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La moneta: Effetti sulla politica economica
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E-book51 pagine37 minuti

La moneta: Effetti sulla politica economica

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Si analizzano gli effetti della moneta unica sulla politica economica, gli effetti causati da politiche di austerità, descrizione dei benefici ottenuti dalle banche private rispetto alle banche centrali nazionali, ai loro altissimi guadagni e gli Stati che si espongono come garanti della solvibilità delle banche stesse.

Si introducono anche i concetti di crisi ed effetti causati dall’adozione della moneta unica e dalle regole imposte attraverso trattati che in Italia sono stati garantiti ed applicati non tenendo conto quasi di ciò che nel Paese succede, dovuta ai tagli a tutta una serie di servizi essenziali quali sanità, scuola, istruzione, assistenzialismo ed ammortizzatori sociali.

Inoltre si discute sul concetto si “signoraggio euro” il quale ha tolto ai singoli Stati il potere principale di autofinanziarsi con l’emissione della moneta nazionale. Si discute anche dei “suggerimenti” richiesti dalla Commissione europea e adottati alla lettera dal Governo Monti, a partire dalla riforma delle pensioni, del lavoro che ancora oggi si discute sull’abolizione del famoso art. 18 dello statuto dei lavoratori.

Letizia Vella, appassionata di materie giuridiche, ha frequentato l'I.T.C. G. Filangieri di Formia laureandosi successivamente in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Attualmente è docente di diritto ed economia presso le scuole superiori.
 
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita16 set 2019
ISBN9788834186022
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    La moneta - Letiza Vella

    Introduzione

    Si analizzano gli effetti della moneta unica sulla politica economica, gli effetti causati da politiche di austerità, descrizione dei benefici ottenuti dalle banche private rispetto alle banche centrali nazionali, ai loro altissimi guadagni e gli Stati che si espongono come garanti della solvibilità delle banche stesse.

    Si introducono anche i concetti di crisi ed effetti causati dall’adozione della moneta unica e dalle regole imposte attraverso trattati che in Italia sono stati garantiti ed applicati non tenendo conto quasi di ciò che nel Paese succede, dovuta ai tagli a tutta una serie di servizi essenziali quali sanità, scuola, istruzione, assistenzialismo ed ammortizzatori sociali.

    Inoltre si discute sul concetto si signoraggio euro il quale ha tolto ai singoli Stati il potere principale di autofinanziarsi con l’emissione della moneta nazionale. Si discute anche dei suggerimenti richiesti dalla Commissione europea e adottati alla lettera dal Governo Monti, a partire dalla riforma delle pensioni, del lavoro che ancora oggi si discute sull’abolizione del famoso art. 18 dello statuto dei lavoratori.

    EFFETTI DELL’EURO NELLA POLITICA ECONOMICA E PIL PROCAPITE

    " La crisi può essere una vera benedizione

    per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio

    la crisi a portare progresso. La creatività nasce

    dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte

    oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva,

    le scoperte e le grandi strategie" [1]

    1.1 EFFETTI PREVISTI, REALI, CRISI

    Il processo di indebitamento pubblico, in Italia, si impenna due volte: negli anni Settanta ed all’inizio degli anni Ottanta, in coincidenza e per effetto di due scelte politiche ben precise [2] .

    Nel 1982, si è preceduto all’eliminazione dei vincoli di portafoglio delle banche che, imponendo a queste ultime l’acquisto dei titoli del debito pubblico a bassissimo tasso di interesse, consentivano allo Stato di approvvigionarsi di moneta senza stamparla ex novo e senza far crescere in modo esponenziale il debito stesso. Nel 1983 si attuò la privatizzazione del debito pubblico [3] , ossia costrinse lo Stato ad approvvigionarsi di moneta per finanziare i propri disavanzi ricorrendo al mercato esponendosi cosi alla speculazione ed al ricatto delle agenzie private di rating americane.

    Nel febbraio-marzo del 1985, il rendimento dei titoli del debito pubblico italiano superava il costo del denaro per i migliori clienti [4] .

    Nella seconda parte degli anni ottanta, l’Italia fece parte dello SME che, grazie ai cambi fissi tra le monete europee, permetteva agli Stati più forti [5] di rafforzarsi non rivalutando il cambio e riducendo i tassi di interesse, con ciò rafforzando la propria produttività e l’occupazione; condannando gli Stati deboli [6] di indebolirsi non potendo più ricorrere alla svalutazione per recuperare competitività e trovandosi a far crescere i tassi di interesse per attirare investimenti finanziari dall’estero, così limitando la produzione e l’occupazione [7] .

    Il 1992, con Ciampi Governatore della Banca d’Italia e Amato premier, vedrà il famigerato Britannia Party, l’uscita della lira dello SME, la sua svalutazione del 30%, la svendita degli assets pregiati ai capitali stranieri. Poi è arrivato l’euro, che non è una moneta unica [8] , ma un sistema di cambi fissi tra monete, analogamente al defunto SME [9] .

    La

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