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La ladra e lo sceicco: Harmony Collezione
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E-book167 pagine3 ore

La ladra e lo sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Allegra Di Sione, responsabile della fondazione umanitaria della sua famiglia, deve assolutamente accontentare la richiesta del nonno e riportargli lo scrigno Fabergé, che tanto tempo prima gli era appartenuto e che al momento è di proprietà dello sceicco Rahim Al-Hadi. Visto che Rahim si rifiuta di venderglielo, Allegra si intrufola nella sua camera a notte fonda, con l'intenzione di rubarglielo, ma naturalmente viene subito scoperta. L'unica possibilità che ha per sviare l'attenzione del bellissimo sovrano è sedurlo, ma quando fugge dalla reggia, il mattino seguente, non sa ancora di aver portato con sé qualcosa di molto più prezioso dell'ambito scrigno.
LinguaItaliano
Data di uscita18 mag 2017
ISBN9788858965030
La ladra e lo sceicco: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La ladra e lo sceicco - Maya Blake

    successivo.

    1

    Allegra sollevò lo sguardo e, sorridendo, scosse la testa per rifiutare la coppa di champagne che l'hostess le stava offrendo. Per fortuna la prima classe era quasi vuota, così nessuno avrebbe notato l'espressione di profonda preoccupazione dipinta sul suo viso, ragionò. Nessuno avrebbe immaginato che era ancora sotto shock dopo la notizia che suo fratello Matteo le aveva comunicato due giorni prima.

    Ma perché il nonno le aveva nascosto la gravità della sua malattia?, si chiese per l'ennesima volta. Sapeva che i medici avevano sospettato una recidiva della leucemia, e che per questo lo avevano sottoposto a una serie di analisi, ma lui aveva tagliato corto quando si era informata sul suo stato di salute.

    Da allora erano passati due mesi. Ora sapeva tutto.

    Al nonno restava al massimo un anno di vita.

    Una morsa di dolore le serrò il cuore. Le sembrava impossibile che l'uomo che da sempre giudicava invincibile non sarebbe stato più su quella terra il prossimo Natale. Svelta si asciugò le lacrime con il dorso della mano. La solerte assistente di volo era tornata e per nulla al mondo lei avrebbe manifestato le sue debolezze alla presenza di estranei. Era fondamentale offrire sempre un'immagine sicura di sé perché lei era Allegra Di Sione, la nipote di uno degli uomini più potenti del mondo. Ed era anche l'anima della Di Sione Foundation, una fondazione umanitaria sulla quale aveva incentrato la sua esistenza. Un lavoro che l'affascinava e al quale dedicava ben volentieri il suo tempo, anche se questo significava condannarsi a una solitudine perenne.

    Sottraendosi ai suoi pensieri, Allegra si voltò verso il finestrino.

    Il grande jet si era già portato sulla pista dell'aeroporto internazionale di Dubai ed era in procinto di decollare. Il sole di maggio scintillava accecante, così come avevano scintillato i gioielli sfoggiati dalle signore che erano intervenute all'ultimo gala da lei organizzato, durante il quale era stata raccolta una somma da devolvere in beneficenza quasi doppia rispetto a quella dell'anno precedente. Ma per quanto fiera dei suoi successi, in quel momento non riusciva a compiacersene.

    Le parole di Matteo continuavano a risuonarle in testa. Oltre la tremenda comunicazione sul nonno, suo fratello aveva sganciato un'altra bomba. La favola che il nonno aveva raccontato a lei e ai suoi fratelli così tante volte nel passato, quella dei Perduti Amori, apparentemente non era affatto un'opera di fantasia.

    Da piccola non si era mai stancata di ascoltarla. A volte si era chiesta se il nonno avesse condotto una vita dissoluta come quella del suo unico figlio Benito, e se da quelle esperienze avesse tratto il materiale per la sua storia ma no, sapeva che lui era rimasto fedele alla moglie fino all'ultimo giorno di vita di quest'ultima. La sua integrità morale era una di quelle qualità che sperava di aver ereditato da lui. Inoltre la priorità del nonno era stata trasformare la compagnia di spedizioni marittime di famiglia in un impero economico di risonanza mondiale, non collezionare amanti.

    Scoprire che i Perduti Amori erano in realtà oggetti preziosi e senza prezzo l'aveva colta alla sprovvista, così come la richiesta che il nonno aveva fatto a Matteo, cioè di rintracciare per lui uno di essi.

    E poi Matteo l'aveva esortata a tornare a casa al più presto...

    Trattenne il respiro mentre l'aereo si staccava da terra, il muso puntato verso il cielo infinito.

    Aveva perso i suoi genitori nel modo più atroce ma pur essendo stata al tempo una bambina lei stessa, aveva messo da parte il suo dolore per la morte della madre per sostenere i suoi sei fratelli minori.

