Il gatto d'oro
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Anteprima del libro
Il gatto d'oro - Valeria Borioni
633/1941.
VILLA EDERA
Personaggi:
Milo Romani: ex commissario capo di Polizia
Lisa Romani: nipote di Milo Romani
Ugo Calvari: fotografo e proprietario Villa Edera
Claudie Simon: modella
Angelo Ballarini: gallerista
Paolo Gerardini: pittore
Aldo Bernardi: commissario capo
Rosa: cuoca di Ugo Calvari
Gianni: figlio di Rosa e giardiniere di Ugo Calvari
Nicola: figlio di Rosa e maggiordomo di Ugo Calvari
Monica: figlia di Rosa e cameriera di Ugo Calvari
Un gustoso piatto di penne all’arrabbiata stava accompagnando la narrazione di un caso risolto da Milo Romani, un tempo commissario capo e ora poliziotto in pensione.
Il piatto che stava deliziando Milo era molto semplice ma sicuramente uno dei suoi preferiti: aglio, olio, abbondante peperoncino e tanto pomodoro.
Lui la pasta la preferiva al dente e senza parmigiano.
Come contorno per l’ex commissario c’erano delle zucchine alla griglia insaporite con aglio e origano, e per finire una fetta di torta al mascarpone.
Erano le venti e trenta di una domenica invernale. Fuori faceva un gran freddo e la pioggia cadeva incessantemente dal primo pomeriggio.
Milo era seduto a uno dei tavoli de Il Gatto d’Oro
insieme a sua nipote Lisa, che aveva scelto il suo stesso menù.
Il locale, che in passato era stata la residenza di famiglia, ora era di proprietà di Lisa Romani. Lo aveva ereditato nel 2006, dopo la scomparsa del padre in un incidente d’auto.
La madre era venuta a mancare un anno prima, a causa di una grave malattia ai polmoni. Milo Romani, fratello di suo padre Giorgio, era il suo unico parente stretto.
Nel 2007 Lisa aveva provveduto a rimodernare la struttura e a trasformarla in ristorante. Aveva scelto Il Gatto d’Oro
come nome in ricordo del suo primo gatto, un europeo rosso con striature dorate.
Il Gatto d’Oro
era un locale nuovo e molto ricercato perché curato ed elegante: era considerato da molti un piccolo gioiello. Si trovava nelle vicinanze del Monte Conero, precisamente ad Ancona.
Era immerso nel verde di un bosco e da un punto preciso, percorso un piccolo viale ornato di rose, si poteva ammirare il mare.
Era opinione comune che Il Gatto d’Oro
non venisse scelto solo per la sua splendida posizione panoramica, ma anche per la cucina semplice e curata di Lisa. Le sue specialità erano la frittata con zucchine e peperoni, lo spezzatino ai funghi e vino rosso, le penne all’arrabbiata e il leggendario mascarpone.
La Romani adorava ascoltare i casi giudiziari seguiti da suo zio: in cambio della sua ospitalità lui l’affascinava rievocando quelli più particolari.
Milo era dunque un ospite abituale de Il Gatto d’Oro
, e quel giorno decise di raccontare alla nipote il caso di Villa Edera
.
Va bene, credo di non aver mai letto nulla su questa vicenda
disse Lisa addentando la sua prima penna.
È naturale, tu non eri ancora nata!
Si tratta di un vecchio caso, allora
Lisa era stuzzicata dalla notizia. Sono i miei preferiti.
Ed è avvenuto proprio qui, ad Ancona
la informò lo zio.
Sempre più interessante
osservò Lisa tra sé. Ti prego zio, inizia!
Va bene
acconsentì lui. Per prima cosa, però, ci faremo portare una bottiglia di vino rosso… del Merlot, magari.
Sulla strada per Numana c’era una villa stupenda in mattoncini rosa: era ricoperta interamente di edera, da cui il suo nome. Aveva una vista mozzafiato sul mare e sul retro si trovava un immenso e curatissimo giardino.
Era di proprietà di Ugo Calvari, famoso fotografo, conosciuto soprattutto per la sua grande ospitalità. All’interno della villa viveva anche la servitù, costituita da Rosa la cuoca e i suoi tre figli.
