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Un viaggio così breve
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E-book237 pagine3 ore

Un viaggio così breve

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Info su questo ebook

 

Quando la felicità è quasi arrivata,
quando la strada è già scritta, e se fosse il momento di cambiare tutto?


« La felicità non è più così lontana, Elisa può quasi toccarla con mano. È sicuro, il suo futuro sarà fatto di matrimonio e bomboniere e andrà tutto bene. Eppure, durante questa giornata perfetta di tranquillità, mercoledì tredici febbraio 2013, verso le quattordici e quarantacinque, mentre è ancora in ufficio, il telefono di Elisa inizia a vibrare. “Numero sconosciuto” ».

Elisa, la trentenne, non immagina che una telefonata possa sconvolgere una vita. Accettando le incredibili opportunità che si offrono a lei, Elisa si lancia in un viaggio sbalorditivo che la porterà alla scoperta del Pacifico del Sud, in Nuova Caledonia. 


Romanzo finalista del premio Femme Actuelle 2017 con il titolo Le destin n'attend pas les gens tristes (Il destino non aspetta le persone tristi)

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita22 gen 2021
ISBN9781071580028
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    Anteprima del libro

    Un viaggio così breve - Céline Fuentès

    Della stessa autrice:

    Abécédaire et petits poèmes calédoniens – Snk Editions 2016

    C’est pas grave si c’est raccommodé 2016

    La grande traversée – Snk Editions 2017

    Le pire cyclone de la galaxie Snk Editions 2018

    Mon petit livre à compter calédonien Snk Editions 2019

    Les plus belles choses vivent à l’intérieur- Roman - 2020

    ISBN-10: 1521448914

    ISBN-13: 978-1521448915

    Deposito legale giugno 2017

    Tutti i diritti riservati

    Contatto: lynsee.cf@gmail.com

    ––––––––

    Per mia madre

    Per Sanka

    Per tutti i miei amici di quelle parti: Hugo, Seb, Auralie, Carole e gli altri

    Capitolo 1

    Oggi è tutto perfetto, senza ritardi né chiacchiere. Una giornata come piacciono a Elisa: regolare e cronometrata. Ai comandi del suo telefono da competizione, Elisa si districa tra le linee come una vera virtuosa del centralino. Anche se si sente soddisfatta, la bella trentenne non sa se è felice. Ad ogni modo, nessuno lo sa. Tranne forse sua madre, Milana.

    La madre coraggio è la specialista della felicità. Senza sosta, riversa sulla figlia ricette incontestabili sul senso della vita e l’ordine della cose. Milana predica in qualsiasi momento, in ogni occasione e conclude sempre con la stessa tiritera:

    — Trovare la felicità non è complicato, ne sono capaci tutti, addirittura tu! Coraggio, va’ avanti e sorridi un po’! Il destino non aspetta le persone tristi! Organizzati!

    Il più delle volte appoggiata sui gomiti all’immenso tavolo della cucina, inghiottito dalla tovaglia a fiori, Elisa abbassa la testa. Bloccata, inadeguata. Non risponde mai. A trentadue anni, è ancora un’ignorante  spaventata della vita.

    Donna forte e di carattere, Milana è esuberante quanto Elisa è riservata. Ai vecchi tempi, ai tempi in cui non aveva figli, la bella italiana era stata una cantante senza pari che si esibiva nella regione, una star locale contesa per ogni occasione: dal matrimonio alla festa popolare passando per i compleanni altisonanti. Presto, troppo presto, si è improvvisata nel ruolo di casalinga, poi ha primeggiato come madre. Insomma, questo è quanto  pensava... Per i due figli maggiori, nulla da dire, Love Boat nel palazzo della felicità, mentre la più piccola... Che cosa ha sbagliato per rendere Elisa così timorosa, così schiva, così fragile? Milana ha provato di tutto: dalle strilla inopportune alle lacrime incessanti. Positiva, le ha parlato della sua bellezza, un tesoro che l’avrebbe salvata, poi le ha consigliato di ispirarsi alla sua migliore amica Lucie, così gioiosa, così ambiziosa, così affermata. Ogni giorno, con diligenza, Milana ha indirizzato un po’ di più Elisa verso un futuro di donna rispettabile, poiché, comunque, non diventerà una donna di grandi progetti:

    — Figlia mia, trovati un lavoro a posto e sposati con un uomo gentile e stabile, non sarà difficile per te, sei così bella. Inizia da qui, è semplicissimo.

