Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Duello di seduzione
Duello di seduzione
Duello di seduzione
E-book200 pagine2 ore

Duello di seduzione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Sensualità senza freni...

I dieci giorni più difficili nella vita di Kathleen Valentine. Ecco come definirebbe il tour promozionale del suo ultimo libro. E tutto perché dovrà condividerlo con Dan, scrittore come lei, ma con vedute completamente opposte su sesso e relazioni personali. Il fatto poi che in passato siano stati amanti focosi non l'aiuta di sicuro.

... o ferreo autocontrollo?

Dan McAlister ha un problema. Le sue teorie seguitissime su come mantenere il giusto equilibrio in una coppia rischiano di essere screditate dal suo stesso atteggiamento. Perché, non appena si ritrova a stretto contato con Kathleen, le scintille volano, proprio come accadeva in passato. Con lei parole come misura e controllo non hanno senso. L'unica che conta è: sesso!

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941621
Duello di seduzione
Autore

Dawn Atkins

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Dawn Atkins

Autori correlati

Correlato a Duello di seduzione

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Duello di seduzione

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Duello di seduzione - Dawn Atkins

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Going To Extremes

    Harlequin Blaze

    © 2005 Daphne Atkeson

    Traduzione di Elisabetta Elefante

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-162-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «E per promuovere che cosa, un libro che non ho ancora scritto?»

    La domanda di Kathleen Valentine era rivolta a JJ Norris, la sua agente, che lanciava cerchi di fumo verso il soffitto. Erano a Manhattan, nell’ufficio di JJ, uno stanzone arredato con divani di pelle nera, statue africane, affusolate piantane alogene e tre pareti di scaffali stipati di libri.

    «È proprio questo il bello» rispose JJ, che se ne stava appollaiata sul bracciolo del divano. Una posizione scomodissima, rifletté Kathleen, che aveva sempre detestato quei divani. La pelle, così fredda e liscia, andava bene per giacche, giubbotti e minigonne, non per i divani che dovrebbero avvolgerti in un caldo abbraccio. «L’altro editore ha pensato a te perché i media ti adorano. E perché daresti vita a un acceso dibattito col loro autore.»

    Kathleen si sporse a sistemare nel vaso le orchidee che aveva portato: i fiori erano il suo biglietto da visita. «Questi giri promozionali sono un vero strazio. Ritmi serrati. Interviste televisive in diretta a orari impossibili. Materassi da quattro soldi... insomma, una vera tortura.»

    «Esagerata» disse JJ, togliendosi un bruscolino di tabacco dalle labbra.

    «Un supplizio, ti dico. Un po’ come stare seduti su questo divano. Anzi, a proposito, la prossima volta ti porto un paio di cuscini da sistemarci sopra.»

    JJ roteò gli occhi. «Bando alle ciance. Tra l’altro, siccome si tratta del lancio del loro autore, sarebbe tutto a spese della Cunningham Publishing

    «Senti, sarò ben lieta di dare a questo signore una dritta o due, magari anche di regalargli un cuscino per mettersi comodo in aereo, ma questo giro promozionale con lui non lo faccio. Soprattutto non per promuovere il libro di qualcun altro.»

    «Sarà una specie di vacanza. Cinque città in dieci giorni. Puoi farlo a occhi chiusi.»

    «Come minimo, visto che di notte non avrei certo il tempo di riposare.»

    JJ ignorò la battuta. «Sai come vanno queste cose: incontri coi lettori, strette di mano, autografi, un paio di dibattiti all’università, qualche apparizione in un talk show... L’unica novità sarebbe una conferenza per addetti ai lavori a San Francisco, a conclusione del tour. Tutta pubblicità positiva per la tua immagine. Conosceresti un sacco di gente nuova che correrebbe a comprare i tuoi libri.»

    «Sarà, ma a me sembra una faticaccia.»

    «È proprio quello che ti ci vuole, invece» insistette JJ. «La Principessa del Piacere ne ha bisogno. L’apoteosi dei sensi, parte terza è stato un mezzo flop.»

