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Sherlock Holmes e le impronte di Satana
Sherlock Holmes e le impronte di Satana
Sherlock Holmes e le impronte di Satana
E-book85 pagine1 ora

Sherlock Holmes e le impronte di Satana

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Info su questo ebook

Giallo - racconto lungo (31 pagine) - Che il Demonio abbia fatto visita alle campagne del Devon?


Exeter, 1855. Mentre la cittadina si sveglia sotto una candida coltre di neve, gli abitanti notano un particolare sinistro: la distesa immacolata è corrotta da una serie di orme caprine, che sembrano comparire miracolosamente in luoghi inaccessibili. Che il Demonio abbia fatto visita alle campagne del Devon? Se a ciò si aggiunge una misteriosa morte, avvenuta nella medesima notte, proprio nel punto in cui si interrompe la fila di orme… il dubbio diviene certezza.

Dopo circa trent'anni, Holmes, su suggerimento del fido dottor Watson, accetterà di occuparsi del caso. Riuscirà con il suo noto acume a dissipare l'alone sovrannaturale che sovrasta questi eventi inspiegabili?


Gabriele Crescenzi, nato a Frosinone nel 1999, ha avuto come precettori Christie, Doyle, Carr e Chesterton, crescendo tra omicidi, furti, indizi e false piste. Una vita decisamente troppo movimentata per la sua innata accidia, ragion per cui ha deciso di passare dalla pratica alla teoria cimentandosi nella stesura di racconti gialli e apocrifi holmesiani.

LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2023
ISBN9788825423822
Sherlock Holmes e le impronte di Satana

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    Anteprima del libro

    Sherlock Holmes e le impronte di Satana - Gabriele Crescenzi

    Sherlockiana

    A cura di Luigi Pachì

    Delos Digital

    Gabriele Crescenzi

    Sherlock Holmes e le impronte di Satana

    RACCONTO LUNGO

    ISBN 9788825423822

    © 2023 Gabriele Crescenzi

    Edizione ebook © 2023 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Collana a cura di Luigi Pachì

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    Sherlock Holmes e le impronte di Satana

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    Il libro

    Che il Demonio abbia fatto visita alle campagne del Devon?

    Exeter, 1855. Mentre la cittadina si sveglia sotto una candida coltre di neve, gli abitanti notano un particolare sinistro: la distesa immacolata è corrotta da una serie di orme caprine, che sembrano comparire miracolosamente in luoghi inaccessibili. Che il Demonio abbia fatto visita alle campagne del Devon? Se a ciò si aggiunge una misteriosa morte, avvenuta nella medesima notte, proprio nel punto in cui si interrompe la fila di orme… il dubbio diviene certezza.

    Dopo circa trent'anni, Holmes, su suggerimento del fido dottor Watson, accetterà di occuparsi del caso. Riuscirà con il suo noto acume a dissipare l'alone sovrannaturale che sovrasta questi eventi inspiegabili?

    L'autore

    Gabriele Crescenzi, nato a Frosinone nel 1999, ha avuto come precettori Christie, Doyle, Carr e Chesterton, crescendo tra omicidi, furti, indizi e false piste. Una vita decisamente troppo movimentata per la sua innata accidia, ragion per cui ha deciso di passare dalla pratica alla teoria cimentandosi nella stesura di racconti gialli e apocrifi holmesiani.

    Dallo stesso autore

    Gabriele Crescenzi, Sherlock Holmes e l’avventura della camera infinestrabile Sherlockiana ISBN: 9788825419078

    a papà

    Nel rileggere alcuni dei miei scritti relativi alle memorabili indagini di Holmes, ho notato di aver commesso un errore nel resoconto noto come L’avventura del pollice dell’ingegnere: non due, ma tre furono i problemi che il sottoscritto portò all’attenzione del suo amico. Dimenticai invero di menzionare uno dei suoi più grandi successi investigativi, in cui riuscì a spiegare l’inspiegabile. La ragione per cui mi accingo solo ora a narrare questa sua impresa è dovuta ad una promessa che giurammo di mantenere e che solamente ora, per la recente scomparsa di una delle persone coinvolte, posso infrangere.

    Erano passati alcuni mesi dallo sconcertante delitto in Lauriston Gardens, il primo di una lunga serie di casi brillantemente risolti dall’acume deduttivo del mio amico Sherlock Holmes. Novembre era già alle soglie e su Londra incombevano da giorni nubi tetre e foriere di violenti temporali. L’atmosfera buia conferiva alla città un aspetto triste e trasandato, ben poco accogliente. I ripetuti lampi che solcavano il cielo in tumulto illuminavano fugacemente lo squallore delle vie deserte solcate da ristagni d’acqua. Holmes sedeva sulla sua poltrona, con lo sguardo spento e un’espressione rigida che non tardai a riconoscere. Era entrato in uno dei suoi usuali stati di umor nero, molto più frequenti allorquando le sue doti analitiche non venivano stimolate da intricati problemi. Nulla di interessante si era verificato in quei mesi, costringendolo ad aprire di frequente il tristemente noto astuccio di marocchino, che sapevo non contenesse lapis da disegno. Per quante volte se ne fosse servito, non mi ero tuttavia abituato alla triste vista di quel grande uomo dalle straordinarie capacità deduttive che ricorreva a tali espedienti per sfuggire al tedio e alla monotonia quotidiana. Stavo osservandolo infilarsi con le sue mani rose dagli agenti chimici l’ago della siringa nell’avambraccio e premere delicatamente lo stantuffo, quando mi sovvenne un’idea geniale per poterlo sottrarre a quella condizione di stasi intellettiva.

    Mi infilai in fretta il cappotto e il cappello, presi l’ombrello ed uscii senza dirgli una sola parola. Poco prima che chiudessi la porta, notai i suoi occhi opachi fissi su di me, analizzando senz’altro le ragioni di quella mia repentina sortita. Ritornai dopo tre ore e Holmes si trovava nella stessa posizione nella quale l’avevo lasciato, con la sola differenza che ora pizzicava lievemente le corde del suo violino.

    – Sono tornato – dissi, togliendomi il soprabito leggermente bagnato e poggiando il cappello che avevo in mano sulla mensola del camino.

    – Ha trovato l’articolo che cercava nell’archivio del Times? Quale caso ha attirato la sua fervida immaginazione? – chiese Holmes con fare noncurante, poggiando il violino su una sedia al suo fianco.

    Sebbene avessi più volte assistito alle rapide deduzioni del mio amico, ogni volta rimanevo esterrefatto dalla sua capacità quasi paranormale di comprendere tutto da dettagli all’apparenza insignificanti.

    – Ma come ha fatto?! – mi ritrovai ad esclamare per l’ennesima volta.

    – È di una semplicità elementare, Watson. Guardi le sue dita: sono macchiate di inchiostro nero, soprattutto il pollice, l’indice e il medio. Su di esse ho inoltre intravisto forme sfocate e sovrapposte di lettere. Deve aver tenuto in mano un foglio stampato, ma non un libro, sulla cui carta l’inchiostro viene completamente assorbito e non lascia tracce sulle dita. Dunque deve essere stato un giornale a produrle, ma quello che ha letto stamane è escluso, perché ha terminato la sua lettura nelle prime ore del mattino e prima di uscire le sue mani erano pulite. Quindi se le è procurate dopo essere uscito consultando un quotidiano. Ma perché acquistarne un altro se stamattina si è anche espressamente lamentato dell’assenza di eventi interessanti da una settimana a questa parte?

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