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Le inchieste di William Carson, Il creditore di sangue.
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E-book115 pagine1 ora

Le inchieste di William Carson, Il creditore di sangue.

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Info su questo ebook

Londra 1889, William Carson, investigatore privato, viene incaricato dal direttore della Royal Mail di indagare sulla scomparsa di alcune carrozze nel tratto che collega Londra a Brighton. Coinvolto in un incidente, proprio lungo quel tragitto, nel bel mezzo della foresta William scopre un antico castello, vicino ad una strada asfaltata, inutilizzata da anni. Aiutato dai suoi nuovi amici, William riuscirà a svelare i terribili segreti che si celano dietro alla dimora e al suo strano e misterioso abitante? E cosa hanno a che fare con le recenti scomparse?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita1 mar 2020
ISBN9781071533918
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    Anteprima del libro

    Le inchieste di William Carson, Il creditore di sangue. - Anthony Stefano

    Capitolo 1: Londra 1889 – Ufficio della Royal Mail

    Londra, la città più popolata del mondo alla fine del 1889. Con i suoi artisti, i suoi aristocratici, i suoi quartieri ricchi da un lato e poveri dall’altro, i bisognosi e i dimenticati da Dio. Come al solito, la città era in pieno fermento, nonostante l’ora tarda. La giornata volgeva al termine, erano quasi le sette, era calata la notte, il rumore delle carrozze nelle strade fendeva la nebbia e saliva fino alla finestra di un palazzo la cui facciata era ingrigita dal fumo delle fabbriche vicine. È esattamente lì, al secondo piano, che comincia questa storia, in pieno ottobre, negli uffici della Royal Mail d’Inghilterra.

    — Signor Carson, disse un uomo dalla corporatura robusta, mi presento, Henry Spector, disse l’uomo stringendo la mano del suo ospite. Aveva degli enormi baffi bianchi e dei lunghi favoriti grigi. I suoi abiti emanavano un odore di sigari, che sicuramente aveva appena fumato e i cui mozziconi riempivano il posacenere sulla scrivania. Si sedette sulla sua poltrona.

    — Prima di tutto, lasciatemi dire che ho sentito parlare molto di voi, affermò accendendo un altro dei suoi sigari. Avrei preferito fare la vostra conoscenza in altre circostanze, credetemi. Vi prego, accomodatevi, indicando con la mano la sedia di fronte alla sua scrivania. William si sistemò comodamente.

    Vi ho fatto venire per parlare di un problema alquanto spinoso. Desiderate un bicchiere di Whisky?

    — No, grazie, disse William, non bevo alcolici.

    — Gradite una tazza di tè?

    — No grazie, rispose educatamente William.

    — Molto bene. L’uomo si alzò e si versò un bicchiere di Whisky. Sono dieci anni che sono direttore della Royal Mail. Ho conosciuto alti e bassi come in tutte le società.

    Tuttavia, lasciate che vi racconti una strana storia. A gennaio di quest’anno, una carrozza che stava trasportando la posta tra Londra e Brighton è misteriosamente scomparsa senza lasciare alcuna traccia. Fin qui nulla di interessante, direte voi. Probabilmente si è trattato di un incidente o di una semplice rapina. Sia quel che sia, né la carrozza, né la posta, né i passeggeri furono ritrovati. Tre mesi più tardi, in aprile, un’altra carrozza che collegava Londra a Brighton è nuovamente sparita. Come nel primo caso, né la carrozza, né la posta, e neanche il cocchiere furono ritrovati. Fino ad ora abbiamo pensato a dei cocchieri disonesti, che potrebbero avere dirottato le carrozze per farne non si sa cosa.

    L’uomo si avvicinò alla finestra che affacciava sulla strada e scrutò l’incessante viavai della città.

