Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La Bella Figura: La legge di Murphy applicata alla borghesia partenopea
La Bella Figura: La legge di Murphy applicata alla borghesia partenopea
La Bella Figura: La legge di Murphy applicata alla borghesia partenopea
E-book257 pagine2 ore

La Bella Figura: La legge di Murphy applicata alla borghesia partenopea

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L’autrice italo – francese, è nata e ha vissuto a Napoli per 18 anni, e vive ormai da anni a Parigi.
" Immaginate la nostalgia che si puo' provare a stare tanti anni distanti da casa ...Il mio romanzo è un tentativo di lenire la lontananza dalla città e dagli anni benedetti dell’adolescenza, degli scintillanti e naif anni ottanta napoletani che porto nel cuore.
Napoli : sistema sociale unico. Ho voluto riproporre in chiave umoristica e parzialmente autobiografica, la struttura ierarchica originale secondo la quale il « signore » aveva sicuramente più bisogno del « popolino » che il « popolino » del « signore » - e che ancora sussisteva alla fine degli anni ottanta. "

 
LinguaItaliano
Data di uscita25 ott 2019
ISBN9788835323594
La Bella Figura: La legge di Murphy applicata alla borghesia partenopea

Correlato a La Bella Figura

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La Bella Figura

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La Bella Figura - Paoletta Berg

    Figura

    Capitolo 1

    Le tende ondeggiavano lentamente alla carezza del vento piovoso.

    La luce proveniente dalla strada inondava il salotto napoletano di un'antico chiarore giallognolo, come se i raggi del sole fossero filtrati da vetro di bottiglia, e tutto il Parco Margherita zittiva sotto questo velo grondante di verde acqua novembrina.

    Scorrevano impetuosi i torrenti lungo i marciapiedi, portandosi via detriti e minuscoli fasci d'erba strappati e trascinati verso le fogne da questo manto viscido che aggioga la città dall'Ognissanti ininterrottamente fino a dicembre.

    Ad Antonio Siberia sembrava che il destino, anzi la Fortuna lo trascinasse con lo stesso liquido vigore sino ad apici di ondeggiante felicità, di spumosa allegria e se non fosse stato per i suoi sensi sempre all'erta, probabilmente non si sarebbe accorto che l'avvocato Abbindi alle sue spalle se ne stava andando.

    Ma come Avvocato, già ve ne andate?

    Eh, ma il mio modesto ruolo è finito Don Anto'... Quello che vi dovevo riferire ve l'ho riferito... Adesso fate voi.

    Abbindi lancio' uno sguardo distratto alla figura della Signora delle Grazie i cui occhi, cosi' gli apparve, sembrava lo seguissero attraverso il salotto. Certi quadri davano questa impressione a volte.

    Ma voi siete certo che vi accontetate di 20 milioni? Non è che poi...Niente scherzi!

    L'avvocato si mise a ridere in modo strano.

    Ci mancherebbe pure che vi mettiate a pensare ai miei interessi, Don Antonio! D'altra parte io sono solo il tramite in questa faccenda: l'affare è vostro. E poi, come si dice: il piacere di farvi un favore già mi appaga, praticamente i 20 milioni sono un extra.

    Nostra Signora ricambio' il suo sguardo dalla parete dirimpetto.

    E chiamatelo affare, avvocà! Quest'è l'occasione della mia vita!

    L'espressione di Siberia fù cosi' intensa che l'istinto di sopravvivenza di Abbindi gli detto' di fare un passo indietro, verso la porta.

    Sembrava che gli anni fossero improvvisamente spariti da quel viso. L'affanno accumulato durante mezzo secolo di un'esistenza dedita al profitto si era di tratto dissolto, e Antonio adesso si sentiva un uomo nuovo, terribile, scosso fino alle viscere da un immenso appetito.

    Qua se tutto va bene, in un ora guadagno quanto ho messo 25 anni a racimolare, con la fatica e il sudore e tutti i debiti lasciati dal fallimento della buonanima e pateme, che quando guagliune scendevo alle Oreficierie me pigliavane a sputate 'n faccia ! Ma ecco la rivincita! E' giunta l'ora del mio trionfo: Antonio Siberia nun e' tene cchiù 'e toppe 'n cule!

    Se mi posso permettere, Don Anto', questo non lo dice nessuno: voi tenete fior di reputazione in tutta Napoli, una casa meravigliosa! Con questi mobili di classe, e quel quadro..!

    Vi piace 'o quadre, eh? Vi piace — piace a tutti. Sapete come me lo sono procurato? Durante una vendita all'asta: una famiglia rovinata, alta borghesia; il padre deceduto in un brutto incidente, grossi debiti e ufficiali giudiziari di mezzo, tra i quali una mia conoscenza...Eh, purtroppo cose che accadono.

