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Shiatsu - Per un armonico sviluppo dei nostri ragazzi
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Shiatsu - Per un armonico sviluppo dei nostri ragazzi
E-book200 pagine1 ora

Shiatsu - Per un armonico sviluppo dei nostri ragazzi

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Info su questo ebook

Alcune tecniche Shiatsu volte a favorire un regolare sviluppo psicofisico dei bambini e dei ragazzi, raccolte da Meri Fogarollo e ben illustrate con fotografie didattiche. Un’arte del “toccare” naturale, semplice e antica, che porta con sé delicati messaggi di relazione, disponibilità alla condivisione, alla comprensione e alla protezione. Quest’opera dà suggerimenti molto validi per aiutare i ragazzi a migliorare la propria salute, portandoli a prendere coscienza del loro corpo e di se stessi. Il testo può essere un momento di riflessione per tutti coloro che vivono a contatto con gli adolescenti (genitori, insegnanti), anche grazie al contributo della psicologa Giuseppina Morrone che illustra - utilizzando il linguaggio del disegno - alcune delle più frequenti problematiche legate allo sviluppo. La parte pratica illustrata è rivolta agli operatori shiatsu e alle persone che lavorano sul corpo.
LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2020
ISBN9788894427486
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    Anteprima del libro

    Shiatsu - Per un armonico sviluppo dei nostri ragazzi - Marisa Fogarollo

    trattamento.

    PRIMA PARTE

    Il movimento

    Bambini e ragazzi dovrebbero potersi muovere liberamente lasciando da parte l’abitudinarietà. Gli adulti fanno i gesti solo perchè servono, e ora anche i ragazzi tendono a fare questo.

    Tutti i gesti che noi facciamo hanno forti significati, anche se sono gratuiti e improduttivi. Se, per esempio, alzo una gamba o un braccio e li muovo nell’aria faccio risaltare aspetti importanti per il corpo: l’ascolto del mio essere, l’agilità, l’equilibrio, e questo ai bambini piace molto.

    Guardateli come si muovono, cercando di capire quali movimenti possono fare, ascoltando come risponde il loro corpo. Il movimento è vita; la staticità al contrario non permette di vivere il corpo con consapevolezza. E il bambino/ragazzo ha bisogno del movimento, di sperimentare il suo corpo; questo lo aiuta anche nell’autostima.

    Federico, mio nipote, aveva circa 4 - 5 anni quando entrando in casa nostra apriva le gambe appoggiando i piedi agli stipiti della porta, prima un piede poi l’altro, a destra e a sinistra, allargando anche le braccia; sembrava volersi misurare con lo spazio e sentire come lo occupava. Mi piaceva guardarlo, mi dava un senso di libertà.

    Ma con la crescita i ragazzi si bloccano, e se non lo fanno da soli ci pensano gli adulti.

    Provate a guardare i genitori di un ragazzino un po’ irrequieto, che per la strada si muove in modo strano. Cosa diranno gli adulti? Stai fermo, Ma cosa fai?, Sembri uno stupido!. E mi fermo qui per non riportare frasi meno gentili.

    È vero, per un adulto l’irrequietezza del bambino certe volte risulta eccessiva; ma per il bambino il movimento è un bisogno fondamentale, come mangiare e dormire. È dalla sua capacità di muoversi che dipende il suo sviluppo fisico e intellettuale perchè è il movimento che, prima di diventare automatismo, aiuta lo sviluppo del coordinamento neuro-muscolare e dell’attività cerebrale. Quando limitiamo l’attività fisica di un bambino andiamo a limitare il suo campo d’esperienza, blocchiamo l’espressione delle sue emozioni e ostacoliamo il suo sviluppo intellettuale.

    Dall’irrequietezza dell’infanzia passiamo a una fase di apatia motoria nell’adolescente e allora vediamo in casa il ragazzo che ciondola dal divano alla poltrona e fuori si sposta in motorino. È un modo per esprimere il suo disagio ma può diventare un circolo vizioso perchè l’immobilità è un ostacolo alla percezione del corpo, limita la circolazione energetica e più zone bloccate ci sono nel fisico, meno è presente il senso di essere vivi.

    Mi trovavo all’Expo Scuola, arrivavano gruppi di scolaresche sui 15 - 16 anni e trattavo questi ragazzi con caratteristiche abbastanza simili: testa piena di energia, gambe scariche. Ma uno attira la mia attenzione perchè aveva veramente le gambe senza energia. Alla fine del trattamento gli chiedo: Ma tu cammini?. Mi guarda con la faccia sbalordita e sembra pensare: Ma che domande mi fa questa?. Poi riflette un attimo e risponde, stupito lui stesso: "Veramente mi sposto sempre in

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