    Perché lei era molto forte e avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa suo nonno avesse da dirle.

    Nonostante tutti i discorsi che si era ripetuta durante il viaggio, Allegra non riuscì a sedare i brividi che la scuotevano mentre il taxi varcava i cancelli che delimitavano la proprietà Di Sione. Certo, possedeva un bell'appartamento in una delle zone residenziali di New York, ma la grande residenza di Long Island era ancora quella che lei e i suoi fratelli definivano casa.

    E come sempre capitava nel caso di dimore di famiglia anche quella evocava tanti ricordi, per lei purtroppo per la maggior parte amari.

    Non avrebbe mai potuto dimenticare la sera in cui era stata portata lì dopo aver assistito all'ultimo, furibondo litigio fra i suoi genitori. Poco dopo la terribile scena, un poliziotto aveva bussato alla porta e aveva trasformato lei e i suoi fratelli in orfani.

    Scosse la testa come per allontanare quei pensieri e scese dall'auto.

    La porta d'ingresso si spalancò e apparve Alma, la governante, che lavorava per suo nonno praticamente da sempre. Per quanto il sorriso che illuminava il volto dell'anziana donna fosse caldo come al solito, Allegra scorse un'ombra di preoccupazione nei suoi occhi.

    «Signorina Allegra, è passato troppo tempo dalla sua ultima visita» esordì la governante, facendosi da parte per lasciarla entrare.

    Allegra annuì, già cercando con lo sguardo il nonno, il cuore stretto in una morsa di dolore alla consapevolezza che presto la malattia lo avrebbe portato via per sempre. «Dov'è? E, soprattutto, come sta?»

    Il sorriso sulle labbra di Alma non vacillò. «Il medico gli ha consigliato di restare a letto, ma il signor Giovanni... Lei lo conosce, ha insistito per alzarsi. È sul terrazzo, nel suo posto preferito.»

    Allegra si girò, pronta a dirigersi verso il terrazzo situato nell'ala ovest della villa, dove suo nonno preferiva fare la colazione.

    «Signorina?»

    Qualcosa nel tono della voce della governante indusse Allegra a voltarsi di scatto. Non aveva motivi per non credere a ciò che suo fratello le aveva raccontato anche se, onestamente, Matteo le era sembrato piuttosto distratto dalla bella donna con la quale era intervenuto al gala. Aveva comunque sperato che avesse esagerato sulla gravità della situazione quando si erano parlati a Dubai. Ora l'espressione turbata dipinta sul viso di Alma spense del tutto quella lieve speranza.

    «È cambiato dall'ultima volta che lo ha visto. Dev'essere preparata.»

    Allegra annuì e riprese a camminare lungo il corridoio, senza notare né apprezzare la luce che filtrava dalle alte finestre e che illuminava i quadri dall'inestimabile valore appesi alle pareti. Le importava solo arrivare alla fine di quel corridoio e aprire la portafinestra che dava accesso al terrazzo.

    Nonostante l'avvertimento della governante, sussultò quando uscì sulla loggia. Si era aspettata di trovare il nonno seduto sulla sua poltrona preferita, intento a godersi i caldi raggi del sole. Vederlo invece disteso su un letto, avvolto in una pesante coperta, la raggelò. Il nonno respirava a fatica, aveva gli occhi chiusi e il viso pallido. La trasformazione avvenuta in lui in soli due mesi era a dir poco sconcertante.

    «Hai intenzione di restartene lì per tutto il giorno?»

    In qualche modo Allegra riuscì a sottrarsi al suo stato di shock e a riprendere ad avanzare. «Nonno» mormorò, fermandosi accanto al letto, poi tacque, perché proprio non avrebbe saputo cos'altro dire.

    «Vieni, siediti» la invitò Giovanni Di Sione, battendo la mano sul materasso.

    Allegra obbedì, ma esitò a lungo prima di girarsi verso di lui. Aveva paura di scoprire che la fiamma indomita che aveva illuminato lo sguardo dell'uomo sbarcato a Ellis Island solo e senza un soldo quasi mezzo secolo prima si fosse spenta. Ma, per fortuna, gli occhi blu del nonno erano penetranti come sempre, per quanto offuscati da un velo di dolore. «Perché non mi hai detto niente?» chiese, la voce non più di un sussurro. «Abbiamo parlato al telefono così tante volte negli ultimi due mesi...»

    «Avevi altre cose cui pensare.»

    «Cose di che genere?» replicò lei, una ruga di perplessità che le solcava la fronte.

    «Sapevo quanto fosse importante per te il gala di Dubai e da quello che ho letto sui giornali è stato un vero successo. Non volevo che ti preoccupassi per un vecchio mentre un evento così importante richiedeva la tua attenzione.»