    Certo, certo...Abbindi osservo' il volto della Vergine, dai tratti stranamente sfumati come dietro un velo. Con gesto automatico scivolo' la mano in tasca e fece le corna.

    Tutta Napoli si mangia il limone davanti a quella tela! Dovreste vedere gli sguardi di ammirazione quando organizzo il Cenone di Capodanno...Invito tutta la gente che conta, politici, giudici, avvocati, pure qualche aristocratico – fanno sempre bella figura a tavola – il giudice Manganelli con la moglie...

    Il presidente dell'Ordine dei Magistrati?

    Si, quello là! Mi mangiano tutti nella mano, lui compreso. E sapeste quanto si danno da fare per essere raccomandati: Commendatore carissimo! Esimio Cavaliere Siberia! Ne provano di tutte! E la cena da non mancare, capite? Non essere presente vuole dire non esistere a Napoli, non far parte della jetset locale. La città ne parla per intere settimane, è tutta pubblicità gratuita, buona per gli affari. Solo i bristols per gli inviti mi sono costati un accidenti. Li ho spediti ieri.

    Dopo l'affare di dopodomani potrete invitare pure il Presidente del Consiglio.

    Ma voi assisterete, si?

    Al Cenone?

    Alla vendita, voi ci volete assistere? Avvocato! Ma a cosa state pensando?

    Al vostro mezzo miliardo naturalmente.

    In quel preciso istante, come il calore del fulmine dilata l'etere quando si schianta al suolo, e l'attimo seguente il silenzio si acutizza in una nota altissima, cosi' tutto cambio' nella stanza: il parquet scricchiolo' sotto i piedi di Siberia, simultaneamente la porta del salotto produsse una lieve vibrazione e tutta la stanza si riempi' di elettricità statica. I globi oculari di Abbindi si misero a pulsargli nelle orbite.

    SSSHH! Avvocato!!! Ma voi fusseve asciute pazze? In questa casa le mura hanno occhi e orecchi. Ci sono spie pronte a ghermire la minima briciola di informazione! Mo' vedete se non vi arriva un'altra volta il caffè.

    Il caffè! Di nuovo? Già mi sono bevuto due tazzine, senza volere fare complimenti, ma...

    E mo' vedete!

    'O ccafè! Lor signori gradiscono?

    Abbindi aveva un figlio di cinque anni, Renato, il ritratto della madre: la domenica pomeriggio, quando non era ritrasmessa la partita, padre e figlio per togliersi di mezzo alle faccende casalinghe si guardavano una video. Due settimane prima era toccato a « Alice nel paese delle meraviglie » di Walt Disney.

    La giunonica donna apparsa sulla soglia e che portava il vassoio aveva, lo avrebbe giurato, il sorriso del Ghignagatto.

    Concetta Follicolo, in arte Tina Marzo gli porse la tazzina fumante lasciando aleggiare un sogghigno che gli parve li' per li' inquietante, accompagnato da una breve, maliziosa strizzatina d'occhio, proprio come nel cartone animato.

    Poi con fare sinuoso si avvicino' al padrone di casa, senza distogliere lo sguardo dall'invitato.

    Titi, ve ne siete venuta un'altra volta? Iate venne! Stiamo parlando di cose private, pri—va—ty lo volete capire?

    Si' si' come no Dotto', v'aggia privà della mia presenza, sarebbe in inglese .

    Ecco .

    La donna di servizio accenno' un lieve inchino allisciandosi la gonna col palmo della mano, senza più guardare in faccia a nessuno. Gli occhiali le scivolarono lungo il naso, arrestandosi alla verruca sulla narice; se li riporto' su col dito, quindi tiro' indietro una mèche di capelli neri e ricciuti, con esagerata lentezza.

    E io me ne vado, ma prima vi devo avvertere che è la quarta volta che ci rimetto la dieci lire dentro all'ascensora della signora madre vostra, e mo' sono 40 lire che mi dovete. Io non tengo la fortuna e' Lauro e credito non lo pozzo fà.

    Ma come vi permettete Titi', davanti a un ospite vi mettete a parlare di soldi!

    Me lo ha detto la signora vostra, Don Tonino. Proprio stamattina, cosi' mi ha detto: Titi' demandate a quel salo' – mi pare che cosi' si dice – salo' de mon marit di ve le dar e fatevi dar anche i solde per la spese o senno' a pranze non torn ed è miglior che va a manjiar dalla sua maman. Io riferisco.

    E io ve ne caccio a voi e a mugliereme!

