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Sentirsi belli sentirsi brutti: Corpo ed emozioni
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Sentirsi belli sentirsi brutti: Corpo ed emozioni
E-book39 pagine15 minuti

Sentirsi belli sentirsi brutti: Corpo ed emozioni

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Info su questo ebook

Nel periodo dell’adolescenza, l’età della vita in cui l’immagine di sé, reale e ideale, diventa più che mai centrale, è importante accompagnare ragazzi e ragazze in un percorso di conoscenza di sé che contribuisca a sostenere l’identità, aumentare l’autostima, evitare l’adeguamento acritico a modelli stereotipati e favorisca l’instaurarsi di relazioni positive nel gruppo. 
Il libro offre alcune indicazioni concrete per attività – collaudate in numerosi momenti di formazione nelle scuole della provincia di Venezia – da svolgere in classe, efficaci e facili da organizzare, finalizzate a valorizzare l'unicità di ciascuno/a, incoraggiando il confronto sul vissuto, per ridimensionare il senso di inadeguatezza e la sofferenza che troppo spesso accompagnano questo momento delicato della crescita.
LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2020
ISBN9791220268561
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    Anteprima del libro

    Sentirsi belli sentirsi brutti - Annalisa Busato

    13.jpg

    Premessa

    La questione dell’immagine di sé, reale e ideale, è centrale nella nostra vita, tanto più in uno dei periodi più caldi della costruzione dell’identità corporea: l’adolescenza.

    Dato l’ormai diffusissimo utilizzo dello smartphone, gli adolescenti usano molto le immagini fotografiche, ritratti singoli, di gruppo, selfie, e fanno molto uso delle applicazioni per migliorare o modificare i tratti del volto. Seguono dei criteri estetici nuovi, ma più che mai omologati. Esistono canoni di bellezza chiari e decisamente stereotipati nei social, nella pubblicità, in televisione e questi vengono perseguiti anche a costo di notevole impegno di tempo e di sacrifici.

    Occorrerebbe invece dare valore alla specificità e all’unicità di ciascun volto, e di ciascun corpo.

    Le applicazioni che modificano i tratti del viso sono sostanzialmente programmi di fotoritocco e sovrappongono in modo meccanico un modello, uno stile estetico, al volto reale considerato…insoddisfacente. Rendono tutte le facce più colorate, più lisce, più toniche, ma riducono individualità, espressione e vivacità; umiliano addirittura la vivezza dell’espressione personale (che nell’identità è forza) e sviliscono la spontaneità.

    Questo è evidentissimo nei volti femminili (ma molto curioso è l’effetto di ingentilimento dei tratti maschili) in quanto questi software rendono tutti i visi piuttosto stereotipati e bamboleggianti. E la cosa pare gradita e desiderata.

    Pedagogisti e uomini di

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