    Per molto tempo, Elisa ha errato davanti a questa sfida fuori dalla sua portata. Non era in grado, era troppo difficile. Non così facile, alla fine, per una fifona... Milana le aveva mentito promettendole mari e monti? Scoraggiata, ha fatto sciocchezze di ogni tipo, per alcuni mesi, per alcuni anni. Molte feste, molte canne, molto alcol. Più del dovuto, solo per l’ebbrezza, solo per la vita, solo per Lucie... Milana non sapeva più cosa fare, sopraffatta. Le cose si sarebbero ancora messe male. Lucie non era quella che sperava. Tutto si arenavano. Il pendio era scivoloso. Il sentiero era accidentato, inzaccherato. E poi, al culmine dell’oscurità, è arrivato Pierre. D’improvviso, le cose si sono illuminate. Milana l’ha spinta verso questo tipo di ideale, che era inaspettato:

    — Dai! Figlia mia, è lui.

    Di colpo, Elisa è risorta e ha preparato ogni cosa per diventare come si deve, per accedere al nirvana di cui le avevano tanto parlato, ormai così accessibile. Ora, è tutto pronto, non ci vorrà molto. Deve resistere, Pierre si deciderà a farle la proposta di matrimonio, è solo questione di mesi, forse di giorni. Prima aspetta la promozione, poi cercheranno una casa da comprare e alla fine... Alla fine, le farà la proposta. Anche lui ci tiene a rispettare l’ordine delle cose. Elisa incrocia le dita. È sicuro, il suo futuro sarà fatto di matrimonio e bomboniere e andrà tutto bene.

    Eppure, nel bel mezzo di questa giornata di calma perfetta, mercoledì tredici febbraio 2013, verso le quattordici e quarantacinque, mentre è ancora in ufficio, il telefonino di Elisa inizia a vibrare. Numero sconosciuto. La sua curiosità si risveglia: è raro che il telefonino le riservi sorprese... Ma impossibile rispondere. Infatti, alla Gobel Technologies, divieto di usare il telefono personale. In caso di emergenza, i parenti sanno che devono mettersi in contatto con la reception. Potrebbe provare con una pausa alla macchinetta del caffè o nei bagni, ma il centralino oggi sta per esplodere. Bérangère la tratterrebbe, non può gestire l’accoglienza telefonica da sola, gli ordini sono chiari e Boudard, il CEO, chiama spesso per verificare la corretta applicazione del protocollo. Elisa aspetterà questa sera per sapere. Tre ore senza muoversi dalla sedia, a smanettare con il grosso telefono che sembra la cabina di pilotaggio di un A330. Tre ore a recitare fino alla nausea le frasi prescritte e a maneggiare le linee con brio:

    — Gobel Technologies buongiorno, Elisa al suo servizio.

    — Resti in linea, le passo il servizio contabilità, la prego di attendere.

    — No, signora, i tecnici non sono nei nostri locali, deve comporre il numero del servizio di assistenza.

    — Sì, lo so, c’è da aspettare ma le risponderanno. Questa è la sede, non ci sono tecnici. Chiami l’assistenza, avrà una soluzione al suo problema.

    Elisa mente dalla mattina alla sera, senza fare storie. Perché è ovvio che i tecnici sono tutti lì, davanti a lei, nel gigantesco open space all’americana. Ma lei non può passare le chiamate dei clienti in tempo reale. No, devono comporre il numero a tariffa maggiorata e aspettare ore e ore, rovinarsi con la bolletta del telefono, per nulla. Elisa è impotente. Trasformata in un bravo pappagallo ogni giorno della settimana, è così, punto. E le sta bene.