    — Lo scorso mese, anche il mio associato è scomparso insieme a tre uomini. La carrozza e i quattro uomini ad oggi sono ancora dati per dispersi. Signor Carson, i miei uomini non ne possono più, nell’edificio circolano voci di rapinatori, fantasmi ed un mucchio di altre cose. Se tutto questo dovesse venir fuori e arrivare all’orecchio della regina o dei giornali, posso dire addio al mio posto e finire a bere in qualche bar di Whitechapel. Conoscete la reputazione di Whitechapel, vero signor Carson?

    William la conosceva fin troppo bene, in effetti. Aveva indagato con il commissario Abberline su Jack lo squartatore qualche mese prima. Un gran numero di miserabili che mendicavano, dormivano per terra, gente che moriva tutti i giorni di freddo o di qualche malattia lungo le strade, donne che lavoravano di giorno e facevano le prostitute di notte.

    — Sì, conosco Whitechapel, signore. Vi ho passato una parte della mia vita. Perché non ha fatto richiesta a Scotland Yard? Chiese William.

    — Scotland Yard, ripeté Spector con tono ironico. Scotland Yard preferisce i morti ed il sangue anziché una banale storia sulla scomparsa di alcune carrozze. Inoltre, non desidero che questa storia venga allo scoperto. La mia reputazione rischierebbe di affondare. Signor Carson, vorrei che agiste con la massima discrezione. Mi sono spiegato bene? William annuì.

    — Non posso fidarmi di loro, ma voi, in quanto detective privato avete il mio permesso per investigare e perquisire questo edificio, le vetture e la posta, ma vi supplico, scoprite cosa ne è stato di queste persone e delle nostre carrozze. William mosse la testa in segno di approvazione.

    Uscendo dall’ufficio si recò a Parliament Street, e all’ingresso di Scotland Yard, un brivido lo attraversò da capo a piedi. Si aspettava che a quel punto tutti gli sguardi fossero puntati su di lui. Lui, che qualche mese prima lavorava ancora per la polizia. Entrò nell’ufficio e consegnò la lettera che aveva ricevuto quella mattina da Frederick Abberline.

    — Un attimo signore, avviso il signor Abberline del vostro arrivo. Dopo aver atteso per qualche istante su una vecchia sedia in legno, Abberline arrivò sul posto.

    — Buongiorno William, disse in tono gioviale. Venite, seguitemi. Sono contento che siate venuto, nonostante siate stato sospeso dal servizio, spero non serbiate troppo rancore nei miei confronti.

    — Non ne ho, disse William. So che non siete voi il responsabile. Sono sorpreso che Warren vi abbia autorizzato la mia visita.

    — Dovete sapere, William, che il Signor Charles Warren non lavora più con la polizia, già da qualche mese.

    — Non ne ero al corrente, disse William. Perché mi avete fatto venire fin qui signore?

    — L’abbiamo preso, disse Abberline con tono soddisfatto. Pensavo che doveste saperlo, voi che avete avuto molto da perdere da questo caso. Il cuore di William inizio ad accelerare i battiti.

    — Si chiama Francis Tumblety, disse Abberline, sedendosi dietro la sua scrivania. Prese un dossier e cominciò a leggere.  È irlandese, ma ha vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti. Medico di professione, era già accusato di complicità nell’assassinio del presidente Abraham Lincoln, tutto qui.

    — Ha dato le motivazioni di questo massacro? Chiese William

    — Occultamento di cadavere. Rivendeva gli organi prelevati agli ospedali e alle università. Un mercato fruttuoso.

    — È qui?

    — No, è rinchiuso in una cella nella Torre di Londra dove attende la sua sentenza, rispose Abberline.

    — Posso parlargli?

    — No, rispose Abberline.  Mi dispiace, ma non è possibile.

    — Qualcun altro sa che l’avete arrestato?

    — In pochi lo sanno, disse Abberline. Vogliamo evitare un altro caso come quello di Montague John Druitt (Montague John Druitt fu accusato ingiustamente di essere Jack lo squartatore e fu ritrovato annegato nel Tamigi).

    — Vi ringrazio per tutte queste informazioni, signor Abberline.

    — Vi prego, disse Abberline, è il

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