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Favolosi e Nostalgici '80. The Eigthies
Favolosi e Nostalgici '80. The Eigthies
Favolosi e Nostalgici '80. The Eigthies
E-book374 pagine5 ore

Favolosi e Nostalgici '80. The Eigthies

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Questo non è un elenco, nè tantomeno ha la pretesa di essere una lista

precisa, minuziosa e completa; bensì un omaggio, guidato a naso da

bellissimi ricordi ed a pancia da sensazioni e sentimenti, a quello che

personalmente ritengo un periodo florido, proficuo ed ineguagliabile,

alla stessa stregua dei tanti contenuti che lo hanno caratterizzato e

che lo contraddistinguono a tutt'oggi rendendolo unica ed intramontabile

fonte d'ispirazione. Continuando a suscitare emozioni da trent'anni a

questa parte, e credo con tutta franchezza proseguirà almeno per

altrettanti ed oltre, e che perciò merita a pieno diritto d'essere

esposto nella preziosa bacheca dei nostri ricordi più cari e

continuamente rispolverato proprio in virtù del suo pregiatissimo

apporto al nostro vivere quotidiano.
LinguaItaliano
Data di uscita6 set 2021
ISBN9791220354875
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    Anteprima del libro

    Favolosi e Nostalgici '80. The Eigthies - Dani Paco

    Capitolo 1

    EVENTI STORICI E SOCIETÀ

    Questo non è un elenco, nè tantomeno ha la pretesa di essere una lista precisa, minuziosa e completa; bensì un omaggio, guidato a naso da bellissimi ricordi ed a pancia da sensazioni e sentimenti, a quello che personalmente ritengo un periodo florido, proficuo ed ineguagliabile, alla stessa stregua dei tanti contenuti che lo hanno caratterizzato e che lo contraddistinguono a tutt’oggi rendendolo unica ed intramontabile fonte d’ispirazione. Continuando a suscitare emozioni da trent’anni a questa parte, e credo con tutta franchezza proseguirà almeno per altrettanti ed oltre, e che perciò merita a pieno diritto d’essere esposto nella preziosa bacheca dei nostri ricordi più cari e continuamente rispolverato proprio in virtù del suo pregiatissimo apporto al nostro vivere quotidiano. Per cui mi scuso anticipatamente e sentitamente per tutte le citazioni mancate, eventi, personaggi non qui presenti, ecc., ma altrettanto meritevoli di esserlo, ed a tutti gli effetti, protagonisti di questa meravigliosa decade al pari degli annoverati, sia in terra nostrana che oltralpe che hanno fatto l’epoca; e questa, di rimando, li ha resi immortali. E che volutamente ho lasciato liberi di fluire senza troppo categorizzarli, nè catalogarli, od ordinarli cronologicamente, così come la memoria, il cuore e le sensazioni me li ripropongono, spesso, volentieri e con immenso piacere, a testimoniare lo tsunami di emozioni che, credo senza ombra di dubbio alcuno, ha altrettanto investito, travolto e fagocitato l’animo ed il profondo di tutti i fortunati che hanno avuto il piacere ed il privilegio di viverle di persona come il sottoscritto.