    Gobel Technologies è una società in ascesa e lei è alquanto orgogliosa di far parte di un’azienda popolare. Inebriata da un baccano infernale che le invade le orecchie in ogni momento, la bella bruna occupa il box in fondo alla stanza, proprio prima degli uffici privati riservati ai dirigenti. Sguardi colmi di testosterone si puntano su di lei, inesorabili, Elisa è attraente. Una fredda tigre. Oltre alle tre receptionist che condividono lo spazio con lei, i dipendenti sono tutti uomini. Età media venticinque anni. Quasi tutti single, giovani debuttanti nel mondo del lavoro. Dall’alto dei suoi trentadue anni, passa per un’anziana anche se questo non impedisce ai colleghi di guardarla con occhi tentati. Elisa la bella. No comment. Lei se ne sta lì, come la copertina di una rivista, ma non si può parlarle, si può solo ammirarla da lontano, senza avvicinarsi troppo.

    I minuti scorrono all’infinito, colmi di educazione, privati di significato, svuotati di gioia, perforati di bugie e di sorrisi forzati dietro al telefono. Ma quella sera, Elisa si affretta a lasciare il lavoro per ascoltare finalmente il messaggio tanto misterioso.

    «Signora Damin,

    Abbiamo preso nota della sua candidatura. Ho l’onore di annunciarle che è tra le dieci finaliste! La invitiamo a una riunione questo venerdì quindici febbraio alle diciotto. Della durata di circa venti minuti, sarà seguita da una colloquio di lavoro. Sarà libera alle venti al massimo. La preghiamo di annotare l’indirizzo: rue des Bénédectins 44, edificio 3C, 2° piano, azienda Zalia lingerie, direzione delle risorse umane.

    A venerdì signora Damin.

    Confidiamo sulla sua presenza.»

    Attonita, Elisa rallenta fino a fermarsi del tutto. Non ci capisce nulla. Immobile, al centro di un marciapiede sovraffollato, diventa un ostacolo da evitare, un’intrusa che interrompe il traffico e ostacola i movimenti cadenzati della folla. Il codice di circolazione dei pedoni è del tutto sregolato, perturbato da un’Elisa inerte. Si fa spintonare più volte, sballottata a destra e a sinistra senza opporre la minima resistenza. La gente si volta, alcuni si scusano. Qualcuno le dice, irritato:

    — Insomma, signorina, non resti piantata lì in questo modo, ostruisce il passaggio!

    Di solito, la bella cammina con il mento alto, a ritmo con il flusso dei passanti. È bravissima in questo esercizio di stile, si trasforma in star della strada a cui si rivolgono gli sguardi. Ma in quel momento, le cose non vanno affatto bene. Si deve riprendere, mettere un piede davanti all’altro con un’andatura più rapida del solito per non perdere l’autobus della linea tre. Altrimenti, saranno trenta minuti di attesa e arriverà in ritardo per preparare la cena. Pierre tornerebbe a casa prima di lei e questo non è possibile! A passo di corsa, serpeggia tra i passanti, poi sale sull’autobus estenuata ma sollevata per non essere rimasta a terra. Due parole si urtano nella sua testa, senza tregua, senza battute d’arresto:

    — Dieci finaliste.

    Capitolo 2

    Elisa prende posto accanto al finestrino, al centro dell’autobus. Oggi, non naviga su internet per scovare la ricetta della sera. È tutto già programmato, sarà un piatto surgelato. Riprende il telefono e riascolta il messaggio. Una volta, due volte. Dieci finaliste? Un colloquio di lavoro? Elisa non si è candidata per nulla. Esamina con minuzia, controlla di nuovo che la signora utilizzi proprio il suo nome. «Signora Damin». Sì, non c'è ombra di dubbio, è proprio lei. Elisa si interroga. Forse si tratta di uno scherzo? Oppure di un errore? Sì, senz'altro un errore... Di «signore Damin», ce ne sarà un intero battaglione! Soprattutto che non precisano il nome. Diciotto e quindici, è troppo tardi per chiamare. Gli uffici devono essere chiusi. Ma ci proverà lo stesso, non può rimanere così, senza sapere. Se non ci fosse questa gente intorno a lei, si lascerebbe andare, forse tremerebbe come una lavatrice nella fase di centrifuga. Ma in questo momento, ora, è cresciuta, ha imparato, si controlla, salva le apparenze.

