Visioni

Di Marcella Malfatti

La fascinazione per l’insolito, il bizzarro, lo straordinario è il tratto distintivo dei racconti di Marcella Malfatti, sia che si tratti di incursioni del soprannaturale nella vita quotidiana che di meditazioni introspettive dai connotati onirici.
Il suo è uno sguardo visionario, che indulge nella caratterizzazione dei luoghi e degli ambienti tramutandoli in specchi dell’animo e in riflessi concreti delle sensazioni e dei sentimenti, riverberi dello sbalordimento e del turbamento che si avverte, talvolta, di fronte a situazioni al limite della normalità, quando ci si trova ad affrontare quei momenti che ci fanno dubitare della concreta solidità delle abitudini con le quali si ha dimestichezza e familiarità, circostanze inconsuete e rare ma non così improbabili da essere impossibili.
Uno degli altri elementi che caratterizzano la scrittura dell’Autrice è la costante riflessione sul tempo, sulla dimensione del cambiamento, sul confronto tra presente e passato, sempre, però, osservati e indagati attraverso la lente deformante del capriccio surreale che trasforma in delirio e allucinazione le cose e le persone; l’applicazione sistematica di una visione prospettica eccentrica consente la rappresentazione di una realtà inusitata e affatto difforme, in cui il sogno e la veglia si alternano confondendo i propri confini in una sorta di limbo sfumato ed evanescente.
In un tale contesto di alterazione si colloca l’esaltazione dei significati più reconditi di oggetti apparentemente banali come la porta o lo specchio, ricondotti a simboli esoterici per esorcizzare e sublimare in una sorta di rito magico le asperità dei passaggi della vita.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 31 ott 2020
• ISBN: 9788832927993

Anteprima del libro

specchi

La porta sul sogno

Fretta

Tutt’a un tratto Anna si era accorta di essere in ritardo.

Quasi fuori tempo massimo.

Salì in macchina e ripassò mentalmente le cose che le rimanevano da fare; non sapeva se il tempo che aveva ancora a disposizione le sarebbe bastato, e non osava neppure pensare a cosa le sarebbe accaduto in caso contrario.

La strada scompariva come inghiottita sotto le ruote dell’auto lanciata al massimo dall’acceleratore premuto a tavoletta. Il motore gemeva, ponzando come un atleta che forza allo spasimo i propri muscoli, sente che sta per scoppiare ma non cede e continua a correre.

Anna contrasse nervosamente le mascelle, serrando i denti; poi iniziò a cantare fra sé e sé un motivetto musicale qualsiasi per autoingannarsi e distrarre la mente dal pensiero dei minuti che volavano.

Era del tutto inutile.

Il tempo scivolava via al galoppo disintegrando prepotentemente ogni altro pensiero, e dopo pochi minuti le mascelle tornavano a contrarsi e i denti a serrarsi fin quasi a scricchiolare, mentre la musica svaniva del tutto dalla mente, di nuovo fissa su un unico angoscioso pensiero: fare presto, arrivare in tempo, guadagnare chilometri riuscendo nell’impresa impossibile di sfrecciare più veloce del tempo e sorpassare i minuti in corsa.

Tempo scaduto

Improvviso, come una folgorazione, le si ripresentò alla memoria il sogno fatto la notte prima ma subito dimenticato, un sogno di cui al risveglio credeva di non aver conservato nessuna immagine, nemmeno la più piccola figura, né il benché minimo ricordo.

La sensazione di angoscioso affanno non si era allentata, e nel riaffiorare del ricordo vivido e presente del sogno era divenuta ancora più netta.

Pigiando, preme massiccio e prepotente per uscire allo scoperto, il sogno.

È lì, a due passi dalla coscienza, e se ne resta immobile, galleggiando come una bollicina d’aria sul pelo dell’acqua, rotonda e traslucida, mentre sai che sta per scoppiare e