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La Minaccia
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E-book301 pagine6 ore

La Minaccia

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Info su questo ebook

Quando scienziati di tutto il mondo rilevano un aumento pericoloso di particelle ionizzanti provenienti dallo spazio, l'umanità si trova di fronte a una minaccia senza precedenti.

Il geniale team internazionale di Ellen e Jane è impegnato in una corsa contro il tempo per sviluppare una tecnologia capace di neutralizzare questa invasione invisibile.

Mentre le tensioni globali si intensificano e le alleanze si formano e si frantumano, la soluzione potrebbe risiedere in una sperimentazione rischiosa con l'antimateria.

Nel culmine di una battaglia che potrebbe determinare il futuro della Terra, il sacrificio personale diventa il prezzo da pagare per salvare il pianeta.

Un romanzo di fantascienza che esplora i confini della scienza, il potere dell'unità e la resilienza dell'umanità di fronte al pericolo esterno.
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2021
ISBN9791220321334
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    Anteprima del libro

    La Minaccia - Filippo Guida

    Roberta.

    PARTE I

    CAPITOLO 1

    WASHINGTON • ANNO 2015

    Donald avanzava con passi veloci e cadenzati lungo il corridoio ampio e sonoro.

    L'attività al Pentagono è sempre notevole. Il corridoio risuona continuamente di ticchettii di macchine, di voci, a volte concitate, e rumori indistinti di cui si riesce difficilmente ad intuire l'origine. Arrivò davanti ad una porta di legno scuro, non fece caso a tutti i titoli scritti sulla targhetta sotto il nome, tanto a lui importava soltanto sapere che era l'ufficio del Capo di Stato Maggiore dell'aeronautica Militare degli Stati Uniti.

    Bussò leggermente e contemporaneamente abbassò la maniglia e aprì la porta.

    Alla scrivania le due segretarie erano immerse in lavori al computer. Una delle due alzò lo sguardo dalla tastiera senza smettere di battere sui tasti. Guardò per un momento Donald, poi tornò a guardare i tasti, ma solo per un momento, poi piegò in due il foglio che aveva a fianco al computer e si alzò.

    Donald e la segretaria si incontrarono in mezzo alla stanza, lui le disse il suo nome e le mostrò un tesserino. Aveva un abito chiaro e di stoffa leggera con i capelli tagliati molto corti come di consueto durante la buona stagione, e perciò non somigliava molto alla foto che invece aveva fatto in inverno con i capelli lunghi e la barba quasi coperta da un maglione a collo alto. La segretaria comunque non guardò la foto per più di due secondi, quindi gli disse di attendere e sparì dietro una porta situata lateralmente rispetto alla sua scrivania. Stette via solo qualche minuto, giusto il tempo di permettere a Donald un rapido sguardo alla seconda segretaria che intanto non aveva distolto la sua attenzione dallo schermo del computer.

    La prima segretaria tornò e questa volta al loro incontro in mezzo alla stanza mostrò anche un bel sorriso tutto denti che lasciò Donald perplesso. Gli disse che poteva accomodarsi e tornò alla sua scrivania. La porta era solo socchiusa. Donald fece prima capolino, quindi aprì un po' di più la porta ed entrò decisamente. L'ambiente era confortevole, non giungevano rumori di sorta, la moquette e le pareti intonate sul verde inducevano a rilassarsi. C'era nell'aria un odore di legno stagionato. Dietro la scrivania l'uomo era disteso sullo schienale della poltrona con i gomiti sui braccioli e le dita incrociate sotto il mento. Per la carica che ricopriva non era molto anziano e la divisa che indossava gli conferiva un aspetto ancora più giovanile ed aitante. In effetti era un uomo sulla cinquantina dal fisico ancora molto atletico visto che non era molto che aveva smesso di volare. Donald si accorse che gli aveva puntato fissi gli occhi addosso da quando era entrato ed ancora lo fissava attento. Fece qualche passo verso la scrivania e raggiunse la poltrona sistemata lì davanti. L'uomo con un cenno della mano aperta gli disse di accomodarsi. Donald appoggiò la cartella che aveva sotto braccio sul piano della scrivania , quindi si sedette sulla poltrona incrociando le gambe.

