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Un caso per il maresciallo Badas
Un caso per il maresciallo Badas
Un caso per il maresciallo Badas
E-book155 pagine1 ora

Un caso per il maresciallo Badas

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Info su questo ebook

Nella misteriosa atmosfera del piccolo paese sardo di Guttaùli si consuma l’omicidio dell’albergatore di Su Mrejani, Luigi Murru, uomo sanguigno e gelosissimo dell’avvenente moglie Nicole.
Il maresciallo Badas, dell’arma dei Carabinieri, con la sua squadra, indaga sull’omicidio e sull’altrettanto misteriosa sparizione del figlio Efisio, avvenuta due giorni dopo l’omicidio.
Intorno all’omicidio ruotano altri personaggi come Bainzu, un vecchio bandito ossessionato dal suo oscuro passato; Andrea Melli, un informatore scientifico cagliaritano, amante delle armi e tormentato da strane visioni; Paola, la giovane cameriera di Su Mrejani.
“Un caso per il maresciallo Badas” è la convincente opera prima di Roberto Ebau. Un giallo classico, con personaggi ben caratterizzati, una trama complessa e una narrazione sempre coinvolgente e piacevole.

Scary man in darkness @ JanMika - https://it.depositphotos.com

Roberto Ebau nasce a Cagliari nel 1969. Secondogenito di tre figli. Si laurea in Economia E Commercio nel 1999. Attualmente svolge la professione di Consulente Aziendale. Nel tempo libero scrive poesie, racconti e romanzi.
LinguaItaliano
Data di uscita8 nov 2021
ISBN9788835884194
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    Anteprima del libro

    Un caso per il maresciallo Badas - Roberto Ebau

    ROBERTO EBAU

    UN CASO PER IL MARESCIALLO BADAS

    AMICOLIBRO

    ROBERTO EBAU

    UN CASO PER IL MARESCIALLO BADAS

    PROPRIETà LETTERARIA RISERVATA

    L’OPERA è FRUTTO DELL’INGEGNO DELL’AUTORE

    © 2019 AmicoLibro

    Vico II S. Barbara, 4

    09012 Capoterra (CA)

    www.amicolibro.eu

    info@amicolibro.eu

    Prima Edizione

    novembre 2019

    PREFAZIONE

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    CAPITOLO I

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    CAPITOLO II

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    CAPITOLO III

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    CAPITOLO IV

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    CAPITOLO V

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    CAPITOLO VI

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    CAPITOLO VII

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    CAPITOLO VIII

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    CAPITOLO IX

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    CAPITOLO X

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    CAPITOLO XI

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    CAPITOLO XII

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    CAPITOLO XIII

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    CAPITOLO XIV

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    CAPITOLO XV

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    CAPITOLO XVI

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    CAPITOLO XVII

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    CAPITOLO XVIII

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    CAPITOLO XIX

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    CAPITOLO XX

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    CAPITOLO XXI

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    CAPITOLO XXII

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    CAPITOLO XXIII

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    CAPITOLO XXIV

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    CAPITOLO XXVI

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    CAPITOLO XXVII

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    CAPITOLO XXVIII

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    CAPITOLO XXIX

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    CAPITOLO XXX

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    CAPITOLO XXXI

    A nonno Antonio e nonna Palmira

    Immaginazione, desiderio, passione:

    antiche formule per aprire un varco,

    antiche formule per comporre un canto!

    Come un giullare scherzoso mi muovo,

    seguendo il fluire del tempo,

    senza meta o progetto, libero.

    E con un sorriso regale

    ti invito a seguirmi,

    laddove declina la mente

    e sorge lo spirito.

    Roberto Ebau

    PREFAZIONE

    Nella misteriosa atmosfera del piccolo paese sardo di Guttaùli si consuma l’omicidio dell’albergatore di Su Mrejani, Luigi Murru, uomo sanguigno e gelosissimo dell’avvenente moglie Nicole.

    Il maresciallo Badas, dell’arma dei Carabinieri, con la sua squadra, indaga sull’omicidio e sull’altrettanto misteriosa sparizione del figlio Efisio, avvenuta due giorni dopo l’omicidio.

    Intorno all’omicidio ruotano altri personaggi come Bainzu, un vecchio bandito ossessionato dal suo oscuro passato; Andrea Melli, un informatore scientifico cagliaritano, amante delle armi e tormentato da strane visioni; Paola, la giovane cameriera di Su Mrejani.

    Un caso per il maresciallo Badas è la convincente opera prima di Roberto Ebau. Un giallo classico, con personaggi ben caratterizzati, una trama complessa e una narrazione sempre coinvolgente e piacevole.

