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Le prigioni di Lupin
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Le prigioni di Lupin
E-book80 pagine1 ora

Le prigioni di Lupin

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Giallo - racconti (59 pagine) - Il ladro gentiluomo questa volta non sfugge alla legge: una sfida forse troppo audace anche per un genio del travestimento come Arsenio Lupin o un piano studiato fino all'ultimo dettaglio?


Nessuno ha mai visto il suo vero volto, anche se molti possono dire di averlo incontrato a loro insaputa. Maestro di travestimenti, esperto di gemme, gentiluomo, Arsenio Lupin è qui impegnato nella sua primissima avventura, una sfida quasi impossibile: portare a compimento un furto in un ambiente ristretto e senza vie di fuga come una nave passeggeri.

Creato da Maurice Leblanc nel 1905, Arsène Lupin è l'archetipo del ladro gentiluomo come Sherlock Holmes lo è dell'investigatore. La sua popolarità passa per varie generazioni, attraverso film e varie serie televisive – indimenticabile quella degli anni settanta con Georges Descrières (recentemente scomparso) – fino alla rivisitazione giapponese di Lupin III e soprattutto alla serie di successo su Netflix Lupin. Un mito costruito attraverso racconti intriganti, una scrittura di qualità e un personaggio che buca la pagina.

Contiene i racconti:

L'arresto di Arsenio Lupin

Arsenio Lupin in prigione

L'evasione di Arsenio Lupin


Maurice Leblanc è conosciuto principalmente quale creatore del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, personaggio popolarissimo anche nel nostro paese. Nato a Rouen l'11 novembre 1864, studia in vari paesi ma finisce per abbandonare gli studi in legge per fare lo scrittore. Stabilitosi a Parigi comincia a scrivere racconti gialli, ma anche se riceve un certo apprezzamento dalla critica non riesce a farsi notare dal pubblico. Finché nel 1905 non pubblica il primo racconto con Arsenio Lupin. Sono gli anni del grande successo di Sherlock Holmes e l'intrigante ladro gentiluomo, in qualche modo una risposta francese al detective britannico, porta immediatamente Leblanc al successo. Leblanc scrive racconti e novelle incentrate su Lupin e questa volta assieme alle buone critiche ottiene successo e gratificazione economica, finendo per dedicare la sua intera carriera esclusivamente al suo personaggio. Nel 1921 viene premiato con la Legion d'Onore per la sua opera. Muore a Perpignan nel 1941. Dal 1947 è sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.

LinguaItaliano
Data di uscita19 gen 2021
ISBN9788825414486
Le prigioni di Lupin
Autore

Maurice Leblanc

Maurice Leblanc (1864-1941) was a French novelist and short story writer. Born and raised in Rouen, Normandy, Leblanc attended law school before dropping out to pursue a writing career in Paris. There, he made a name for himself as a leading author of crime fiction, publishing critically acclaimed stories and novels with moderate commercial success. On July 15th, 1905, Leblanc published a story in Je sais tout, a popular French magazine, featuring Arsène Lupin, gentleman thief. The character, inspired by Sir Arthur Conan Doyle’s Sherlock Holmes stories, brought Leblanc both fame and fortune, featuring in 21 novels and short story collections and defining his career as one of the bestselling authors of the twentieth century. Appointed to the Légion d'Honneur, France’s highest order of merit, Leblanc and his works remain cultural touchstones for generations of devoted readers. His stories have inspired numerous adaptations, including Lupin, a smash-hit 2021 television series.

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    Anteprima del libro

    Le prigioni di Lupin - Maurice Leblanc

    L'arresto di Arsenio Lupin

    Che viaggio bizzarro! Eppure iniziato così bene. Per parte mia, non ne avevo mai intrapreso uno sotto auspici migliori. Il Provence era un transatlantico veloce, confortevole, comandato dal più affabile degli capitani. Vi si trovava riunito il fior fiore della società. A bordo si stringevano relazioni, si organizzavano intrattenimenti, con la piacevole sensazione di essere separati dal mondo, tra di noi come su un’isola sconosciuta, costretti pertanto ad avvicinarci gli uni agli altri.

    E così ci avvicinammo.

    Avete mai pensato a quanto ci possa essere di originale e inatteso in questo gruppo di persone, estranee l’una all’altra sino alla vigilia e che, per qualche giorno, tra il cielo infinito e l’immenso mare, vivrà nella massima intimità, insieme sfiderà la rabbia dell’oceano, l’assalto terrificante delle onde e la calma subdola dell’acqua dormiente?

    In fondo questa è, vissuta come in una sorta di scorciatoia tragica, l’essenza della vita stessa, con le sue tempeste e la sua grandezza, la sua monotonia e le diversità, ed è per questo, forse, che gustammo con ansia febbrile e voluttà ben più intensa quel corto viaggio del quale si intravedeva la fine nell’istante stesso del suo inizio.