    Un’epoca quella della decade ’80 che personalmente voglio considerare inglobandola tra la fine del decennio ’70 e l’inizio del successivo ’90, a mò di hot dog; come un saggio e capace pescatore che attinge dal bacino del lago alle sue spalle riempiendo la propria imbarcazione a tal punto da strabordare nel fiume avanti a lui, tanto, a mio modesto parere, è grande il carico da esondare oltre i propri argini strettamente temporali ed incapaci di contenerlo. Come ad abbracciare questi magici anni fusi e sospinti a gloria da un unico vento portentoso, e che mostrava decisa e fiera la voglia di riscatto, di rinascita con il chiaro intento di far rialzare la testa alle genti dopo il duro e devastante colpo inferto dall’ultima grande guerra che, avviato già nel decennio precedente, troverà piena conferma e solidità in questi due lustri con un’impennata significativa nello sviluppo economico e sociale in completo fermento ed indice della totale ripresa di un paese, di una società e del mondo intero; tanto da indurre alcuni studiosi dei fenomeni di crescita socio-politico-economico-industriali della storia ad ipotizzare, poi, che questa evidente e marcata impennata nel grafico dello sviluppo possa essere stata dettata, stimolata e corroborata da una ulteriore presenza imprevista e di matrice non terrestre. E proprio tali voglia e positività, a mio modesto avviso, sono state il motore che ha prodotto gli stimoli necessari e sufficienti che hanno a loro volta sospinto tutta la società a prodigarsi con il risultato di una vera e propria corsa alla prolificità che ha investito ed interessato ogni aspetto della vita a trecentosessanta gradi; creando un benevolo circolo vizioso, dalle note assai positive, che è andato autoalimentandosi innescando un fortunato processo a spirale, investendo ogni campo; una moderna rivoluzione industriale, accompagnata da un notevole balzo in avanti nello sviluppo economico, come favorevole periodo di rinascita post-bellico.

    Un boom di tendenze che ha investito tutti i settori: dal mondo della moda, con capi d’abbigliamento nuovi, rivoluzionari, sbarazzini ed a volte ritenuti irriverenti verso il comune senso del pudore, ma che poi si affermarono prepotentemente divenendone dei capisaldi su cui i grandi stilisti hanno creato parte delle loro fortune, con una proliferazione di gadget, stereotipi, clichè, abitudini e costumi; e che furono alimentate ed esponenziate dallo star system cinematografico ed artistico-musicale, anche sotto la prepotente influenza transoceanica con comparsa e conio di nuovi termini nel linguaggio comune. La comparsa dei primi computer che entreranno di prepotenza nel mondo del lavoro prima, eppoi inevitabilmente nel nostro privato portando tra le mura di casa una sorta di portale spazio-tempo in grado di connetterci con tutto e tutti con un semplice click, anticipatori dei moderni e rivoluzionari pc dell’attuale era internet. E sul finire la nascita dei primi apparati mobili telefonici; i cellulari o telefoni portatili, comunemente telefonini per l’aspetto curioso di dimensioni ridotte da giocattolo tascabile, di cui il capostipite fu l’ingombrante e vistosissimo nonchè impratico e scomodo Sip con valigetta, seguito poi da una gamma che si è arricchita esponenzialmente - così come le rispettive compagnie - di modelli sempre più sofisticati, performanti, ultrapiatti e dal design futuristico in grado di inviare messaggi di testo, poi immagini, foto, videochiamate, ecc., sino a sostenere funzioni di veri e propri pc alla realtà odierna. E che con la loro presenza cambiarono per sempre le nostre abitudini e stile di vita, mandando in pensione, prima, e facendole scomparire poi, le vecchie e romantiche cabine telefoniche in cui molti di noi avevano scherzato, giocato, si erano riparati da pioggia e vento e che erano state pure alleate galeotte accompagnando alcuni dei nostri primi passi in campo amoroso-sentimentale; rendendoci la vita in alcuni suoi aspetti più facile, gestibile, pratica e veloce, ma facendo di noi una sorta di moderni schiavi assoggettati oramai ed inevitabilmente a questa costante presenza che mai abbandoniamo e dalla quale non ci separiamo per alcuna ragione come fosse un nostro prolungamento corporeo. Ed in molti casi sfoggiandone addirittura più di uno, come a mostrare un acquisito e più elevato tenore di vita, un vero e proprio status simbol, ostentando orgogliosamente ed abbastanza ingiustificatamente il nostro ego, nell’intento di infondere, a torto, un tono di superiorità attraverso la nostra immagine e persona al cospetto altrui.