    Roberto Sanna

    IL MARESCIALLO BADAS

    CAPITOLO I

    A fine mattina... un cadavere

    Come una bestia in fuga che serra il bottino tra le fauci, così la camionetta procedeva lentamente nel fitto della foresta. A bordo, incuranti dei solchi che il mezzo lasciava sul terreno, sedevano il maresciallo Badas e il brigadiere Mura. Era quella l’area di Is Cannias, una lingua di verde in cui ci si recava di rado e mai da soli.

    Dopo circa un’ora di tragitto, i due carabinieri fermarono l’auto, rimanendo zitti per un breve istante. In paese si diceva che quello era territorio di banditi e che oltre il costone della montagna c’erano numerose grotte che venivano usate come rifugio. Bruno Badas si era sempre guardato dal verificare quelle voci. Era convinto che si trattasse soltanto di leggende. A Guttaùli, d’altra parte, era tradizione che durante le feste gli anziani e i più giovani si riunissero davanti al fuoco e improvvisassero delle storie. Qualcuno, magari, dopo un bicchiere di vino di troppo, si era lasciato prendere dall’euforia e ne aveva inventato una un po’ truculenta per impressionare i bambini.

    Ciò nonostante, prima ancora di scendere dall’auto il maresciallo fece attenzione a guardarsi attorno con circospezione. Is Cannias era un luogo magico come pochi ne esistono sulla terra. C’era un senso di ignoto nell’aria che suscitava timore e anche un filo d’erba, una quercia, un masso di granito non sembravano essere lì per caso.

    Bene, Mura, da questo momento in poi, non voglio sentire una mosca fiatare! sentenziò l’uomo prima di avviare il passo lungo il sentiero. Sai delle voci che corrono su questi luoghi, vero? Massima attenzione e pronto a usare l’arma!

    Il brigadiere si limitò a annuire.

    Nelle sue orecchie risuonavano ancora le urla della signora Murru, quando aveva sporto denuncia solo qualche ora prima.

    Vorrei parlare col maresciallo Badas. È urgente! Urgentissimo! Hanno rapito mio marito! urlò Nicole in preda alla disperazione. E senza attendere che il giovane si spostasse di lato per lasciarla passare scoppiò a piangere, e tra i singhiozzi aggiunse:

    Vi prego, fate qualcosa!

    Il giovane carabiniere stava giusto per rispondere, quando udì la voce del maresciallo nel corridoio:

    Mura, che succede? Cosa sono queste urla?

    Niente, signor maresciallo, c’è qui una signora che desidera parlare con lei. Dice che suo marito è stato rapito.

    Beh, allora che aspetti? Falla passare.

    Nicole Chantillon trascinò il passo lungo il corridoio e con un’espressione terrea in volto giunse fin sulla soglia della stanza del maresciallo. La stazione dei carabinieri di Guttaùli era un edificio vecchio dalle pareti spesse. Le finestre erano piccole e protette da enormi grate in ferro che toglievano il respiro. I muri, di un colore giallo ocra, erano scoloriti a causa del tempo.

    Maresciallo, mi aiuti… mormorò la donna con un filo di voce.

    Venga, signora e stia calma.

    La donna annuì e a fatica entrò nella stanza.

    Si accomodi, aggiunse mentre passava dall’altra parte della scrivania.

    Ne è sicura?

    Di cosa, maresciallo?

    Che suo marito sia stato rapito…

    , sentenziò lei con un tono di voce che non lasciava dubbi.

    L’hanno già contattata?

    No, veramente no.

    E allora come può affermare con assoluta certezza che sia stato rapito?

    Non lo so maresciallo: è la prima cosa che mi è saltata in mente non vedendolo tornare a casa in tempo per la processione, mormorò la donna smettendo d’improvviso di piangere.

    Come si chiama, anzitutto, signora?

    Nicole Chantillon! Mio marito è…

    Conosco suo marito, si affrettò a dire l’uomo. Quanto tempo è trascorso dalla sua assenza?

    È uscito presto, molto presto per andare a cercare funghi, almeno così mi ha detto. Proprio a un’ora da qui.

    Il maresciallo restò per un attimo in silenzio senza distogliere lo sguardo dal bel viso di lei.

    Forse ha trovato traffico sulla strada del ritorno, disse, la festa attira molta gente.

    La donna lo fissò incredula, quasi avesse sentito una bestemmia.

    Non è la prima volta che va a cercare funghi e che se la prende comoda, ma non l’ha mai fatto a poche ore dall’inizio della festa. Sa, lui fa parte della Confraternita dei Puri di Spirito.

