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Sognando Agartha
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E-book241 pagine3 ore

Sognando Agartha

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Info su questo ebook


Nel suo caotico studio, Alex, un giornalista di “Sci-Fi Magazine”, rivista che parla di temi legati a presunti misteri insoluti, è completamente rapito dall’inchiesta riguardante una divinità pagana, il Dio Pan, affidatagli dal capo redattore. La sua ricerca, anche se fruttifera, lo conduce ad un punto morto.
Una sera, girando i canali della tv, s’imbatte in un documentario sulla “Terra Cava”. Il giornalista associa l’argomento del servizio televisivo con la figura di Pan. Pensando di essere vicino ad una straordinaria verità, chiama un suo grande amico e collega Giovanni Belmondo, esperto in paranormale. Di comune accordo decidono di andare per qualche giorno ad Ischia. Sul Monte più alto dell’isola, stando ad una vecchia leggenda, si troverebbe il passaggio per Agartha, una mitologica città interna, luogo dal quale per Alex proviene la fantomatica divinità.
Il viaggio aiuterà Alex?
 
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2020
ISBN9791220230858
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    Anteprima del libro

    Sognando Agartha - Salvatore Di Costanzo

    Salvatore Di Costanzo

    SOGNANDO AGARTHA

    Editrice GDS

    S. Di Costanzo Sognando Agartha ©Editrice GDS

    Editrice GDS

    di Iolanda Massa

    Via Pozzo, 34

    20069 Vaprio d’Adda (MI)

    e-mail: edizionigds@hotmail.it

    Illustrazione in copertina da Pixabay.com n. 2904682 ©hoekstrarogier

    Progetto copertina di ©Iolanda Massa

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

    Il presente romanzo è frutto della fantasia dell’Autore. Ogni riferimento a persone, fatti e/o luoghi realmente esistenti e/o esistiti è puramente casuale.

    PROLOGO

    Cos’è la verità? Secondo il dizionario è rispondenza piena e assoluta con la realtà effettiva. Ma questa spesse volte ha tante facce, tante sfumature, quindi come essere certi che ne esista una assoluta?

    Nel corso degli anni i grandi pensatori hanno intuito che non può esistere una sola verità. Ci sono tanti piccoli frammenti di questa che se messi assieme possono formare un qualcosa che va oltre: è la conoscenza della realtà.

    Se quattro persone guardano una montagna dai quattro punti cardinali, le quattro facce della montagna viste da prospettive differenti saranno diverse. Quindi le quattro persone avranno quattro verità da raccontare. Tutte giuste, ma spesso le piccole menti non accettano la possibilità di quattro verità. In modo molto soggettivo ed arbitrario, le persone che avranno ascoltato queste quattro storie ne sceglieranno una, forse tutti la stessa, forse no; l’unica cosa certa è che le altre verità saranno rigettate e difficilmente accettate in quanto può esistere una sola verità. La storia ci dimostra che la verità spesso è quella che fa più comodo a chi la sta esponendo.  

    È così in tutto ciò che ci circonda: nella storia, nella società, nella politica, nella religione.

    Perfino nella scienza e nella medicina, che una volta non erano opinabili come la matematica, alcuni si sono accorti che nel corso del tempo, è diventata una sorta di religione; si crede per fede, non si replica e si accetta incondizionatamente. Eppure, durante i secoli anche la scienza e la medicina si sono dovute ricredere spesse volte su fatti dati per certi ma poi la conoscenza delle menti libere ha confutato. Diversi secoli addietro, ad esempio, la medicina era certa che il cuore si trovasse a destra, per poi doversi ricredere. 

    Si danno per certe ogni giorno tantissime cose di cui non si sa assolutamente nulla. Indirettamente ci viene detto, attraverso i potenti mezzi d’informazione moderna cosa fare, cosa non fare, quale moda seguire e quale invece chiudere nel cassetto, cosa è giusto e cosa è sbagliato.

    Ma cosa sono giusto e sbagliato? Sono solo parole, parole a cui qualcuno ha dato un significato. Ma cosa è davvero giusto e cosa è davvero sbagliato?

    Fin da piccoli si viene bombardati da cliché, dogmi, stereotipi che si prendono come esempio e che poi quando si cresce condizioneranno la vita e le scelte. Qualcuno decide cosa vedere, cosa ascoltare, cosa credere, cosa sapere, cosa conoscere. La mente non è libera perché manipolata in tutto.