Rosa aveva poco più di settantanni e il suo viso, piuttosto rotondo, era segnato da profonde rughe. Di statura bassa e non troppo corpulenta, sapeva essere gentile e simpatica con chi si mostrava affettuoso e disponibile con lei, ma aveva il difetto di far sentire in imbarazzo chiunque le risultasse antipatico, scrutandolo dall’alto in basso con un paio di occhietti alquato vispi.
Gianni, il figlio più grande, faceva il giardiniere; aveva quasi cinquantanni e li dimostrava tutti. Era un tipo riservato e di poche parole.
Dal padre aveva preso la corporatura, infatti era piuttosto robusto e imponente.
Nicola, al contrario del fratello maggiore, era magro e più alto di lui.
Di aspetto gioviale, dimostrava trent’anni ma in realtà ne aveva quarantacinque: essendo più espansivo di Gianni aveva scelto di fare il maggiordomo.
Monica, che era la figlia più giovane, decise di fare la cameriera.
Di statura piccola come la madre, ma più gracile, non era una ragazza appariscente ma risultava bella anche senza trucco. Non le piaceva essere osservata ed era introversa e di poche parole come Gianni.
Anche lei dimostrava meno anni di quelli che aveva; infatti era una perfetta quarantenne ma il volto fresco l’avrebbe fatta confondere per una trentenne.
Calvari aveva l’abitudine di festeggiare con gli amici a casa sua ogni volta che esponeva le sue foto in qualche mostra di spicco. E le sue feste erano davvero indimenticabili.
Diversi personaggi famosi erano stati notati all’interno della Villa: tra gli invitati più celebri c’erano il critico d’arte Lucio Agostini e la sua compagna Alice Morganti, la cantante lirica divenuta famosa soprattutto per le sue ultime interpretazioni dell’opera La Traviata
.
Quando i miei superiori si interessarono della sparizione della modella francese Claudie Simon ero un semplice agente di polizia.
La Simon era una delle modelle di Calvari, ma non la sua preferita: una donna presuntuosa e piuttosto volgare, anche se di estrema bellezza. Spesso era ospite di Ugo.
Vi prego, niente pubblicità!
ingiunse il fotografo.
È impossibile, signore
rispose gentilmente il commissario capo Bernardi. La sparizione da questa casa di una modella come la Simon non può certo passare inosservata. Tenteremo comunque di nascondere il più possibile i particolari.
Dunque è inevitabile
sospirò rassegnato Calvari.
Vuole raccontarmi i fatti di questi giorni?
Come ben sa, ho invitato alcuni amici per questo fine settimana. Venerdì sera a Numana ho inaugurato la mia mostra
Le perle di Francia", che sta riscuotendo un vero successo sia di pubblico che di critica; per festeggiare ho invitato a casa mia una mezza dozzina di persone, tra cui Claudie Simon che era il soggetto principale di questa esposizione.
Sabato sera Claudie ha dato spettacolo e devo ammettere che è stata una vicenda davvero sgradevole.
Era ubriaca e ha schiaffeggiato Monica, la nostra cameriera, solo perché per sbaglio le ha fatto cadere il bicchiere. È stato un incidente, ma Claudie è andata su tutte le furie e ha aggredito Monica con grande violenza. Subito dopo la poveretta è fuggita piangendo.
Ho fulminato la Simon con lo sguardo, poi l’ho vista uscire in giardino da sola e da allora risulta introvabile.
Domenica mattina non era con noi a fare colazione. La sua camera era intatta, ma la sua macchina non era più nel parcheggio. Possibile che abbia lasciato la casa senza dirmi nulla? E senza scusarsi per lo screzio della sera precedente? E sono trascorsi già quattro giorni da quel sabato sera."
Qualcuno degli ospiti ha notato la modella allontanarsi dalla villa?
Neanche uno. Dopo l’incidente con la nostra Monica è scomparsa. Può chiedere lei stesso a ognuno di loro. Questo è l’elenco delle persone presenti quella sera.
E della servitù cosa mi dice?
Mi hanno assicurato di non aver visto nulla, ma se vuole può interrogarli liberamente.
Molto bene, grazie signor Calvari.
