Fantasie di un incontro (eLit): eLit
Di Tawny Weber
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Tawny Weber
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Fantasie di un incontro (eLit) - Tawny Weber
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1
«Allora, com'è andato il tuo appuntamento?»
Drucilla Robichoux rimase col cucchiaio stracolmo di yogurt al limone a mezz'aria. Purtroppo si aspettava quella domanda. Storse il naso, guardandosi intorno nella mensa del laboratorio. La luce del sole filtrava attraverso la nebbia tipica di San Francisco, illuminando a malapena la stanza deserta. Non aveva via di scampo. Si mise in bocca il cucchiaio e si preparò a confessare la dura realtà.
«Credo che dovrei lasciar perdere definitivamente gli uomini» disse a Nikki, la sua migliore amica nonché collega. «Questo è il sesto esperimento fallito di quest'anno. E siamo ancora in agosto.»
«Non sono affatto sorpresa. Non riesco ancora a credere che tu sia uscita più di una volta col dottor Uptight» le fece notare Nikki, terminando di mangiare l'ultimo pezzo del panino. Si riferiva a Bryan Smith-Uptight, un fisico del laboratorio Lawrence Livermore. Avevano passato insieme quattro sere. La prima a teatro, poi all'opera e all'Accademia delle Scienze. Drucilla si era annoiata a morte, ma mai come durante l'ultimo fine settimana, passato a fare sesso.
«Quel tipo è di uno squallore abissale» ammise Dru.
«Peggio dell'asmatico? Come si chiamava, Maxwell?»
«No, quello era il matematico. Tipo, uno, due, tre... dentro. Uno, due, tre... fuori. Provare per credere. L'asmatico era il biochimico con cui sono uscita l'anno scorso.»
«Ma, almeno, Uptight si è tirato giù i pantaloni?»
«Purtroppo» mormorò Drucilla, contemplando il resto dello yogurt con espressione sconsolata.
La triste verità era che la sua vita sentimentale non era altro che una spirale senza fine di fallimenti e delusioni.
Lei voleva una vita sessuale soddisfacente. Era una convinta sostenitrice della teoria dell'equilibrio perfetto fra la mente e il corpo. Il suo cervello era di prima qualità e, da parte sua, faceva il massimo per mantenere il fisico al top. Una sana alimentazione e sport. E sesso, per la miseria! Aveva letto una grande quantità di studi che sostenevano l'importanza di fare sesso in modo regolare e appagante per mantenere una buona salute. Esercizio che a lei mancava del tutto.
«Insomma non è stato gran che» lasciò cadere Nikki, chiaramente ansiosa di conoscere qualche dettaglio piccante.
«Oh, a lui è andata bene!» rispose, mettendosi in bocca un pomodorino. «Anzi, benissimo. Ricordi quando ti dicevo che Bryan era frustrato per alcuni calcoli su cui stava lavorando?» Aspettò che l'amica annuisse. «Be', ha avuto l'illuminazione. Eravamo in piena azione e all'improvviso ha urlato Eureka! piantandomi in asso, e buttandosi giù dal letto alla ricerca dei pantaloni dove tiene sempre carta e penna.»
Dru sorrise amara davanti all'espressione scioccata dell'amica. «Era talmente eccitato di essere riuscito finalmente a risolvere quel problema, che non ha nemmeno brontolato quando l'ho cacciato fuori di casa prima che facesse in tempo a finire di vestirsi.»
Nikki scosse la testa. «Ma come fai a trovare sempre tipi del genere?»
«È un dono.» Meglio ridere che piangere.
«Credo che questo sia stato anche peggiore del vincitore del Nobel che, se non ricordo male, andava sempre in giro con in tasca la fotografia di Einstein e un preservativo.»
«E insisteva a tenere entrambi a portata di mano mentre facevamo sesso» continuò lei, alzando gli occhi al cielo. «Il condom era ben accetto ma, alla fine, chi aveva i capelli sconvolti fra noi tre era solo Albert.»
Solo con Nikki poteva aprirsi in quel modo. Dopo aver passato la vita a trasferirsi di città in città perché i suoi genitori tenevano sempre alle calcagna qualche creditore, Drucilla aveva sempre sofferto di una gran timidezza. Per cui fare amicizia era un problema. Anche al college – o meglio ai college, visto che ne aveva frequentati quattro, lavorando per mantenersi agli studi – la situazione non era migliorata.
Poi, quando era andata a lavorare al Trifecta, Nikki l'aveva presa sotto la sua ala. Era diventata la sua migliore amica e uno dei pochi colleghi che frequentava anche al di fuori del lavoro. Il National Physics Trifecta era un concentrato di cervelli o, più semplicemente, un centro di ricerca specializzato nelle tre branche più impegnative della fisica: nucleare, astrofisica e quantica. Dru lavorava nella sezione astrofisica, Nikki Hanson nella quantica.
