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I morti non piangono
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E-book239 pagine3 ore

I morti non piangono

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Info su questo ebook

Londra, dicembre 1843.

È stato ritrovato il corpo della seconda donna. Scotland Yard si trova in un vicolo cieco, mentre i crimini si susseguono. Per portare avanti questa indagine complessa, l’ispettore Dorian Griffiths si rivolge al dottor Johnstone, specialista forense che dirige un’impresa di pompe funebri.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita17 gen 2021
ISBN9781071579251
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    Anteprima del libro

    I morti non piangono - Eve Ruby Lenn

    « È una volta toccato il fondo, negli abissi dell’inferno, che capisci quanto eri felice. La felicità possiede tutti i poteri, anche quello di svanire in un batter d’occhio »

    Estratto da La tête du lapin bleu de Wendell Utroi

    I morti passano e parlano ai dormienti...

    1

    Londra, dicembre 1842

    Seduta su uno sgabello, ingoiava a fatica un preparato a base di limone, per cercare di far passare la nausea che non la abbandonava. Quella mattina, i colori le sembravano più spenti del solito, il mondo più crudele, la vita più ingrata. A pochi passi dalla bara aperta, osservava il corpo dell’amica con tristezza. Ne conosceva a memoria ogni centimetro di pelle, dalla punta delle dita alla pianta dei piedi. Effettuata due giorni prima, l’autopsia aveva stabilito la causa reale del decesso: avvelenamento da arsenico. Ripercorreva con la mente le fasi della lunga agonia di Amy Williams, anche se il pensiero la colmava di un’avversione indescrivibile. Da quattro giorni, i dubbi tessevano una ragnatela di incomprensione nella sua mente, che tendeva a irritarla. Dettagli inquietanti, come i lividi e i graffi sotto le braccia, le impedivano di credere a un suicidio. Sospettava di una persona in particolare, un banchiere ricchissimo che si chiamava Duke Stenson, ma non aveva prove a sufficienza per sostenere l’accusa.

    Alcuni editorialisti non esitavano a lanciare calunnie pesanti sul conto di Amy Williams. E la parola prostituzione ricorreva spesso. Se tre giorni prima avevano sospettato di omicidio l’amante fortunato, oggi, cercavano di ripulire l’onore di questo uomo. Quindi, con minuzia, stava iniziando a raccogliere informazioni contro di lui.

    L’abbaiare ripetuto di un cane deviò la sua attenzione verso la finestra socchiusa. Si alzò lisciandosi con nervosismo le pieghe del vestito nero e osservò la frenesia londinese attraverso i vetri umidi. Le grida dei venditori ambulanti, che proponevano ogni sorta di merce, e l’incessante trambusto della vita quotidiana le prendevano d’assalto le orecchie. Contemplava gli edifici dall’altro lato della strada, ma anche la folla che andava e veniva sbirciando i negozi gremiti. La vita di tutti i giorni di una città non proprio normale. Sopra le case dalle facciate grigie, la notte si ritraeva piano e lasciava una foschia opaca e insidiosa a coprire il vasto cielo scosso dal cattivo tempo.

    Un carro funebre decorato con tendaggi in velluto nero corvino le ostruiva il campo visivo. Osservò con attenzione il gentleman avvolto in un raffinato cappotto nero mentre scendeva dal trespolo. L’uomo era noto a tutti i bambini del posto e, a dire la verità, alla gran parte di Londra. Anche i più ignoranti sapevano chi fosse il dottor Lachlan Johnstone. Nonostante i suoi cinquantotto anni, aveva conservato il viso dolce e allegro che lei aveva sempre conosciuto. Dopo alcuni istanti, lasciò ricadere la tenda della finestra alta, e rimase piantata lì, come una statua drappeggiata.