    Quando Alex, il protagonista della narrazione, lo ha capito si è reso conto che era schiavo della sua mente. Ha cercato di uscire da quella finta realtà e falsa libertà che gli avevano costruito attorno ed ha cercato di aprire le porte della mente per arrivare alla vera conoscenza della realtà. Quindi ha iniziato a mettere in discussione tutti i dogmi religiosi, politici e sociali tirandosi addosso tutta l’ira dei perbenisti e moralisti. Ma questo non lo ha mai scoraggiato, anzi pian piano ha capito che la verità è un’utopia in quanto non esiste e non potrà mai esisterne una sola.

    «Ha iniziato a vedere tutto con occhi sempre più scettici, a non credere più a niente e a nessuno. La sua conoscenza voleva forgiarla da solo. Quindi ha imparato ed approfondito temi, argomenti, culture spesso e volentieri messe ai margini. Si è spinto così all’estremo tanto da diventare un borderline ed è stato allora che ha capito che nulla è come sembra.

    Le sue tesi, i suoi argomenti così fuori dal comune, diventarono materia d’interesse per un importante editore che trattava questo genere di tematiche. Attraverso la forma d’arte più semplice e più complessa, decide di raccontare le sue numerose inchieste, di fare una vera e pura controinformazione e controcultura.

    Alex si muove sempre oltre il limite, come se in quelle verità così alternative stesse cercando qualcuno o qualcosa.    

    CAPITOLO I

    Il cappellino dei Dallas, visibilmente usurato e logoro, con un’evidente striscia scura lungo i bordi laterali, che fa desumere una lunga assenza di candeggio, è sulla scrivania. Questa è parecchio in disordine. Fogli e libri sono sparsi ovunque. I cassetti sono aperti e anch’essi caotici e pieni di cianfrusaglie messe a casaccio. Alex è seduto dinanzi la scrivania. A pochi centimetri da lui c’è un lume in ceramica siciliana. La lampadina è accesa. L’assenza del paralume proietta una forte luce dritta su Alex ma egli è troppo preso nella sua frenetica ricerca per notarlo. La sua barba incolta e i suoi capelli arruffati rispecchiano inequivocabilmente il suo studio. Si nota che indossa un jeans ed una camicia a righe posta fuori dal pantalone. La sua mediocrità nel vestirsi non è certamente migliore di tutto il caos che lo circonda. Alex non trova nulla di quello che sta cercando nel primo cassetto, quindi passa al secondo e poi al terzo. La sua frenesia e la sua incuranza nel trattare le proprie cose sono distintivi della sua negatività e menefreghismo. Comincia a gettare tutto in terra senza importarsi minimamente di nulla. I suoi esiti, però, continuano ad essere scarsi. Non trova alcunché di quello di cui è alla ricerca. Sposta, quindi, una pila di libri dalla scrivania, poggiandoli per terra. Sotto di essa, finalmente, trova un plico dattiloscritto. Alex assume un’espressione molto più rilassata, abbozzando un mezzo sorriso, cosa rara da un tipo chiuso e distaccato come è lui, anche se è ben evidente dai suoi lineamenti raggrinziti una certa preoccupazione. Si alza di scatto dalla sedia ma inciampa nei libri che aveva posato poco prima a terra finendo con lo sbattere sul pavimento. Incurante della caduta si rialza ed esce con grande fretta e rapidità dalla stanza.

    Alex è nel vialetto del giardino. Si sta avvicinando alla sua vettura. Tra le mani ha ancora il plico, mentre nell’altra stringe le chiavi dell’auto. Indossa tuttora gli stessi abiti di quando stava nello studio, sintomo di totale disinteresse nei confronti delle critiche e del giudizio altrui. Infila la chiave nella serratura ed apre la portiera. Una volta nell’abitacolo, lancia il fascicolo su sedile di fianco a quello del guidatore ed infila la chiave nel cruscotto, girandola in maniera irruenta e mettendo in moto il veicolo. Incurante della sua sicurezza parte sgommando senza vedere minimamente nello specchietto retrovisore eventuali veicoli che sopraggiungono.

