Deal: parte 1

Di Edivad

«Tempo fa ero nella tua stessa situazione ma, nonostante questo fardello di sensi di colpa che porto, mi ritrovo ancora incatenato a questo mondo corrotto. Questo privilegio mi è stato donato dalla stessa persona che ho ucciso, di conseguenza, seguendo i suoi passi farò lo stesso con te. [...]»

• Lingua: Italiano
• Editore: Edivad
• Data di uscita: 10 ott 2019
• ISBN: 9788834197219

Anteprima del libro

Edivad

Deal

parte 1

UUID: ff8af2b2-eb67-11e9-a08b-1166c27e52f1

Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

http://write.streetlib.com

Indice dei contenuti

- Prologo -

- 1 -

- 2 -

- 3 -

- 4 -

- 5 -

- 6 -

- 7 -

-8-

- Prologo -

Esiste qualcuno che non abbia mai sognato.

La mia testa in questi ultimi anni è colma di dubbi ma questo è quello che emerge con più frequenza durante le mie riflessioni. Tutti oramai si soffermano a fantasticare su cosa sarebbe successo se avessero intrapreso un'altra strada nel percorso della propria vita. Delle volte si smette persino di vivere nella realtà per rifugiarsi in quel mondo fittizio dalle sembianze perfette. Anche io lo facevo spesso prima di morire, in origine per colmare i momenti di noia successivamente, il raggiungere quell'utopia è diventa la mia ragione di vita. Tutto questo delle volte non fa altro alimentare quell'egocentrico desiderio di distinguersi dalla massa, celato in ognuno di noi. O almeno, così pensavo. Essere ambiziosi non è sbagliato sia chiaro, ciò nonostante, come in ogni cosa, bisogna stare attenti, ve lo posso garantire io, un ex dipendente da gioco d'azzardo. Il mio interesse, a differenza degli altri, non riguardava delle stupide banconote né la fama. Il rilascio di epinefrina all'interno del mio corpo durante la sfida e la gioia della conseguente vittoria, era quella la mia motivazione per giocare. Ogni giorno puntavo sempre più in alto, finché non raggiunsi l'obiettivo che mi posi durante una sbronza in un bar. In parallelo a quell'evento è iniziato anche il declino della mia esistenza, solo dopo molto tempo mi sono rassegnato e ho imparato a cogliere i lati positivi delle mie scelte invece che sognare. Il mio sguardo annoiato un giorno si posò su una persona bizzarra, un sognatore proprio come ero io in passato. Quel ragazzo, colui che mi aiutò a riprendermi, è l'eroe dimenticato. In questi manoscritti come avrete capito narrerò ciò che è accaduto prima, durante e dopo lo scontro più devastante di tutti i tempi, il terzo conflitto di Tolemac. Non sarà illustrata in modo oggettivo e in terza persona ma attraverso il punto di vista del personaggio chiave di tutto l'evento. Solo quando sarà necessario ci sarà quello di tutti gli altri soggetti principali. I vari cambi di visuale renderà il racconto più completo e pulito possibile cosicché possiate sapere come sono andate realmente le cose anche se lui non avrebbe voluto. Riuscirete a capire in questo modo chi era dalla parte dei buoni e chi no? Ne dubito, anche se neanche io ho una risposta corretta a questo quesito. Il tutto inizia in una calda giornata d'estate in una città quasi deserta.

Immaginate un ragazzo alto, magro che ha gli occhi marroni e i capelli castano scuro, con il ciuffo ribelle sulla nuca. Sta passeggiando con lo sguardo perso nel vuoto tuttavia, grazie alla sua fortuna, incontra il classico stereotipo del bulletto di quartiere, nonché suo compagno di classe.

«Oh che grande coincidenza. Avevamo un conto in sospeso io e te, non è così?» Sghignazza il teppista.

Il suo nome è Raul, è un ragazzo dal fisico imponente con i capelli rasati quasi a zero e gli occhi verde scuro. Neanche il tempo di rispondere che, il nostro eroe, si trova con la mano di Raul intorno al suo collo e con i piedi distanti dal suolo di pochi centimetri. La morsa si fa lentamente più stretta e i respiri della sua preda si fanno sempre più affannosi, tanto da colorare il suo viso di una sfumatura leggermente più accesa. Una volta che ha sferrato un pugno allo stomaco della vittima, il cellulare del prepotente emette un breve trillo, gli è arrivata una notifica. Quasi dispiaciuto di dover interrompere quella rissa a senso unico, lascia la presa facendolo quindi cadere per terra cosicché potesse leggere il messaggio.

Grazie a quella pausa che gli ha concesso involontariamente, il nostro divo ha la possibilità di rimettersi in sesto e di riprendere fiato prima del secondo round che, tuttavia, non inizierà mai.

«Mi dispiace doverti già abbandonare sfigato, ma il dovere mi attende, salderemo il debito un'altra volta.» Comunica Raul dopo aver digitato qualcosa sul display.

«Tutto qui scimmione?» Bisbiglia provocatorio il ragazzo con il ciuffo dopo essersi rialzato vedendolo andarsene.

Si è bevuto il cervello? Il cazzotto è stato così violento da fargli dimenticare chi ha appena sfidato? Attiverà un super potere latente talmente forte da ribaltare la situazione? A quanto pare no.

«Cosa hai detto scusa?» Chiede Raul girandosi di scatto.

Il destino ha sorriso al nostro eroe donandogli una seconda chance per ritirare ciò che ha detto ma decide di non farlo, anzi, rincara la dose.

«Tutto qui quello che sai fare maledetto scimmione ammaestrato?»

«Come osi parlarmi in quel modo?!» Esclama Raul con una espressione stracolma di rabbia.

«Ti prego, devi per forza usare una frase talmente scontata? Guardati, sei talmente rosso che sembri