    La porta della camera mortuaria si aprì, facendo suonare la campana sospesa. I rumori di passi attutiti dai tappeti e il fischiettio di una vecchia ballata scozzese annunciavano l’arrivo del padre.  Alto e snello, era vestito con eleganza: camicia bianca, cravatta grigia ornata di bordini più scuri e un completo nero adatto alla sua funzione di cerimoniere. Oltre all’abbondante capigliatura sale e pepe, che gli dava un’aria molto intelligente, portava un paio di occhiali scuri e rotondi, fissati a una catenella che gli pendeva sul petto.

    — Hai lasciato di nuovo le tende aperte, Trinity! Quante volte ti devo dare le stesse istruzioni? Nessuno, neanche i nostri amici più stretti, deve vedere cosa succede qui, mai e poi mai.

    Trinity si voltò per concedergli uno sguardo benevolo e tirò i tendaggi per non sentire più le sue lamentele. Troppo impegnata a preparare i funerali della signorina Williams, non diede alcuna risposta alla strano commento.

    Contrariato, il dottore prese il fazzoletto dalla tasca della giacca, si pulì gli occhiali e continuò:

    — Ammetto che non ti capisco...

    — E immagino che deve essere fastidioso per te, papà, replicò lei con voce atona. Se temi per il tuo segreto, non hai nulla di cui preoccuparti, nessuno scoprirà la ricetta del miscuglio antiputrido! Sei e resterai il celebre dottor Lachlan Johnstone, l’impresario di pompe funebri più prospero di Londra!

    Il dottore sapeva che l’osservazione era più una presa in giro che un complimento. Così, le rivolse uno sguardo di disapprovazione.

    — Non dirlo come se si trattasse di uno scherzo! Non si è mai troppo prudenti con la concorrenza, obiettò mentre si toglieva cappotto e guanti. Ho motivo di sospettare che qualcuno vicino a me stia cercando si impadronirsi della formula per rivenderla al miglior offerente.

    — Qualcuno vicino a te? Non dirmi che hai intenzione di...

    — Qualsiasi cosa pensi, ormai ho deciso! disse sentendosi abbastanza in colpa.

    — Non va bene, non va affatto bene... Non puoi liberarti di Harold in questo modo! Alla sua età, nessuno vorrà assumerlo. Chi potrebbe mai prendere al suo servizio un vecchio di settantatré anni?

    — Non è un problema mio! Mio cognato non è di nessun aiuto. Passa le giornate a guardare i morti, senza cercare neanche di capire che cosa ci trovi di così interessante. Sai che si dedica al voyeurismo da anni? La veggente, la signora Carvallo, mi ha detto che lui spiava tutti i suoi movimenti da alcune settimane. È davvero increscioso.

    — E io che credevo che ti importasse rafforzare la tua compassione per il genere umano. Idiozie!

    Diffidava di tutti, ma a volte i suoi sospetti si rivelavano fondati. Mentre un bagliore a lei ben noto gli illuminava lo sguardo, continuò con tono riflessivo:

    — Con il gruzzoletto che gli darò, non dovrà più preoccuparsi per la sua vecchiaia. Questo succede quando non si cerca in nessun modo di darsi da fare! È un fannullone. Detto tra noi, sono solo amareggiato nel vedere che non trovi più il tempo di sostenermi nella lotta che porto avanti contro l’abuso di fiducia!

    — Fiducia? Non conosco nessuno più affidabile di Harold! Ha dei difetti, come tutti sulla terra, ma abbiamo sempre potuto contare su di lui. Adesso, lasciami finire il lavoro.

    Il dottore inclinò la testa.

    — Sono davvero deluso dalla tua risposta...

    — Non riesco neanche più a pensare per quanto sono stanca, papà, quindi rimandiamo la discussione.

    — Se i nostri confratelli riusciranno a scoprire la nostra tecnica di imbalsamazione, avrai tutto il tempo per fare gli occhi dolci al cuscino. Ebbene sì, perché non ci resterà altro da fare che chiudere bottega! Ho dovuto lavorare sodo per rispondere alle esigenze dei clienti...

    — Oh no, per favore! Non ricominciare con questa vecchia storia!

