Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo
Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo
Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo
E-book228 pagine2 ore

Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Margherita Polo, discendente del famoso Marco, racconta al suo bambino di otto anni le avventure del suo antenato nel Catai, facendo rivivere Kubilai Khan, l’imperatrice Chabi, Kokachin, Niccolò e Matteo Polo.
Nella fusione tra passato e presente, Margherita e Lorenzo scriveranno l’epilogo di una storia ancora viva.

di Eufemia Griffo
Margherita Polo, discendente del famoso Marco, racconta “Il Milione” a suo figlio Lorenzo, di otto anni.
Alternandosi con Rustichello da Pisa, narrerà il viaggio di Marco e la sua vita nel Catai, facendo rivivere Kubilai Khan, l’imperatrice Chabi, Kokachin, Niccolò e Matteo Polo.
Parlerà dell’amore tra Marco e Kokachin, lieve come la carezza del vento, dell’amicizia, del coraggio, dello spirito di conoscenza, dell’avventura, del sogno.
Emerge il legame di Marco con la sua Venezia, vissuta o sognata; e quello del Khan con le città che governa senza conoscerle, illusorie e invisibili, rese reali solo dai racconti di Marco.
Il profondo legame di amicizia tra Marco e il Khan sarà la chiave che aprirà il cuore del veneziano ed egli comprenderà che il vero senso della vita è essere sempre responsabili delle proprie scelte, così come accade nel gioco degli scacchi, dove possiamo scegliere se essere i pezzi o i giocatori che li muovono.
Passato e presente si rincorrono, si fondono e si confondono e, infine, saranno Margherita e suo figlio Lorenzo a scrivere l’epilogo del romanzo.
Corredato nelle note finali da una meticolosa ricerca storica, Da lontano, Venezia – I viaggi di Marco Polo si rivolge a un pubblico di tutte le età.
LinguaItaliano
Data di uscita25 mar 2021
ISBN9788833285450
Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo

Leggi altro di Eufemia Griffo

Correlato a Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo

Ebook correlati

Narrativa storica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Da lontano, Venezia - I viaggi di Marco Polo - Eufemia Griffo

    Milione")

    Prefazione

    Perché Marco Polo? Ci sono tanti e tanti libri dedicati al celebre viaggiatore.

    Fin da bambina Marco Polo ha abitato i miei sogni, mi ha fatto viaggiare attraverso terre leggendarie e sconosciute, mi ha instillato il gusto per la scoperta e l’avventura.

    Vi ricordate il meraviglioso sceneggiato Tv, trasmesso quando la sera le famiglie si riunivano e tutti vedevano lo stesso programma? Io ero tra quelli, una bambina che insieme a suo padre, a sua madre e a sua sorella attendeva la serata dedicata a Marco Polo, con ansia, sorpresa, eccitazione. In quegli anni non c’erano tanti programmi televisivi come oggi, ma i pochi selezionati dai nostri genitori erano un momento importante, che vedeva la famiglia riunirsi e condividere la stessa esperienza. Fu proprio lo sceneggiato del regista Montaldo, con la sceneggiatura della grande scrittrice Maria Bellonci, che mi fece scoprire il celebre viaggiatore veneziano.

    Da allora ho incontrato più volte Marco e i suoi viaggi lungo la strada della mia vita. La mia immaginazione si è accesa e ho scoperto di poter raccontare di lui in un modo nuovo, singolare.

    La storia che leggerete in questo libro inizia negli anni Ottanta a Venezia ed è narrata da Margherita Polo, una giovane mamma nata dalla mia fantasia, che ogni sera racconta a suo figlio Lorenzo le avventure di Marco e dell’imperatore del Catai Kubilai Khan, che lo accolse alla sua corte come un figlio.

