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Rationality shock - Scacco alle pseudoscienze
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E-book235 pagine3 ore

Rationality shock - Scacco alle pseudoscienze

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Info su questo ebook

Credere a qualsiasi cosa deve essere un libero arbitrio, ma la conoscenza è fondamentale. Altrimenti non c’è libertà.
Gianluca Giusti
Paranormale, paranormale religioso, pseudoscienze, misteri, complotti.
Il loro fascino è semplicemente irresistibile. Ma il fascino non è tutto e nemmeno l’evidenza, che sembra non lasciare spazio a dubbi. Si può uscire dalla via stretta dell’irrazionale che acchiappa così tanto? La risposta è tra le sue pagine. Cos’ha allora di diverso questo e-book? Il pensiero che va oltre le apparenze. Che analizza i fatti con lo strumento della logica, con parole comuni, semplicemente guardando e analizzato le cose, insieme alla spregiudicata ironia che caratterizza tutti i libri dell’autore. Se proveranno a raccontarti le loro apparenti verità saprai cosa rispondere. Forse distruggerò i tuoi sogni, forse li rafforzerò o forse, ti farò riflettere.

 
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2020
ISBN9788835834618
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    Anteprima del libro

    Rationality shock - Scacco alle pseudoscienze - Gianluca Giusti

    Gianluca Giusti

    Rationality shock

    Scacco alle pseudoscienze

    Paranormale religioso, paranormale, complotti

    Titolo: Rationality shock - Scacco alle pseudoscienze

    Autore: Gianluca Giusti

    Copyright © 2018 Gianluca Giusti

    Versione elettronica e copertina a cura di: Antonella Monterisi per conto di Saper Scrivere - Agenzia Letteraria e Servizi Editoriali

    Tutti i diritti sono riservati. Ogni riproduzione dell’opera, anche parziale, è vietata.

    Indice

    Prefazione

    Introduzione

    Iniziamo col dire che…

    Capitolo 1

    La Sindone

    I Miracoli

    Attentato al Papa: un altro miracolo?

    Immagini nei muri e statuine piangenti, stigmate e bilocazioni

    Possessioni diaboliche

    Reincarnazione

    Capitolo 2

    Ufo

    Il mito degli Antichi Astronauti: palaufologia o palafuffologia?

    Cerchi nel grano

    Triangolo delle Bermuda

    Scie chimiche: il complotto del chissà chi

    Capitolo 3

    Astrologia

    Spiritismo, esperienze extrasensoriali e sensitivi

    Lo spiritismo

    Tra le pieghe del mistero spiegate dalla meccanica quantistica

    Conclusione

    Appendici

    Bibliografia

    Bibliografia scie chimiche

    Note

    L’autore

    Prefazione

    (a cura di Stefano Marcellini)

    Viviamo in un’epoca in cui i prodotti della scienza caratterizzano la nostra quotidianità. Non solo in fatto di tecnologia – l’elettronica, i computer, i cellulari e internet sono le prime cose che ci vengono in mente quando pensiamo alle applicazioni scientifiche – ma anche nel campo sella salute. Le innumerevoli tecniche diagnostiche, quali la risonanza magnetica, la Tac e la Pet, sono figlie dirette della ricerca scientifica, e non sarebbero state possibile senza il progresso della scienza. E lo stesso vale per i moderni metodi per realizzare interventi chirurgici che un tempo erano decisamente più invasivi. E se oggi la mortalità a causa del cancro è significativamente inferiore rispetto agli anni Novanta, il merito è soltanto della scienza.

    Eppure, nonostante queste incontestabili evidenze, cresce in questi ultimi anni la diffidenza verso la scienza. Cresce il sospetto verso il lavoro degli scienziati, a favore di credenze e convinzioni a volte del tutto irrazionali, che nulla hanno di scientifico e che si basano su affermazioni mai messe alla prova. La rete e la modalità leggi il titolo e condividi di approcciarsi alle notizie facilita certamente la diffusione delle cosiddette bufale, processo che in certi casi sta diventando una vera e propria emergenza sociale, in particolare quando coinvolge la diffusione di pratiche dannose per la salute pubblica, come la sempre più diffusa reticenza a vaccinarsi.