    — Allora smettila di lamentarti e cerca di capirmi. 

    Gli si incrinò la voce. Si interruppe per alcuni istanti e rivolse uno sguardo dispiaciuto al cadavere di Amy Williams. Si ricordava ancora dello stupore che aveva provato nel vedere arrivare il corpo al laboratorio per l'autopsia. La vista lo aveva sconvolto, per quanto fosse irriconoscibile. Dopo aver le cure ricevuto di sua figlia, sembrava un angelo immerso in un dolce sonno.

    Chino in avanti, il dottore prese la lente di ingrandimento e con l’aria del professionista che la sa lunga, ispezionò ogni centimetro di pelle visibile agli sguardi.

    — Sono fiera di te, le hai restituito la bellezza, approvò richiudendo il coperchio del feretro.

    — No, aspetta! Lasciami qualche minuto con lei, per favore.

    — Ancora? disse, posandole una mano confortante sulla spalla. Non entrerò nei dettagli, ma se continui a guardare i morti mentre dormono, finiranno per venire a perseguitare le tue notti. Stai attenta...

    — Non ho paura di loro, sono molto meno pericolosi dei vivi. E sai quanto ci sono utili...

    La valutò per un lungo momento con asprezza.

    — Uhm... Me sembra di sentire la tua defunta madre.

    Aveva una buona opinione della professionalità della figlia, anche se ne disapprovava la scelta di carriera. Temeva che i molti inconvenienti del mestiere finissero per condurla alle porte della disperazione. Perché le persone muoiono a tutte le età, di giorno e di notte.

    — Ha ricevuto molte visite? si informò il dottore.

    Trinity assunse un’espressione disperata e lui rimpianse subito di aver posto una domanda dettata dalla sua insaziabile curiosità. Molti curiosi erano venuti ad «ammirare» la defunta, che era al centro della cronaca, prima che lei li facesse scappare di corsa. Pensava con una certa amarezza ai parenti di Amy Williams. Nessun membro della famiglia si era presentato. Tutti consideravano il suicidio un peccato grave e gran parte di loro avevano seguito le istruzioni della Chiesa a proposito. Il dottor Johnstone aveva cercato di convincere il pastore Byrne e il prete della cappella Chelsea a venire per darle l'estrema unzione, ma la legge ecclesiastica vietava ai religiosi di praticare il rito funebre cristiano per i suicidi.

    Aveva passato ore a restituire un aspetto decente alla defunta e, adesso, era senza fiato, come un pesce fuor d’acqua da lunghi minuti. Bastava osservare le occhiaie, le mani piuttosto tremanti e la lentezza del linguaggio per rendersi conto che aveva bisogno di dormire.

    Inoltre, era davvero colpita dalla perdita dell'amica e lo disse al padre.

    — Uhm... Capisco! mormorò abbassandosi gli occhiali sulla punta del naso. Ho effettuato molte autopsie durante la mia carriera di coroner, ma mai su una delle tue compagne. Ho fatto quello che potevo, per non danneggiarla troppo...

    — Non ti devi sentire in colpa. Hai fatto quello che dovevi fare e in modo impeccabile. È solo che a volte ho la sensazione che questo lavoro sia molto più complicato di quanto sembri. Forse prendo troppo a cuore le cose. È un bene o un male? Non lo so.

    Il dottore annuì con aria seria, prima di riportarla alla realtà.

    — Riconosco che si devono avere i nervi saldi e ancora di più quando si tratta di persone a noi care. Purtroppo, la morte non si prende giorni di riposo, né vacanze. Quindi, devi rimanere sensibile al dolore, ma è importante superare la sofferenza il più in fretta possibile, mia cara. Altrimenti non potrai affrontare la crudezza della nostra professione.

    — Non ti devi preoccupare per me. Ci riuscirò. È solo che mi manca da morire. Avrei dovuto fare di più per convincerla a confidarsi con me. In effetti, mi sto rendendo conto che non la rivedrò mai più...