    Mentre è intento a guidare, prende da una delle sue tasche del jeans uno smartphone con la custodia usurata. Cerca un numero nella rubrica ma per sbaglio clicca e chiama un altro utente. Subito chiude la chiamata e nello stesso tempo apre la casella dei messaggi. Uscito da quest’ultima ritorna sulla rubrica e trova il numero che desiderava per poi avviare la telefonata. Dopo molti squilli risponde una voce femminile.

    Pronto!

    Ciao Sonia, Eli è già arrivato? domanda Alex con tono preoccupato.

    Non ancora risponde la voce femminile.

    Ok, digli che sto arrivando, tra pochi minuti sto lì replica immediatamente l’uomo. Dopodiché chiude bruscamente la comunicazione per infine gettare lo smartphone sul ripiano del cruscotto.

    L’uomo riprende a prestare esclusivamente attenzione alla strada.

    Il veicolo gira per una rotonda e imbocca una delle strade secondarie rimanendo imbottigliato dietro una lunga coda di veicoli. 

    Un grande orologio segna le tre del pomeriggio. Eli, il capo redattore della rivista Sci-Fi Magazine Italia è alla sua scrivania. Indossa una camicia a maniche lunghe ed una cravatta che s’intona alla perfezione con la giacca scura. I capelli ben pettinati ed il viso liscio, fanno chiaramente capire una grande ed attenta cura della propria persona. Un paio d’occhiali griffati gli danno quel tocco da intellettuale benestante. Ha tra le mani il plico di Alex che sta seduto proprio dinanzi a lui.

    Il capo redattore è arrivato quasi alle ultime pagine. Alex ha un’espressione tesa. Le mani dell’uomo si spostano in continuazione passando dai braccioli della poltrona su cui è seduto, al ripiano della scrivania. Dopo una manciata di secondi Eli gira l’ultima pagina. Il volto di Alex si fa ancora più tirato. Comincia ad intrecciare le dita delle mani per poi muoverle senza senso sulle sue gambe.

    Eli termina di leggere il manoscritto e lo poggia quasi sul bordo della scrivania. Si toglie gli occhiali e si stropiccia gli occhi. Incrocia quindi lo sguardo del suo giornalista. Il direttore fa un profondo sospiro e dice: 

    Non ci siamo Alex, non ci siamo proprio. È vuota, senz’anima, senza grinta, senza nulla. Sembra essere stata scritta da uno alle prime armi, non da uno del tuo livello. Inoltre, la gente non è più interessata ad alieni e cospirazioni governative. Questi argomenti andavano bene negli anni Novanta. La fantascienza, il paranormale si è evoluto. Oggi vanno molto le creature mitologiche, le leggende locali, cose che i lettori possono facilmente trovare su internet. 

    Il giornalista ha il viso affranto. Non riesce a replicare nulla. La delusione è tanta. Le sue braccia hanno come un collasso e penzolano dalla poltrona. Eli nota il momento di sconforto del suo giornalista e gli consiglia di non abbattersi ma di cercare di scrivere qualcosa di più avvincente, anche perché ha le capacità e la preparazione per poterlo fare. Alex pare non aver ascoltato una sola parola di incoraggiamento del suo direttore e continua nel suo mutismo. Il suo sguardo fisso e la sua bocca serrata come una cassaforte fanno capire la volontà dell’uomo di non esternare le proprie emozioni ma di controllarle tenendole dentro di sé.

    So che quello che scrivi è tutto per te, praticamente la tua vita è riversata in queste argomentazioni, ma non posso farti uscire con questo pezzo sul numero di questo mese. Vuoi un consiglio? Va’ a casa e riordina un po’ le idee. afferma Eli.

    Alex si alza gradualmente dalla sedia. I suoi movimenti sono fiacchi e lenti. Pare aver perso ogni energia. Il malessere interiore di trovarsi dinanzi le porte di una sconfitta è tanto. Un peso pari ad un’incudine si abbatte sullo spirito già lacero e debole dell’uomo. Con passi brevi si dirige verso la porta. Poggia con pesantezza la mano sulla maniglia e l’abbassa di colpo. Apre giusto uno spiraglio per poter uscire. È ormai già oltre l’uscio quando Eli lo blocca informandolo che un lettore dall’ID non rintracciabile ha mandato una mail nella quale parla di una antica divinità pagana che viveva in una frazione del Comune di Barano, sull’isola d’Ischia nel Golfo di Napoli. Il direttore apre un cassetto della scrivania, ne tira fuori un fascicolo e lo poggia all’estremità di questa.