    Il maresciallo la guardò: sembrava sicura, fin troppo sicura. Chissà perché, ma il suo istinto gli diceva che c’era sotto qualcosa. Lasciò che continuasse a sfogarsi. Poi, d’un tratto, mentre riprendeva a piangere, disse:

    Quindi ricapitolando: lei dice che suo marito è stato rapito, ma che nessuno l’ha ancora contattata? La sua mi sembra un’ipotesi fin troppo pessimistica.

    Ecco…

    Mi nasconde qualcosa, signora?

    No. Come potrei?

    Vediamo, facciamo una cosa... lei adesso mi racconta tutto dall’inizio.

    In effetti, gli era sembrato strano che un uomo così ligio al dovere come Luigi Murru, un uomo che ogni anno era tra i primi a portare la Santa in processione, si fosse dimenticato dell’evento più importante dell’anno. Pertanto, al termine dell’interrogatorio aveva deciso di recarsi sul posto. Era suo dovere, anzitutto, ma più di questo era forte la convinzione che l’uomo non avrebbe mai rinunciato senza un valido motivo al suo impegno.

    Mentre procedeva sul sentiero che serpeggiava tra le querce e i lecci e ripensava al dialogo che aveva avuto in caserma con la signora Murru, si trovò di fronte una radura. Era un piccolo spiazzo sul quale sorgeva un rudere abbandonato: il nuraghe Ligristu.

    Mura, che lo precedeva di qualche metro, fece per allungare il passo in quella direzione ma il maresciallo lo fermò per un braccio, facendogli segno di aspettare e di tenere gli occhi ben aperti: non era il caso di spingersi allo scoperto in un luogo come quello. E poi c’era qualcosa di strano in lontananza, proprio sotto le mura, una sporgenza innaturale del terreno.

    Si guardarono negli occhi, senza aprire bocca, poi il più giovane dei due mormorò:

    Maresciallo, vado io. Lei mi guardi le spalle.

    Badas annuì. Sapeva che la minima disattenzione poteva risultare fatale. Istintivamente strinse l’arma più forte poi lasciò che Mura si avviasse. Quando il ragazzo, giunto sul posto, si chinò per protendere una mano, ebbe come un sussulto e capì. Senza attendere neanche un istante di più iniziò a correre.

    È morto? chiese, trafelato al suo arrivo.

    .

    Stiamo attenti, mormorò, guardandosi attorno.

    Il giovane lo fissò, incupendosi.

    È il nostro lavoro Mura. Ti capiterà spesso purtroppo. Poi, l’anziano carabiniere abbassò lo sguardo sul cadavere, su quello che era stato un uomo. Aveva il volto terreo ed era immerso in una piccola pozza di sangue. Ai suoi piedi, un cestino di vimini e dentro una leppa.

    Nonostante il suo viso fosse oramai privo di vita, lo riconobbe. Chi poteva avere ucciso Luigi Murru? E soprattutto... perché? Non sapeva molto del passato di quell’uomo, lo aveva visto al ristorante Su Mrejani in qualità di cliente e in quelle occasioni ci aveva pure scambiato quattro chiacchiere, perché il signor Murru amava seguire i suoi ospiti di persona. Vedendolo così, adesso, insanguinato e immobile, freddo, ebbe un leggero sussulto. Forse Luigi Murru non era un santo, ma non meritava una morte simile. Il ricordo del suo volto sorridente, la sua voce sicura contrastavano con il suo aspetto attuale. Era un omicidio strano quello. Purtroppo la sola certezza era nelle parole di Nicole, sua moglie: il signor Murru era stato assalito mentre stava cercando funghi. Alle spalle, magari. Si girò di nuovo verso Mura: Appena sarai in grado di muoverti, gli sussurrò come un padre, torna indietro alla macchina, chiama in caserma e spiega quello che è successo! Bisogna avvertire il magistrato e il R.I.S. per i rilevamenti. Alla famiglia penseremo subito dopo.

    Sì, maresciallo. Mi dia solo qualche attimo per riprendermi. Ora vado.

    Mentre quello si avviava, il maturo carabiniere continuò a guardarsi intorno. Non aveva paura: chiunque avesse ucciso quell’uomo doveva essersela data a gambe da un pezzo. Ciò nonostante, non era il caso di commettere passi falsi, meno che mai adesso, davanti a un cadavere.

    La sua attenzione venne richiamata dalle impronte di una suola a carro armato e da alcuni singolari segni sul terreno umido, simili a delle strisciate. Non gli era chiaro che cosa fosse accaduto

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