    — Santo cielo! Se il vecchio Henry Lee non fosse stato fulminato dall’influenza spagnola nel fine settimana, non avresti dovuti occuparti tu di questo sporco lavoro.

    — Sporco lavoro? Ti prego, un po’ di rispetto! Amy Williams...

    — ... È stesa in una bara e privata della sua anima. Non c’è più bisogno di preoccuparsi per lei ormai. Non credo che senta le nostre parole, nel luogo in cui si trova. Allora, smettila di comportarti come se la situazione fosse diversa. Comunque, leggendo il giornale questa mattina, ho scoperto alcuni dettagli sulla sua vita intima... Che mi hanno dato voglia di fare il giornalista per insegnare a questi idioti che cosa sia la tolleranza!

    — Come si può trascinare una persona nel fango e demolirne la reputazione sulla base di semplici «dicerie»? si indignò lei. Non riuscirò mai a capire le affermazioni di questi gazzettisti!

    — Purtroppo, il passato della tua amica verrà modificato e deformato di continuo per soddisfare i lettori delle riviste scandalistiche. Le voci stanno scrivendo storie diverse su di lei. E dopo Amy, toccherà a qualcun altro. È deprecabile, ma le cose vanno così oggi.

    — Come se fosse stata la prima donna a intrattenere una relazione losca con un banchiere...

    — ... Sposato e padre di quattro figli! Ha comunque avuto la buona idea di mettere fine alla relazione. È come se avesse morso la mela per poi risputare subito il boccone.

    Anche se non era quasi mai in disaccordo con il padre, si rifiutò di allinearsi alla sua opinione per dargli soddisfazione.

    — Il caro Duke Stenson, di cui sembri apprezzare le qualità, è un manipolatore machiavellico. Come ce ne sono molti nell’ambiente finanziario. Ho sempre trovato assurdo che un personaggio così pretenzioso e narcisista potesse riuscire a esercitare un potere simile su Amy. Con questo tipo di persone, è meglio essere la peggiore delle sgualdrine!

    — È evidente che non sei fatta per essere solo un’amante. Del resto, compiango l’uomo che cercherà di farti diventare una presunta amante. Se la tua amica avesse ricevuto un briciolo del tuo carattere, adesso non si troverebbe in questa scatola. Se vuoi la mia opinione, non credo che Duke Stenson sia colpevole di un tale crimine, ma non si sa mai.

    Trinity annuì alzando le sopracciglia. Stava per rispondergli con un commento sgradevole, quando davanti a lei apparve uno sconosciuto. Era un uomo di una trentina di anni, di bella presenza, con i capelli di un nero ebano tagliati molto corti. Alto e alquanto attraente, con l’ovale del viso perfetto e gli occhi azzurri dallo sguardo penetrante. Era chiaro che non si trattava di un visitatore normale. Incuriosita, Trinity lo guardò in faccia, la mano nascosta in una delle tasche del gilet in lana. Era un uomo di gran classe e la prima cosa che le venne in mente mentre lo esaminava era che doveva ammaliare le donne senza problemi.

    — Mi dispiace interrompere la vostra accesa discussione, signorina, ma mi piacerebbe conferire in privato con il dottor Johnstone. Mi hanno detto che lo avrei trovato qui.

    La voce era chiara e incisiva, ma i lineamenti tradivano orgoglio e autorità.

    — Sono io, rispose il dottore, avanzando piano verso di lui.

    — Sono l’ispettore Dorian Griffiths. È un onore conoscerla, disse scambiando una stretta di mano educata. Spero di non aver interrotto un lavoro importante.

     Solo una discussione animata che stava per concludersi con una riconciliazione. Dorian Griffiths? ripeté pensieroso.  Dieci o quindici anni fa, ho conosciuto qualcuno che le somigliava e che si chiamava così. È lei quel giovane poliziotto che aveva sul viso un’espressione beata e sveniva ogni volta che vedeva un cadavere in decomposizione?

