primordiali. I pochi sopravvissuti, rassegnati, si torturano attraverso inverni interminabili. Oppure girovagano come creature senza casa e cercano di accelerare la caduta di tutta la vita.
Da tre anni Erid dimora da solo in una grotta. Da quando ha perso la sua compagna, per lui conta soltanto la semplice sopravvivenza, non importa come. Ma poi una strana luce appare in lontananza. Lo stesso giorno, una lupa ferita si rifugia con lui. La curiosità ritorna in Erid.
Cose strane accadono mentre lui insieme alla lupa cerca l’origine della luce attraversando la neve e il gelo; e sempre la lupa pare più intelligente di lui. Una vecchia donna che condivide con loro un tratto del pericoloso percorso insegna a Erid nuova fiducia in se stessa. E infine incontra Miriam....

Un romanzo distopico con un tema natalizio.

Organizzato come un calendario dell’Avvento con una foto tra un giorno e l’altro.

LinguaItaliano
Data di uscita17 ott 2019
ISBN9780463568910
Lume di speranza: Calendario dell’Avvento
Autore

Schreibwerk AutorInnengruppe

"Schreibwerk" ist eine internationale AutorInnengruppe im Internet.Neben der Arbeit an ihren eigenen Werken entwickeln und schreiben sie zuweilen gemeinsame Romane.Oder auch Serien.

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    Anteprima del libro

    Lume di speranza - Schreibwerk AutorInnengruppe

    1/12

    Erid era accovacciato nella sua grotta. Giù dal soffitto gocciolava nel fuoco. Si scosse al pensiero che c’era uno spesso strato di neve sopra di lui e nessuna prospettiva di cambiamento.

    La sua scorte di legno stava per finire; al più tardi la mattina dovette andare di sopra. Astutamente schivare lupi affamati in cerca di combustibile, che poi sarebbe bagnato e prenderebbe per sempre, fino a quando non riusciva a riscaldare con esso. Gemette quando ci pensava. Si grattava tra le dita dei piedi sporchi. Domani avrebbe portato dentro anche un secchio di neve per lavarsi come i gatti. Il suo bunker di terra puzzava già di lui. Arricciò il lungo naso.

    Gli inverni diventavano sempre più lunghi. Ora doveva essere verso l’inizio di dicembre – intanto ci si poteva aspettare otto mesi d’inverno. Eppure lui era stato un adoratore totale del sole che amava la calura. Di malumore contemplava la sua opaca pelle marrone.

    Dal soffitto sbriciolava la terra sulla sua testa. Lì i bisonti marciarono di nuovo sopra di lui. La mandria calpestava il tetto, tutto vibrava. Che la roccia non crollasse un giorno! Lo avrebbero schiacciato senza tante storie.

    Erid allungò la mano verso le scorte di noci e ne aprì alcune colpendole con una pietra. Il tremore si arrestò e lui sospirò con sollievo.

    Poi salì sulla bici che azionava il generatore per ascoltare la musica. Mentre pedalava contro l’atrofia muscolare, ascoltava con emozione il Requiem di Mozart. Si era portato qui alcuni dischi e il giradischi. Molte notti era stato in strada tra il suo appartamento nella città distrutta e questo posto, che si trovava a chilometri di distanza.

    Erid aveva scoperto la grotta per caso durante le sue escursioni. Allora l’ ingresso era aperto. Nel frattempo l’aveva camuffato con delle pietre. Ma ogni volta che doveva uscire, veniva sopraffatto dal timore che la sua tana sarebbe stata occupata al suo ritorno. È stato fortunato finora.

    L’ultimo movimento del Requiem finì. Erid scese dalla bici, si stese su un letto di pellicce, spense la candela.

    La mattina si preparava ad andare in cerca di legna. Forse si sarebbe anche imbattuto in una lepre da neve che riusciva a prendere. Delle noci ne aveva già fin sopra i capelli. Rimosse il mucchio di pietre che camuffava il buco e strisciò fuori. Il bianco scintillante fece lacrimare gli occhi di Erid. Scivolò nelle cinghie che tenevano le sue racchette da neve sotto gli stivali e si mise in cammino.

    Il sole trasformava il campo di fronte a lui in milioni di cristalli scintillanti. Con questa luce i lupi difficilmente uscivano dalla foresta per dargli la caccia.

    Attentamente, Erid si avvicinò ai margini della foresta. Non aveva alcuna intenzione di andare in profondità, ma il legno fratturato qui era rado.

    Osava avventurarsi a due metri tra gli alberi, con lo sguardo rivolto con attenzione verso i dintorni più lontani.

    Proprio per questo ignorò una radice di abete rosso e si fece prendere in essa con la racchetta da neve e cadde lungo disteso. Quando provò ad alzarsi, si storse la caviglia. Soppresse il grido di dolore, si morse le labbra. Guardò con timore nelle profondità della foresta, ma tutto era rimasto in silenzio. Zoppicava fuori dalla foresta nel campo – probabilmente gli si aveva tirato un legamento alla caviglia. Improvvisamente si fermò. All’orizzonte, dove altrimenti l’azzurro del cielo formava una linea comune con la neve, si vedeva uno strano bagliore rossastro.

    2/12

    Potrebbe essere il sole? Annunciava la quasi fine dell’inverno? Erid dimenticò la caviglia dolorante e il suo petto si espanse al pensiero della primavera. Forse ci vorrebbe davvero solo poco tempo prima che il calore si diffondesse nuovamente sulla terra per alcuni mesi.

    «Sole, io ti venero», sussurrò Erid, si inginocchiò e alzò le mani.

    Che scemenze! Si rimise in piedi.

    «Se qualcuno potesse vedermi qui, penserebbe che sono fuori di testa. Inginocchiarmi nella neve e venerare il sole. I lunghi mesi d'inverno mi hanno congelato la mente.» Primavera! Altrettante sciocchezze. Era solo l'inizio di dicembre. Da dove verrebbe quindi la primavera?

    Certo, il mondo era pazzo, ci si è abituato. Le guerre – sante, democratiche e bramose di potere – facevano parte della vita quotidiana. Milioni di persone erano morte; si aggiungevano terremoti, inondazioni ed epidemie. I media avevano riportato ogni giorno i tassi di mortalità. Quali erano i nomi dietro i numeri? Che tipo di persone erano state, quali desideri, speranze, paure avevano avuto? Molti di loro avevano pregato. Né Allah né

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