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Carolina uscì volando
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Carolina uscì volando
E-book34 pagine29 minuti

Carolina uscì volando

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Info su questo ebook

"Voglio salvarti dalla strage che ti ruba / e riportarti nel tuo lettuccio a dormire".
I due versi di Elsa Morante, da "Il mondo salvato dai ragazzini", potrebbero essere l'esergo ideale per il racconto delle vicende di Carolina, la giovane protagonista di questa allegoria delle paure e delle speranze collegate ai tempi del Covid-19.
Incalzata dalle grida della madre terrorizzata, Carolina sfugge, uscendo in volo dalla finestra della propria casa, al mostro che la vuole ghermire.
Il racconto delle vicende della bambina è tutto giocato in un'alternanza tra spazio fisico e ritmo interiore, in una continuum che conduce il lettore a un epilogo che ha le sembianze di una sentenza.
Scritto tra la fine di marzo e gli inizi di aprile da un anonimo autore al proprio esordio editoriale, "Carolina uscì volando" è un viaggio emozionante fra i timori e gli auspici che hanno segnato il mondo nell'epoca della pandemia del 2020.
LinguaItaliano
EditoreSIAMOH
Data di uscita29 dic 2020
ISBN9791220243711
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    Carolina uscì volando - SIAMOH

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    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, conservata o inserita in un sistema di ricerca, o trasmessa in ogni forma e attraverso ogni mezzo (elettronico, meccanico o registrazione) senza il previo consenso del detentore del copyright.

    Copyright ©2020 Siamoh

    Prima edizione 2020

    Impaginazione e copertina:

    Antonella Monterisi, www.amservizieditoria.com

    Voglio salvarti dalla strage che ti ruba e riportarti nel tuo lettuccio a dormire.

    ELSA MORANTE

    SIAMOH

    Carolina uscì volando

    Carolina uscì volando dalla finestra. Decise così, come un tuffo dall’ultimo ponte. Il mostro era dietro la porta e, per fuggire, non c’era altra via che quel cielo freddo di marzo, lontano come può essere lontano un cielo e, soprattutto, altissimo sopra il giardino su cui lei, Carolina, sarebbe dovuta precipitare. Non ebbe nemmeno il tempo di avere paura, ma quando si staccò dal davanzale i suoi pensieri andarono subito alla ghiaia sulla quale, magari l’indomani o forse solo dopo qualche ora, avrebbero dovuto trovarla esanime e coperta di sangue. Morta, in una parola. A tredici anni, per una caduta dalla finestra di casa.

    Ma non morì. Non morì perché, invece di cadere, volò. L’aria era come un cuscino, o un soffio potente dal basso: cadere non era possibile. Per questo motivo, solo per questo, Carolina volò. Ricordava poco, di quelle ore che la portarono lontano da casa. Più odori che immagini, in ogni caso, e ciò le sembrò assolutamente normale, perché la notte nasconde le immagini ed esalta tutti gli altri sensi. Viaggiò in un’oscura galleria di esalazioni di catrame, prima, e infine di fiori di prato. Dormì nell’erba la prima notte della sua seconda vita.

    Si svegliò ancora stordita, con gli occhi che parevano velati d’olio e le mani intorpidite. Inalò profondamente l’aria aperta di uno spazio sconosciuto e subito comprese di essere quasi perduta. Nulla, intorno, le ricordava qualcosa di noto. Non un albero che avesse un aspetto familiare, nulla nel profilo degli orizzonti d’ogni lato che le regalasse la corrispondenza di un ricordo. E ciò fu un bene, perché gli eventi terribili della notte precedente non avrebbero potuto essere trasferiti in un nuovo giorno senza renderlo il peggiore degli incubi.

    La memoria non la soccorreva, probabilmente un meccanismo protettivo le impediva di richiamare alla mente i fatti. Ricordava, ma solo vagamente, la voce soffocata di sua madre e, peggio ancora, gli strilli di Lina che improvvisamente si erano

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