    Il Colonnello Johnatan L. Harttess come diceva la targhetta sulla scrivania, era leggermente contrariato in verità, poiché conosceva il nome e l'occupazione di Donald, che era quella di Direttore dell'Osservatorio Radio Astronomico di Berkeley in California. Negli ultimi anni solo poche cose avevano legato gli astronomi in generale con l'alto comando delle forze aeree degli Stati Uniti, ed erano tutte cose in qualche modo legate alla polemica degli avvistamenti UFO, che l'Aeronautica non voleva o non poteva ammettere o riconoscere. Donald comunque disse:

    - Sono Donald Pagek, avrà senz'altro già sentito parlare di me in quanto sono il Direttore dell'Osservatorio Radio-Astronomico di Berkeley.

    - Certamente Mr. Pagek, conosco i suoi studi sulle galassie che si trovano nelle immediate vicinanze della nostra, e devo dire di averli trovati molto interessanti - disse Harttess quasi a voler precedere il suo interlocutore.

    - In effetti è molto poco tempo che abbiamo incominciato a studiare l'universo visto nella zona spettrale delle onde radio, per cui la Radio-Astronomia è una scienza giovane che necessariamente ci condurrà a scoperte nuove.

    Fino ad oggi abbiamo solo imparato come si fa ad usarla - disse

    Donald cercando di impostare un tono cordiale.

    L'espressione di Harttess ora era leggermente cambiata, era apparsa qualche ruga sulla fronte mentre aggrottava le sopracciglia in un'espressione un po' dubbiosa e un po' perplessa.

    - Mi dica Mr. Pagek, cosa intende di preciso quando parla di nuove scoperte?

    Harttess era uno che generalmente non saltava immediatamente alle conclusioni, comunque dovette pensare in quel momento due cose fondamentali, primo, che a differenza dei politici gli scienziati non parlano mai a vanvera, e se Pagek aveva detto nuove scoperte qualcosa doveva bollire in pentola. Secondo, se il Presidente gli aveva telefonato per chiedergli di ascoltare attentamente quanto aveva da dirgli questo signore, forse in pentola c'era qualcosa di grosso.

    - Colonnello Harttess non sono certo venuto da lei a comunicarle una delle tante scoperte di stelle o galassie o emittenti radio o X che facciamo ogni giorno. Per nuove scoperte intendevo soprattutto un nuovo modo di vedere l'universo. E comunque sono venuto qui perché so che lei conosce abbastanza approfonditamente la Radio-Astronomia per averla frequentata per un certo tempo, anche se per scopi diversi dai nostri, per poter discutere di alcuni avvenimenti con una certa competenza. L'importante è che lei conosca la tecnica.

    Harttess era visibilmente sorpreso, questa affermazione lo lasciò di stucco, ma si riprese e guardò Donald come per scoprire dove volesse andare a parare.

    - Forse sarà meglio che le racconti tutto fin dall'inizio - disse ancora Donald dandosi una sistemazione sulla poltrona e notando che ora l'aspetto del Colonnello era più cupo.

    - Circa tre anni fa, incominciammo ad esplorare l'interno della galassia denominata M-31, che dista dalla nostra circa 80 anni luce. La nostra esplorazione era tesa alla ricerca di emittenti radio all'interno di quella galassia . Come lei sa una della scoperte sensazionali della Radio-Astronomia furono i pulsar, cioè delle stelle che a causa della loro rapida rotazione su se stesse emettono onde radio ad una certa frequenza, dipendente dalla loro velocità di rotazione, e di tipo ripetitivo per effetto della rotazione stessa. Questo comportamento porta a pensare a tutta una serie di momenti evolutivi della stella, che prima di questa scoperta ci erano del tutto ignoti. Diciamo che questi punti singolari dell'universo ci possono suggerire avvenimenti e processi nel decorso dell'evoluzione della materia primordiale. - Fece una pausa per capire quanto il Colonnello stesse seguendo il suo ragionamento.

    Il Colonnello non disse niente ma si vedeva che era concentrato sulle sue parole.

    - Comunque, tornando alla nostra M-31, le dirò che erano state notate delle emissioni di onde radio provenienti da quella galassia. Ma in effetti non fu mai notata la presenza di pulsar in quella zona. La cosa da principio non ci stupì molto giacche non eravamo a conoscenza di tutti gli oggetti o i fenomeni che possono emettere tali onde. Queste emissioni erano per lo più irregolari, non seguivano uno schema logico come l'emissione di un pulsar, e la cosa quindi non ci fece pensare a niente di particolare.

    Donald allungò un braccio per prendere la cartella che aveva appoggiato sulla scrivania, ed il Colonnello approfittò dell'improvviso silenzio del suo interlocutore per accendersi un sigaro.

