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I tumulti dell'anima
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I tumulti dell'anima
E-book94 pagine1 ora

I tumulti dell'anima

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Info su questo ebook

L'interiorità di ciascuno di noi è qualcosa di prezioso che può essere

protetto e curato, come si cura una pianta o come si ama un bimbo. I

personaggi di questi racconti sono circondati da luci ed ombre che

possono rispecchiarsi in ogni persona mediante i moti dell'anima e le

sfaccettature che accompagnano l'esistenza umana. I soggetti narrati

possono indossare maschere ed esserne impauriti e angosciati, si pongono

delle domande sul senso dell'esistere che può essere differente a

seconda dello svolgersi della storia; sono persone le quali, proprio

attraverso le turbolenze dell'anima, scavano in profondità dentro le

loro viscere anche popolate di paure, di fantasmi e di mondi nascosti

ma dentro a tutto questo c'è un desiderio di rinascita. " Ciascuno di

noi E' per il solo fatto che è venuto al mondo ": questo è uno dei

pensieri contenuto in uno dei racconti; infatti, non si nasce per caso

come non si vive per caso, cercando così di dare un significato al

dolore e all'angoscia perché anche da queste condizioni che possono

sembrare interminabili, può scaturire il nostro esserci nel mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2021
ISBN9791220331098
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    Anteprima del libro

    I tumulti dell'anima - Maria Antoniettta Maule

    serena.

    CON TUTTO IL CUORE

    Dentro quel supermercato dove si poteva risparmiare qualche euro, Giuditta, una giovane donna dall' aspetto gradevole ma dallo sguardo accigliato, stava posando qualche confezione di cibo nel carrello della spesa; accanto al calore del suo seno, dentro il marsupio per neonati, portava Alessio, il suo bambino che aveva da poco compiuto il suo primo anno di vita. Le luci al neon all'interno dei quel luogo le davano un po' fastidio ma questo sarebbe stato uno dei mali minori rispetto alla sua vicenda personale: Giuditta, infatti, era una giovane mamma di bell' aspetto, dai lunghi capelli ramati, con le morbide curve femminili nelle giuste collocazioni e due grandi occhi scuri che avrebbero voluto guardare oltre le apparenze. Uscita dal supermercato caricò le borse nel portabagagli della sua auto e mise a sedere Alessio sul seggiolino agganciandolo in sicurezza sul sedile posteriore. Percorse quei pochi chilometri che li separavano dal loro appartamento composto da venti abitazioni e attrezzato di ascensore. Giuditta, però, volle fare una sosta in Piazza dell'antica Torre, un' ampia area pedonale dove sorgevano le vetrine illuminate e tante caffetterie dall' atmosfera accogliente. È molto tempo che non mi concedo il lusso di bere un caffè in compagnia del mio piccolo Alessio, pensava la donna mentre cercava di parcheggiare. Scese dalla macchina con il figlio dentro al marsupio, dentro quel rifugio caldo e sicuro per lui: era un bimbo tranquillo e in quei momenti stava dormendo. Attraversò la Piazza dove molti abitanti del paesello la conoscevano, forse per averla vista in giro con il suo piccolo o anche per la sua situazione. Vedendola camminare con il bimbo, un gruppetto di persone, uomini e donne, si fermarono per commentare: Ah quella! L' avete vista? Non ride mai, è sempre così seria che sembra essere arrabbiata con tutti! Qualche mente molto fantasiosa pensava addirittura che Giuditta avesse fatto un patto con il diavolo o dicerie simili per dare un alibi, in qualche modo, alla sua fronte aggrottata fra la folla del paese e al fatto che lei non salutava nessuno apparendo distaccata anni luce dal resto del mondo. Forse i paesani potevano aver sentito parlare di lei in maniera superficiale ma nessuno poteva sapere che Giuditta aveva la coscienza lacerata perché conviveva con un' interiorità distrutta e devastata dalle conseguenze dei fatti che le erano accaduti. Questa giovane donna aveva dato il suo cuore e tutta sé stessa a un uomo che diceva di amarla vivendo con lei per alcuni anni per poi abbandonarla con una delle menzogne più meschine di questa terra: Judy, devo assentarmi da casa un periodo per motivi di lavoro, lo sai, sono un rappresentante e dovrei allontanarmi qualche giorno, queste furono le sue ultime frasi prima di chiudersi dietro la porta d' entrata e di non farsi vedere né sentire. Furono giorni di angoscia ma anche di speranza per Giuditta, di illusione pensando che il padre di Alessio sarebbe potuto tornare; dopo che alcuni mesi furono trascorsi ricevette un messaggio da parte di colui che considerava ancora il suo uomo, lo scritto era così:Cara Judy, non tornerò più da voi perché mi sono innamorato di un' altra donna, mi spiace, è successo così in fretta....ma tu sei una donna piena di risorse e saprai come sopravvivere. Con tutto il cuore, ti auguro ogni bene, Paolo. Giuditta ricevette il messaggio proprio mentre era seduta all' interno di una caffetteria, in quel giorno in Piazza della Torre antica. Dopo averlo letto, spense il telefonino e si appoggiò allo schienale della sedia, guardando Alessio che dormiva, si morse le labbra, deglutendo in fretta quel caffè, il suo viso diventava paonazzo e i battiti cardiaci aumentavano. La sua anima si stava distruggendo e il suo corpo rispondeva a tutto quel disagio esistenziale. Giuditta pensava: Non è possibile, sto vivendo un incubo, ma sapeva bene che la sua condizione corrispondeva all' amara realtà. Da quei fatti sconvolgenti Giuditta non riusciva a guardare nessuno, nemmeno per salutare e la sua espressione era sempre più corrugata ; lei e il piccolo Alessio dovevano vivere l' una per l' altro, in un mondo pensava oramai dove la vita e l' amore sono come acqua versata in un pozzo profondo dentro il quale non si sa dove vada a finire l' ultimo rigagnolo.

    IL FREDDO DENTRO

    Petra stava attraversando uno di quei periodi della sua vita non proprio felici; questa signora di circa quarant' anni soffriva di depressione con situazioni legate a stati di ansia, inoltre, dopo la sua separazione da un marito violento che aveva molto amato, si era trovata più sola che mai. Viveva in un appartamento dove, ogni giorno, non riusciva a reagire verso uno stato d' animo di demotivazione interiore, di freddo nel cuore che forse si accompagnava al clima gelido di gennaio di quell' anno. Petra non aveva desiderio di nulla, aveva annullato sé stessa e tutto la annoiava, tanto che il fatto di alzarsi la mattina, nella sua situazione, stava diventando un problema non da poco da affrontare. Prima di mettere i piedi giù dal letto, guardando il soffitto quasi come fosse una supplica, pensava: E oggi? Cosa farò oggi e cosa succederà?, iniziava così la giornata con pianti e singhiozzi che le dilaniavano l' anima. In un giorno di sole accompagnato da un vento boreale che faceva scuotere i rami e rabbrividire i corpi, Petra decise di uscire di casa, di prendere l' autobus facendo sosta dentro un parco giochi, dove alcuni bambini stavano giocando. " Chi sono io? Dove sto andando e perché continuo ad accettare di

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