Una storia d'amore fantastica. Il segreto di Madamo
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Una storia d'amore fantastica. Il segreto di Madamo - Tamara Casati
kringug.
CAPITOLO 1
ALÌA E L’INCONTRO CON MADAMO
Alla morte di Aurom, quindi, Glauko siede sul trono del padre. Il nuovo sovrano è giovane, spavaldo e determinato. Ha un forte desiderio, quello di avere una compagna al suo fianco. Invia, così, la sua più fedele kringug, Alìa, da Lûlan a cercare preziosi consigli su come e dove trovare moglie.
Alìa vola subito verso la foresta e, tra uno svolazzo e l’altro, aiutata dai bisbigli della vegetazione, incontra Madamo, un imponente e magico albero, COLUI CHE SA, il saggio e il padrone della foresta.
«Madamo?» lo chiama la kringug con tono squillante. È a mezz’aria e gli fluttua di fronte.
«Madamo!? Mi manda il mio imperatore.»
La minuta figura ode un mormorio, un fruscio di foglie e un rumor di sbadiglio. La testa di corteccia di Madamo, in cima alla chioma, si squassa un po’, gli occhi – due fessure ovali | si aprono di scatto emanando scintillii di un azzurro vivo e la bocca, una fenditura spaziosa, si arriccia.
«Ohh… che vuoi da me, kringug?» chiede l’albero con una voce cavernosa, ma rassicurante e sapiente.
«Il mio padrone mi manda qui per un consiglio. È da tempo che non ci vediamo, re di Lûlan, non mi ricordavo nemmeno la strada, ma la tua vegetazione mi ha guidata sino a te.»
«Tutti, tutti vogliono sempre consigli da me!»
«Sai che Glauko è succeduto al padre, deceduto per una grave malattia, da qualche stellina (da qualche giorno)?»
«Aurom è morto. Ne sono al corrente. La sua anima si è fusa all’energia del Tutto,» ribadisce solennemente Madamo, criptico, «e suo figlio Glauko è in ansia per…»
«Cerca moglie,» lo interrompe Alìa, di fretta, dando un colpetto d’ali.
«Oh, sì, vuole a tutti i costi una sposa e trasmette ansia anche alla sua più fedele kringug…» sospira lui con un tono infastidito.
«Mi spiace...» La creatura alata china lo sguardo.
«Non è colpa tua. Il tuo padrone ti ha ordinato di venire da me.»
«Hai qualche suggerimento da darmi per il mio signore?»
«BA-BA-BA-BA…» biascica l’albero. «Ho una notizia per te e per Glauko.»
Alìa sgrana i suoi occhi di ghiaccio, incuriosita.
«Il tuo imperatore sposerà l’affascinante e intelligente Shakìn, erede al trono della Terra Calda. La principessa ha appena compiuto diciannove anni.»
«Bene!»
Madamo lancia un mugugno: «Prima, però, dovranno superare alcuni ostacoli, dato che provengono da terre climaticamente opposte.»
«Ah! Riferirò, gentilissimo Madamo.»
«Ti avverto, kringug, e tienilo bene a mente: Shakìn non può vivere al gelo, morirebbe. E Glauko non tollererebbe affatto le temperature elevate.»
«E… e qual è la soluzione a tal problema?» L’espressione interrogativa e perplessa di Alìa sgualcisce il suo bel viso di ghiaccio.
«Ah!Ah!Ah!» L’albero saggio le risponde con una risata roboante.
«Ti prego, Madamo, devi aiutarmi per il bene del mio imperatore. Si arrabbierà, ancor peggio, si rattristerà se non tornerò alla Terra Fredda con un messaggio positivo e una soluzione. Non esistono, gentile e sacra pianta, altre principesse per Glauko?»
Madamo ride ancora con fragore. «No! Il pianeta Katos è una grande distesa di acqua. Ospita solo due vasti regni abitabili, divisi dalla mia prestigiosa e ingente foresta. Due regni opposti, benché ora pacifici. Tutte le altre creature della foresta e delle due terre appartengono a razze diverse e meno evolute. Possiamo suggerire all’imperatore Glauko, che ha tanta urgenza, di sposarsi una taramina, per esempio! Ah! Ah! Ah!» termina ridendo canzonatorio.