    La spiegazione del perché questo accada proprio oggi molto più che in passato è materia di studi psicologici e sociali, tema sul quale sono incompetente e non sono in grado di intervenire. Però penso che, indipendentemente dai motivi per cui la gente si senta attratta da questa svolta verso l’irrazionale e il sentito dire, la cultura scientifica sia essenziale per discernere il credibile dall’incredibile. Cultura scientifica, però, non significa solo saperne di scienza o conoscere tutto su atomi e cellule – anche se certamente la cosa può aiutare – ma significa soprattutto comprendere il linguaggio della scienza, i suoi meccanismi, il suo modo di procedere e di approcciare i problemi, e anche, ovviamente, i suoi limiti. Il tutto condito da un ingrediente altrettanto fondamentale che sempre più spesso sembra latitare: il buon senso.

    Se la conoscenza dell’approccio scientifico e il buon senso facessero parte della cassetta degli attrezzi di tutti noi, si eviterebbe ad esempio di dare credito e lustro a personaggi che millantano di possedere cure per malattie che al giorno d’oggi non lasciano scampo, alimentando le false speranze dei malati e dei loro familiari. E si eviterebbe anche di cadere vittima di maghi e ciarlatani, previsori del futuro e lettori di palmi di mano, rabdomanti, contattati dagli alieni e fornitori di numeri al lotto. Un minimo di padronanza dei meccanismi della scienza, sempre abbinata al buon senso, avrebbe evitato che un libro sulla imminente fine del mondo finisse in testa alle classifiche di vendita restandoci per mesi.

    Quindi la cultura scientifica non dovrebbe essere semplicemente un optional nel bagaglio culturale di ognuno di noi, ma uno strumento per affrontare la vita. Oggi molto più che in passato. La cultura scientifica ci insegna, tra le altre cose, ad avere la consapevolezza dell’importanza delle competenze, perché nella scienza la competenza è fondamentale. Un fisico delle particelle è perfettamente consapevole di essere ignorante in tema di sismologia, come un neurologo sa di sapere ben poco di trapianti cardiaci. E quindi, la conoscenza dell’importanza delle competenze, sempre assieme al solito buon senso, è basilare per comprendere che è molto improbabile che un elettricista in pensione sia capace di prevedere i terremoti quando l’intera comunità scientifica specialistica del settore afferma di non saperlo fare. Ed è uno strumento fondamentale per comprendere che un disc jockey ha ben poco da dire sul tema delle vaccinazioni, se contrapposto a un virologo in un dibattito televisivo, e una presentatrice tv certamente non può essere esperta di oncologia tanto quanto un oncologo.

    L’alternativa è l’anarchia delle opinioni, in base alla quale qualunque affermazione strampalata assume pari dignità di uno studio decennale condotto da esperti di settore, comprovato da equipe indipendenti. Il solo e unico modo che abbiamo di proteggerci da questo imbarbarimento delle informazioni è la ragione. Oggi come non mai, in società in cui sulla rete chiunque può dire la propria su qualunque argomento, e tutte le opinioni sembrano all’apparenza equiparabili.

    Il sonno della ragione può generare incredibili mostri.

    Stefano Marcellini

    Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Si occupa di ricerca sperimentale nel campo della fisica delle particelle elementari. Autore, divulgatore e curatore del blog: smarcell1961.blogspot.it

    Introduzione

    Il mondo sta rimanendo senza geni…

    Einstein è morto, Beethoven è diventato sordo.

    E io comincio a non sentirmi tanto bene.

