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Piccante capriccio (eLit): eLit
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E-book324 pagine4 ore

Piccante capriccio (eLit): eLit

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Getting 2
Non c'è niente di meglio di un incontro tra donne quando si è un po' giù, ma perfino un sodalizio di lunga data può essere messo in crisi dall'arrivo di un... quarto incomodo. È quello che succede al trio composto da Lishelle, Claudia e Annelise quando compare la sorella di quest'ultima, Samera.

Samera è disinibita, sexy, decisa e intraprendente, ed è appena tornata dal Costa Rica dove ha avuto una torrida liaison con un uomo. Le altre tre donne, tra alti e bassi, sono ancora alla ricerca del fusto capace di soddisfarle. Per cercare di amalgamare il gruppo, le quattro partono per una vacanza all'insegna dello shopping, del divertimento e del lusso. E, perché no?, anche di un pizzico di trasgressione.
LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2017
ISBN9788858978269
Piccante capriccio (eLit): eLit
Autore

Kayla Perrin

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Piccante capriccio (eLit) - Kayla Perrin

    PARTE PRIMA

    LA VENDETTA È DOLCE... MA POI?

    1

    Samera

    A volte, la vita è stronza.

    E quando dico stronza, intendo in senso letterale. La vita è come una donna che incombe sull’universo, preda di una sindrome premestruale da paura. Potrebbe lasciarti essere felice, ma al momento ha dei crampi spaventosi e, se deve soffrire, allora tanto vale che soffra anche tu.

    Così, al posto di offrirti scelte facili, come per esempio una via semplice e palesemente giusta, in opposizione a un’altra chiaramente sbagliata, la vita decide di complicare le cose per te. Ti prospetta due vie che potresti percorrere, ma ti costringe a sceglierne una. E, indipendentemente da quella che sceglierai, sai che soffrirai.

    Maledizione, so bene di cosa sto parlando. Ho appena scelto la via B, quella che, secondo il mio cuore, era giusto scegliere. Dovrei sentirmi bene, provare un senso di pace. Dovrei avere un sorriso stampato in faccia, perché torno da una vacanza carica di bei ricordi, invece mi sento di merda.

    Ho lasciato in Costa Rica un uomo al quale piaccio molto, no, che probabilmente mi adora, e gli ho spezzato il cuore.

    «Miguel.» Pronuncio il nome ad alta voce e la sua immagine si materializza nella mia mente. Il suo magnifico corpo abbronzato e gli occhi scuri. Il suo meraviglioso sorriso, sexy e dolce allo stesso tempo. Arrossisco mentre ricordo altri particolari, per esempio con quanta sollecitudine cercasse di compiacermi in camera da letto, dandomi un orgasmo da perdere la testa dopo l’altro.

    Possibile che mi sia sbagliata?, mi domando, mentre guardo fuori del finestrino dell’aeroplano, allungando il collo per vedere un’ultima volta il magnifico paese dove ho appena trascorso due settimane della mia vita. Ho preso la decisione sbagliata?

    Scegliere di lasciare Miguel e salire su un aereo diretto negli Stati Uniti è stata la scelta più difficile che io abbia mai dovuto fare in vita mia. Un momento Miguel e io stavamo veleggiando a tutta velocità verso quella che sembrava una relazione seria. Immediatamente dopo, quel cretino del mio ex si presenta, dichiarando che mi ama ancora e io mi bevo le sue menzogne, cambiando per sempre il mio destino.

    Reed, il mio ex, è riuscito a rintracciarmi in Costa Rica ed è arrivato come Brad Pitt, pronto a reclamare la sua ragazza alla fine del film, complicando paurosamente la mia nuova relazione. Pur avendo capito a che gioco stesse giocando e che Reed semplicemente non riusciva a rassegnarsi all’idea di avermi persa, ho dovuto accettare un fatto: evidentemente non amavo Miguel quanto meritava che lo amassi. Altrimenti Reed non sarebbe potuto rientrare nella mia vita così facilmente.

    Tengo troppo a Miguel per lasciare che si accontenti di metà del mio cuore.