    Trinity sorrise dentro di sé mentre richiudeva il coperchio della bara. Era abituata alla sincerità di suo padre, che talvolta poteva mostrare una certa mancanza di tatto. Dal primo istante in cui questo uomo aveva varcato la porta, il dottore aveva individuato due tratti della sua personalità: l’arroganza e l’ambizione. Posò uno sguardo indagatore su di lui, mentre si chiedeva che cosa mai lo avesse portato fino a lì. Il visitatore lo guardò, alquanto perplesso, poi con un’educazione raffinata, si scusò di non essere quell’imbecille di poliziotto.

    — In realtà, mi hanno incaricato di indagare sugli omicidi di Dixie Matthews e Kaitlyn Conrad. Diciamo che sono il sostituto dell’ispettore capo Harry Davis. Mi sembra di capire che siete amici intimi?

    Il dottore si ricordò del colloquio serio che aveva avuto con l’amico, il giorno prima del suo pensionamento prematuro. Harry gli aveva parlato del giovane investigatore di Scotland Yard, molto bravo, la cui fama era indiscutibile. Lo valutò a lungo, perché non aveva il profilo delle reclute normali che provenivano dalla classe operaia. Si diceva che fosse oltremodo brillante e conosciuto per la sua calma sconcertante nelle situazioni più preoccupanti. Aveva il dono di far confessare ai sospettati ciò di cui si sentivano colpevoli. Era questo il suo talento. Ma il dottore non era disposto a condividere le voci positive che circolavano su di lui. Il fatto che questo giovane ispettore avesse fatto carriere più in fretta di alcuni dei suoi compagni non giocava a suo favore.

    — Il caro Harry! replicò. Siamo amici da più di trenta anni. L’ho conosciuto quando muoveva i primi passi in una pattuglia del commissariato di Bow Street. Spero che sia determinato a seguire il suo rispettabile percorso. Ma mi dica, a cosa devo la sua visita?

    L’ispettore corrugò la fronte.

    — Possiamo parlare in privato? Non vorrei fare inorridire questa adorabile signorina.

    — Fare inorridire? Mi lasci presentarle la mia unica figlia, la signorina Trinity Johnstone. Mia figlia ha seguito corsi di medicine ed è abituata a sezionare cadaveri. Ha visto così tanti cadaveri con i corpi danneggiati dalla decomposizione che oggi più nulla sembra spaventarla.

    Griffiths le rivolse uno sguardo sorpreso. Non seppe cosa rispondere.

    — È vero, rispose Trinity, qui ho visto cose che non avrei mai visto da un'altra parte: la morte in tutte le sue forme.  Ma non sono così insensibile quanto sembra pensare mio padre.

    — Non è un luogo piacevole... Per una giovane donna. Di sicuro ha di meglio da fare altrove.

    Con un tono amareggiato, lei ribatté:

    — Ho la sensazione che lei sia uno di quegli uomini che pensano che il ruolo della donna si limiti a quello di madre e di padrona di casa. Non vengo qui solo come spettatrice, ispettore. Assisto mio padre nel suo lavoro. Ho osservato e praticato numerose tecniche di imbalsamazione, durante le quali ho avuto la mia dose di terrore e sangue. Esercito la professione bene come qualsiasi individuo di sesso maschile, e forse meglio, obiettò Trinity con una punta di ironia. E per favore, la smetta di aggrottare le sopracciglia in questo modo, la fa sembrare misogino.

    Rigirandosi il cappello tra le dita affusolate, l’ispettore inclinò la testa con grazia. Senza conoscerla, si immaginava già una donna forte, il che non gli dispiaceva.

    — La prego di scusarmi per la mia goffaggine, signorina Johnstone, in futuro saprò come regolarmi con lei.

    D’improvviso il suo sorrisetto adulatorio lo rendeva molto più simpatico.

    — Accetto volentieri le sue scuse, disse Trinity ritirandosi.

    Si accontentò di fissarla con intensità mentre lasciava la stanza, come se avesse appena

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