    Woody Allen

    Carissimo lettore,

    anzitutto grazie per condividere con me le pagine di questo libro che cerca, con molta umiltà, di riflettere su temi che suscitano da sempre grande discussione e accesi dibattiti. Per fare questo citerò in alcuni passaggi due professori emeriti: Piergiorgio Odifreddi e Stefano Marcellini, che mi ha onorato della sua prefazione. Odifreddi, oltre a essere un rigoroso uomo di scienza, è un volto noto al pubblico televisivo, in particolare quello della seconda serata. Infatti è uno dei pochi esponenti della parte scettico-razionale ad avere il privilegio di essere chiamato nelle trasmissioni televisive come controparte, su temi di natura cosiddetta inspiegabile.

    Sindone, miracoli, ufo, fenomeni paranormali: questi sono tra i temi più gettonati e richiesti dal grande pubblico. Cerchiamo di capire però cosa succede, in linea generale, quando si discute di questi argomenti. L’arena televisiva è formata da cinque o sei ospiti, convinti circa un dato fenomeno. Il conduttore molto spesso parteggia con la maggioranza, mentre il senso del dibattito prende subito questa forma: e ora professore ci spieghi razionalmente perché… Ti posso assicurare che già il fatto che una voce autorevole di estrazione scettico-razionale possa parlare in televisione è di per sé un evento memorabile; ma non illudiamoci: la strada è ancora lunga. Per anni queste voci sono state completamente ignorate. Ora finalmente anche i membri del Cicap (Comitato italiano per il Controllo delle pseudoscienze) vengono qualche volta invitati a confrontarsi nei vari contraddittori. È un passo avanti, ma il ring rimane sempre e comunque sfavorevole. Perché?

    Perché di solito c’è Odifreddi, oppure un membro del Cicap, da solo contro quelle cinque o sei persone di prima, cui vanno aggiunte, per dare vivacità al dibattito, le immancabili showgirl o attrici più o meno famose, tutte naturalmente pro fenomeno. Per fenomeno cosa intendo? Il solito menu prima accennato: miracoli, apparizioni di figure religiose, previsioni astrologiche, statuine piangenti oppure i sempre e super gettonati extraterrestri. L’arbitro conduttore fischia l’inizio, spiega di cosa tratterà la trasmissione, quindi parola a Odifreddi. Due/tre minuti perché il tempo stringe, e il commento passa al resto degli ospiti. Altri due/tre minuti a testa quanto fa? Un quarto d’ora abbondante prima che tocchi di nuovo al prof. poter replicare. Facciamo il conto: su una trasmissione di un’ora e mezzo, più pubblicità e servizi vari, quanti minuti sono disponibili per il Cicap e i suoi esponenti per esporre e spiegare in modo esaustivo una versione razionale? Minuti che si contano su una mano, ma ripeto: c’è da festeggiare, poiché prima erano zero. E in alcune trasmissioni, tristemente, sono ancora zero. Un passo avanti è stato fatto; adesso provo anch’io, con molta umiltà, a dare una mano.

    Stefano Marcellini è forse meno famoso ma altrettanto competente. Capace di spiegare la scienza con linguaggio semplice e ironico, è un divulgatore efficace quanto implacabile. I suoi articoli – pubblicati su smarcell1961.blogspot.it – sono semplicemente imperdibili. Nessuna bufala degna di tale nome si salva dalla sua critica precisa e spietata. Leggerlo non è solo divertente ma estremamente istruttivo.

    Prima di cominciare voglio fare però una piccola ma doverosa premessa che deve servire come linea guida. Sui fenomeni paranormali in generale, o sull’astrologia, sono decisamente scettico e resterò tale fino a che non ci sarà la prova che un dato fenomeno si sia verificato sotto stretto controllo scientifico. A oggi l’assegno di un milione di dollari messo a disposizione dalla fondazione Randi a chi riesca a produrre un autentico fenomeno paranormale è ancora in attesa di essere incassato. Chi pensa di avere siffatti poteri può mettersi in contatto con il Cicap per concordare la prova, nel libro ne parleremo meglio. Prepararti poi perché questo libro potrebbe mettere in discussione molte delle tue credenze, se ne hai. Non dare niente per scontato, nemmeno quello che giureresti essere vero a cominciare da un tema molto dibattuto e affascinante, quello del paranormale religioso. Non resta allora che cominciare.