    Vedremo una Venezia antica, circondata da un mare meraviglioso, che attirava, allora come oggi, visitatori da ogni parte del mondo. Leggeremo dei celebri Niccolò e Matteo Polo, il padre e lo zio di Marco, che prima di lui avevano viaggiato in terre di cui all’epoca nemmeno si conosceva l’esistenza. In questo libro c’è anche la storia d’amore tra Marco e la principessa Kokachin, che nel romanzo è la figlia del Khan e dell’imperatrice Chabi. A tal proposito vanno dette due cose: Kokachin non aveva l’età che le attribuisco in questo libro, e non era la figlia di Kubilai, ma una principessa della sua Casa, della nobile tribù dei Baya’ut.

    Dalla voce di Margherita, Il Milione prenderà nuovamente vita. La donna tiene viva la memoria del suo celebre avo facendo un tuffo a ritroso nel tempo, sera dopo sera, sfogliando le pagine dei quaderni che lei stessa scrisse da bambina.

    Nella seconda parte del romanzo, la voce di Margherita lascia il posto a quella di Rustichello, ma la storia è raccontata dall’inizio alla fine dalla giovane mamma, benché essa si fonda e si confonda con quella di Marco e degli altri protagonisti del racconto.

    In questo romanzo mi sono presa delle libertà narrative, stando però attenta a riportare i fatti salienti e omettendone altri che avrebbero appesantito la narrazione.

    Anch’io raccontavo storie a mio figlio quando era bambino, un momento atteso e intriso di tenerezza, un viaggio in cui la fantasia ci conduceva attraverso mondi sconosciuti, meravigliosi e immaginati con gli occhi del cuore. Mi auguro che tante mamme raccontino ai loro bambini storie, fiabe, favole, finanche quella di Marco Polo, di cui esistono infinite versioni destinate ai bambini, anche piccolissimi.

    Il mio desiderio è che i lettori di questo romanzo possano vedere con gli stessi occhi di Marco Polo tutte le meraviglie che Rustichello da Pisa ci ha narrato ne Il Milione.

    Eufemia Griffo

    Parte I

    Prologo

    Venezia, 7 novembre 1983

    Ho viaggiato con Marco Polo fin dai primi giorni della mia vita; la mia è una famiglia veneziana di nobili natali, dicono che la mia stirpe debba le sue origini proprio alla famiglia Polo. Mia madre mi raccontava di lui con orgoglio e gli occhi brillanti di quella malinconia che si prova per le cose perdute per sempre. Sembrava che lo conoscesse e che avesse accolto in fondo al cuore ogni sua parola. Parole che ho infilato a una a una in uno scrigno prezioso, per farne tesori da custodire e tramandare a mio figlio Lorenzo. Anche lui, come me e altri prima di noi, ammirerà l’infinito cielo e le immense distese verdi, ascolterà il silenzio del mare e contemplerà con gli occhi di Marco il luminoso astro che illuminava le case dai mille colori di Khanbaliq.

    Così come Marco prese appunti durante i suoi viaggi, io ho trascritto ogni parola di mia madre con la mia grafia di bambina, poi di ragazza e infine di donna. Mi sono addentrata in punta di piedi tra milioni di parole che hanno dipinto con inchiostro nero ogni pagina bianca; come la tela immacolata di un pittore man mano prende vita dalla sua mano, così è nata la storia raccontata da mia madre. E ora quelle antiche città rivedranno la luce, la stessa che Marco aveva nei suoi occhi azzurri, la stessa che si riverbera tra le onde del mare di Venezia, quella città oramai lontana nella sua mente, solo un suono dolce e antico che egli custodiva da qualche parte nei suoi ricordi.

    Margherita Polo

    Capitolo 1 - Il Milione

    Quando ti porti dietro un libro

    avviene qualcosa di straordinario: le

    sue pagine raccoglieranno i tuoi ricordi.

    (Cornelia Funke, Cuore d’inchiostro)

    Venezia, 8 novembre 1983

    La pioggia cade copiosa su Venezia, spezzando il silenzio della notte.