    Saperlo, tuttavia, non rende la mia decisione meno dolorosa. Miguel mi piace davvero e nel mio cuore ci sarà sempre un posto per lui, però non sono pronta a legarmi al Grande Amore per ora, né con lui né con nessun altro, quindi meglio lasciarlo adesso che restare e spezzargli il cuore tra un paio di mesi.

    Ho dovuto essere sincera. Se non desideravo ciò che voleva lui, era giusto lasciarlo andare.

    Ciononostante, mi domando se incontrerò mai un altro uomo come lui. Quando gli ho detto che dovevo lasciarlo, è stato così maledettamente comprensivo! In genere gli uomini sfondano le pareti a pugni vomitando sequele di improperi, quando rompo con loro. Miguel invece, pur essendo triste, mi ha detto semplicemente che dovevo fare ciò che mi suggeriva il cuore.

    In questo preciso momento il mio cuore è a pezzi e io non so bene cosa significhi.

    Gemo piano e mi copro il viso con le mani. All’improvviso vorrei tornare nella mia camera fronte mare nello spettacolare Marriott Resort, il corpo di Miguel sopra il mio, il suo membro dentro di me, le mie gambe intorno ai suoi fianchi. Vorrei sentirlo sussurrarmi parole appassionate in spagnolo, come ha fatto per gran parte delle due settimane che ho trascorso nel suo paese, facendomi gridare il suo nome mentre venivo.

    Ecco cosa vorrei stare facendo. Invece me ne sto seduta in prima classe su un volo Delta Airlines e guardo fuori del finestrino come un’imbecille innamorata, in preda a una crisi di malinconia in grande stile.

    Guardo alla mia sinistra. L’uomo seduto accanto a me, sulla sessantina, solleva ripetutamente le sopracciglia quando nota che sto guardando nella sua direzione. Alzo gli occhi al cielo e guardo oltre. Noto un uomo con i capelli scuri che mi ricorda Miguel. Viaggia con una bionda attraente e i due sembrano completamente persi l’uno nell’altro. Li osservo per un momento, mentre l’uomo sussurra qualcosa nell’orecchio di lei. Il suo viso arrossisce e lei ride; ciò basta perché il mio cervello apra la porta che chiudeva fuori i ricordi di Miguel e dei momenti trascorsi insieme.

    Ancora una volta, mi giro verso il finestrino, ma non vedo fuori. Nel teatro della mia mente vedo me e il mio amante ispanico... la prima volta che mi ha spogliata e mi ha mangiata fino a farmi gridare. Quanto è stato incredibile sentirlo entrare dentro di me mentre stavo venendo.

    Era la prima volta, eppure ci siamo sentiti uniti come non mi era mai capitato prima.

    La mia mente passa velocemente oltre la prima volta, per ricordare la più memorabile, al Tabacon Resort. Miguel mi ha portata nel posto più magnifico del mondo, nel più romantico. Ci rivedo nelle spettacolari fonti calde del centro, mentre altre persone camminano sui sentieri vicini e noi facciamo l’amore di nascosto, sommersi dalla gorgogliante acqua tiepida.

    Finché avrò vita, quel ricordo sensuale resterà per sempre scolpito nella mia memoria; è stata incontestabilmente la mia esperienza più romantica. Dalla bellezza incomparabile delle fonti calde alla vegetazione lussureggiante alla base del vulcano, fino all’uomo appassionato che mi sussurrava all’orecchio parole d’amore, so che quell’esperienza non si ripeterà mai più.

    I capezzoli cominciano a dolermi quando penso al momento in cui Miguel mi ha coperto i seni con le mani, dopo avermi sfilato la parte superiore del bikini. Quell’uomo sa come suggere un capezzolo, con una sorta di dolce reverenza che mi eccita più di quanto credessi possibile.

    Azzardo un’altra occhiata alla coppia qualche fila dietro di me. Ora si stanno baciando, talmente innamorati da non curarsi di mostrarlo a tutto il mondo.

    Cosa farebbe Miguel se fosse qui con me sull’aereo?

    Sicuramente sarei io a fare la prima mossa. Sono io la più audace quando si tratta di sesso...

    Lo solletico con la punta delle dita, accarezzandogli l’interno coscia dal ginocchio in su, senza fermarmi, fino a raggiungere il rigonfiamento tra le gambe.