«Ma cosa dici, Madamo?» trilla la kringug un po’ irritata. «Ho visto un gruppo di taramine molto tempo fa... camminano a quattro zampe, sono tutte pelose ed hanno denti gialli e aguzzi, artigli alle zampe e... un fiato nauseabondo. Sono carnivore, poi!»
«E Glauko non farebbe in tempo a innamorarsene poiché la taramina lo divorerebbe all’istante! Ah! Ah! Ah!» ride l’albero di gusto.
«Non essere sarcastico, per cortesia!»
«Non lo sono. È la verità.» La voce di Madamo si fa più dura: «Glauko ha così tanto affanno e impellenza che si dovrà accontentare, mia cara Alìa. Il tuo padrone è un po’ viziato e impaziente. Poco saggio e accecato dall’istinto, dalla brama. T’ho detto che lui si unirà alla figlia di Salof, e questo è quanto!»
«Ma se l’uno non può vivere nel regno dell’altra e viceversa...»
«Ebbene, l’unica possibilità è la dolce Shakìn, o…»
«O?» chiede Alìa speranzosa.
«...O sua sorella Naìra! Ma ha tredici anni, il tuo signore dovrà aspettare un po’ prima che Salof decida, forse, di cederla in sposa. È molto attaccato alla figlia minore, più accondiscendente della sorella. Shakìn è dolce ma anche ribelle e, di certo, più arguta di Glauko.»
«Mi aspettavo una soluzione diversa, Madamo. Il problema resta sempre lo stesso: come potranno i due vivere insieme?»
«Ti stavo prendendo in giro, kringug! Glauko non sposerà mai Naìra e, comunque, anche se ciò accadesse, non potrebbe mai entrare nel suo regno dall’aria bollente.»
Alìa fa una smorfia all’albero, guardandolo di traverso. Poi, spinta dalla curiosità, riflette:
«Mi domando: se non vi sono altri principi ereditari oltre a Glauko, se egli si unirà a Shakìn come tu sostieni, allora la principessa Naìra è destinata a restare sola...»
«Ohohoho! Tu pensi sia così. Salof potrà scegliere per la sua Naìra, a tempo debito, un coraggioso e valido sposo tra i maiani del suo regno. Vaglierà il più combattivo, fedele, forzuto e astuto, beninteso.»
«Va bene, Madamo. Va bene. Non mi hai ancora detto, però, cosa si debba fare per intrecciare il destino dei due eredi, intendo di Shakìn e di Glauko.»
«Alìa, sono stanco,» conclude l’albero, lanciando uno sbadiglio enorme. «Il destino penserà a tutto. Ora va’, piccola kringug curiosa e chiacchierona. Sono stremato davvero, e col tuo parlare mi hai ormai stordito.»
Alìa annuisce per non recare ulteriore disturbo al saggio Madamo.
«Arrivederci!» gli dice, sventolandogli davanti la manina di ghiaccio, e si congeda con un frullo, tornando di gran carriera alla volta del suo imperatore.
Alla notizia della profezia dell’albero saggio, Glauko si incuriosisce e freme per il desiderio di conoscere la misteriosa Shakìn. Come avrebbe fatto, pensa, a conquistarla? Come avrebbe potuto ottenere il favore dell’imperatore Salof? Mentre parla tra sé e ragiona, il suo corteo di kringug gli accarezza i lunghi e selvaggi capelli blu, gli impiastriccia di crema profumata il viso e le mani, adorandolo e girandogli attorno danzanti. Alìa cerca di riflettere per aiutare il suo sovrano. E, in preda all’ansia, butta lì: «Be’, mio signore, potreste semplicemente recarvi nel regno…»
«Cosa dici, Alìa?» si agita Glauko con voce greve, e la sua consigliera trabalza. «Dimentichi che non potrei vivere nel suo afoso regno! Te l’ha detto Madamo, no?»
«Oh, scusate. A-avete ragione, che smemorata!» Il suo sguardo si china per l’imbarazzo, per la sciocchezza proferita di getto.
«Ma…» pondera l’imperatore. Alìa alza il viso, di scatto.
«Ma possiamo incontrarci nella foresta!» esclama Glauko, illuminato.
«Lì la temperatura è neutra. Lûlan è speciale e accoglie tutti, qualsiasi creatura di Katos.»
«Oh, sì, signore caro! Lì la temperatura non è né troppo calda né troppo fredda. Non si direbbe, in verità, che vi sia una vera e propria temperatura. L’aria di Lûlan è diversa, strana… Ideale, se posso dire...»