    Penultimo decennio di quel ventunesimo secolo che ha annoverato tra le sue fila la maggior parte delle grandi scoperte dell’era moderna tanto da esser considerato come un fenomeno a sè stante e distinto da meritarsi l’attenzione, lo studio, l’inetresse e l’analisi di esperti e studiosi sulle evoluzioni che hanno contribuito a segnare il passo nel corso del cammino storico. Era di forte sviluppo ma con caratteristiche e contorni dai sapori autentici ed ancora genuini che poi andranno via via scomparendo lasciando posto alle più frettolose abitudini e consuetudini moderne ed apparentemente comode; del ritrovo ai bar, sui muretti circondariali, o le panchine dei parchi divenuti rapidamente luoghi di comunione e formazione di compagnie ed amicizie di cui alcune si protrarranno a lungo; luoghi di incontro che spesso finivano per fagocitarci con tanto di appartenenza a gruppi che si identificavano con nomi, pseudonimi, marchi distintivi e quant’altro potesse significare un illusorio valore aggiunto alla personalità degli stessi e dei loro componenti, emulando ed a volte sbeffeggiando i più famosi di matrice, vera o apparente, ultraoceanici; con utilizzo e sfoggio di abbigliamenti a tema e distintivi, chiaro ed inequivobile segnale dell’appartenenza ad un pensiero di matrice statunitense che un forte ascendente denuncerà in seguito ed in modo sempre più massivo influenzando le nostre abitudini, modus pensieri e stili di vita. Il ritrovo quotidiano alla stessa ora, come a marcare lo scandire di un tempo regolare e perpetuo nello scorrere incessante e nell’unica direzione che la fisica, magistralmente sviscerata, esplicata e resa popolare a tutti da quell’ometto dai capelli bianchi e dal curioso, simpatico ed originale, quanto atipico atteggiamneto che risponde al nome di Albert Einstein, gli consente; ma che per noi tutti rappresentava il perfetto metronomo dell’avanzata a passi giganti verso una gloria fatta di slogan, termini, coniature, neologismi estemporanei e battute che puntualmente prendevano spunto dalla moderna consuetudine con puntualità e frequenza sempre più marcate.

    E la floridità di questa meravigliosa decade è sottolineata dall’incontrovertibile fatto che questa che andremo ad assaporare è solo una parte degli avvenimenti, dei personaggi, dei protagonisti ed degli aspetti che l’hanno caratterizzata e contraddistinta rendendola unica e speciale. Ciò vuole essere solo un simpatico rispolvero di tutto quanto ha contribuito a segnare quell’epoca - anche considerando eventi leggermente antecedenti alla decade specifica in linea temporale, ma che hanno esercitato una forte ed innegabile influenza partecipando pienamente alla loro gloria, a loro modo caratterizzandola e lasciando in noi quell’impronta indelebile dal sapore piacevolmente nostalgico - e che ci accomuna in una privilegiata cerchia sotto un’unica campana di vetro come fossimo personaggi viventi dentro una gigantesca palla di cristallo souvenir ferma costantemente a quell’epoca: i fantastici anni Ottanta.

    Pienamente cosciente del mio ruolo di semplice e fortunato fruitore degli effetti prodotti in e da quegli anni visti attraverso occhi, almeno allora innocenti, di chi ha vissuto quel tempo con la propria fanciullezza ed adolescenza e la piena consapevolezza che tale decade ha marchiato anni e mentalità lasciando un’eredità dall’immane grave.

    Capitolo 2

    PERSONALITÀ, PERSONAGGI, EVENTI

    Una serie di eventi storici, politici e sociali i cui risvolti, positivi o negativi che siano stati, hanno inevitabilmente ed indubbiamente esercitato un condizionamento nel nostro vivere quotidiano; iniziano gli anni Ottanta che contemplando al loro interno tre anni bisestili confermandosi i più lunghi del ventesimo secolo insieme ai ’20, ’40, ’60, in un pocker che si ripete matematicamente, tra i più densi di avvenimenti, storie e personaggi di tutto il secondo millennio.