    Verifica questa fonte, fai delle ricerche sul web e se per caso non è il solito burlone che manda fake news, approfondisci l’argomento. Scopri quanto più ti è possibile e se necessita fai anche una vera e propria inchiesta sul campo, proprio come facevi un tempo. Chissà che la novità non t’aiuti a ritrovare l’ispirazione perduta! esclama Eli.  

    Il giornalista abbozza un cenno affermativo con un movimento della testa, lasciando così intuire a modo suo al suo direttore d’aver accettato. Quindi torna alla scrivania, prende il fascicolo in questione e abbandona l’ufficio senza salutare né ringraziare il capo redattore per l’opportunità ed i consigli. 

    Alex rientra a casa, estrae sciattamente le chiavi dalla serratura dalla porta d’ingresso che chiude con un calcio. Tra le mani ha la cartellina datagli poco prima da Eli. Getta il fascicolo su un tavolino posto vicino l’ingresso. Quindi vi lancia anche le chiavi dell’abitazione che sbattono sul ripiano scivolando da esso e finendo per terra.

    Si dirige in cucina. Dalla credenza prende una bottiglia quasi piena di whisky e la poggia nei pressi del lavandino da dove prende un bicchiere tondo col doppio fondo. Lo sciacqua velocemente riempiendolo per tre quarti quindi torna nell’ingresso con quello in mano. Riprende la cartellina e la porta con sé nello studio. Si accomoda sulla sedia girevole e alza le gambe poggiandole sul ripiano della scrivania. Comincia a sorseggiare il suo distillato mentre apre il fascicolo per capire cosa contiene. Dentro c’è lo stampato di una e-mail. Il nickname dell’utente che ha inviato il messaggio è darksun. Nel testo della mail è scritto di un segreto che potrebbe cambiare la storia giacché svelerebbe tante bugie e farebbe crollare tanti dogmi intoccabili. Tutto pare che giri intorno alla figura di una divinità pagana chiamata Pan. Alex storce il naso corrucciando la fronte come di solito fa quando è preso dallo scetticismo. Nonostante non creda minimamente ad una sola parola di quanto legge nella e-mail, questa ha lo stesso incuriosito la sua fantasia. Poggia la cartellina su alcuni libri. Dall’abisso di carte tira fuori un computer portatile molto recente. Subito lo avvia e si collega alla rete.

    Ricerca nel web la parola chiave dio Pan ma nessun sito si occupa dell’argomento. Pare, infatti, che non esista alcun riferimento, anche minimo, a tale figura mitica. Fa un altro sorso di whisky e prova a cambiare parola di ricerca da dio Pan a divinità pagane. Si aprono diversi collegamenti link. Alex li visita uno alla volta cercando, scrutando qualunque dettaglio possa avere qualche attinenza con il testo della mail. Come si aspettava non trova nulla. Esce quindi dalla rete. Sta per avviare la procedura di spegnimento del pc quando si ricorda di aver sentito parlare di un video che menziona il deep web e la miriade di notizie non indicizzate che contiene.

    Si ricollega ad Internet, va sul famoso motore di ricerca video più grande al mondo per rintracciare il filmato in questione ma scopre che è stato cancellato dal sito. Dalle notizie riportate sulla schermata, pare sia stato tirato via poco dopo la sua pubblicazione, quindi Alex, probabilmente, è stato uno dei pochi ad averlo visto.

    Poggia la testa su una mano e con le dita si accarezza la barba incolta. Digrigna i denti muovendo la bocca di lato. Di colpo rialza il capo dalla mano e cerca qualcosa nel web. Digita Thor Browser. Trova un sito in lingua straniera che parla di tale applicazione e dà l’opportunità di scaricarlo. Senza esitare avvia il download, che in pochi secondi termina. Installa il programma per poi aprirlo. Entra, così, nella home di Thor, un browser che può collegarsi al deep web in totale anonimato visto che cambia ID in continuazione, rendendo la navigazione del giornalista sicura, almeno per quello che è intenzionato a fare. Digita diversi indirizzi di siti, arrivando, in tal modo, a Hidden Wiki, una sorta di contenitore di link onion, essenziali per navigare in tale rete oscura.      