    Buona lettura.

    Iniziamo col dire che…

    L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile.

    Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione

    Oscar Wilde

    Se scrivere un libro che parli in modo critico del paranormale, oramai trasformatosi in pseudoscienza, è difficile, avventurarsi nel paranormale religioso è quasi un suicidio. Ho deciso comunque di gettarmi a capofitto nell’avventura, succeda quello che succeda.

    Dovete sapere che il tema in questione è una sorta di mina antiuomo che, se non vista in tempo, rischia di farvi saltare in aria di parecchi metri sul livello del mare e ottenere, come risultato finale, la sommatoria della deflagrazione a quello della caduta. Perché allora ho deciso di cacciarmi in questo guaio?

    Perché a un certo punto arriva il momento in cui bisogna sapersi prendere dei rischi e poi perché ho, dalla mia parte, il miglior paracadute del mondo: la scienza.

    Non mi addentrerò, per essere chiari da subito, nel campo della religione[1]. La religione sottintende un atto di fede, ossia un livello di credenza personale, in quanto tale non indagabile. Il paranormale in generale, compreso quello religioso, rappresenta invece ben altro campo d’investigazione: può infatti essere controllato attraverso i metodi della scienza, ed è quindi suscettibile di indagine.

    Vediamo di chiarire meglio con qualche esempio: se credo che su Marte abiti una colonia extraterrestre, che vive e prospera all’interno di strutture, che hanno un aspetto simile alla faccia della sfinge, finché tale credenza rimane un fatto intimo, è solo una questione di fede personale. Non serve metterla in discussione. Se invece sostengo di averne le prove – tipo: le foto della sfinge prima nominata o le orme degli alieni sulla polvere del pianeta rosso – allora devo aspettarmi che qualcuno mi chieda conto di questo, e indaghi sulle mie affermazioni. Lo stesso vale, per esempio, per chi sostiene che la figura impressa sopra un telo – la Sindone – sia davvero quella di uomo morto dopo una dura condanna, che la sostanza all’interno di una ampolla sia sangue che si rapprende e si scioglie in alcune giornate speciali o che la macchia sul muro della cantina umida sia, in realtà, l’immagine di qualche santo famoso venuto a privilegiare la casa del fortunato fedele. In questi casi si creano allora tutte le condizioni per un controllo razionale, perché questi fenomeni si presentano come indagabili attraverso il metodo scientifico, nello stesso identico modo con cui s’indagano le salite che invece sembrano discese, la telepatia, le case messe a soqquadro dagli spiriti, gli avvistamenti ufo e il nuovo complotto del momento come quello delle scie chimiche. Nel paranormale, come nel paranormale religioso, se certe affermazioni vengono presentate come vere, allora deve esserci la possibilità di verificarle.

    Vediamo, dunque, quali verifiche sono state fatte, e come logica e scienza possono essere d’aiuto al vero scopo della ricerca: la verità.

    La conoscenza parla, ma la saggezza ascolta e osserva

    Jimmy Hendrix

    Capitolo 1

    Paranormale religioso

    Non hai veramente capito qualcosa

    fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna

    Albert Einstein

    La Sindone

    La Sindone ė il mistero dei misteri. Così intricato da tenere in scacco gli scettici da anni, anzi decenni. Su questo passaggio, però, mi trovo in totale disaccordo con il prof. Odifreddi[2]. Lui dice che la Sindone puzza di falso. Io credo, invece, che odori di vero.