    Importanti figure come Papa Wojtyla e Ronald Reagan che scamparono per miracolo a due feroci attentati; il pontefice in piazza San Pietro nel cuore di Roma e d’Italia per mano turca con la sinistra ombra sovietica sullo sfondo; il presidente per l’atto scellerato di un giovane pazzo e squilibrato mitomane in preda ad infatuazioni hollywooddiane; mentre John Lennon ed Indira Gandhi non furono altrettanto fortunati.

    Lo scoppio dello scandalo della segreta loggia massonica P2 di Licio Gelli che portò alle dimissioni del governo Forlani; mentre Mikhail Gorbaciov dette il via ad una rivoluzione che avrebbe poi visto la provvidennziale caduta del muro di Berlino e la riunificazione delle due Germanie, divise sino ad allora per anni in Est ed Ovest, ed in accordo con il presidente statunitense Reagan stipularrono un trattato per una drastica riduzione degli armamenti ed arsenali nucleari sino ad allora tema centrale ed intoccabile delle politiche governative delle due superpotenze.

    In Sudafrica, regione meridionale dell’immenso continente nero, scoppiava la repressione a seguito del regime di apartheid, con centinaia di morti, proteste che diedero il via alla grande lotta, poi vinta - ma a quale caro prezzo! -, del grande leader sudafricano Nelson Mandela che diventerà un simbolo universale per tutti gli oppressi ed i confinati.

    La strage allo stadio Heysel di Bruxelles dove durante una partita di calcio trentanove persone trovarono la morte in un luogo in cui solitamente ci si raduna per sport e fare festa e che denuncerà la necessità e l’applicazione di un primo giro di vite sulle libertà pubbliche delle persone a testimonianza della perdita di valori a cui tutta la società andrà inevitabilmente incontro sempre più.

    La triste scoperta di un buco di preoccupanti dimensioni nell’ozono in zona antartica segnò il là ad un’interminabile diatriba sulle già preoccupanti condizioni del pianeta con schieramenti che si daranno battaglia su più campi e che porteranno poi alla nascita di Green Peace ed altri movimenti a matrice ambientalista; mentre Time elegge il computer a personaggio dell’anno, a testimonianza di un chiaro, decisivo e repentino cambiamento dei tempi.

    Nel 1980 il boicottaggio del blocco est-europeo all’edizione olimpica, e perciò definite tristi Olimpiadi a metà, con ripercussioni non solo nel mondo sportivo, ma nell’ideologia collettiva di una società che denuncia sempre più malcontenti e problematiche di rilievo nella convivenza ed accettazione collettiva e che vede, non solo nei confini geografici, il sorgere di barriere sempre più insormontabili e divisori di concetti.

    Nel 1981 il clamoroso quanto sconcertante e destabilizzante attentato al Papa; un colpo inferto a tutta la cristianità e che inevitabilmente toccherà tutti gli angoli del pianeta investendo le genti indipendentemente dalla loro fede religiosa e no. L’attentato in piena piazza San Pietro durante una delle sue numerose uscite in pubblico a contatto con la folla, la sua amata gente, alla persona del Papa da parte di quello che passerà alla storia come uno dei più famosi killer, alla stregua del cecchino di Dallas a discapito dello sventurato Kennedy, allora neo presidente Usa; un esponente dei lupi grigi, fazione estremista a stampo militare che rivendicava l’eterna diatriba tra imperialismo occidentale ed estremismo orientale di matrice islamica e che preannunciava, ma ahimè non sufficientemente, le conseguenze ben più tragiche cui il mondo attonito ed esterrefatto assisterà un ventennio più tardi. Giovanni Paolo II, al secolo Karol Jozef Vojtila, persona, prima che più alta carica ecclesiastica eppoi giustamente e meritatamente Santo, dal carattere profondamente umano, così amato ed umile da genuflettersi, in uno dei suoi incontri, al cospetto di Madre Teresa di Calcutta, altra figura dalla gigante personalità ed umanità, anticipandola ed evitando così a costei il gesto altrimenti spontaneo; e baciandole la mano in forma di devoto ed assoluto ringraziamento per la sua immane opera carica d’infinita bontà e determinante presenza alla quale dedicò l’intera vita senza risparmio alcuno. Il Papa, figura unanimemente amata, stimata e la cui autorità riconosciuta da tutti, al tal punto che, mai successo prima ed irripetibile a mio modesto avviso, ai funerali indetti a seguito della sua scomparsa i capi di stato di praticamente tutti i paesi del mondo presenziarono senza esitazione e ripensamento alcuno, omaggiando il Pontefice e creando una situazione di alto rischio da un punto di vista politico imponendo la messa in atto di un imponente pacchetto di sicurezza di tutt’altro che facile gestione e l’Italia al centro del mondo. E la sua grandezza di uomo e Pontefice è testimoniata anche dai PapaBoys, un’immensa schiera di giovani che spontaneamente si sono convertiti in dichiarati sostenitori del Santo Padre, veri e propri ultras con tanto di striscioni, canti e cori al pari, ed aggiungerei molto al di sopra, di quelli abitualmente sportivi.