«Semplicemente magica, mia fedele Alìa. La soluzione esiste e l’abbiamo trovata. Ora,» domanda alla sua cara consulente, «come faccio a condurre la principessa nella foresta?»
«Po-posso chiedere a Madamo, padrone?»
«E lui te lo direbbe? Dalle tue informazioni mi è sembrato… misterioso, reticente e approssimativo.»
«So che mi aiuterà, mio imperatore,» afferma la creatura di ghiaccio, ossequiosa e decisa.
«Allora va’, mia fedele kringug. Va’!»
Alìa disegna un gioioso sfarfallio nell’aria, sguscia dalla stanza del suo padrone e fila dritto verso la foresta, lasciando le sue simili a venerare Glauko. Vola celere, celere, e devia per il sentiero, oltre la fortezza, che la conduce in una manciata d’ore nel cuore di Lûlan. Cerca e cerca Madamo. Gli sembrano tutti uguali quegli alberi che, al suo passaggio, sospirano all’unisono ed emettono parole incomprensibili, mescolate fra loro. Ma la kringug sa che la natura benevola la condurrà magicamente dove lei desidera.
«Chi è che viene nella mia dimora?»
Alìa ode, d’un tratto, una potente voce che sovrasta il sottofondo di sussurri. La riconosce subito: è inconfondibile, profonda, unica.
«Madamo? Sono ancora io, Alìa. Ho bisogno del tuo aiuto!» grida, sperando che la saggia pianta si faccia riconoscere.
«Ancora tu! Per il tuo Glauko?»
«S…sì.»
«Sono così stanco delle tue chiacchiere! Vieni avanti di trenta passi e mi vedrai.»
«Sì,» risponde Alìa e, a battiti decisi, plana sul terreno gremito di foglie e di fili d’erba e incede di trenta passi. Le fronde degli alberi si spostano creando un passaggio attraverso il quale la piccola creatura scorge un albero gigantesco che muove la vaporosa chioma verde e i rami corposi. La testa in cima si china di lato e Madamo sbatte gli occhi brillanti, scrutandola con meticolosità.
«Vieni, cara… Vieni…» la invita con tono amabile.
«Madamo, ho bisogno del tuo aiuto…» mormora la kringug mentre avanza, ormai alle radici dell’albero sacro.
«Alìa, tu non puoi nascondermelo! Non puoi nascondere a me il tuo amore per il tuo padrone.»
Alìa sussulta, le mani e le labbra gelide le tremolano.
«Ne sei innamorata e vorresti essere tu la sua sposa. Nevvero?»
«Madamo… cosa dici mai?»
«Nevvero?» ripete il saggio, con forza.
Alìa sospira. E si eleva con delicati palpiti d’ali all’altezza della testa legnosa del sovrano di Lûlan, fissando le sue due prodigiose fessure al cui interno sfavillano due gemme di un azzurro ammaliante.
«Sì, Madamo. Non posso nasconderlo! Il mio cuore di kringug, un cuore di ghiaccio ma esistente, pulsa da tempo per il mio signore, da quando egli era un neonato. Io ero sua amica, lo sono tutt’ora. Glauko crescendo si confidava con me. Un giorno… un giorno mi baciò persino su questa rigida bocca che mi ritrovo; si sentiva solo e sconfortato, e…»
«E tu eri lì, a sostenerlo e a capirlo, come sempre…»
«Sì,» annuisce la kringug.
«Le kringug hanno vita lunga, benché il loro aspetto resti sempre fresco, giovane e affascinante.»
«È vero,» ammette Alìa e sorride alla pianta. «Merito del ghiaccio che rallenta l’invecchiamento. Io ho 1199 anni!»
«E Glauko ne ha 25...»
«Nel tempo ho conosciuto gli antenati del mio padrone. E sopravvivrò anche a lui,» dichiara Alìa, rammaricata. «Le kringug possono vivere fino a 2000 anni.»
«I maiani fino a 200 anni, in genere,» conviene Madamo.
«Ma Glauko ora vuole una sposa, non me.»
«È vero. Ti vuole molto bene. Ma tu non sei destinata a lui come moglie e amante. Tu sei destinata ad essere sua amica.»
«Fidata amica,» alita la kringug, rattristata, disegnando un broncio sul volto.
«Ma tu non riesci a dimenticare, non riesci a cancellare dalla tua mente il