    Forse è meglio che tolgo il disturbo.

    Per carità, Avvocato, queste sono quisquilie, anzi scusate se siete OBBLIGATO ad assistere a codeste scene di domestica abbiezione. Oramai è un pezzo che la servitù non ha più il senso del rispetto...Dalla rivoluzione del '68, o' vvi'...Quello è stato. Les soixanthuittards, pure mia moglie ne è rimasta contaminata...Purtroppo è parigina dalla nascita: non che sia colpa sua in fin dei conti. In Francia pare che cosi' nascono, è un fatto congenito – e all'inizio mi piaceva pure, dava senso esotico tutta quell'aria di superiorità... Tina, ma voi state ancora qua! Sparite, al mio ordine dovete sparite aveta capito! Scio'! Ma che state facendo, il saluto militare? Ma vuie me stesseve pure sfuttenne?

    Mai mi permetterei signor Tony, me ne vado subito.

    La donnona si avvio' senza fretta verso l'uscio, il seno prorompente sotto il camice scuro, le galoscie da ménage troppo piccole per i suoi piedi. Si giro' un'ultima volta verso l'avvocato, gratificandolo di uno dei suoi sorrisi tutto denti.

    A proposito Signor Toto', non vi scordate di pagarmi lo stipendio del mese scorso in modo che evito lo sfratto...Senza comando...

    Siberia boccheggio' qualche malaparola inaudibile e si sedette sulla punta della poltrona di velluto bordeau, ritappezzata di recente.

    Iene! Iene! Ci fosse un giorno in cui mi lasciassero in pace! Soldi! Solo a questo pensano: i soldi, notte e giorno, giorno e notte, un'ossessione — moglie, figli, mammina, a' cammerera. Ma che fanno senza di me, Avvocato? Chi sono senza Antonio Siberia, me lo volete dire? Tutto quello che tengono, quelle quattro pezze fetenti che si mettono in culo gliele ho date io! Mi sono spiegato?

    Si.

    E adesso parliamo concretamente. Sedetevi pure. State attento al tessuto, è nuovo. Avvocà, fate come me, appoggiate solo i glutei, n'ponta n'ponta.

    Siberia si chino' verso Abbindi, rimasto con le terga sospese a qualche centimetro dal cuscino avorio del divano, non osando sedersi.

    Spiegatemi un'ultima cosa: come facciamo ad essere sicuri che non si tratta di un tranello della Finanziaria?

    Se è per questo, nessun dubbio. Per essere Russi, sono Russi, credete al sottoscritto; e posso testimoniare che appena vedono un vigile urbano si fanno il segno della croce.

    Che c'entrano i vigili?

    Voglio dire: in un certo ambiente la vista di una semplice uniforme rende, come dire...Allergici.

    Un crampo improvviso ai muscoli addominali convinse l'avvocato ad assestarsi più comodamente, seppure con cautela, sull'agognato cuscino del sofà. Siberia comunque era assorto da ben altro pensiero, e già gli luccicavano gli occhi immaginando la scena dello scambio.

    Ma non sarà pericoloso, che poi va a finire che ci facciamo male?

    Don Antonio, vi potete fidare: li conosco. A loro interessa solo di potere scambiare una certa massa di liquido con della merce « pulita », in mano a gente senza problemi con la Polizia. La vostra fedina sta a posto, si?

    E come no. E voi vi permettete pure di domandare, Avvocato!

    Qualche sciocchezza la possiamo fare tutti...

    Io no. Andate avanti.

    Dunque, vi stavo spiegando che questa gente cerca, come dire,uno sbocco.

    Si, uno spaccio praticamente.

    Don Antonio, non parlate cosi' senno' i miei clienti si offendono! Loro lo chiamano investimento, e in fondo di cio' si tratta: i loro soldi contro i vostri brillanti.

    Non mi raccapezzo che me li vogliano pagare il doppio del loro valore! A me pare una cosa aliena.

    E vi volete lamentate? Don Anto', stiamo parlando di un'altro mondo, l'Alta Finanza! Come a volere paragonare acqua termale e acqu 'e chiaveche.

    E l'acqua di chiavica chi sarebbe, scusate?

    L'avvocato continuo' imperterrito a recitare la parte che gli avevano assegnata.