    «Solo perché ha venduto qualche migliaio di copie in meno del previsto? Ti ricordo che in contemporanea era uscito quel romanzo di fantapolitica che è rimasto in cima alle classifiche dei bestseller per mesi. Ma, per tornare al motivo del mio rifiuto, tra le altre cose sto lavorando al mio quarto capolavoro.»

    «Scusa se te lo chiedo, ma sei a buon punto?»

    «Sono ancora in fase di incubazione.»

    JJ alzò gli occhi al cielo ed esalò fumo dalle narici.

    Ma aveva ragione a essere arrabbiata. Kathleen non era affatto in fase di incubazione, col suo quarto libro: si era arenata. E questo la preoccupava, visto che i due lavori precedenti, L’apoteosi dei sensi e L’apoteosi dei sensi, piccole gioie quotidiane, le erano venuti di getto. Nel primo, Kathleen aveva esplorato la sua personale filosofia di una consapevolezza sensuale, da lei definita edonismo salutare, e forniva ai lettori svariati modi per imparare ad apprezzare i doni e i talenti del proprio corpo.

    Il secondo libro consisteva in una sorta di manuale e in un calendario con la descrizione di esercizi pratici da eseguire a intervalli regolari, il tutto corredato da un capitolo nel quale venivano riportate le esperienze di alcuni lettori che, convertitisi alla sua filosofia, l’avevano messa in pratica con successo: anime smarrite e avvilite, rinate a nuova vita grazie alle idee innovative di Kathleen.

    Il terzo volume, un aggiornamento del primo, era sembrato un tantino piatto e ripetitivo alla stessa Kathleen mentre lo scriveva, e le vendite avevano registrato un calo. Il problema era che la sua vita, in quel momento troppo affollata di impegni di lavoro, interviste e giri promozionali, l’aveva costretta a ridurre drasticamente i tempi che lei poteva dedicare al godimento di certi piccoli, indispensabili piaceri. E il risultato non era stato dei più esaltanti.

    Con questo quarto libro, Kathleen doveva assolutamente risalire la china. Aveva già pensato al titolo: L’apoteosi dei sensi, radici e retorica. Una decina di capitoli, nei quali avrebbe analizzato le basi delle sue teorie. Ma era ancora ferma alle primissime pagine. E questo suo blocco creativo la spaventava non poco.

    La paura era un sentimento che Kathleen non era abituata a provare. Se qualcosa la impensieriva, stringeva i denti e andava avanti. Niente era mai riuscito a fermarla. Finora.

    «Queste apparizioni in pubblico gioveranno alla tua immagine e risveglieranno l’interesse dei tuoi lettori» continuò JJ, usando il suo tono più suadente. Segno evidente che anche lei era piuttosto preoccupata.

    Kathleen aveva assunto JJ perché aveva fiuto. Un istinto che raramente sbagliava. Le parve di capire che ormai la decisione di farla partecipare a quel tour era già stata presa, perciò non aveva scelta. «E chi sarebbe l’autore di questo libro a cui dovrei fare promozione?»

    Negli occhi di JJ si accese una luce di trionfo. «Ce l’ho qui. Ti faccio vedere.» Tirò un’ultima boccata alla sigaretta, che schiacciò impietosamente dentro una candela profumata, e si alzò per raggiungere la sua scrivania. Cominciò a demolire una delle tre traballanti pile di libri che la ingombravano. «Dovrebbe essere uno di questi...» borbottò, sfilando i volumi senza tanti complimenti. «A-ha! Trovato!» esclamò. Tornò da Kathleen e le ficcò in mano un volumetto. Sulla copertina rivestita di tela campeggiava il titolo, scritto in caratteri dorati: L’arte della moderazione, di...

    «Il dottor Daniel McAlister?» lesse Kathleen, stupefatta.

    «Lo conosci?»