    L’espressione di Miguel è di sorpresa compiaciuta. «Cosa stai facendo, Principessa?»

    Mi guardo in giro, per assicurarmi che non ci siano assistenti di volo nelle vicinanze. «Tu cosa pensi che stia facendo?» E inizio a sbottonargli i jeans.

    Una via di mezzo tra un sospiro e una risata sgorga dalla sua gola; mette la mano sulla mia, come per fermarmi, ma non lo fa.

    Lo desidera quanto me.

    «La coppia accanto a noi dall’altra parte del corridoio dorme» gli dico. «E le persone di fronte e dietro di noi non ci possono vedere.» Estraggo il membro di Miguel dai pantaloni, ma mi assicuro che resti nascosto sotto la leggera coperta blu fornita dalla linea aerea. Poi gli sussurro all’orecchio: «Dimmi che non vuoi sentire le mie labbra su di te in questo preciso momento».

    «Principessa, tu sei pazza.»

    «Sì, e a te piace.»

    Mi slaccio la cintura di sicurezza e mi guardo rapidamente in giro, per assicurarmi che nessuno stia venendo verso di noi, poi mi sistemo in modo che sembri che io stia riposando con la testa posata sul grembo del mio amante. Dopodiché lambisco la punta del pene eretto di Miguel.

    Lui è scosso da un fremito, ma non mi ferma; da come spinge il bacino in avanti, capisco che non vuole che io smetta. Il suo pene è dritto come un’asta di bandiera nella mia mano.

    «Mmh... lo vuoi davvero» gli sussurro.

    Miguel sospira e mi accarezza i capelli.

    «Mi basta mettermi giù così, tenere la coperta in questo modo... » Mi sistemo di nuovo in modo da appoggiargli il viso sull’addome. «E chiunque mi vedrà penserà che stia schiacciando un pisolino appoggiata a te, mentre invece ti starò facendo il miglior lavoro di labbra che tu abbia mai ricevuto a ventimila piedi d’altitudine.»

    Miguel mormora qualcosa in spagnolo e mi insinua le dita tra i capelli. È il suo modo per dirmi che mi lascia tutto il controllo, che posso fare ciò che voglio con il suo corpo.

    Bene. Non potrei muovere la testa su e giù senza destare sospetti, ma ci sono altri modi per usare la bocca. Gli passo ripetutamente la lingua intorno al glande, prima di assaporarlo. Poi lo sfioro tutto con le labbra e lo lambisco con la lingua, gli mordo delicatamente la pelle con i denti.

    Miguel ha il respiro accelerato, come se stesse cercando di trattenere un gemito; più si controlla, più vorrei dimenticare la discrezione e abbandonarmi alla passione. Divento più audace.

    Dopo un momento la mano di Miguel si ferma sulla mia testa. «Non resisto più» sussurra.

    Alzo il capo e lo bacio dolcemente sulle labbra. «Vuoi andare nella toilette?» Ammicco.

    «Dici sul serio?»

    Sono io adesso che passo le dita tra i suoi capelli scuri. «Non scherzo mai quando si tratta di sesso.»

    Ormai ci baciamo apertamente e sono così eccitata che vorrei sdraiarmi sui sedili, allargare le gambe e lasciare che Miguel mi prenda...

    «Mi scusi, signorina?»

    Quelle parole mi penetrano nella mente, distogliendomi dalla mia fantasia. Apro gli occhi e vedo che l’uomo seduto accanto a me mi sta fissando, allarmato.

    «Si sente bene?» mi domanda. «Mi è parso di sentirla gemere.»

    Le guance mi prendono fuoco per l’imbarazzo. «Sarà stato qualcosa che ho mangiato» mento. Poi riprendo a guardare fuori.

    Non riesco a credere di essermi lasciata trascinare a tal punto da una fantasia. D’altra parte, è comprensibile.

    Forse mi sono lasciata coinvolgere troppo dalla storia con Miguel. Con lui non avrebbe potuto funzionare. Fine della storia, punto. Devo dimenticare quanto fosse incandescente l’attrazione tra noi. Il sesso non è tutto; non riesco a credere che sto pensando una cosa del genere, ma è così.

