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Il burlone
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E-book33 pagine27 minuti

Il burlone

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“Il redattore capo della «Gazzetta di N… …» correva nervosamente su e giù per la vasta sala della redazione. Teneva un numero della gazzetta in mano, allora uscito dal torchio, e l’agitava furiosamente, gridando e bestemmiando a scatti. Il redattore era un omiciattolo dal volto angoloso, magro, ornato d’una barbetta nera e di un paio d’occhiali d’oro. Sbatteva i piedi con forza sul tavolato della stanza, sgambettando e girando intorno alla lunga tavola, coperta di giornali spiegati, di bozze di stampa e di fogli di «originale», che stava in mezzo alla sala. Vicino a questa tavola, con una mano appoggiata sull’orlo di essa, stava in piedi l’amministratore, un grande uomo biondo, non più giovane, il quale osservava il redattore coi suoi occhi allegri e chiari, mentre un sorriso si disegnava sul suo grosso faccione.“

Il burlone, Maksim Gor'kij


Maksim Gor'kij
, pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov, (Novgorod, 28 marzo 1868 – Mosca, 18 giugno 1936) è stato uno scrittore e drammaturgo russo. La lotta contro la miseria, l'ignoranza e la tirannia sono le costanti di tutta l'opera dello scrittore, che è considerato il padre del realismo socialista.

Traduzione di E.W. Foulques.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita18 ott 2020
ISBN9791220209250
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    Anteprima del libro

    Il burlone - Maxim Gorky

    II

    I

    Il redattore capo della «Gazzetta di N… … » correva nervosamente su e giù per la vasta sala della redazione. Teneva un numero della gazzetta in mano, allora uscito dal torchio, e l'agitava furiosamente, gridando e bestemmiando a scatti. Il redattore era un omiciattolo dal volto angoloso, magro, ornato d'una barbetta nera e di un paio d'occhiali d'oro. Sbatteva i piedi con forza sul tavolato della stanza, sgambettando e girando intorno alla lunga tavola, coperta di giornali spiegati, di bozze di stampa e di fogli di «originale», che stava in mezzo alla sala. Vicino a questa tavola, con una mano appoggiata sull'orlo di essa, stava in piedi l'amministratore, un grande uomo biondo, non più giovane, il quale osservava il redattore coi suoi occhi allegri e chiari, mentre un sorriso si disegnava sul suo grosso faccione. L'impaginatore, uomo angoloso, dalla faccia gialla e dal petto concavo, vestito di una specie di zimarra bruna, sporchissima e troppo lunga per la sua statura, si stringava paurosamente contro la parete. Alzava le sopraciglia e spalancava gli occhi verso la soffitta, come se volesse ricordarsi di qualche cosa o riflettere profondamente; poi, un momento dopo, sospirava malinconicamente ed abbassava il capo sul petto. Sotto la porta stava il fattorino della redazione, urtato ad ogni momento da individui dal volto accigliato e preoccupato, i quali entravano od uscivano. La voce del redattore-capo, irosa e chiara, risuonava con forza in mezzo a quell'ambiente, facendo fare una smorfia nervosa all'amministratore e trasalire di paura l'impaginatore.

    – Ma guardate che insolenza! Gli farò un processo a questo mascalzone, a questa canaglia… .. È venuto il proto? Fate venir qui tutti i compositori!… Ne hanno già dato l'ordine?… Ma figuratevi un po' quel che avverrà adesso!… . Tutta la stampa ne parlerà… .. Sarà uno scandolo… in tutta la Russia!… No, non lascerò passare la cosa liscia, potete esserne certi!.. Che canaglia!

    E colle braccia alzate al di sopra della testa, tenendo ancora il foglio spiegazzato fra le mani, il redattore si fermò in quella posizione, come se avesse voluto avvolgersi il capo nel giornale e mettersi così al sicuro contro lo scandalo previsto.

    – Ma incominciate col trovare il colpevole… consigliò l'amministratore con tono asciutto.

    – Sì… sicuro che lo troverò, signor mio! Altro che lo troverò!

    Ricominciò a correre per la sala, stringendosi

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