    Nessuno dei link pare essere collegato a questo argomento. Trova di tutto ma nulla pare contenere le informazioni a cui lui ambisce. Ad un tratto, però, nota che uno degli indirizzi onion, tra le varie parole, ha anche darksun. Dopo un leggero sospiro porta la freccetta del mouse sul suddetto link e clicca il tasto sinistro del cursore. Il caricamento è lento ed estenuante. Alex mentre attende si stiracchia sulla sedia e si lascia andare a un sonoro sbuffo. Finalmente il sito si apre. Questo è dedicato completamente all’esoterismo. Qui vengono riportate la descrizione e la storia di tante creature mitologiche o legate alla cultura del paganesimo. Tra queste rintraccia anche quella del dio Pan. Clicca subito sulla pagina dedicata a questa mistica figura.

    La grande storia del dio fecondatore. È il titolo della notizia che Alex legge a voce bassa.

    Questa divinità è la rappresentazione più pura della Natura in tutta la sua forza selvaggia. Il dio Pan è la forza generatrice in forma maschile, e ancora oggi viene riconosciuto dal culto wiccan come il padre benefico. continua a leggere.

    L’uomo fa un altro sorso di whisky per poi mettere il bicchiere da parte. Alex prova a stampare il contenuto della pagina ma si accorge che c’è un blocco che impedisce qualunque tipo di salvataggio o copia della notizia. Dovrà, pertanto, usare i vecchi sistemi se non vuole dimenticare tali informazioni. Apre uno dei cassetti della scrivania e, da sotto una montagna di cianfrusaglie, riesce a tirare fuori un piccolo block notes con una penna. Porta la punta della biro sul monitor del pc e segue alcune frasi dell’articolo. Poi le scrive in maniera caotica sul primo foglio del taccuino.   

    Affascinato da questa divinità continua la lettura del lunghissimo articolo evidenziando particolari sempre più dettagliati, come l’aspetto della divinità. Secondo il sito aveva delle grandi corna, le zampe irsute con gli zoccoli, la coda, una folta barba, nonché un’immensa carica sessuale. Pan era, inoltre, sempre accompagnato da satiri e da ninfe. I satiri erano delle divinità minori che vivevano nei boschi e fra le montagne. Le Ninfe, anch’esse delle divinità, presiedevano alle acque e alle sorgenti. Quando il dio Pan suonava il suo flauto divino, riecheggiando l'armonia del silenzio primordiale, le Ninfe danzavano leggiadre e vagavano sui monti cantando melodie. Le immagini che accompagnano la notizia, raffigurano le Ninfe come bellissime giovani fanciulle coperte solo da veli eterei.

    Alex si appunta praticamente quasi tutto il contenuto del sito. Una dietro l’altra riempie tutte le pagine del block notes.

    Va alla stampante ed apre il cassettino della carta tirando fuori da esso dei fogli A4. Ripone il taccuino in un posto dove non lo può perdere, ossia nei pressi del bicchiere.     

    Andando avanti nell’articolo apprende che il dio Pan e i satiri spessissimo si accoppiavano con le ninfe assaggiando tutti i piaceri del sesso e dell’esistenza attraverso una vita semplice e bucolica.

    Alex apre leggermente la bocca e fissa il monitor.

    Che bello… Niente finanza, niente economia, politica, soldi, niente arrampicatori sociali. Ecco la felicità, la semplicità della vita. Un mondo fantastico, un mondo senza odio, rancore, invidia, superbia, un mondo fatto solo di natura, di pace, di amore e di sesso, dove la vita trionfa. Quest’immagine, fra il poetico e il fiabesco, dovrebbe essere fonte d’ispirazione. pensa il giornalista sempre più ammirato e coinvolto dalla leggenda.

    A fine pagina trova anche la riproduzione di un dipinto del 1873 di William-Adolphe Bouguereau. Sotto a questo vi è un altro quadro di un artista anonimo. In questo dipinto la divinità viene ritratta seduta su una roccia con le gambe incrociate e le braccia tese in avanti.

    Alex ha un improvviso sussulto, sgrana gli occhi ed apre la bocca per lo stupore. Quest’ultima immagine della divinità pagana assomiglia tantissimo a quella del Bafometto,

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