    Forse si è già trovato un’altra donna, magari un’altra turista, il cui cuore accelererà i battiti quando lui le rivolgerà uno dei suoi sorrisi accattivanti.

    Il solo pensiero mi serra il cuore in una morsa.

    Non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca.

    Nel migliore dei casi, quando avrò sistemato la mia vita, magari tra cinque anni, chiamerò Miguel e, se lui sarà ancora single e avrà ancora i bollori per me, ci rimetteremo insieme, come se il tempo non fosse passato, e ci strapperemo i vestiti di dosso ancora prima che le nostre labbra si siano toccate.

    Perché ti torturi in questo modo?

    La rabbia mi pervade e abbasso di scatto la tendina del finestrino. Ma cosa non va in me? Quando sono diventata una sciocca sentimentale? Questo non è il momento per pensare a Miguel e a come sarebbe potuta andare tra noi, devo concentrarmi su me stessa, cominciare a pensare a cosa voglio fare con il resto della mia vita.

    E non sarà facile, credetemi. Finora ho lavorato come spogliarellista, non sono stata al college e al liceo avevo voti mediocri. Ma ormai è venuto il momento di cominciare a pensare al mio futuro, perché quando avrò cinquant’anni non intendo dover continuare a spogliarmi per vivere.

    Francamente, forse dovrei ringraziare Reed per essere un tale stronzo. È il proprietario del club dove lavoravo e sono uscita con lui per mesi, finché ho scoperto che andava a letto anche con un’altra ballerina. Se non si fosse ripassato un’altra, sarei ancora ad Atlanta a lavorare nel suo club, convinta di non poter aspirare a qualcosa di meglio. Quindi, in pratica mi ha fatto un favore lasciandomi libera e costringendomi a concentrarmi, per una volta, su me stessa.

    Non fraintendetemi, non mi vergogno di essere una spogliarellista, ma so che una ragazza non può vivere per tutta la vita svolgendo una professione del genere.

    Tento di evitare lo sguardo dell’uomo seduto accanto a me, mentre cerco un’assistente di volo. Il segnale che invita a tenere allacciate le cinture di sicurezza è ancora acceso e il comandante non ha ancora annunciato di avere raggiunto l’altitudine di volo, ma io ho già voglia di qualcosa da bere. E di una sigaretta. Sfortunatamente, dovrò accontentarmi di bere finché non saremo atterrati ad Atlanta, dove potrò chiudermi in una sala fumatori.

    Non mi piace sentirmi tanto combattuta. Ma, peggio ancora di sentirmi combattuta per aver lasciato Miguel, non voglio ammettere che, se non mi fossi fatta delle illusioni su Reed quando è arrivato come il cavaliere con la sua armatura scintillante, probabilmente avrei gettato al vento ogni cautela e sarei rimasta in Costa Rica con il mio amante latino.

    Sì, ho bisogno di bere qualcosa, preferibilmente Scotch, ma andrà bene qualunque cosa mi aiuti a dimenticare per un momento il fatto che potrei aver lasciato in Costa Rica la cosa migliore che sia mai entrata nella mia vita.

    Qualche ora dopo, accanto al nastro trasportatore dell’aeroporto di Atlanta aspetto di veder apparire la mia valigia rosa shocking, quando sento: «Ehi!».

    Mi volto e vedo mia sorella, Annelise, il suo sorriso talmente sfavillante che potrebbe accecarmi. Porta i capelli sciolti invece della solita coda e i riccioli biondi le ricadono morbidamente su una spalla. Guardandola capisco immediatamente che non solo fa sesso, ma si diverte anche.

    Merita di essere felice dopo l’inferno che le ha fatto passare suo marito, ma la realtà di ciò che sta vivendo mi fa sentire ancora maggiormente la mancanza di Miguel.

    «È bello rivederti.» Annelise mi abbraccia, affettuosa. «Come stai?»

    «Bene.»

    Il sorriso si spegne e lei si stacca da me per osservarmi. «A me non sembra troppo bene.»

    «È tutto okay.»

    «Allora perché sembri così triste? Dovresti essere piena di energie» dice, strizzandomi l’occhio. «Con tutto il tempo trascorso con quello stallone incandescente.»