    - Ecco, vede sig. Colonnello ora abbiamo un quadro molto più completo di cosa può emettere un'onda radio, qui ci sono raggruppamenti, oggetti e fenomeni con i relativi campi di frequenza di emissione.

    Circa un anno fa, costruendo un grafico come questo - si sporse un poco per mostrare meglio il tracciato sul foglio che aveva in mano - ci siamo accorti che M-31 non possedeva niente che potesse emettere onde radio.

    Donald fece una leggera pausa ed abbassò il capo, quindi alzò di nuovo lo sguardo verso Harttess che era ormai assorto in pensieri indecifrabili.

    - Lei mi potrà ancora obiettare che non è detto che oggi noi siamo a conoscenza di tutto ciò che emette onde radio. Lì a M-31 può benissimo esserci una cosa nuova che non sappiamo emettere onde radio o che, al limite, si tratta di un oggetto sconosciuto che soltanto in quelle condizioni sia un emettitore radio.

    Donald fece un'altra pausa.

    - È quello che abbiamo pensato subito anche noi , per questo ci siamo messi a studiare a fondo M-31. - Man mano che il discorso di Donald andava avanti il Colonnello Harttess si faceva sempre più irrequieto, quasi impaziente che si venisse ad una conclusione, giacchè, a questo punto, doveva ammettere con se stesso che non riusciva a capire di cosa si potesse in fondo trattare, e quale poteva essere l'epilogo di tutta quella storia. All'inizio, quando Donald entrò nel suo ufficio, ben vestito e rasato di fresco lo definì immediatamente; circa 40 anni professionista affermato, di un certo peso nel suo ambiente di lavoro, con le solite astrazioni di ogni ricercatore, soprattutto astronomo, ed aveva immaginato grosso modo di cosa potesse parlargli una persona di quel tipo. Qualche avvistamento o qualche fenomeno straordinario o inspiegabile, al limite qualche scoperta applicabile in campo militare o qualche informazione circa satelliti nemici. Giacchè non si trattava di niente di tutto questo, la cosa lo innervosiva. Donald stava osservando la sua cartella di documenti.

    - Ecco, circa un anno fa, come le dicevo, abbiamo cominciato con la costruzione di questa mappa dell'interno di M-31 indicando la sorgente di emissione con le rispettive frequenze, intensità, eccetera, eccetera. Abbiamo continuato a compilare questa mappa per cinque o

    sei mesi, quando a qualcuno è venuto in mente di confrontarle, per vedere cosa era successo a queste sorgenti nell'arco di questo tempo.

    L'atmosfera ora era pesante, Harttess quasi non respirava più, intanto che il sigaro si consumava lentamente, stretto esageratamente tra l'indice e il medio. Il telefono squillò improvviso ed Harttess sussultò. Quello squillo era piombato in quel silenzio come un'esplosione. Il Colonnello afferrò la cornetta con uno scatto del braccio destro.

    - Non ci sono per nessuno - disse concitatamente e riattaccò subito. Tornò a fissare Donald come per spingerlo a riprendere il discorso , ma il telefono squillò di nuovo. Questa volta prese la cornetta più lentamente .

    - Va bene me lo passi - disse con tono più calmo. Attese un attimo la comunicazione.

    - Buongiorno Signore, si è qui.

    - No, non ancora.

    - Certamente Signore.

    - Certo esporrò la cosa nei dettagli.

    - Come?

    - Anche un parere personale, si certo.

    Attese qualche secondo poi riattaccò la cornetta.

    Tornò a guardare Donald che era stato attento alla sua telefonata.

    - Era il Presidente - disse - Voleva sapere qual'era la sua storia.

    - Ok - disse Donald - andiamo avanti allora. Harttess apprese la cosa con molto piacere.

    - Dunque si cominciarono a confrontare le mappe fatte nel mese di Aprile che era il periodo in cui avevamo iniziato a costruirle, con quelle fatte nel mese di Ottobre. Risultò subito evidente che alcune delle sorgenti emittenti, per la precisione venticinque, si erano spostate lungo una linea retta. Tutte della stessa entità, cioè le venticinque sorgenti erano traslate in avanti mantenendo le stesse posizioni reciproche. Dallo spazio percorso e dal tempo impiegato, siamo risaliti alla velocità

    di questo spostamento: 240.000 km al secondo. Una velocità prossima a quella della luce, per la precisione 0,8 volte la velocità della luce.