    Il successo planetario di Thriller ed i cd, compact disc, che innescaroro una moderna rivoluzione non solo nel mondo della musica e susseguentemente del cinema, ma anche in quello industriale e commerciale modificando le nostre abitudini. Mentre fanno la comparsa le prime valigette con funzione telefonica che regalavano al possessore un’aria nuova, rampante, a caccia di successo e notorietà; una connessione che modificava radicalmente i tempi lavorativi e no nella gestione del nostro spazio quotidiano.

    Il tremendo lunedì nero delle Borse che mise in ginocchio tutta l’economia mondiale con perdite astronomiche di denaro, ingenti fallimenti e drastici tagli che portarono crisi un po’ ovunque con numerose perdite di posti d’impiego ed aumento della disoccupazione provocando precarietà che ahimè causò vittime; mentre per contro Carlo Rambaldi ultimava la sua meravigliosa creatura E.T. per la gioia di grandi e piccini e Tim Berners-Lee realizzava il suo protocollo regalandoci internet, un’altra rivoluzione a carattere elettronico destinata a modificare le nostre vite molto più di quanto potessimo allora minimamente immaginare, la nascita di un nuovo mondo, un mondo virtuale: un vero e proprio mondo nel mondo.

    Il principe Carlo e Diana Spenser, per tutti poi la dolcissima Lady D e che tale rimarrà come emblema di sobrietà, eleganza e gentilezza, si uniscono in quello che passò alla storia come il matrimonio del secolo in mondovisione; una cerimonia senza precedenti che regalò a tutto l’emisfero femminile una favola rosa in più in cui rispecchiarsi speranzosamente, senza immaginare i relativi retroscena tutt’altro che piacevoli e che più tardi si sarebbe tinta di rosso cupo prima, eppoi anche di triste nero, lasciandoci il suo sorriso smagliante come addio e la cui filosofia di vita è racchiusa in un discorso ed amorevole monito indirizzato all’allora piccolo Harry e futuro principe: Se hai la fortuna di incontrare qualcuno da amare tienitelo stretto, non è cosa da tutti i giorni, nè tantomeno facile e scontata..Se poi hai la fortuna di incontrare qualcuno che ti ama allora devi proteggerlo, custodirlo con tutte le tue forze in quanto cosa assai più rara.

    Nel 1982 il numero uno azzurro Dino Zoff alza la coppa del mondo a sigillare un’impresa storica ed unica che resterà per sempre nelle menti, nei cuori e negli annali di storia calcistica e sportiva stravolgendo tutti i pronostici e rispolverando la leggenda e le gesta di Davide e Golia.

    Il 1983 vide dilagare la swatch mania con un boom che mette in risalto la maggior attenzione dei consumatori nei confronti dei gadget, mentre nel 1984 si temette la fine del mondo a Bhopal, cittadina indiana, per la fuoriuscita di un’enorme quantità di gas, oltre quaranta tonnellate, con il bilancio di oltre mezzo milione di feriti; cornice che avrebbe potuto essere assai ben più catastrofica.