    «Già.» Non dico altro, non saprei cosa. So che non avrebbe funzionato con Miguel, ma mi sento ugualmente uno straccio.

    «Oh, mio Dio!» Gli occhi di Annelise si illuminano. «Ti sei innamorata di lui, vero?»

    Non rispondo e vedo la mia valigia passarmi accanto. Mi scuso, mentre oltrepasso due donne sulla quarantina per afferrare la valigia prima che si allontani troppo.

    Quando mi volto, noto che gli occhi di mia sorella sono socchiusi e la sua espressione è sinceramente preoccupata.

    «Ti ha ferita?» mi domanda appena la raggiungo nuovamente. «Aveva un’altra? Oh, no! Non dirmi che era sposato!»

    «Non era sposato e non mi ha ferita.» Estraggo la maniglia della valigia. «Possiamo andare?»

    «Non vuoi parlarne.»

    «Da che parte?» chiedo io.

    «Di qua.» Annelise si avvia verso le porte scorrevoli a destra, ma rallenta in modo che possa tenerle dietro. «So com’è quando non si ha voglia di parlare di qualcosa. Quando fa troppo male anche solo per pensarci. Sappi solo che, quando avrai voglia di sfogarti, io sono qui.» Mi strofina la mano sulla schiena. «Okay?»

    Non riesco a crederci, il semplice fatto che Annelise mi offra il suo supporto mi fa quasi scoppiare a piangere. Mi trattengo a stento.

    Ecco perché non sono pronta per parlarle di Reed, di come si sia presentato in Costa Rica dicendomi di amarmi ancora e di come io ci sia cascata come un’idiota.

    Temo che crollerei se dovessi raccontarle tutta la storia.

    Cambio argomento. «Come va con Dominic?»

    «Straordinariamente» risponde subito Annelise, mentre il suo viso si illumina come un’insegna al neon.

    «In altre parole, il sesso va bene.» Riesco a sorridere.

    «Bene?» Si ferma un momento prima di uscire dalla porta scorrevole, poi sussurra: «Sam, il sesso è... una cosa dell’altro mondo!».

    «Wow!»

    «Lo so, sembra un’affermazione scontata. Ma, Sam, credimi, è la verità. Non immaginavo che il sesso potesse essere tanto fantastico.»

    «Ne deduco che non senti la mancanza di Charles» scherzo, mentre ci dirigiamo verso il parcheggio.

    «Charles... » Annelise fa una smorfia disgustata. «Spero marcisca in prigione per essersi impadronito dei fondi della fondazione Wishes Come True. Mai, nemmeno in un milione di anni, avrei potuto credere che l’uomo che avevo sposato potesse essere un tale figlio di puttana. Rubare il denaro donato per aiutare bambini malati terminali... »

    «Come procede la causa?» le chiedo. Sono stata via solo due settimane, ma per molti versi mi sembra una vita.

    «Ho sentito che Charles ha cercato di patteggiare, dichiarando che l’idea di appropriarsi del denaro non è stata sua.»

    Rido, sarcastica.

    «Esatto, quel che penso anch’io. Può sognarselo. Con tutte le prove che hanno contro di lui, sarà fortunato se il giudice sarà clemente.»

    «Prove che tu hai trovato in Costa Rica» le ricordo, orgogliosa di lei. È stata di Annelise l’idea di cercare nell’appartamento di suo marito ai tropici. In tutta sincerità, non avrei mai creduto che Annelise potesse trasformarsi in una moderna Agatha Christie. Si è lasciata trattare in modo indegno da Charles, dipendeva troppo da lui, si domandava in continuazione cosa fare per compiacerlo, come riportare un po’ di passione nella loro vita sessuale per soddisfarlo, quando a un tratto lui non ha più voluto fare l’amore con lei. Non sono rimasta sorpresa quando è venuto fuori che lui si portava a letto un’altra da tempo.

    «Ed è stato divertentissimo» ammette Annelise.

    «Vero? E quando Charles è arrivato all’appartamento... »

    «Non farmici pensare! Ho avuto paura che per noi fosse finita.» Annelise ride piano. «Non riesco a credere che mi sia successo davvero e non l’abbia visto in un film della HBO.»