    - Oggetti meteorici in evoluzione - disse Harttess.

    - È quello che abbiamo pensato inizialmente - Donald allargò le braccia

    - Del resto era molto plausibile, dato che M-31 è ricca dei cosiddetti nuclei attivi.

    - L'ipotesi però cadde quando calcolammo la velocità: un meteorite che viaggia ad una velocità prossima a quella della luce, si trasformerebbe dopo alcuni millesimi di secondo in una nuvola di gas ionizzato incandescente, che emetterebbe raggi X e raggi gamma e sarebbe perfettamente visibile anche dalla terra. No, non poteva trattarsi di oggetti meteorici o altro materiale stellare in evoluzione.

    - D'altro canto solo qualche tempo dopo, facemmo un'altra curiosa osservazione.

    - Come lei sa, Sig. Colonnello, ogni sorgente emittente in qualsiasi zona dello spettro, emette delle onde sferiche che si propagano nello spazio circostante in tutte le direzioni. Ora, amplificando opportunamente alcune frequenze di queste mappe abbiamo scoperto che alcune di queste sorgenti emettono delle onde radio, che propagandosi in linea retta, raggiungono un'altra di quelle sorgenti, queste a loro volta assorbono la radiazione e ne emettono un'altra della stessa frequenza in direzione della prima, anche loro in linea retta ... voglio dire in modo direzionale, capisce?

    - Bene - sembrò quasi sbuffare Harttess.

    - Allora mi dica Mr. Pagek, a cosa vi fa pensare tutto questo? Sono sicuro che un'idea ve la sarete fatta circa questi fenomeni, diciamo così ... strani.

    - Ancora un attimo Colonnello, prima devo ancora dirle un'altra cosa che è successa circa dieci giorni fa. - Donald socchiuse gli occhi come nello sforzo di ricordare qualcosa, mentre Harttess si irrigidì ancora incrementando il tremolio sotto l'occhio sinistro che da qualche minuto gli era insorto.

    - Durante uno degli ormai consueti confronti tra quelle mappe, che quella sera stava eseguendo uno dei miei collaboratori, il Dr. Ferry, ad un certo punto me lo vidi piombare nello studio, praticamente stravolto. Insieme a lui c'era un assistente, la Dr.ssa Fisher, che pronunciava strane frasi concitate, quasi isteriche. Frasi che non capii, allora mi avvicinai a loro e li feci calmare, dissi che sarebbe stato meglio se, parlando uno alla volta, mi avessero detto quello che era successo.

    Fu allora che Ferry mi disse: Dr. Pagek, quegli oggetti si sono fermati ... così improvvisamente! Questa mattina viaggiavano a 0,8 luce e stasera invece sono fermi. Tutti quanti. Nelle stesse posizioni. Fermi. Bloccati capisce?.

    La cosa mi turbò molto, forse era la prova decisiva che cercavo per confermare una mia ipotesi. Comunque riguardammo tutta la notte quella mappa, ne costruimmo delle altre per esser sicuri di non aver fatto qualche errore.

    Il giorno dopo chiamai il Dr. William Hamut dell'Osservatorio di Monte Palomar e il Dr. John Riderash dell'Osservatorio di Mont Wilson. Loro erano già al corrente della scoperta di quegli oggetti, ne discutemmo a lungo insieme per arrivare a delle conclusioni che fossero condivise da tutti. Appena arrivarono a Berkeley ci mettemmo subito al lavoro. Riguardammo i procedimenti per la costruzione delle mappe, i programmi del calcolatore e ricostruimmo diverse volte le mappe di quei giorni. Il risultato era sempre lo stesso: quegli oggetti erano fermi. C'era qualche emissione radio da alcuni di essi, ma nessuno si spostava di un millimetro dalla sua posizione. Era notte fonda ed io non avevo dormito la notte precedente per cui decisi che era ora di andare a dormire. Stabilimmo di discutere la cosa il giorno dopo a mente lucida.

    Era già quasi sera del giorno successivo, trascorso in febbrili discussioni, quando Ferry ci portò la notizia.

    Era bianco come un lenzuolo lavato con il miglior detersivo, si avvicinò con passi corti e lenti al nostro tavolo, lentamente depose le mappe che aveva in mano e disse: Sono ripartiti. Più che parlare emise un esile sospiro. Ora stanno viaggiando a 0,8 luce.