    La città circondata dalla laguna è così diversa da quella degli anni di Marco, e allo stesso tempo uguale; i secoli non ne hanno scalfito la nobile bellezza e tutto è rimasto identico, come se il tempo avesse fermato ogni cosa.

    Come ogni notte, Margherita sale la lunga scala a chiocciola che la conduce al piano alto della casa, dove si trova la stanza di suo figlio Lorenzo. È quello il loro reame segreto, dove le storie prendono vita, dove Margherita e Lorenzo possono compiere viaggi incredibili e dove le parole descrivono mondi inesplorati e raccontano di persone che sono vissute molto tempo fa.

    ***

    «Immagina come era Venezia negli anni in cui visse Marco Polo. Immaginala uguale e diversa da com’è ora», sussurra Margherita al piccolo Lorenzo.

    «C’era il mare, mamma?»

    «Il mare c’è sempre stato e ha accompagnato la prima parte dei viaggi di Marco Polo. Sai, Lorenzo, ti voglio raccontare una lunga storia, voglio farlo in modo che tu possa serbarla nei tuoi ricordi e poi tramandarla quando sarai grande a…»

    «Ai miei bambini?»

    «Sì, ai tuoi figli, Lorenzo, e a chiunque vorrai raccontarla. Come fece Marco, che affidò il ricordo dei suoi viaggi a un signore che si chiamava Rustichello da Pisa. Era un abile scrittore di storie, soprattutto di cavalieri, re, regine, principi e principesse. Aveva una fantasia incredibile, questo signor Rustichello, al punto che sospetto che molte parti della storia di Marco se le sia inventate lui.»

    «Perché dici questo, mamma?»

    «Perché la storia di Marco Polo è così incredibile che faccio fatica a immaginare che sia tutto vero, anche se mi piace pensare che ogni luogo da lui visitato e ogni terra che ha attraversato siano realmente esistiti.»

    «Oh sarebbe bello, mamma! Un giorno voglio viaggiare anch’io come messer Marco Polo…»

    «Bravo Lorenzo, lo hai chiamato col suo giusto nome, messer Polo.»

    «Sì, me lo hai detto ieri sera, è una parola che mi piace e mi è rimasta in mente.»

    «Il primo che lo chiamò messere, o con un titolo simile nella sua lingua, fu il grande sovrano dell’impero mongolo. Fai attenzione al suo nome, perché non è facile, ma con la tua mente sveglia sono sicura che lo ricorderai.»

    «Dunque, mamma?»

    «Si chiamava Kubilai, detto il Grande Khan, ed era il potente imperatore dell’impero mongolo, il fondatore del primo Impero cinese della dinastia Yüan. Ereditò il suo impero, la grande Mongolia, da suo nonno Gengis Khan. Stasera ti racconterò qualcosa di questo grande imperatore.»

    « Kubilai?»

    «Sì, ma puoi chiamarlo anche il Grande Khan. Messere era una carica, un compito che il Khan diede a Marco, cioè quello di essere il suo ambasciatore e informatore personale. Nel 1271, il Khan decretò l’inizio della dinastia Yüan con lo scopo di regnare sulla Cina, che in quell’epoca si chiamava Catai, ma per riuscirci doveva innanzi tutto combattere una popolazione che si chiamava Song. Non fu facile, per il Khan, prendere il potere, perché lui nutriva simpatia nei confronti della civiltà cinese mentre i membri della sua famiglia non amavano per nulla la Cina e le sue tradizioni. Tuttavia, il Khan riuscì infine ad avere la meglio e a unificare sotto il suo impero la Mongolia e la Cina.»

    «Era grande quel paese, mamma?»

    «Sì, lo era. Marco lo descrive come un’infinita distesa verde come i prati e azzurra come il cielo. Ovunque si posavano gli occhi di Marco, sembrava che quel paese non avesse mai fine.»

    «Mamma, mi domando come facesse la nonna a conoscere così bene la storia di Marco Polo.»