    Ai miei clienti interessa la plusvalenza. Non hanno fretta. I brillanti li mettono in una cassaforte di una banca di Leningrado o moscovita, e là li lasciano per 5, dieci, venti anni, fino a quando il mercato europeo non rivaluta il valore dei diamanti. Per loro cinquecento milioni sono un affare. Voi fornite della merce vergine che un domani varrà anche più del doppio di oggi, tenuto conto del corso del brillante — finito ahinoi nei fustini di Ariel, e si disfano di una somma che l'interessato, cioé voi, vi incaricate di « riciclare ». Poi la finalità è di reiniettare soldi sputtanati in un giro vertuoso. E chiaro il discorso? Senno' vuol dire che ricomincio un'ennesima volta. Oramai, visto il corso mondiale dei diamanti, un affare del genere non si ripresenterà più in tutto l'arco della vostra esistenza, rendo l'idea?

    E non vi arraggiate, avvocato! Sono dieci anni che ci conosciamo, e ancora non siete abituato? Io capisco in fretta ma mi si deve spiegare a lungo. Sono della vecchia scuola, diffido dei metodi moderni, la mondializzazione degli scambi...Faccio il commerciante da 37 anni, e lo faccio bene, non ho bisogno d'o' vor—treded'o' sacicce per guadagnarmi da vivere. Pero', se quest'era moderna mi puo' dare più danaro allora mi ci adeguo volentieri. Come si dice, c'è sempre da imparare.

    Ma voi la partita già l'avete integralmente?

    Per la verità ho appuntamento questo pomeriggio con Testa, un mio vecchio fornitore di Aversa. Arriva con gli ultimi carati.

    E le pietre sono belle? Mi raccomando Don Antonio, non facciamo come l'altra volta con i miei clienti del Vomero coi quali mi avete fatto fare proprio una figura di merda!

    Fosse stata colpa mia? Il brillante era di tre carati, come mi avevate chiesto.

    Tre carati si' li faceva, ma sott'a lente pareva un denticuozzo tanto era macchiato. Anche una creatura se ne sarebbe accorto! E difatti, quel giorno per colpa vostra ho perso due ottimi clienti. Don Anto' voi fate sempre accussi'!

    Comunque questa volta la partita è composta di diamanti di qualità extra.

    Don Anto', mi raccomando, non scherzano!

    Avvocato, non mi avete risposto ancora: assisterete alla vendita?

    Abbindi parve esitare un momento, in bilico tra due pensieri, poi fini' con l'annuire e indico' il quadrante della Rolex che aveva al polso.

    Commendatore, dopodomani vi vengo a prendere io in macchina alle 6 di mattina, voi e vostro fratello Mariolino. Il posto è segreto e non ve lo posso ancora svelare. La settimana scorsa ci sono pure passato.

    E che avete visto?

    Niente! Ve l'ho detto, è segreto. Se si vede che segreto è?

    Giustamente.

    Siberia si chino' verso il legale, abbassando la voce in un sospiro.

    Voi non sapete quanto ho dovuto fare per comperare tutti quei diamanti! Le mie partite non bastavano, mi sono dovuto indebitare presso brutta gente.

    Si passo' sul viso acuto la mano minuta come quella di un vecchio bambino, scura e grassoccia come lo era tutta la sua fisionomia, con una dolcezza inconsueta.

    Abbindi noto' che la vestaglia nella quale si era avvolto sembrava troppo grande per lui, o forse era proprio Siberia che si era rimpicciolito, accasciato su se' stesso come certe persone anziane nelle case di cura specializzate che sembrano tutte un po' sbiadite.

    I soldi che ci sono voluti! Se avessi avuto più tempo a disposizione, anche due settimane, mi sarei recato direttamente ad Anversa. Là basta andare a vedere le persone giuste, mettersi d'accordo — una semplice stretta di mano e via. Ma in Italia... Ce vole a mane e Ddie'! Nessuno ti fa fiducia se non vede prima i soldi.

    E per convincere mia moglie!

    Inclino'il capo lucido, perfettamente pettinato, con aria birichina.

    Sono riuscita a farla fessa un'altra volta!

    Sarebbe a dire?

    Siberia sorrise a Abbindi. Un minuto dopo l'avvocato scendeva le scale marmoree del palazzo patrizio, sconvolto.

    ************************

    Signo', io ho capito solo che stava facendo ate 'mbruoglie!

    Stamattina non è uscito comme al solito. Quando gli ho chiest e comme maje, non mi ha neppuré risposto . Ormaje non mi parle più neanch e à moi.

    Nadine Siberia riposo' la tazza di porcellana rosa sul vassoio vicino alla teiera Lalique regalo di sua madre, e richiuse annoiata le pagine de L'insostenibile leggerezza dell'essere. Alzando alta la mano dalle dita bianche e affusolate, invito' Toto a lanciarsi per cogliere il biscottino che gli porgeva. Lo spinone le obbedi con pronta golosità.

    'O fatte è, signora bella, che quando 'o marite vuoste

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1