    Ma da alcuni anni ormai accade qualcosa che accresce le emozioni della traversata. La piccola isola galleggiante resta legata a quel mondo dal quale ci si crede liberati: esiste un collegamento, che si dipana gradualmente in mare aperto e gradualmente in mare aperto si riallaccia. Il telegrafo senza fili! La chiamata di un altro mondo del quale si riceve notizia nel modo più misterioso che vi sia. L’immaginazione è senza risorse nell’evocare il fil di ferro attraverso il quale scorre il messaggio invisibile. Ancor più insondabile è il mistero, e più poetico, ed è alle ali del vento che si farà ricorso per spiegare questo nuovo miracolo.

    Così, nelle prime ore del viaggio, ci siamo sentiti seguiti, scortati, finanche preceduti dalla voce lontana che, di tanto in tanto, sussurrava a uno di noi qualche parola da laggiù. Due amici mi parlano. Dieci, venti altri hanno inviato a tutti noi attraverso l’etere i loro arrivederci allegri o rattristati.

    Ma il secondo giorno, a 500 miglia dalle coste francesi, in un pomeriggio di tempesta, il telegrafo senza fili ci trasmise un messaggio del seguente tenore:

    – Arsenio Lupin a bordo, prima classe, capelli biondi, ferita avambraccio destro, viaggia da solo sotto il nome di R… –

    In quello stesso istante, uno scoppio di tuono violento rimbombò nel cielo scuro. Le onde elettriche si interruppero e il resto della comunicazione non ci pervenne. Del cognome dietro al quale si nascondeva Arsenio Lupin, conoscevamo solo l’iniziale.

    Se si fosse trattato di qualsiasi altra notizia, non ho alcun dubbio che il segreto sarebbe stato scrupolosamente mantenuto dai marconisti, dal commissario di bordo e dallo stesso comandante, ma si trattava proprio di quel genere di eventi che riescono a piegare la discrezione più rigorosa. Il giorno stesso, senza essere in grado di dire come la cosa fosse trapelata, tutti sapevamo che il famoso Arsenio Lupin era nascosto in mezzo a noi.

    Arsenio Lupin tra noi! Il ladro inafferrabile del quale si raccontavano le arditezze in tutti i giornali ormai da mesi! L’enigmatico personaggio con il quale il vecchio Ganimard, il nostro miglior poliziotto, aveva iniziato un duello all’ultimo sangue i cui eventi si svolgevano in maniera così pittoresca! Arsenio Lupin, l’eccentrico gentiluomo che operava solo nei castelli e nei salotti e che una notte, introdottosi nella residenza del Barone Schormann, ne era uscito a mani vuote, lasciando il suo biglietto da visita vergato a mano con le parole: Arsenio Lupin, ladro gentiluomo, ritornerà quando i mobili saranno autentici. Arsenio Lupin, l’uomo dai mille travestimenti, di volta in volta autista, tenore, allibratore, rampollo di buona famiglia, adolescente, vegliardo, commesso viaggiatore marsigliese, dottore russo, torero spagnolo!

    Si noti bene: pensare che Arsenio Lupin andasse e venisse in un contesto relativamente piccolo come un transatlantico anzi, che dico! in questo piccolo angolo di mondo dove ci si incrocia di continuo, nel salone da pranzo, nel salotto, nella sala fumatori! Arsenio Lupin era forse quel signore… o questo… il mio vicino di tavolo… il mio compagno di cabina…

    – E durerà ancora cinque volte 24 ore! – esclamò l’indomani la signorina Nelly Underdown – Ma è intollerabile! Spero vivamente che lo arrestino.

    E rivolgendosi a me: – Ditemi, signor d’Andrésy, voi che siete in rapporti con il Comandante, non sapete nulla?

    Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa giusto per compiacere miss Nelly! Era una di quelle magnifiche creature che, ovunque si trovino, occupano immediatamente la scena. La loro bellezza e la loro fortuna sono abbaglianti e le mettono al centro di una corte di fervidi e appassionati ammiratori.

    Cresciuta a Parigi dalla madre francese, si era riunita al padre, il magnate Underdown, a Chicago. Viaggiava in compagnia di Lady Jerland, una delle sue amiche.

    Avevo presentato la mia candidatura al flirt sin dal primo istante. Ma nell’intimità rapida del viaggio, ero stato immediatamente turbato da quel fascino e mi sentivo un po’ troppo scosso per un amoretto quando i suoi grandi occhi neri incontravano i miei. Tuttavia ella accoglieva i miei omaggi con un qualche favore, si degnava di ridere alle mie battute e di mostrare interesse per gli aneddoti che raccontavo, parendo corrispondere con una certa

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