    La Sindone è un’immagine davvero incredibile, stupefacente, la firma definitiva a tutto quello che le scritture dicono e a cui milioni di fedeli guardano con speranza e rispetto. Una figura molto tenue, ormai quasi sbiadita, di un uomo che ricorda in tutto e per tutto Gesù Cristo, dopo la sua passione. La si vede solo a una certa distanza ed è in negativo. Che vuol dire? Vuol dire che, a differenza di una comune rappresentazione pittorica ottenuta disegnando una figura su una tela, la nitidezza dell’immagine la si apprezza esaminando i negativi, come avvenne la prima volta nel 1898[3]. Tutto questo indicherebbe allora l’evidenza di un segno e di un regalo fatto da Dio all’umanità? Le caratteristiche del telo sono tali, poi, che ne escludono la pittura. La formazione dell’immagine ha del sorprendente perché è solo sulla parte superficiale del lino, e non penetra in profondità. Considera, per un momento, quanto possa essere sottile lo spessore di questo antico lenzuolo.

    Sono presenti le ferite alle mani, ai piedi, al costato e sulla fronte, macchie di sangue, le impronte del flagello, segni di traumi sulle spalle, sulle ginocchia e perfino sul naso. In pratica tutti i dettagli della Passione, che giustificherebbero quelle violenze a cui film e i vari racconti ci hanno, nel tempo, abituato. La prova al radiocarbonio[4], fatta alcuni anni or sono, ha datato la Sindone intorno all’anno 1300. Quindi, secondo questo esame, il telo è un artefatto. Per ribaltare questo inaccettabile verdetto si è cercato subito di trovare tutte quelle possibili giustificazioni per riportare la Sindone ai tempi di Gesù. Non è mia intenzione, voglio essere chiaro da subito, entrare nell’intricato e complicato vortice dei vari test (chimici e non) per poi fare a gara su quale di questi sia il più attendibile. In questo caso preferisco lasciare la parola ai veri scienziati. Ti darò, però, dei suggerimenti di letteratura, con i quali poter approfondire le tue conoscenze, e consentire di farti, in questo modo, una precisa opinione in merito. La mia idea è invece di percorrere altre strade. Come mai allora ho deciso di andare incontro al suicidio, se non sono un asso in materia?

    Perché, per evitare di morire, basta descrivere la Sindone così, come si presenta. Per questa descrizione non serve essere scienziati, ancor meno invocare l’aiuto di esami complessi, spesso difficili da spiegare e comprendere. Basta solo osservare e riflettere.

    Partiamo dalla posizione del corpo. Una volta deposto nel sepolcro sarebbe stato appoggiato su una metà del lenzuolo in posizione supina, per essere poi coperto del tutto, con l’altra metà del telo. L’impronta quindi è costituita sia dalla parte dorsale che da quella frontale.

    Fino a qui tutto scorre.

    Cosa c’è di strano allora? Di curioso c’è che il corpo si è misteriosamente appiattito quasi fosse diventato una sottiletta. Le due parti del corpo infatti non hanno uno spazio di separazione, tanto che la parte posteriore della testa è corrispondente e parallela al volto. Fisicamente questo non è possibile, perché vorrebbe dire che è sparita la parte superiore della testa, quella dove si appoggia un cappello per intendersi. Un telo che avvolge un corpo si appoggia per forza anche sulla sommità del capo, quindi la divisione tra le due parti non può essere così netta.

    Fig. 1

    Dovrebbe avere uno spessore ben maggiore. Cosa comporta questo apparente, insignificante, dettaglio? Che in questo modo si andrebbe a sfalsare la sovrapposizione tra nuca e volto. Il telo giocoforza si piega impedendo così, ai due lati, di rimanere paralleli e corrispondenti.

    Se ti piacciono i toast, prova a fare proprio l’esperimento della sottiletta. Prendi due sottilette, mettine una vicina all’altra senza separazione (qualunque lato va bene perché sono quadrate), poi rovesciale, una sull’altra. Combaceranno perfettamente. Taglia successivamente un pezzetto di pancarré, diciamo mezzo centimetro o anche meno. Solleva

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