    Conoscerlo? Dieci anni prima, Kathleen era stata pazzamente innamorata di lui. «Ecco, io... l’ho sentito nominare.» Per prendere tempo e cercare di calmarsi, recuperò il mozzicone dalla candela e lo spostò nel posacenere. «Dovresti fumare di meno, JJ. Qui dentro non si respira.»

    L’agente ignorò il consiglio con un’alzata di spalle. «Lo hanno soprannominato dottor Autocontrollo. E sta andando fortissimo.»

    Andava forte anche allora, ma non nel senso che intendeva JJ. All’università, quando ancora si faceva chiamare Kathleen Dubinofsky ed era iscritta alla facoltà di giornalismo, Kathleen non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe cambiato il suo nome in Valentine, sarebbe diventata una osannata esperta dell’arte del piacere e sarebbe stata ribattezzata Principessa del Piacere, Regina degli Eccessi e Paladina dell’Edonismo. Tanti bei nomi, e così poco tempo per mettere in pratica le sue esaltanti teorie!

    Ma tra tutti gli scrittori in erba che c’erano al mondo, proprio Dan doveva capitarle? L’uomo che le aveva spezzato il cuore?

    «È uno psicoanalista, specializzato in problemi comportamentali» riprese JJ. «Sostiene tutte le teorie a cui tu sei contraria: l’autodisciplina, l’autocontrollo, l’appiattimento assoluto dell’esperienza.»

    Kathleen non si sorprese di sentirla parlare in quei termini. Lei stessa, anni prima, aveva soprannominato Dan l’Uomo di Ghiaccio, un po’ per il colore dei suoi occhi, di un celeste trasparente, ma soprattutto per i suoi modi seriosi e il suo atteggiamento distaccato. Una persona intensa e passionale come lei lo aveva scosso fin nelle fondamenta.

    E ora Dan era diventato il dottor Autocontrollo. Era iscritto a medicina e si stava specializzando in psicologia clinica quando si erano conosciuti, e ora si era guadagnato un dottorato. Be’, c’era da aspettarselo.

    Era stato male dopo che si erano lasciati? Kathleen ne dubitava, visto che era stato lui a scaricarla.

    «C’è un articolo su di sui sul Publisher’s Weekly.» JJ si accese un’altra sigaretta, la quarta in meno di venti minuti. «Se ricordo dove l’ho messo...» Si mise a cercare la rivista e lasciò Kathleen a studiare la foto di Dan, sulla quarta di copertina del libro. Un primo piano di lui, con un dolcevita a coste grigio sotto una giacca di tweed. La fronte alta, spaziosa da intellettuale era la stessa che ricordava, e neanche gli occhi erano cambiati. Freddi e sereni come un lago artico. Ora però non portava gli occhiali. Niente che schermasse l’impatto con quegli occhi glaciali.

    Kathleen ricordò quanto le piaceva toglierglieli e cancellare a suon di baci l’incavo che la montatura lasciava su quel naso drittissimo. Quel segno lo faceva apparire più umano, ai suoi occhi. Più raggiungibile.

    Le ciglia erano ancora folte, il mento squadrato, ma le labbra erano morbide e piene. Il netto contrasto tra quei tratti scolpiti e le labbra sensuali le aveva sempre acceso qualcosa dentro.

    Lo aveva trovato irresistibile, allora. La curiosità di scoprire il lato selvaggio di quell’uomo così serio e schivo aveva rappresentato una sfida per Kathleen. Fremette anche adesso, ricordando di essere riuscita molte volte a trapassare quella dura corazza, a sfondarla e a farlo tremare di desiderio.

    «Vive nel Vermont» lesse ad alta voce dal trafiletto sotto la foto, «dove lavora come psicoanalista in uno studio privato. Si dedica alla contemplazione, alla vela e alla moderazione.»

    Niente moglie. Niente figli. Nemmeno un cane? Eppure non aveva l’aria avvilita di un uomo che soffre di solitudine. L’espressione, semmai, era quella che Kathleen aveva sempre detestato: era come se Dan considerasse il mondo qualcosa di divertente, ma nel quale non valeva la pena di tuffarsi.

