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Il fallimento educativo della scuola
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Il fallimento educativo della scuola
E-book164 pagine1 ora

Il fallimento educativo della scuola

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Info su questo ebook

I vertici di tutte le élites umane utilizzano, da sempre, la scuola e l’informazione come meri strumenti per allevare individui intercambiabili, da adibire alle varie mansioni lavorative funzionali alla convivenza di ogni organizzazione sociale. Gli uomini sono indirizzati, tramite attività operative e di acculturamento ad un agire affabulato e di ricerca della conoscenza scientifica che, negando il fardello dell’ignoranza ed esaltando l’antropocentrismo, privilegia gli aspetti legati allo sviluppo individuale, sociale ed economico a scapito di un rapporto rispettoso degli equilibri della Natura. Questo processo di omologazione dei nuovi nati avviene grazie ad una scuola intesa come strumento di controllo e condizionamento sociale, ma potrebbe essere trasformato in occasione di libero e corretto momento formativo alla sola condizione di saper distinguere tra insegnare, istruire ed educare. Solo una vera e libera autoformazione personale, guidata da buoni e pazienti maestri, potrà avviare verso una educazione integrale in grado di far emergere l’umanità inespressa di ognuno. Questa condizione avvierà ad una vita vissuta con responsabilità ed intensità, piena e felice, centrata sul desiderio di conoscere, su una sobria autolimitazione dei bisogni, sul rispetto delle leggi del Creato ed in armonia con se stessi e la propria comunità.
LinguaItaliano
Data di uscita19 nov 2020
ISBN9791220224284
Il fallimento educativo della scuola

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    Il fallimento educativo della scuola - Cesarino Marchioro

    Cesarino Marchioro

    Il fallimento educativo della scuola

    LA SCUOLA COME STRUMENTO DEL POTERE SOCIALE

    La conoscenza aiuta ad essere responsabili, sereni e liberi

    Cesarino Marchioro

    IL FALLIMENTO

    EDUCATIVO DELLA

    SCUOLA

    LA SCUOLA COME STRUMENTO DEL POTERE SOCIALE

    Note e riflessioni su formazione e autoformazione

    Centro Studi Sociali don Luigi Sturzo – Goito Mantova

    UUID: f379ebbc-3a1d-4625-b80e-d4e2cd6b57b0

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    PREMESSA

    PRIMA PARTE – CONOSCERE L’ESSENZA DELL’INSEGNAMENTO

    LA SOCIETA’ E LA SCUOLA MODERNA

    SOCIALITA’, FORMAZIONE E CLIMA CULTURALE

    LA SBORNIA CONSUMISTICA

    IL RUOLO DELLA SCUOLA NELLO SVILUPPO SOCIALE

    L’ADDOMESTICAMENTO SOCIALE

    L’APPRENDIMENTO EVOLUTIVO E LA COMUNICAZIONE

    L’EVOLUZIONE DELLA VITA SUL PIANETA TERRA

    ALLE RADICI DELLA SCRITTURA E DELLA SCUOLA

    SOCIALITA’ E APPRENDIMENTO

    IL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE

    L’ATTO EDUCATIVO

    IL VALORE DELLA SCUOLA

    L’ABBAGLIO DELL’IGNORANZA

    I PERICOLI DEL MONDO VIRTUALE

    IL BUON SENSO

    PARTE SECONDA - UOMO E NATURA

    ANTROPOCENTRISMO E IRRAZIONALITA’

    DEMOGRAFIA, SOCIALITA’ E IGNORANZA

    LA CONDIZIONE UMANA TRA LIBERTA’ E SCHIAVITU’

    VERITA’ E MENZOGNA

    VERSO UNA VERA DEMOCRAZIA PLANETARIA

    PARTE TERZA - LA STORIA UNA PESSIMA MAESTRA DI VITA

    L’INCIDENZA DELLA RIPETITIVITA’ NELLE VICENDE STORICHE

    L’URGENZA DI RISCRIVERE I LIBRI DI STORIA IN USO NELLE NOSTRE SCUOLE!

    LA GUERRA COME UNICO VALORE PLANETARIO

    IL LIBRO DI STORIA, LA LEGGE E IL POTERE

    PARTE QUARTA - VERSO LA NUOVA SCUOLA

    UNA SCUOLA DIVERSA E CON UNA INTELLIGENZA IN PIU’

    PER UNA NUOVA MISSION DELLA SCUOLA

    DALLA CARTA DI MILANO LA PROPOSTA DI UN DIVERSO MODELLO PEDAGOGICO PER LA SCUOLA MODERNA

    APPENDICE - NOTE PER LA RIFLESSIONE

    LA SCUOLA DALL’UNITA’ D’ITALIA AI NOSTRI GIORNI

    LA SCUOLA EDUCANTE

    LE QUALITÀ DEL BUON MAESTRO SECONDO:

    FRASI E OPINIONI SIGNIFICATIVE

    I GENITORI MODERNI CORROMPONO I FIGLI

    L’ESSERE UMANO: UNA MACCHINA BIOLOGICA COMPLESSA DA CONOSCERE A FONDO

    BIBLIOGRAFIA

    Ringraziamenti

    A mia moglie Chiara,

    ai miei figli Roberta e Nicola,

    ai miei cari nipotini Giulia e Francesco,

    a tutti gli scolari e studenti di ogni tempo.