Le successive indagini non fornirono molti indizi. Furono interrogati tutti gli ospiti e la servitù: le loro deposizioni coincidevano con quanto già dichiarato dal Calvari. L’unico particolare piuttosto inconsueto era emerso dalle parole di alcuni invitati, i quali affermarono di essersi dovuti ritirare nelle proprie camere prima del previsto in quanto si sentivano piuttosto assonnati.
L’auto della Simon fu ritrovata qualche giorno dopo in un parcheggio di Portonovo, ma della donna non si seppe più nulla. Claudie Simon era semplicemente sparita. I parenti e gli amici più stretti non avevano più sue notizie da quella fatidica sera. E purtroppo la polizia smise di cercarla.
Fino al giorno in cui una seconda persona lasciò in modo misterioso Villa Edera
.
Lisa cara, che ne dici di passare alle zucchine?
osservò Milo meditabondo.
Subito zio, le ho preparate con tanto aglio come piacciono a te!
Sono quelle alla griglia? Oh, che brava!
Milo scoccò un bacio sulla fronte della nipote. Questa sera mi vizi!
Come sempre, del resto! Ti sono piaciute le penne?
Erano quasi perfette, mancava solo un pizzico di sale in più.
Mmh, che brontolone che sei!
Piuttosto, cosa c’è per dolce?
Sorpresa!
esclamò Lisa ammiccando, servendosi anche lei di zucchine e bruschette con pane fatto in casa.
Visto che fai la misteriosa posso sapere almeno cosa hai preparato per gli altri clienti?
chiese con interesse Milo.
Lo stesso menù, ma con una piccola aggiunta: frittata con zucchine e peperoni rossi.
Oh… peccato che non digerisco i peperoni, altrimenti l’avrei gradita anch’io.
Romani si voltò a guardare gli ospiti che affollavano la sala.
Vedo che anche questa sera il locale è pieno! Ma Lisa, hai notato chi c’è laggiù?
No, chi c’è?
Il segretario del Sindaco. È in compagnia di una giovane donna molto attraente. Che potrebbe essere…
Zio… ti prego! Non ti ricordavo così indiscreto! Sarà meglio che torniamo al caso.
Già, alla seconda persona scomparsa… prima però passami il Merlot… questo vino è sempre più buono.
Il commissario capo Aldo Bernardi mi fece partecipare alla seconda visita a Villa Edera. Erano passati più di trenta giorni dalla sparizione della Simon.
La cameriera di Calvari ci fece accomodare in salotto. Nell’attesa non potei far altro che ammirare la meravigliosa vista della costa che si godeva dalle finestre spalancate.
Sarebbe così gentile da raccontarci cos’è accaduto, questa volta?
chiese con molto garbo il commissario capo.
Questa volta, commissario, è scomparso il mio gallerista, Angelo Ballarini… posso offrirvi qualcosa?
chiese Calvari nervoso, versandosi un bicchiere di brandy.
No, grazie.
"Purtroppo non sono a conoscenza di tutti i particolari. Come nel precedente caso avevo invitato alcuni amici a trascorrere qui il fine settimana. Questa volta era per festeggiare il mio compleanno. C’erano le stesse persone di quel famoso sabato più un’altra mezza dozzina di amici, tra cui la mia nuova modella tedesca. Naturalmente c’era anche Angelo. Sono stati due giorni tranquilli e spensierati.
L’unico particolare insolito, di cui sono venuto a conoscenza solo in un secondo momento, è stata una lite avvenuta fra il giardiniere e Angelo. Sembra che Ballarini abbia rovinato di proposito alcuni fiori e Gianni lo abbia ripreso. Ne è nata un’accesa discussione, terminata solo grazie all’intervento di Nicola, il maggiordomo.
Quella sera Angelo ha cenato con noi ed era allegro come al solito, ma il giorno successivo non si è presentato a colazione. In camera non c’erano più le sue cose e la stanza era intatta. Angelo è venuto qui con un taxi e immagino che ne abbia preso uno anche per andarsene: ma non vedo perché lasciare la casa in questo modo… senza nemmeno salutarmi!"
Capisco
commentò Bernardi pensoso.
Furono quindi interrogati gli