    Per un po’, lei era riuscita a scuoterlo. Buttati nella mischia, dai. Lasciati andare. Questo era il messaggio che aveva cercato di inviargli.

    E Dan ci era stato, all’inizio. Era stato come un esaltante giro sull’ottovolante. Poi però si era perso d’animo e l’aveva lasciata, infliggendole una ferita che ancora le bruciava.

    Ma Kathleen avrebbe dovuto aspettarselo. Sua madre le aveva detto e ripetuto che doveva contare su se stessa, essere la sua migliore amica, che doveva essere l’artefice della propria felicità. Lei aveva seguito quel consiglio... fino a Dan. E anche dopo di lui. Stupidamente, le sue antenne avevano intercettato quell’uomo così affidabile, così saldo, così sicuro del fatto suo e se n’era innamorata. Aveva persino fatto dei progetti sul loro futuro.

    Ripensarci adesso riportò a galla il vuoto che l’aveva angosciata dopo la rottura con lui, la sensazione di andare alla deriva, così simile a ciò che aveva provato dopo l’incidente. Era come se qualcuno avesse spento le luci dentro di lei, e si fosse ritrovata al buio.

    E ora JJ veniva a chiederle di passare dieci giorni con l’uomo che l’aveva fatta precipitare nel baratro più terrificante della sua vita? Neanche morta.

    «Ah, eccolo!» JJ sventolò la rivista per aria. La sfogliò rapidamente, portandola a Kathleen. Sotto una seconda foto di Dan, con la solita aria da intellettuale, c’era un articolo che Kathleen finse di leggere, poi glielo riconsegnò sbuffando.

    «Con questo qui perderei il mio tempo. È solo un cretino con la testa piena di idee strampalate. Che per giunta si dà un sacco d’arie.»

    «Allora ci proverai gusto a dimostrargli che si sbaglia, no?»

    «La risposta rimane no.»

    «Però, per essere un cretino che si dà un sacco d’arie, è carino.» JJ studiò quella faccia che Kathleen non era mai riuscita a dimenticare. «Non mi dispiacerebbe gettarmi con lui sul mio materasso ad acqua... o su qualsiasi altra superficie piana, qualunque essa sia.»

    «Non è il mio tipo.»

    «Secondo me, sotto tutto questo ghiaccio si nasconde un vulcano pieno di lava incandescente.»

    «Ma lo hai guardato bene? Questo pinguino inamidato si è così isolato dalle sue emozioni che rimarrebbe freddo come un ghiacciolo anche assistendo a un peep show.»

    «E ti è bastato guardarlo in fotografia per capirlo?» domandò JJ, scoccandole un’occhiata enigmatica.

    Kathleen fece marcia indietro. «Il punto è che McAlister non mi interessa, né come uomo né come collega nella crociata a favore del mio futuro libro.»

    JJ e il suo fiuto infallibile si sintonizzarono sull’espressione di Kathleen. Che, per evitare di tradirsi, finse di annusare le orchidee.

    «Parli come se lo considerassi una minaccia» decretò JJ.

    «Minaccia? Ma se ha torto marcio su tutti i fronti!»

    «Allora dimostragli che si sbaglia. Considerala semplicemente un’esperienza. E l’esperienza è alla base di tutte le tue teorie, come dici sempre anche tu.»

    Provare per credere. Era uno dei suoi motti. Non per niente era stato anche il titolo dell’articolo scritto di proprio pugno che aveva dato avvio alla carriera di Kathleen. Nell’articolo in questione, Kathleen sosteneva che ogni cosa, dal cibo all’arte, dalla moda al sesso, andava vissuta con spirito d’avventura e assaporata con tutti e cinque i sensi. Così poteva diventare un’esperienza molto appagante. Lo aveva sperimentato in prima persona ed esortava tutti a fare altrettanto.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1