    Zalia Lingerie. Prende lo smartphone, cerca in rete il numero e si imbatte in una descrizione del brand: «Nuova collezione, Zalia Lingerie, una collezione colorata e di gran tendenza». Lì, proprio all'inizio della pagina: il contatto della sede centrale. Elisa non perde un secondo, ma parte la segreteria: «In questo momento i nostri uffici sono chiusi. La preghiamo di richiamare negli orari di apertura abituali: dalle otto alle diciotto senza interruzione dal lunedì al venerdì, tutto l’anno. Intanto, può trovare Zalia Lingerie su www.zaialingerie.com».

    Elisa, seguace delle tendenze moda, bellezza e arredamento, non conosce il brand. Ha ancora qualche minuto per cercare sui blog. I pareri degli esperti sembrano unanimi:

    «Zalia, il piccolo marchio in ascesa».

    «Zalia, una piccola che ha tutto di una grande».

    «Zalia lingerie, la francesina che fa impazzire le star americane».

    L'autobus frena, Elisa scende ma la sua mente è preoccupata. Scende tamburellando sullo smartphone alla ricerca di altre informazioni. Con il piede urta un palo dell’elettricità. Inciampa, si ricompone e alla fine non cade. Dopo aver evitato la catastrofe per un pelo, la giovane donna decide allora di mettere via il telefono prima di prendere l’andatura giusta. I suoi bei tacchi bassi battono a ritmo sull’asfalto, l’ancheggiare ritorna. La lunga capigliatura danza da sinistra a destra. Si guarda intorno, va tutto bene, è tutto come sempre. La gente torna dal lavoro, il tempo è grigio e le auto suonano il clacson. Spinge la pesante porta d’ingresso del suo palazzo dalla facciata immacolata, sale le scale e gira la chiave nella serratura con un gesto incerto. Si infila le soprascarpe e corre verso il computer di Pierre. Tra gli abbonamenti alle newsletter dei blog di moda e arredamento, trova un’e-mail di Lucie.

    «Buongiorno Elisa,

    Ho ricevuto il tuo messaggio e sono contenta di sapere che le cose ti vanno bene. Era da tempo che non avevo tue notizie.

    Ti sei presa i giorni di ferie? Penso che potrò passare tre settimane con te. I mesi di febbraio e marzo si prospettano tranquilli... Appena finisce carnevale, sono libera come l’aria, fino a giugno più o meno. Credi di riuscire a rimandare le date delle ferie con l’azienda?

    Per quanto riguarda l’arredamento in stile America del Sud, trovo che sia una splendida idea. Dovrai essere audace, optare per colori originali: turchese, verde anice, blu oltremare, corallo o giallo girasole! Che sia in cucina, nello studio o nel salone, non dovrai lasciare un millimetro di bianco! Sei pronta per questo? Cercherò di portarti alcune tappezzerie stampate, piccole sculture in legno e qualche ceramica. L’artigianato sudamericano è ricchissimo. Dovrai anche pensare a cambiare le piante, che ne pensi dei cactus?

    Riguardo la tua idea di ricerca del lavoro dei sogni, ho guardato e in effetti, ci sono belle opportunità da cogliere... Anche se i posti devono essere pochi! Mi sono candidata a un’offerta che mi interessa in modo particolare: Sito di diffusione di programmi cerca fotografi dilettanti o professionisti per scattare nei luoghi più belli d’Europa. Tipo di contratto: a tempo determinato di due settimane. Retribuzione: sei mila euro. Viaggi e spese a nostro carico. Niente male!