Ma la differenza tra loro non emergeva solo in campo lavorativo. Nikki era l'opposto di Drucilla. Ottimista, vulcanica, estroversa con un corpo tutto curve, che faceva girare la testa agli uomini, e una massa di morbidi capelli corvini.
Lei invece era alta, longilinea, con lunghi capelli di un biondo chiarissimo che portava sempre legati. E un'aria un po' altera che teneva la gente a distanza. Ma non lo faceva apposta. Era un modo per vincere la timidezza. Aveva deciso che, tenendo la testa dritta e limitandosi a fare una battuta amichevole di tanto in tanto, ce la poteva fare. Al laboratorio tutti pensavano che fosse una persona riservata e le offrivano rispetto e deferenza. Una cosa rara, vista la sua giovane età.
E per mantenere quel rispetto era vitale che ogni particolare della sua misera vita amorosa restasse privato.
D'altro canto le regole del laboratorio imponevano rapporti esclusivamente amichevoli. Niente di più intimo. Non che Dru avesse mai avuto storie con colleghi di lavoro. Aveva visto troppe relazioni bruciarsi e carriere infrangersi. Carriere femminili. Perché era sempre la donna a pagarne lo scotto.
Quella strategia aveva funzionato. Però, bisognava dare una scossa anche alla sua vita sentimentale.
Così, dopo anni di rapporti inconcludenti, si era decisa a cambiare tattica. E aveva incominciato a uscire con uomini che fossero al suo stesso livello in campo intellettuale. Perché se ogni individuo di sesso maschile era fornito dei medesimi attributi fisici, identici nel loro elementare funzionamento, la differenza stava nel cervello. Una zona altamente erogena se stimolata in maniera adeguata.
Tuttavia la sua teoria fino a quel momento si era rivelata un fallimento. Non era colpa sua se gli uomini con cui era uscita in quanto a capacità sessuali erano delle nullità.
A quel punto aveva incominciato ad avere dubbi sulla propria abilità di poter avere una vita amorosa decente.
«Okay, sesso deludente» la voce scherzosa dell'amica interruppe le sue tristi elucubrazioni. «Ma non devi perdere la speranza. Che ne pensi di Kyle? È carino e sembra ben fornito.»
Drucilla scosse la testa. «È un collega e sai come la pensa il dottor Shelby sulla fraternizzazione. Senza contare che incomincerebbero i pettegolezzi e la mia vita privata diventerebbe oggetto di chiacchiere. Per non parlare di come verrebbero giudicati i miei successi nel lavoro.»
L'amica la guardò con espressione perplessa per qualche istante. «Senti, perché non lasci perdere i cervelloni e ti butti sul sesso senza freni?» le suggerì alla fine, aprendo un pacchetto di patatine. Lei si sentì subito l'acquolina in bocca. Se per le patatine o per l'idea di fare sesso infuocato non lo sapeva.
«Perché la noia trasforma i preliminari in acqua fresca?» ribatté con sarcasmo.
«Oh, accidenti, Dru! Che mai deve fare un poveretto? Discutere sulla teoria della relatività mentre ti monta? Devi disconnettere il cervello dalla tua...»
«Va bene, va bene» l'interruppe prima che Nikki diventasse troppo esplicita. «Sei stata chiara. Ma non sono d'accordo. Credo davvero che ci debbano essere interessi comuni per avere una storia, anche se si tratta solo di una sveltina.»
«Esistono altre cose oltre alla scienza, sai?»
Lei non voleva incominciare a discutere sulla propria vita sociale. L'ultima volta che si era azzardata a dire che non sapeva ballare, l'amica l'aveva costretta a frequentare un corso di ballo per mesi.
«Senti, Nik, anche se volessi spostare la mia ricerca su campi alternativi, dove troverei il tempo?» protestò con foga. «Sai bene che lavoro già cinquanta ore a settimana. E, come se non bastasse, aiuto mia madre nei week-end. Il progetto sulla nuova teoria delle stringhe cosmiche inizia il mese prossimo e sarò talmente occupata da non avere nemmeno il tempo di masturbarmi.»
«Una donna ha sempre tempo di masturbarsi» declamò l'amica.
Drucilla scrollò le spalle in segno di resa, sgranocchiando una carota.
«Allooora...» iniziò Nikki mentre si puliva le dita col tovagliolo.
«Allora cosa?»
«Allora mi è venuta un'idea.»
Lei incrociò le braccia al petto, rivolgendole un'occhiata di sufficienza.
«Prenditi una vacanza.»
La tensione che le irrigidiva le spalle si allentò un poco. In effetti non era un'idea così folle.
«In un posticino lontano da qui. Rilassante e decadente.»
Una visione celestiale di sabbia candida e mare azzurro le riempì la mente. Sarebbe stato fantastico.
«Be', potrei prenotare una crociera o qualcosa di simile. Ho sempre desiderato visitare Cancùn o le Bahamas.»
«Prenotare? Non se ne parla! Parti subito, al massimo il prossimo sabato. Prima che ti trovi ingolfata con interviste e conferenze per il vostro progetto.»