    Piombò nella stanza un silenzio denso come una crema, ci guardammo negli occhi, Hamut era rimasto a fissare Ferry.

    - Ora, Colonnello, io ed i miei colleghi siamo gente abituata alle cose più strane, ai fenomeni più strabilianti, e ci aspettiamo sempre di trovare la risposta scientifica o l'errore commesso o qualsiasi altra spiegazione logica. Lavoriamo in un campo dove ogni cosa deve essere controllata migliaia di volte, ogni indizio, ogni fenomeno deve essere studiato, capito, sviscerato fin nei meandri più reconditi, poi sottoposto al parere di altri astronomi, confrontato con la letteratura e le esperienze di altri laboratori di tutto il mondo. Insomma siamo gente che non si fida dei propri occhi, delle proprie orecchie e del proprio cervello. Tutto deve essere confrontato con altri sensi, di macchine costruite appositamente... .

    - Dr. Pagek. - il tono del Colonnello era quasi solenne, interrupe

    Donald e lui stesso si interruppe in una breve pausa.

    - Avete forse formulato l'ipotesi che quegli oggetti non siano di origine naturale?.

    - Signor Colonnello, lei può capire benissimo perché un oggetto di origine naturale non può comportarsi a quella maniera, anzi forse posso dire di più.

    Nessun oggetto di nessun materiale, almeno a noi noto, può comportarsi così, che sia esso naturale o artificiale.

    - Dr. Pagek non le nascondo che sono estremamente ansioso di sapere qual è con esattezza l'ipotesi che avete formulato.

    - Noi possiamo ragionevolmente affermare che in questo momento ci sono venticinque astronavi che stanno percorrendo la galassia M-31 ad una velocità prossima a quella della luce.

    Harttess aveva naturalmente già intuito il contenuto dell'ipotesi di Donald, ma sentirlo dire in chiari termini lo lasciò stupefatto, quasi senza fiato.

    Fece un respiro profondo.

    - Secondo lei - deglutì rumorosamente.

    - Secondo lei, dove stanno andando?

    - Se mantengono la rotta attuale, direi che stanno puntando diritto verso il nostro Sistema Solare. - Donald, che si aspettava la domanda, rispose tutto d'un fiato.

    - E mi dica - aveva ancora il tono rotto dall'emozione della risposta appena ricevuta - avete idea del tempo che impiegheranno a raggiungerlo?

    - A questa velocità lo raggiungeranno tra circa cento anni.

    Il giorno dopo il Colonnello Harttess convocò una seduta ristretta con i capi di Stato Maggiore dell'Esercito e della Marina. Presieduta dal Presidente degli Stati Uniti.

    CAPITOLO 2

    Era una giornata molto calda, ma l'aula del Congresso era ben condizionata per cui si stava abbastanza freschi. Deputati e senatori parlottavano tra loro in attesa del Presidente. Donald sedeva affianco ad Hamut e Riderash, leggermente emozionato dall'austerità dell'ambiente. Gli altri scienziati occupavano due file di banchi sotto di loro. Era praticamente il fior fiore del sapere Americano.

    Il Presidente entrò con passi veloci e rumorosi sul parquet, subito il brusio che regnava nell'aula cessò e per un istante ci fu un silenzio pesante. Il Presidente si avvicinò al microfono e iniziò il suo discorso scandendo le parole.

    Il Congresso era stato riunito in gran fretta senza dire ai membri quale era l'argomento da discutere. Appena iniziata la seduta i Membri del Congresso notarono subito la presenza tra loro di quel gruppo di scienziati di ogni branca, ma soprattutto astronomi. Non diedero molto peso alla cosa giacche la maggior parte di loro pensò si dovesse trattare qualche finanziamento per un progetto particolare. Seguirono con poca attenzione il preambolo introduttivo del Presidente, composto essenzialmente di dati astronomici e relazioni su osservazioni compiute negli ultimi anni.

    Ad un tratto la voce del Presidente si fece imperiosa e di nuovo il silenzio tornò a incombere su quel consesso.

    - Signori. - La pausa sembrò lunghissima.

    - Dopo quanto premesso, possiamo affermare oltre ogni ragionevole dubbio che in questo momento la galassia M-31, che dista da noi 80 anni luce, è percorsa da venticinque astronavi che viaggiano ad una velocità prossima a quella della luce in direzione del nostro Sistema Solare, che raggiungeranno tra circa cento anni.

    Si levò un vocio assordante, molti

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