    «Hai parlato con l’avvocato per capire se riuscirai a prendere qualcosa dalla vendita della casa?» le chiedo. «Con tutto l’aiuto che hai dato per risolvere il caso, sarebbe il colmo se tu dovessi anche rimetterci ciò che ti spetta.»

    Annelise annuisce mentre raggiungiamo la sua Volvo. «Sì. Claudia mi ha mandata da uno dei suoi zii, una persona davvero in gamba. Mi è parso ottimista, ma preferisco non sbilanciarmi.»

    «Claudia è la tua amica ricca e viziata, giusto?»

    Annelise mi guarda, accigliata. «Viziata?»

    «Sì. Non lavora e i suoi genitori pagano tutto.»

    «E allora?»

    «A me sembra un comportamento da persona viziata.»

    «Lei non è così» controbatte Annelise, difendendo l’amica. «Claudia è molto impegnata nelle fondazioni benefiche, come spesso capita alle persone abbienti. Se avesse sposato Adam, avrebbe dedicato tutta la sua vita alle cause caritatevoli. Poi lui ha mandato il matrimonio a monte.»

    Annelise apre il bagagliaio e io ci metto dentro la valigia. Improvvisamente sorrido; è bello essere qui con lei, impegnate a fare cose che tra sorelle accadono normalmente.

    Va bene anche essere in disaccordo, di tanto in tanto, significa che comunichiamo comunque.

    Forse dovrei specificare che mia sorella e io non siamo mai state molto vicine. Lei è più grande di me e, per gran parte della nostra vita di adulte, ha guardato con sdegno le mie scelte di vita. Come, per esempio, diventare una spogliarellista. Negli ultimi mesi, però, la nostra relazione è cambiata drasticamente, parliamo e comunichiamo senza giudicarci a vicenda.

    In breve, siamo diventate amiche.

    Probabilmente abbiamo ancora molta strada da percorrere, ma sono fiduciosa riguardo al futuro. Almeno per quanto concerne mia sorella, la nostra relazione funziona.

    2

    Annelise

    Appena apro gli occhi, faccio quella che nelle ultime settimane per me è ormai diventata una specie di routine: guardo alla mia destra, vedo il corpo nudo del mio amante e sorrido.

    Pazzesco come le cose possano cambiare.

    Se sei mesi fa mi aveste detto che oggi avrei fatto sesso regolarmente, mentre le mie amiche e mia sorella sarebbero state costrette al digiuno, vi avrei riso in faccia. No, per la verità avrei pianto, per darvi un’idea di quanto fosse pateticamente miserabile la vita sessuale con mio marito.

    Avevo un marito che, dopo essere stati insieme dieci anni, ha smesso di toccarmi. Completamente. Non voleva baciarmi né tantomeno fare sesso. Ha cominciato a trattarmi come se fossi sua nonna e io, come un’idiota, ho cominciato a incolpare me stessa per la sua mancanza di interesse nei miei confronti.

    Solo a posteriori ho capito quanto fosse stato bugiardo Charles. E pensare che mi ero bevuta la sua storiella sono-tanto-stressato-che-sono-impotente. Il nodo della questione erano le mie convinzioni religiose e la mia profonda fiducia nelle parole finché morte non ci separi. Ho vissuto gran parte della mia vita temendo che, se avessi fatto la cosa sbagliata, sarei bruciata all’inferno per l’eternità.

    A mio credito posso dire di essere rimasta fedele a Charles finché ho scoperto che tradiva me e i bambini della fondazione Wishes Come True, della quale era un membro del consiglio direttivo.

    Presi il mio giuramento seriamente quando lo sposai, anche se lui non meritava il mio amore. E non mi sento minimamente in colpa per essermi trovata un altro mentre aspetto il divorzio e per il fatto che, finalmente, dopo quasi un anno e mezzo, riesco a godere del sesso.

    Ora la vita è finalmente bella.

    No, mi correggo guardando ancora Dominic. È stupenda.

    Per molti versi sembrano trascorse più di due settimane da quando mi sono tuffata di testa in una relazione con lui. Chiamatemi pure sciocca romantica, ma

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