    Nel 1985 il Live Aid sveglia le coscienze, mentre solo un anno più tardi, 1986, alle 11,39 del 28 Gennaio il disastro del Challenger le fa ripiombare in cupi dubbi e contrasti in merito alla corsa dell’uomo verso la conquista del cosmo, mentre lo Space Shuttle esplode nei cieli sotto lo sguardo attonito, sbigottito, incredulo e pietrificato del mondo intero, portandosi via le sette vite di giovani pionieri e novelli icaro, lasciando il mondo senza voce e sconcertato, forse illuso di troppa spregiudicatezza di conquiste.

    Ed alle 01:23 del 26 Aprile dello stesso anno la devastante esplosione del reattore nucleare RBMK numero 4 della centrale di Chernobyl scatenò un’emissione radioattiva la cui nube farà strage invadendo l’Europa e denunciando uno dei più immani disastri della società moderna le cui terribili conseguenze sono visibili tutt’oggi. Dall’altra parte del globo, in mezzo al mare, Argentina ed Inghilterra scendono in conflitto facendosi guerra per il controllo delle piccole e sperdute isole Falklands abitate per lo più da flora e fauna; mentre Margaret Thatcher assume il triplice incarico di premier aggiudicandosi l’appellativo quantomai idoneo ed appropriato di Lady di ferro.

    Nel 1987 il traumatico crollo delle borse mondiali, mentre il repubblicano Ronald Reagan vince le elezioni presidenziali ribadendo il significato del sogno americano, essendo stato a sua volta un attore provetto in gioventù e perciò contestato, almeno inizialmente.

    Muore Tito, dittatore tirannico dell’allora Jugoslavia che per anni visse nel terrore ed anche un po’ nel dimenticatoio per voleri ed interessi politico-economici; argomento e scorcio storico di un’area geografica scomoda ed al tempo stesso appetibile, trattato molti anni più tardi nella bellissima pellicola Behind enemy lines con un evento imprevisto che si incentra proprio in quella cornice con interpreti il grande Gene Hackman ed un giovane e promettente Owen Wilson.

    Attraverso una serie programmata di scioperi prende forza e potere il sindacato indipendente polacco Solidarnosc, il cui leader Lech Walesa ben presto farà sentire la prorpia voce all’intera nazione e con l’appoggio del generale Jaruzelski, divenuto primo ministro, scongiurerà un’imminente invasione sovietica; mentre Iran ed Iraq si fanno guerra per il possesso di alcuni pozzi petroliferi in zone strategiche e di confine, area che resterà assai a lungo zona calda agli occhi del mondo intero, chiudendo definitivamente il conflitto dopo nove lunghi anni ed oltre un milione di morti.

    Nell’altro emisfero la sanguinosa repressione della pacifica protesta nella piazza Tienanmen in nome di democrazia e libertà da parte di giovani il cui coraggio e determinazione costringono una colonna di carri armati a fermarsi a pochi centimetri, emblematicamente espresso dal gesto plateale, indimenticabile, assolutamente imprevedibile, impensabile ed al contempo eroico dello studente cinese che si parò dinnanzi la colonna di carri opponendo resistenza passiva e divenendo così il simbolo impersonificato del cambiamento col nome di rivoltoso sconosciuto; e la cui foto fece il giro del mondo vedendolo poi inserito nei cento personaggi che più influenzarono il secolo. Ed il ritiro dell’Armata Rossa e la conseguente presa di coscenza con le prime elezioni libere in molti paesi esteuropei, segnale incontrovertibile della fine di un’era egemonica sotto la grigia, rigida e pesante cappa di piombo del comunismo.

