Il naufragar m’è dolce in questo web

Di Gianni Raugi

Perché essere sui social network? Semplice, perché altrimenti non sei nessuno.
I social network sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, questo è un dato di fatto indiscutibile. Facebook, Twitter, Instagram… sono solo alcuni dei social più famosi e utilizzati che registrano giornalmente condivisioni, aggiornamenti e apprezzamenti da tutte le parti del mondo.
I social sono mezzi comodi, accessibili da chiunque e in pochi click. Basta un indirizzo e-mail e una password e sei subito connesso con la realtà virtuale. Che tu sia in ufficio, a casa o per strada, non ha alcuna importanza, puoi usarli anche da lì. Grazie ai social network puoi curare i tuoi rapporti interpersonali, non solo restando in contatto con chi già conosci ma anche facendo nuove amicizie e conoscenze. Puoi condividere pubblicamente tutto ciò che riguarda le tue passioni e i tuoi pensieri in modo da cercare un confronto con i tuoi contatti. Tutti abbiamo il desiderio di essere ascoltati e di relazionarci attivamente con chi ha qualcosa in comune con noi.
Possiamo utilizzare i social per esternare liberamente i nostri stati d’animo con la speranza di essere compresi o come semplice valvola di sfogo.
Per Gianni Raugi il proprio profilo, e di conseguenza i pensieri che compaiono in questa silloge, è una sorta di diario del naufrago, testimonianza del suo passaggio sul web... anche quando ne sarà scomparsa ogni traccia, anche quando avrà deciso di cancellarsi dai social.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 1 nov 2019
• ISBN: 9788832926033

Anteprima del libro

mare...

Social club

Qualcuno un giorno mi disse: Se non sei nei social... non esisti.

Sono passati anni prima che il continuo pensare a questa cosa mi portasse, un giorno, a iscrivermi su Facebook.

Mi sentivo tagliato fuori, questo è il fatto.

Sbarcare in questo luogo virtuale, però, non è stato come mi aspettavo, perché, nonostante le tante richieste di amicizia, mi sono sentito fin da subito sprofondare nella solitudine assoluta pari quasi a quella di un naufrago approdato su un’isola selvaggia.

In questo luogo inesplorabile, alle prese con amici veri e presunti, mi sono trovato a dialogare con tutti e con nessuno, talvolta forse solo con me stesso, ma è anche vero che sono affiorate delle affinità.

E se adesso, nella vita reale, frequento nuove persone interessanti, un poco lo devo a certi incontri virtuali.

Ma il tempo scorre incessante in questo mare cibernetico e se un giorno dimentichi gli auguri per un compleanno, se è un po’ che non metti un like a una foto... senti che in qualche modo sei sul punto di venirne escluso. E allora cominci a defilarti silenziosamente.

Come Robinson, che per quanto amasse la sua isola, sapeva che un giorno se ne sarebbe andato... così io da sempre so che prima o poi cancellerò il mio profilo.

Cosa resterà allora di me, delle foto che ho pubblicato, delle persone che ho incontrato, di ciò che ho condiviso?

Ecco il perché di questa piccola raccolta di pensieri che a suo tempo avevo pubblicato in rete e altri che invece ho fermato un attimo prima che partisse il tasto invia.

Sono cose scritte a seguito di emozioni scaturite da una foto, da una vecchia cartolina, dai ricordi di qualcuno, da storie simpatiche, da buffe situazioni.

Un po’ come il diario del naufrago, questa piccola pubblicazione sarà la testimonianza del mio passaggio in questo luogo irreale... anche quando ne sarà scomparsa ogni traccia.

Nel viaggio di