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L'arcolaio spezzato
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L'arcolaio spezzato
E-book91 pagine24 minuti

L'arcolaio spezzato

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Info su questo ebook

Nell’angolo c’è
l’arcolaio spezzato:
la ruota
muta
grida
da ferma
il tempo che è passato.

di Luca Mazzocchi
L’Arcolaio Spezzato” nasce come conseguenza del libro che lo precede, “La Matematica Del Buio”, ne è l’estensione delle tematiche, che sono quelle del ricordo e delle assenze che vanno a fortificarsi con la presenza costante del paesaggio della pianura e della montagna, dove Bergamo, in qualche modo, sta.
È una silloge di suture, di piccoli ritagli nel buio, dove le cinquanta poesie sono solo una piccola parte di un’opera più vasta, in continuo sviluppo, che ha raggiunto e superato il migliaio di poesie. Come ha scritto, in una breve recensione, il poeta Antonio Bux, “C’è un amore lieve ma anche fortemente difeso. E poi un cadere a picco spesso degli ultimi versi, alternati così a versi invece più lunghi e corposi. Spesso vi sono corollari, ripetizioni o allitterazioni, ma che non stancano grazie alle immagini molto “fresche”.
LinguaItaliano
Data di uscita23 dic 2019
ISBN9788833283982
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    Anteprima del libro

    L'arcolaio spezzato - Luca Mazzocchi

    Zandt

    Prefazione

    Amore elementale: il verso come alchimia

    È con una domanda carica di presagi che si apre questa raccolta di Luca Mazzocchi, la seconda edita nel corso di un anno. Il poeta pone il quesito in esergo, attraverso la voce di Townes Van Zadt, rivelando quale lo strappo indagato dal nucleo di versi che seguiranno: l’antica paura di essere abbandonati, così vivida nelle memorie infantili e così ugualmente lacerante nelle dinamiche adulte.

    Essere abbandonati è la croce di chi resta, e il senso di smarrimento che ne consegue è raccontato dal poeta attraverso teorie di paesaggi, luoghi precisi con cui l’io-lirico sviluppa un rapporto conflittuale: se, da una parte, sono la tana in cui trovar rifugio (nel sudario del buio avvolgo il mio corpo), dall’altra sono prigioni da cui contemplare un mondo brulicante di vita, da lontano (ora la strada/ è uno scisma di corpi/ un baccano/ una volgarità di gambe).

    L’amata perduta vive la sintesi di questi sentori: appare inscritta negli spazi contemplati (riesco da qui/ a veder le tue montagne), così da essere al tempo stesso incarnata in un presente in cui però si rende indisponibile fisicamente ed emotivamente.

    "T’immagino come un picco

    una cima brulla fra le nebbie

    solcata dai nibbi e dai silenzi.

    Tanto vicina al sole e al cielo

    da non riconoscer più la terra".

    Nel dipingere l’amata Mazzocchi raggiunge in questa silloge la sua vetta: come un metallo battuto dal martello della coscienza, colei cui anela metamorfizza di quadro in quadro, secondo l’immaginario alchemico dell’io-lirico, carico di simboli.

    "Sei un’umana terra mentre ti alzi

    e io ho spaventose radici in te".

    L’amata è elementale: è terra, acqua, aria, fuoco.

    Se nelle prime tele Mazzocchi tratteggia una orografia d’amore, si affida poi al duplice simbolismo delle acque (morte, vita), alle virtù dell’aria e alla forza purificatrice e distruttrice del fuoco.

    "Ti volti

    nella fiamma che ormai t’avvolge

    la pietà brucia ogni parte di te

    e la folla dei devoti

    delle ore

    ha infiniti canti

    de profundis

    e nera nera gioia."

    In questo fare e disfare la figura dell’amata

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