    La caduta del muro di Berlino l’11 Novembre 1989, ribattezzato inevitabilmente il muro della vergogna; ultimo baluardo di una gretta ideologia politica e di restrizioni fisiche e mentali che aveva segnato e marcato profondamente le coscenze dividendo una nazione, l’Europa, il mondo ed i pensieri, a seguito anche della scesa in campo di importanti e determinanti personaggi e figure storico-politiche come Reagan e Gorbachov per la guerra fredda sapientemente gestita e giocata come forse la più lunga, importante e decisiva partita a scacchi, anche su suolo cubano e magistralmente raccontata in alcuni lungometraggi tra i quali non possiamo esimerci di ricordare Therteen days con il bravo Kevin Kostner; tale da far concorrenza, e forse scomparire, le note ed interminabili sfide tra lo statunitense Garry Kasparov ed il sovietico Karpov, come a rimarcare che la tensione e la contrapposizione dei due blocchi non lasciavano sguarnito fronte alcuno. Sull’orlo d’una crisi politica mondiale che avrebbe altrimenti trascinato l’umanità nella più cupa e tragica terza guerra mondiale, giocando a tavolino ed a più riprese, con costanza e strategica pazienza, una lunga partita che evitò lo scontro bellico e la matematica certezza di una catastrofe dalle immani proprorioni da parte delle due superpotenze USA ed URSS, dando vita all’uso di quel termine dal suono inusuale di guerra fredda; ma che si contrappose sulla bilancia delle sorti facendo scendere il piatto del no act-no war a discapito di quello che sarebbe stato assai tremendamente e tragicamente più caldo. E ben raccontato in un simpatico movie adatto alla visione per tutta la famiglia dal titolo War Games in cui un giovane appassionato di videogames si connette involontariamente con Joshua, il supercomputer in dotazione alle forze militari statunitensi e con il quale ingaggia una serrata sfida a colpi di tasto per evitare una catastrofe globale; e che si concluderà felicemente con una semplice, simpatica e divertente partita a tris.

    Il blitz delle teste di cuoio francesi del Gign che rompono gli indugi di una situazione critica e di stallo (Gruppi d’Intervento della Gendarmeria Nazionale) per liberare i passeggeri di un aereo di linea dirottato e bloccato su di una pista dell’aeroporto Marsiglia Marignane e tenuti in ostaggio da oltre cinquantaquattro ore da un manipolo di terroristi del Gia (Gruppi Islamici armati, ala estremista del fondamentalismo islamico algerino che in quegli anni aveva preso di mira la Francia) pronti a tutto se non completamente assecondati nelle loro richieste. Si apprenderà solo più tardi che l’intervento, per ordine del Primo Ministro Eduard Balladur, durato meno di venti minuti ed eseguito come da manuale, fu pianificato e preparato in un’area a circa un chilometro di distanza dal luogo in questione e sotto gli occhi del mondo, in cui il comandante delle forze speciali francesi pretese, prontamente assecondato, una situazione identica per esercitare i suoi uomini ad eseguire, quasi automaticamente e mnemonicamente senza tempo di riflessione alcuna, tutti i passaggi necessari all’esecuzione del blitz per oltre dodici ore consecutive consentendoli così di impadronirsi dell’aeromobile neutralizzando i terroristi. I cui caricatori si verificherà poi rimasero quasi tutti pieni, mentre furono i componenti le forze speciali d’oltralpe a colpire in modo eccelso e quasi infallibile; nello scontro restarono lese in modo lieve tredici persone tra passeggeri e teste di cuoio, sotto lo scandire di secondi sempre più pressanti e ridotti; e così in una quasi diretta televisiva fummo telespettatori assorti, attoniti, trepidanti e testimoni festanti per l’esito finale fortunatamente positivo.

