Messo male
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Una commedia sghemba in tre atti di .A. A. Reichelt.
Luitpold von Scharffenlow soffre molto a causa dell’attuale stato del mondo. Il suo nobile lignaggio è stato privato dell’importante ruolo sociale che ovunque ricopriva, la sua famiglia ha sperperato le sue ricchezze e lui sembra il trentenne più pigro sul pianeta Terra. Che proprio un bagno chimico avrebbe cambiato per sempre la sua vita, non se lo aspettava affatto… Anche se in realtà si addice alla sua persona.
“La storia più bizzarra di tutti i tempi”
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Anteprima del libro
Messo male - Andreas A. Reichelt
Il mondo puzza!
Super-io, s.m.:
Termine usato in psicanalisi per indicare la coscienza, l’istanza morale interiore della mente umana. Fu utilizzato per la prima volta da Sigmund Freud all’interno del suo modello strutturale dell’apparato psichico.
Es, s.m.:
L’Es in psicanalisi indica la parte inconscia della vita emotiva dell’essere umano controllata dalle pulsioni. Nel linguaggio popolare tedesco esiste un’espressione che, seppur ugualmente azzeccata, suona un po’ inappropriata: Innerer Schweinehund, letteralmente ‘porco interiore’.
Io, s.m.:
Sinonimo: ego. La parte della personalità che media tra il Super-io e l’Es.
Mi piacerebbe spiegarlo meglio, ma anche se Psicologia è stata per due anni (o avrebbe dovuto essere) la mia materia principale, sia l’Es che il Super-io mi consigliano di lasciar perdere. Riporto volentieri il dialogo tra i due al riguardo:
Es: «Se il lettore non sa queste cose, è colpa sua. A che servono altrimenti i lessichi?»
Super-Io: «Andreas, le tue conoscenze di allora non sono sufficienti per fare il saputello qui. E il plurale di lessico è ‘lessici’!».
Io: «Se voi due per una volta siete d’accordo, o avete ragione o piano piano sto impazzendo».
Poldi 1.0
Che seccatura!
Perché si spera che il presente diventi
presto passato.
Al risveglio Poldi si trovò stravaccato ai piedi del suo divano. In televisione stavano trasmettendo un film in cui due adolescenti, viaggiando nel tempo, facevano le esperienze più strane. Quando si tirò su, notò che i suoi pantaloni erano bagnati. Li annusò. Non era urina. Birra. Accanto a lui c’era una lattina vuota.
«Ben fatto, barbone!», sentì il suo Super-io sentenziare.
Luitpold von Scharffenlow soffriva molto a causa dell’attuale stato del mondo. Il suo nobile lignaggio era stato privato dell’importante ruolo sociale che ovunque ricopriva, la sua famiglia aveva sperperato le sue ricchezze e lui… be’, lui sembrava il trentenne più pigro sul pianeta Terra. E sulla Luna, nel caso in cui fosse rilevante in una identica sfera di interessi. Perfino Michael Collins, che se ne era andato in giro su questo pianeta mentre i suoi colleghi Aldrin e Armstrong osavano compiere il faticoso passo sul sabbioso suolo del satellite, aveva ottenuto di più dalla vita. Ad esempio, a un piccolo pianeta era stato dato il suo nome: si chiamava ‘6471 Collins’. E questo pareva essere assai più di ‘08 15 Scharffenlow’, che si trovava al decimo semestre di Economia ed era tanto distante dalla laurea quanto Collins dallo sbarco sulla Luna.
I suoi desideri alla fine avevano ceduto il posto ai bisogni. Non sognava una vita felice, una relazione soddisfacente o un lavoro redditizio; né tantomeno era pronto a fare qualcosa per coprire le spese inevitabili. I suoi genitori gli pagavano le bollette e gli davano un po’ di soldi per i numerosi ‘testi universitari’ che sempre gli servivano e che in realtà mai comprava.
Accanto a lui dormiva il suo amico Hansi. Anche i pantaloni di Hansi erano bagnati. Quando Poldi li annusò, provò disgusto. Molto disgusto. Limonata. Hansi beveva sempre limonata. E riusciva comunque ad addormentarsi da seduto. Tipico di Hansi.
L’appartamento al terzo piano di un palazzo nella periferia di Francoforte era da anni soltanto ‘una soluzione abitativa temporanea’. Ma niente è più definitivo del provvisorio.
In quel momento, il suo problema più grande era lo sciacquone del bagno fuori uso. Ma non sarebbe stato un von Scharffenlow se non avesse avuto una soluzione a qualsiasi problema. Per l’atto piccolo si usavano le piante dell’appartamento – il Ficus e la Yucca riportavano già danni significativi. C’era anche un lavandino, ma usarlo come pissoir lo disgustava un po’. La società di costruzioni del posto lo aveva aiutato a evitare il peggio: a neppure venti metri dall’entrata del suo palazzo stavano costruendo un nuovo complesso residenziale e nel giorno della sua personale Waterloo igienica avevano installato una cabina bagno portatile. Da qual momento approfittò spesso e attivamente del wc del cantiere.
Diversi anni prima, sua madre gli aveva regalato uno stendibiancheria con annesse mollette. Con queste ultime si turava il naso quando entrava nel bagno chimico per mantenere la puzza alla larga dal suo bulbo olfattivo. In fondo, un von Scharffenlow sapeva come cavarsela. Di recente aveva perfino avvitato un portariviste alla parete di plastica del bagno con la speranza che, un giorno, qualcuno ci mettesse dentro un giornale. Ma fino a quel momento non aveva avuto fortuna.
Mentre Poldi organizzava la sua colazione – ovvero mentre cercava tre euro nel portafogli per comprarsi un würstel al chiosco davanti al negozio di ferramenta –, anche Hansi si svegliò.
«Devo andare in bagno. A chi tocca? Al Ficus o alla Yucca?», chiese dal soggiorno.
«Al bagno del cantiere!»
«Al bagno del cantiere?»
«Al bagno del cantiere!»
Dopo qualche borbottio, Poldi sentì il suo amico uscire dall’appartamento.
«Qui soltanto uno urina nel wc provvisorio. Almeno a partire da oggi…»
Che fortuna!
Non si può essere sempre sfortunati nella vita.
Io ci ho provato!
«Il bagno del cantiere puzza.»
Poldi era impegnato nella ricerca del suo secondo calzino quando Hansi gli urlò in faccia questa frase.
«Abituatici. Il mondo puzza. E non c’è da meravigliarsi visto che è tutto uno schifo.»
Hansi alzò gli occhi al cielo.
«Proprio ora al cantiere stanno consegnando un secondo bagno chimico.»
Poldi infilò il piede senza calzino nella scarpa. Questa volta a parlare fu il suo Es: «È la tua occasione. Attacca alla porta un foglio con su scritto ‘Guasto!’, così avrai un bagno tutto per te!»
«Non puoi farlo. Non hanno