    PREMESSA

    Dopo una vita passata nella scuola, ben 63 anni, di cui 20 come studente, 8 come insegnante e 35 come dirigente, ed una intensa attività nel volontariato sociale e culturale, credo doverosa una pacata ed oggettiva rivisitazione sulle ricadute educative. Riflettere su questo periodo, con serenità, verificando i risultati conseguiti nella socialità generale ed in particolare nella formazione delle nuove leve di cittadini, da parte di una generazione un po’ supponente, quella che ha vissuto l’ubriacatura libertaria del ’68, ritengo sia quanto mai utile. Ci siamo tuffati e affidati all’idea che il progresso economico centrato sul produrre e consumare, godendone i frutti materiali, fosse sinonimo di benessere e per questo abbiamo ritenuto ormai superati e superflui valori quali: il senso del limite, dei doveri, del sacrificio e della rinuncia. Ci si è impegnati, in maniera quasi ossessiva, nell’inventare sempre nuovi diritti, presentati ogni volta come indispensabili conquiste sulla strada di un utopico progresso umano, sociale ed economico senza limiti. Credevamo di essere compartecipi di un grande cambiamento, di una vera rivoluzione culturale e socio-economica, centrata sulla scienza e la tecnologia per cui siamo stati inconsapevoli strumenti nelle mani delle élites di potere, che ci stavano illudendo che fosse a portata di mano l’agognata società perfetta. Nella realtà abbiamo solamente supportato il volere dei potenti, di quelli che si avvalgono dell’imbonimento per far credere che le leggi scritte, comprese le Costituzioni o gli accordi internazionali, e non la legge dell’amore impressa nel cuore umano, siano in grado di rispondere all’innata aspirazione alla libertà e alla felicità tramite la libera conoscenza e la partecipazione responsabile.

    Ci siamo drogati di illusioni farneticanti infarcite di uguaglianza, di giustizia, di democrazia, di progresso nell’ottica di un benessere solo materiale con risultati ben diversi dai sogni utopici attesi ed immaginati. Siamo andati oltre, abbiamo creato le premesse per il degrado ambientale e avvallato la lotta contro gli equilibri naturali del pianeta in nome di un miope progresso, scientifico – economico, che ha portato con sé l’inquinamento dei corpi e dei cuori e con essi il degrado morale, ambientale ed il massacro sociale. Abbiamo chiuso il cuore, abbassato lo sguardo ed avvallato guerre locali ovunque sul pianeta in nome della pace, ma con particolare non curanza abbiamo, nel silenzio più assordante, portato avanti, con tenacia ed ostinazione, la battaglia più disastrosa: quella contro la Natura e l’ambiente. Un conflitto che rappresenta la terza guerra mondiale, quella che sta destabilizzando il pianeta e l’umanità. Una umanità sempre più smarrita e attonita, affascinata dai beni sempre più sofisticati messi a disposizione dal progresso economico e tecnologico, ma compressa nella sempre più stringente morsa dei bisogni fisici, del sovrappopolamento del pianeta e della crescente ignoranza.

    Il fallimento più evidente e preoccupante è quello del travisamento dei tradizionali valori individuali e sociali, quelli che dovevano essere trasmessi ai giovani, sinergicamente, da famiglie attente e da una scuola libera. Le famiglie tradizionali sono state ridicolizzate ed elegantemente emarginate, in quanto non aperte all’accettazione acritica delle novità della cultura dominante, che indirizzava verso uno stile di vita usa e getta. In nome del progresso tecnologico e consumistico ci siamo lasciati convincere che il bene comune consistesse nel possesso delle cose materiali e di conseguenza che la scelta migliore fosse quella di delegare alla scuola burocratizzata il primato nella formazione dei giovani. Questa, come sempre, è stata usata non come luogo della vera educazione, quella che mira all’autoapprendimento, alla conoscenza e ad inculcare il senso del limite e del dovere, ma come ambiente per l’allevamento di esseri ossequiosi ed intercambiabili destinati a produrre e consumare in un’ottica antropocentrica, economicista e deresponsabilizzante.