    «Il lavoro non sarà mai importante per me quanto lo sei tu!» protestò Allegra. «Avresti dovuto chiamarmi.»

    «D'accordo, ma adesso non rimproverarmi più.»

    «Scusami.»

    «Non devi scusarti» mormorò Giovanni, prendendole una mano nella sua. «Dunque, Matteo ti ha detto tutto?»

    «La leucemia è tornata e la prognosi è infausta, un anno nella migliore delle ipotesi» sussurrò Allegra.

    «È così» confermò Giovanni. «E non c'è nulla da fare. Il trattamento cui mi sono sottoposto l'altra volta sarebbe troppo rischioso, considerando la mia età, o almeno questa è l'opinione dei medici.»

    «Io non mi arrendo» decise Allegra. «Deve pur esserci una strada da seguire, un tentativo da...»

    «Mia cara, non è per questo che io ti ho chiesto di venire» la interruppe Giovanni a quel punto. «Sono passati parecchi anni da quando ho avuto la prima diagnosi, molto più di quelli previsti in casi del genere. Ho avuto una bella vita, sono stato benedetto dalla sorte. Ho accettato il mio destino ma ora, prima di andare...»

    «Ti prego, non parlare così.»

    Il nonno scosse la testa. «Devi affrontare questa realtà, così come ne hai affrontate tante altre. Sei sempre stata forte, nipote mia, e ora lo sarai ancora di più, abbastanza per sostenere questa sfida. Io ne sono certo.»

    Oh, quanto avrebbe voluto coprirsi le orecchie con le mani in modo da non ascoltare quelle parole!, pensò Allegra. Ma lei non aveva mai nascosto la testa sotto la sabbia. Nel giro di una sola notte era passata dall'essere solo una bambina a addossarsi la responsabilità dei suoi fratelli. Alessandro, Dante e Dario erano stati mandati in collegio non appena raggiunta l'età adatta, ma lei si era ritrovata a badare ai tre più piccoli. Anche se sapeva di non essere riuscita a offrire loro il miglior esempio, aveva fatto davvero del suo meglio per aiutarli. In un mondo popolato da governanti e babysitter e da un nonno che dedicava la gran parte del tempo al suo impero economico, lei era stata l'unica presenza stabile nella vita dei fratelli.

    A volte aveva fallito, a volte Giovanni era stato costretto a intervenire per gestire situazioni particolarmente difficili, ma non si era mai sottratta ai suoi doveri.

    Suo nonno e i suoi fratelli venivano al primo posto. Era stato così nel passato, e sarebbe stato così nel futuro.

    «Di cosa hai bisogno?»

    Giovanni raddrizzò la schiena e si mise seduto, il viso ora leggermente colorito. «Devi recuperare qualcosa per me» rispose. «Qualcosa di raro e prezioso che ho perso molti anni fa.»

    «Non è un problema» dichiarò Allegra. «Telefono subito all'investigatore privato di cui talvolta mi servo e...»

    «No, forse non mi sono spiegato bene» la interruppe Giovanni. «Non voglio che questo oggetto sia trovato. Voglio che sia recuperato. So già dov'è.»

    «In questo caso, perché non mandi qualcuno a prenderlo?» s'informò Allegra confusa.

    Giovanni tornò ad appoggiare la schiena ai guanciali. «Perché è necessario che vada tu stessa.»

    Allegra scosse la testa. «Temo di non capire.»

    «Ora ti chiarisco la situazione. Ricordi la favola dei Perduti Amori?»

    «Certo, quella che ci raccontavi sempre quando eravamo bambini. Matteo mi ha detto che hai chiesto anche a lui di riportartene uno. Dunque esistono davvero?»

    Un tremulo sorriso incurvò le labbra di Giovanni.

    «Certo, mia cara, esistono. Fui costretto a venderli per procurarmi i capitali necessari a dare avvio alla mia azienda, ma adesso... adesso ho bisogno di riaverli. Devo riaverli, prima di morire.»

    Non avrebbe mai potuto negare qualcosa all'uomo che era stato come un padre per lei e i suoi fratelli, dunque Allegra annuì. «Lo farò, nonno, ti riporterò questo oggetto» promise.

    Il nonno girò lievemente la testa sul cuscino.

    «Sapevo di poter contare su di te» commentò. «Se la memoria non mi inganna, il mio prezioso scrigno fu ceduto a uno sceicco alcune decadi fa. Voleva regalarlo alla moglie, e al tempo mi fece un'offerta impossibile da rifiutare.»

    «Rammenti il suo nome? O dove abitava?» domandò Allegra, nel tentativo di ottenere più informazioni possibili per poi sottrarre il nonno a quei ricordi che ovviamente gli procuravano una profonda tristezza. Giovanni era sempre stato concentrato sul presente

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