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Cristoforo ed Eratostene
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E-book81 pagine1 ora

Cristoforo ed Eratostene

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Info su questo ebook

Eratostene, nato a Cirene nel 276 a.C, con la semplice osservazione delle ombre, calcolò la circonferenza della Terra con estrema precisione. Il risultato non piacque a Cristoforo Colombo, poiché nel caso fosse stato confermato, lui non sarebbe mai stato in grado di raggiungere le Indie via mare, navigando verso ovest. Allora rielaborò il calcolo per suo conto e i risultati furono presto sotto gli occhi di tutti. Non raggiunse mai le Indie, ma fu “salvato” dalla presenza inaspettata del continente americano. Tutti gli errori commessi da Colombo prima e dopo la celebre traversata sono rivisti in chiave critica e “forse” imparziale.
LinguaItaliano
Data di uscita30 ago 2019
ISBN9788831637411
Cristoforo ed Eratostene

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    Anteprima del libro

    Cristoforo ed Eratostene - Andrea Cocchi

    Indice

    Prologo

    Il principio e la fine

    Lisbona

    Isabella

    Cypango

    Viceré

    Il trionfo e il declino

    Catene

    Columbus Day

    Bibliografia principale

    Andrea Cocchi

    Cristoforo ed Eratostene

    … ma Colombo è stato davvero un eroe?

    Youcanprint

    Titolo | Cristoforo ed Eratostene

    Autore | Andrea Cocchi

    ISBN | 978-88-31637-41-1

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    L’americano che per primo scoprì Colombo

    fece una brutta scoperta.

    Georg C. Lichtenberg

    (1742-1799)

    Prologo

    In una limpida notte di inizio estate del 1493 alcuni gentiluomini stavano consumando la cena nel cortile di un elegante palazzo di Granada. Le ormai calde temperature del giorno avevano lasciato il posto alla brezza della sera. La città che da fuori assisteva al convivio era bella, come sempre. Più in basso, il Rio Darro scivolava nel suo letto e accompagnava lo scorrere del tempo, in un’atmosfera carica di armonia e serenità. Il padrone di casa era Pedro González de Mendoza, Cardinale della Città. Aveva preso la guida di quella Diocesi da qualche mese, dopo che la città andalusa era tornata sotto la giurisdizione spagnola, ponendo fine alla lunga dominazione musulmana.

    Gli altri commensali erano alcuni tra i più importanti notabili della zona e anche il Clero era ben rappresentato, ma l’ospite d’onore del Cardinale quella sera era il marinaio italiano da poco tornato dal viaggio più incredibile che si potesse immaginare. Aveva raggiunto le Indie navigando verso ovest, lo chiamavano Colòn, ma era nato come Colombo, Cristoforo Colombo.

    Complice qualche bicchiere di troppo, gli ospiti punzecchiavano Cristoforo, tutto sommato cosa aveva fatto poi di così speciale? Bastava navigare sempre diritto e il gioco era fatto. Tutti l’avrebbero potuto fare, bastava avere i mezzi che la Regina Isabella gli aveva messo a disposizione. Colombo, per tutta risposta, prese un uovo e sfidò i suoi interlocutori ad una nuova prova, secondo lui, altrettanto facile. Chi riesce a tenerlo dritto sul tavolo? I nobili spagnoli sorrisero compiaciuti e, dopo aver provato in tutti i modi, sentenziarono che ciò era impossibile. Colombo prese allora l’uovo, lo sbatté sull’estremità incrinandone il guscio, così che rimanesse dritto senza rotolare. Il Cardinal Mendoza e i suoi ospiti insorsero:  Non vale! Così l’avremmo potuto fare anche noi!.

    La risposta di Colombo fu sferzante e rimase negli annali: "La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!"

    Ma cosa aveva veramente fatto quel marinaio italiano, così permaloso?

    Il principio e la fine

    La straordinaria traversata dell’Oceano Atlantico da parte di Cristoforo Colombo è stata raccontata in una vasta quantità di scritti e testimonianze, tanto da fare del navigatore genovese uno dei personaggi più celebrati della Storia dell’Uomo. La sua etichetta di Scopritore del Nuovo Mondo si è tramandata nei secoli, a partire da quel 12 ottobre del 1492, quando lui, con le sue caravelle, toccò per primo il suolo americano.

    Siamo appena all’inizio, ma cerco di togliermi subito dall’imbarazzo prendendo una posizione chiara che da ora in poi non sarà sempre indulgente verso il Protagonista di questa Storia. Cominciamo con l’analizzare quel complemento predicativo del soggetto così pesante e definitivo: per primo.

    Nel film Non ci resta che piangere (1984), il premio Oscar Roberto Benigni (Saverio) spiega all’amico Massimo Troisi (Mario) che l’America l’hanno scoperta per primi gli americani, visto che erano lì da chissà quanto tempo, prima cioè che arrivasse Colombo. E questo ovviamente fa un po’ ridere, ma se vogliamo dirottare la nostra attenzione su dati decisamente più seri e documentabili, è oggi ormai del tutto assodato che i grandi navigatori norreni (Vichinghi) colonizzarono le coste della Groenlandia, già intorno all’anno 985. Erik il Rosso, sembra anche per sfuggire ai guai con la Giustizia del suo Paese, intraprese numerose traversate verso le terre ancora sconosciute situate a nord-ovest. Sempre intorno all’anno 1000, il figlio di Erik, l’esploratore islandese Leif Erikson, scoprì una terra rigogliosa e ospitale che chiamò Vinland e che altro non era che l’odierna Isola di Terranova, in Canada.

    Erikson può perciò essere a ragione considerato l’europeo che per primo ha toccato il continente americano. Come riconoscimento e forse anche un po’ in polemica con il più noto Columbus Day, il 36esimo Presidente degli Stati Uniti, Lyndon B. Johnson, nel 1964 rese finalmente giustizia al navigatore islandese, ufficializzando le celebrazioni del Leif Erikson Day, ogni anno, il 9 di ottobre. Il racconto della scoperta di Terranova, in passato ritenuto leggendario, è stato definitivamente confermato nel 1961 con il ritrovamento di un insediamento vichingo dell'XI secolo a L’Anse aux Meadows, proprio da quelle parti. Di quel sito archeologico (patrimonio dell’Unesco) fanno parte alcune tombe, una segheria e addirittura i resti di un cantiere navale. L’isola, il cui clima all’epoca era decisamente più mite di quello attuale, fu in seguito raggiunta, nel 1325, dai fratelli veneziani Niccolò e Antonio Zeno, anche se la scoperta ufficiale, forse proprio per salvaguardare la prima volta di Colombo, verrà postdatata fino al 1497, dandone il merito a Giovanni

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