    Il nostro è stato un orizzonte puramente materiale, condizionato dalla cultura del potere, declinato al maschile, centrato sul binomio lavoro e ricchezza, sulla forza e sulla guerra ed indirizzato all’immediatezza e all’effimero. Abbiamo originato un clima socio culturale fallimentare, tramite una scuola omologante ed una falsa informazione che si sono preoccupate più di allevare che di educare. In conseguenza di ciò abbiamo disincentivato il senso critico e l’impegno nella ricerca personale verso l’azione auto-educante al bello, al piccolo, allo spirituale, al valore della diversità, al senso del dovere, del limite, della rinuncia, del rispetto e della solidarietà verso ogni uomo ed il creato.

    Cesarino Marchioro

    PRIMA PARTE – CONOSCERE L’ESSENZA DELL’INSEGNAMENTO

    LA SOCIETA’ E LA SCUOLA MODERNA

    Siamo confusi e storditi di fronte alle catastrofi climatiche e sociali in atto e facciamo fatica a comprenderne le ragioni dato che ci eravamo illusi di avere tutto sotto controllo e che ogni cambiamento nei vari campi dell’esistenza fosse solo questione di volontà individuale e collettiva.

    Ci siamo lasciati cullare dalla illusione che avremmo potuto trasformare non solo la cultura, ma anche le istituzioni sociali per renderle più democratiche a partire dalla scuola e per questo abbiamo cercato di emarginare ogni forma di autorità confondendo l’autorevolezza con l’autoritarismo e la libertà con l’anarchia libertaria.

    A tale scopo abbiamo creato nelle nostre scuole un clima lassista e deresponsabilizzante che ha minato il tessuto sociale per cui tutto e tutti sono uguali e allo stesso livello e, contemporaneamente, abbiamo divinizzato la scienza ed il progresso intesi come strumenti di arricchimento senza limiti nel tentativo di giustificare l’irresponsabile sfruttamento delle risorse naturali e di tutti i viventi, compresi gli umani.

    Abbiamo creduto che la democrazia significasse avere il diritto di voto e di conseguenza di esercitare la nostra facoltà decisionale delegandola ad altri, illudendoci che questi fossero idonei a ricercare le soluzioni ottimali ai problemi esistenziali, culturali e socio-economici, ma non è affatto così!

    Il voto equivale ad una delega in bianco a persone che troppo spesso disattendono, quando addirittura non tradiscono, le promesse fatte in campagna elettorale. Nel contempo questa prassi della delega ha offerto l’alibi alla deresponsabilizzane rispetto al senso del dovere e dell’impegno personale. Inoltre, in Italia, la rappresentanza politica è stata trasformata in professione e di conseguenza risponde, più che agli ideali altisonanti, alla diabolica tentazione dell’arricchimento personale grazie al vassallaggio e alla subordinazione a precisi interessi economici e geo-politici. I vertici delle varie élites per conservare il potere manipolano con cura e controllano la formazione, l’informazione e gli apparati burocratici degli Stati attraverso l’uso strumentale delle Leggi e della democrazia ed impongono, di fatto, la loro visione uniformante del mondo e della società.

    Ciò si è evidenziato particolarmente nelle nostra Italia dove, a fronte di un indubbio miglioramento socio economico nelle condizioni generali di vita, avvenuto dopo la seconda guerra mondiale e fino ai primi anni ’90 dello scorso secolo, si è contemporaneamente registrato, in nome del primato dell’economia, della finanza e del merito, un progressivo smantellamento delle conquiste di giustizia ed equità sociali. Anche il sistema politico si è trasformato e si è passati da una rappresentanza basata sui partiti democratici, a partiti padronali al servizio del leader di turno che, grazie a sistemi elettorali cosiddetti maggioritari, di fatto esclude dalla scelta diretta degli elettori le persone da eleggere.

    I candidati sono scelti dal capoaffarista che, attraverso liste bloccate, si assicura la dipendenza e la fedeltà dell’eletto con la conseguenza che questi non è più tenuto a rispondere agli elettori. Il cittadino è ritornato ad essere suddito della burocrazia e del potere dispotico delle Leggi, quegli strumenti definiti da Aristotele intelligenza senza passione, quelle che limitano pesantemente le libertà individuali e controllano rigidamente le attività economiche e lavorative.

    Tutto questo è stato reso possibile in quanto abbiamo usato la formazione e l’informazione per limitare il libero pensiero a partire dai banchi di scuola, usando libri e programmi, che indirizzavano ed indirizzano all’esaltazione del modello sociale antropocentrico e maschilista.

    Abbiamo perpetrato e affinato l’uso politico della giustizia con l’impiego strumentale e mediatico dell’avviso di garanzia (l’equivalente delle liste di proscrizione della Repubblica di Roma del primo secolo a.C.); abbiamo generalizzato la carcerazione preventiva con l’intento di estorcere le confessioni a presunti avversari o nemici del popolo indicati come corrotti o ladri (in altre nazioni sono andati ben oltre, inventando i campi di rieducazione o i campi di lavoro forzato con i lager, i gulag, i laogai).

    Ciò è stato

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