    «Perché lesse infinite volte Il Milione, il libro che Rustichello scrisse al posto di Marco.»

    «Perché lo scrisse lui, forse Marco non sapeva scrivere?»

    «Non è così. Un giorno ti spiegherò perché Il Milione lo scrisse Rustichello e non Marco. Parleremo meglio anche di Rustichello, che ha una parte importante nella storia. Mmh, ti conosco e ho già intuito la tua curiosità. Sei impaziente come lo ero io alla tua età e non vedevo l’ora che la nonna andasse avanti a raccontare. Erano storie così preziose che un giorno decisi di trascrivere tutto sui miei quaderni, in modo che le sue parole, così come lei le pronunciava, vivessero per sempre nei miei ricordi.»

    «È come se la storia la raccontassero un po’ la nonna e un po’ questo signor Rustichello.»

    «È questa la magia, non trovi, Lorenzo?»

    «Sì, è questa», risponde il bambino con gli occhi colmi di sorpresa ed emozione. È curioso, vuole che la storia abbia subito inizio. «E come fece Kubilai a conoscere Marco?» domanda, eccitato.

    «Quanto corri, bambino mio. La storia di Marco Polo è lunga e richiede un racconto accurato per essere compresa. Non devi avere fretta di ascoltarla tutta in una volta. Domani è il 9 novembre ed è una data speciale, perché fu proprio in quel giorno dell’anno 1295 che Marco fece ritorno a Venezia dopo avere trascorso più di venti anni lontano dalla sua città. Così ho pensato di raccontartela notte dopo notte, lentamente, affinché trovi spazio nel tuo cuore e diventi parte di te.»

    Il bambino la guarda, grato: sa che la mamma manterrà la sua promessa e a lui non rimane che attendere l’indomani per iniziare un lungo viaggio insieme a lei e al famoso avo Marco Polo.

    Venezia, 9 novembre 1983

    «Sei pronto a partire insieme a Marco?»

    «Sì, mamma», risponde il bambino.

    «Prima, però, dobbiamo nuovamente parlare di Rustichello da Pisa. Grazie a lui noi conosciamo la storia di Marco Polo così come è stata raccontata ne Il Milione. Marco gli dettò i ricordi dei suoi viaggi, che lo scrittore pisano scrisse al posto suo.»

     «Rustichello: che nome buffo!»

    «Un nome buffo che in realtà apparteneva a un uomo colto e raffinato, dalla mente acuta e dall’abile penna, che mise la sua arte al servizio di Marco Polo. Rustichello era stato alle dipendenze persino di un re inglese, Edoardo I, ed era talmente bravo che trascrisse molti celebri poemi cavallereschi. Storie di cavalieri, battaglie tra paladini, storie della Tavola Rotonda, di re Artù e della regina Ginevra.»

    «Allora questo Rustichello era una persona davvero molto in gamba», dice Lorenzo.

    «Sì, lo era davvero molto ed è per questo che Marco decise di affidargli il resoconto del suo lungo viaggio, aveva piena fiducia nel suo compagno di cella.»

    «Compagno di cella? Marco era in prigione?» domanda Lorenzo con evidente sorpresa.

    «Lorenzo, aspetta, ti anticipo una cosa che ti servirà per capire tutta la storia, ma ricordati che ci tornerò più avanti, perché non posso raccontarti tutto in una sola volta. L’inizio e la fine di questo racconto sono tra loro uniti e in mezzo c’è molto altro», risponde Margherita.

    «Va bene, lo ricorderò, mamma.»

    «Marco Polo rimase nel Catai, che oggi si chiama Cina, per molto tempo e tornò a Venezia più di vent’anni dopo averla lasciata. Tre anni dopo essere rientrato a Venezia, partecipò, in veste di comandante di una nave, a una battaglia che i veneziani combatterono contro la città nemica di Genova. Marco fu catturato proprio durante la battaglia navale di Curzola, al largo della Dalmazia, e trascorse circa un anno in una prigione genovese.»