    A proposito, ho fatto domanda anche per te. La missione è fantastica: modella dilettante. Pagata due mila euro per valorizzare i costumi da bagno della nuova collezione Zalia Lingerie per tre settimane in Nuova Caledonia, tutto incluso! Dal punto di vista delle condizioni di lavoro, alloggio in alberghi quattro stelle fronte mare. Requisito essenziale: essere accompagnata da una persona di propria scelta che sarà responsabile degli scatti. È ovvio che ci sono io! Numerose attività a scelta come corsi di immersione, uscite in mare, visite, abbronzatura... E non ci ho messo tutto! Sarebbe un’esperienza assurda per noi due... Possiamo sempre sognare!

    Ti abbraccio mia cara Elisa.

    Ps: Fammi sapere le date delle ferie!»

    Adesso è tutto chiaro. Elisa è sbigottita. Si alza, gira su sé stessa, va fino al bagno, torna in cucina, fa bollire dell’acqua, si prepara un tè, torna indietro, si guarda nello specchio. Io? Foto per un marchio di biancheria intima? Io e i miei trentadue anni? Io e la mia fobia dell’acqua? Corsi di immersione? Foto in costume da bagno? Foto ritoccate o no? Non è indicato... Lucie è del tutto impazzita stavolta! Elisa è su tutte le furie. Ancora una volta, vuole rendersi utile dando a Lucie qualche idea per sviluppare la sua carriera di fotografa e la cosa le si ritorce contro. Quando ha guardato il servizio la settimana prima, non era a sé stessa che pensava, cavolo! Non ha bisogno del lavoro dei sogni. La sua vita ce l’ha e le piace, ogni cosa è al posto giusto. Mandare tutto all’aria così? Avrebbe fatto meglio a stare zitta. Che cosa aveva da provarsi quando ha parlato del servizio a Lucie? Era per aiutarla certo... Capirai! Sciocchezze! Davvero... Ritrovarsi mezza nuda... Per chi ha fatto richiesta? Per la sua carriera o per Elisa?

    Afferra il telefono e cerca di mettersi in contatto con l’albergo dell’amica. Nessuno, nulla, Lucie non c’è. Travolta dall’ansia, Elisa si spruzza dell’acqua fredda. Il liquido le schiaffeggia il viso pallido. Il trucco cola. Cerca di respirare a pieni polmoni poi soffia tre volte, come le ha insegnato anni fa la psichiatra del reparto di pediatria, quando la vita era così difficile che si doveva anche insegnarle di nuovo a respirare. Elisa prende due o tre dischetti di cotone e il latte detergente che applica con un poco di nervosismo. Quando si calma, almeno all’esterno, Elisa torna davanti al computer del salone, come se non fosse successo nulla.

    Capitolo 3

    Elisa si accascia sulla comoda poltrona dell’ufficio di Pierre per schiarirsi le idee. Ma la mente riflette, molto, troppo! Con forza, nella sua mente smarrita si ripassa il film di quella sera senza chiedere il permesso. Si rivede, mentre prepara da mangiare, uno sguardo distratto alla televisione della cucina ocra rossa.

    Il programma l’aveva subito interessata. Fin dal primo momento, i suoi pensieri si erano rivolti Lucie. Aiutarla a sfondare, perché no... Solo per darle un'idea, per una volta. Rendersi utile forse. Il titolo del servizio avrebbe fatto sognare chiunque: «Quei francesi che si sono candidati per un lavoro da sogno». La prima intervistata era una francese che aveva ottenuto un lavoro in Australia, tutto pagato. Per sei mesi, la missione della giovane donna era di controllare gli animali e le spiagge a nord-est del paese. In programma: «Esplorare la Grande barriera corallina, la foresta vergine, i parchi nazionali, le terre rosse... ». Il tutto, sotto il sole dell’Oceania. Per questo lavoro alquanto gradevole, riceveva una retribuzione di settantotto mila euro, abbastanza per regalarsi una bella vacanza di ritorno dalla missione! Mentre finiva di schiacciare le patate nel latte, Elisa aveva lanciato un'occhiata alla giovane avventuriera. Doveva avere la sua stessa età. Si era detta che ne avrebbe parlato con Lucie. La giornalista aveva specificato che tutti i mesi si potevano trovare online una buona decina di proposte di lavoro da sogno.

    Poi aveva finito di apparecchiare la tavola. Ogni alimento era

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