L'amica conosceva benissimo la tendenza di Dru a tirare fuori ogni genere di scuse per non prendersi una vacanza. E il messaggio era chiaro nella serietà del suo sguardo.
Ma prima che lei potesse obiettare comparve Glenn Shelby, il direttore del Trifecta. L'uomo anziano era il prototipo dell'entusiasmo incarnato. Il suo motto niente è impossibile era l'incubo dei suoi collaboratori. Molti di loro cercavano in ogni modo di combattere il desiderio di mettergli qualche pillola di sonnifero nel suo immancabile succo di frutta mattutino.
Drucilla rivolse all'amica un'occhiata di accorata preghiera, sillabando con la bocca la parola No!, prima che il capo le raggiungesse.
Ovviamente Nikki la ignorò.
«Ciao, Glenn. Dru ha bisogno di una vacanza.»
«Una vacanza? Ora?»
Lo shock era evidente e per poco non gli fece andare di traverso la spremuta d'arancia.
A lei non restò altro che emettere un grosso sospiro. «Non si preoccupi dottor Shelby. So benissimo che siamo molto occupati adesso. E lo sa anche Nikki.»
L'amica ebbe almeno la decenza di rivolgerle uno sguardo di scuse prima di buttarla giù dal precipizio. «Glenn, Dru alla fine del mese dovrà portare avanti una ricerca molto impegnativa. È vitale che dia un'ottima impressione, giusto?» Non attese una risposta, né sembrò considerare l'occhiata di fuoco dell'amica, e proseguì: «Ma la ragazza non si prende una vacanza da secoli. Non hai sempre detto che una mente riposata funziona meglio?».
Il direttore studiò Drucilla attraverso gli occhiali bifocali che portava in equilibrio sul naso. E a giudicare dalla fronte che si corrugava secondo dopo secondo, la visione a raggi X della salute della sua collaboratrice dovette deteriorarsi a velocità supersonica.
«Esatta osservazione. Vogliamo che tutti siano in ottima forma. Tutte le sezioni hanno progetti importanti in corso, ma il suo è vitale, Robichoux. In fin dei conti, non ci capiterà ogni anno la possibilità di avere il brillante dottor Maddow come coordinatore capo del progetto.»
Assistente del coordinatore capo, avrebbe voluto precisare lei. Per la prima volta era responsabile di uno studio e non voleva perdere la sua occasione. Quindi gelò Nikki con un'occhiata. O almeno quella era la sua intenzione. Ma fallì.
«Le consiglio Los Cabos se cerca un posto di mare» le suggerì con un sorriso il dottor Shelby, ritirando dal forno a microonde il suo piatto e dirigendosi verso l'uscita. «Lo stesso dottor Maddow me ne ha parlato in termini entusiastici. E aveva ragione. Los Cabos offre relax, divertimento e una natura favolosa. Le piacerà.»
Dopodiché scomparve.
Drucilla considerò l'opportunità di corrergli dietro ed esporgli le sue obiezioni ma sapeva che sarebbe stato inutile. Dopotutto, Maddow era la rockstar del mondo scientifico. Candidato per il Premio Wolf e fisico brillante, avrebbe lavorato fianco a fianco con lei per i prossimi tre mesi. La sua collaborazione era vitale nella mente di Glenn, sia per raffinare la teoria di Dru, sia per convincere la commissione per l'assegnazione delle sovvenzioni governative che un piccolo centro ricerca come il Trifecta meritava una forte somma di denaro.
Il loro direttore voleva che ogni membro del laboratorio fosse al massimo delle proprie capacità.
«Non riesco a credere che tu sia arrivata a tanto» brontolò irritata mentre raccoglieva i resti del pranzo.
«Potresti come minimo ringraziarmi per il regalo» ribatté Nikki con un sorriso soddisfatto.
«Ringraziarti? Ti vorrei colpire con quel pacchetto di patatine» sbottò con rabbia. Poi respirò a pieni polmoni. Una, due volte. «Ho precise responsabilità e impegni» riprese in tono più calmo. «Non ho tempo di sorseggiare cocktail con ombrellini e spalmarmi sulla spiaggia.»
«Veramente vorrei che ti spalmassi anche su qualche altra cosa» la informò l'amica con tono deciso ed espressione severa. «Hai bisogno di un uomo.»
«Che fai? Ricominci?»
«Esatto. Hai bisogno di un uomo focoso. Bello, ben equipaggiato e che ti regali orgasmi stratosferici.»
Lei deglutì a fatica. Era bastata solo l'idea a toglierle il respiro. «Negativo. Ho bisogno solo di riposarmi e rilassarmi.» Non le piacevano le avventure e i flirt passeggeri, rifletté mentre gettava nel cestino dei rifiuti i suoi avanzi.
«Non c'è nulla di più rilassante di una sessione di sesso senza inibizioni e senza legami» puntualizzò Nikki.
Drucilla si avvicinò al lavandino per lavarsi le mani con l'acqua fredda, nella speranza che spegnesse il fuoco che le si era accesso dentro.