    «Una battaglia navale e poi una prigione? Oh, povero Marco!»

    «Sì, per lui fu un periodo duro, ma proprio mentre era in prigione a Genova conobbe Rustichello da Pisa, che si trovava là da quattordici anni. Lui e Marco condivisero lo stesso destino, cioè essere catturati dai genovesi.»

    «Quindi se Marco non fosse stato fatto prigioniero non avrebbe mai conosciuto Rustichello?»

    «Esatto, e Rustichello non avrebbe mai scritto Il Milione, il racconto di oltre vent’anni di viaggi. Poi Marco fu liberato», dice Margherita.

    «E Rustichello?»

    «In realtà non sappiamo molto di quello che accadde a Rustichello dopo l’addio a Marco, sembra che venne liberato e che poté tornare a Pisa, a scrivere le antiche gesta dei cavalieri che tanto amava.»

     «E poi cosa succede?»

    «Succede che andiamo a dormire e dovrai aspettare domani sera per il seguito di questa storia.»

    Con questa promessa, Lorenzo dà il bacio della buonanotte a sua mamma e si addormenta. L’indomani Margherita riprenderà il suo racconto là dove lo ha lasciato.

    Capitolo 2- Rustichello da Pisa

    Da giovane ho lasciato il paese,

    torno ormai vecchio.

    Il mio accento è immutato

    ma i capelli si sono diradati.

    I bambini mi incontrano e

     non mi riconoscono.

    Ridendo mi chiedono:

    Signore, da dove vieni?

    (He Zhizhang, ca 659-744,

    Tornando a casa)

    Genova, 24 maggio 1299

    Dopo anni di guerra, Venezia e Genova firmarono un trattato di pace.

    L’ammiraglio genovese Lamba Doria non aveva più motivo di trattenere il prigioniero Marco Polo, che presto sarebbe stato libero di tornare a Venezia.

    Alla notizia, Marco esultò in silenzio, la mente piena di infiniti ricordi che gli facevano rivedere ogni scena dall’infausto giorno della sua cattura nelle acque di Curzola, avvenuta otto mesi prima. Quei mesi erano trascorsi veloci e Marco doveva ringraziare per questo il suo compagno di cella, Amedeo Rustichello da Pisa, che aveva trascritto i racconti del suo meraviglioso viaggio riportando in vita tutto ciò che Marco aveva visto, ogni luogo visitato e ogni persona che il veneziano aveva incontrato nel suo lungo peregrinare in Oriente.

    «Dunque è tempo di tornare a casa», disse Rustichello senza avere il coraggio di guardare Marco negli occhi, «e non ci rivedremo mai più.»

    «Vi devo ringraziare, Rustichello, non so come mi sarebbe stato possibile sopportare questa pena senza la vostra presenza, ma, soprattutto, vi sono grato poiché, nei mie giorni di delirio e febbre, sarei senz’altro morto se non fosse stato per le vostre cure e le vostre parole. Avete l’abilità di riportare in vita un moribondo e di fargli rivivere in sogno le gesta di nobili dame e cavalieri.»

    «Sono nato per questo e sono contento di avervi servito bene. Nei giorni in cui eravate molto malato ho sussurrato al vostro orecchio tutti i racconti che conosco e ho trascritto l’inizio del vostro viaggio, non prima di aver ottenuto il vostro permesso», disse Rustichello.

    «Il permesso ve l’ho dato mentre deliravo, e solo quello di ascoltarmi, non certo quello di rovistare tra i miei appunti», rispose Marco sorridendo a quel ricordo.

    Nei primi giorni di prigionia, una febbre lo aveva costretto a letto e nel delirio Marco aveva iniziato a raccontare della sua giovinezza a Venezia e del giorno in cui era salpato dalla sua città natale per raggiungere il lontano Oriente.

    «Mi perdonerete, messer Polo, ma senza i vostri appunti mi sarei perso in un mare ignoto e

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1