    I viaggi dello Shuttle, con le sue tristi vicende e sciagure, navicella spaziale di nuova e rivoluzionaria concezione in grado di decollare come un razzo tradizionale da Cape Canaveral in Florida, tra paludi ed alligatori, ed atterrare come un qualunque aeroplano che stravolse il concetto tradizionale di approccio allo spazio ed ai suoi bui misteri con l’allargamento delle frontiere proiettate così verso mete più lontane ed ambiziose. E le transvolate atlantiche dalla capitale parigina a New York su quella meraviglia di eleganza e tecnologia dalla linea unica ed il nome singolare Concorde, di produzione combinata anglofrancese, che solcava le nubi in modalità strumentale come un’enorme manta bianca e che in fase di decollo ed atterraggio abbassava il muso, come in un inchino di dama elegante; e che dopo un caffè al bar de Paris in qualche ora era ingrado di catapultarti nel cuore della Grande Mela ed il suo turbinio finanziario.

    E mentre nel mondo accadeva tutto ciò, nel cortile di casa nostra il tremendo e devastante terremoto dell’Irpinia, che con una scossa di magnitudo di 6,9 - equivalente al decimo grado della scala Mercalli (che rileva l’intensità del sisma basandosi sui danni arrecati ad edifici e strutture e perciò meno attendibile della sorella Richter che rileva effettivamente la quantità d’energia sprigionata dal movimento sismico e quindi più esatta) - devastò un’intera area del centrosud con migliaia di morti, feriti, sfollati e danni incalcolabili; investendo Campania e Basilicata e di conseguenza coinvolgendo l’italia tutta in un’affannosa corsa di aiuti umanitari avvicinando ed accomunando anche coloro che per stupidi ed incomprensibili campanilismi si erano sempre schierati su opposte sponde, fronteggiandosi e rivaleggiando prendendo spunto persino da assurdi pretesti.

    Le morti ed il conseguente scandalo del vino al metanolo con inquinamente di falde acquifere seminando il panico tra le genti; il terrore seminato indiscriminatamente per mano di qualche pazzoide scellerato che munito di siringhe si aggirava indisturbato per supermercati, store e zone di stoccaggio di alimenti avvelenando bottiglie e confezioni di vario genere; e la pazza moda di alcuni fuori di testa che trovano divertente, motivo di svago e passatempo quella di lanciare sassi dai cavalcavia sulle auto di passaggio, rimarcando una rapida ascesa nella perdita di valori e rispetto altrui; e che ogni era ha sempre denunciato i suoi lati oscuri e maligni spettri.

    L’assalto del furgone portavalori e conseguente strage ad opera di un commando delle Brigate Rosse in via Prati di Papa frutta un ingente bottino con cui il terrorismo armato si autoalimenta e prosegue la sua folle corsa lasciando sul ruvido asfalto indelebili scie rosso sangue; ed a seguito della quale vennero celebrati i funerali di Stato e le vittime insignite di medaglia al valor civile da parte dell’allora Presidente della Repubblica con l’intitolazione di una piazza nella capitale. Il triste episodio viene soventemente adombrato per una casuale coincidenza temporale con l’anniversario della più nota ed altrettanto tragica ricorrenza della strage di San Valentino negli States.

    Il grigio e cupo periodo caratterizzato dalla massiccia presenza delle falangi estremiste che convogliarono in una corrente a matrice sinistroide sfociando nel più pericoloso e tenacemente combattuto terrorismo, fenomeno che serpeggiò da nord a sud contaminando l’Italia intera e facendola piombare (il termine è voluto e tutt’altro che casuale!) in un baratro apparentemente senza fondo che caratterizzò quegli anni facendoli passare alla storia con lo pseudonimo appellativo di anni di piombo; con tragici eventi come l’assassinio dello statista Aldo Moro, tragicamente ritrovato morto dopo lunghi ed interminabili giorni di sequestro nel bagagliaio di un’auto in una via centrale di Roma che da allora in poi resterà tristemente nota e legata a tale evento. Erano gli anni di esponenti politici quali Bettino Craxi e Giulio Andreotti, delle enormi figure simbolo della legge e della giustizia Falcone e Borsellino, giganti contro il crimine organizzato e da esso uccisi, ma vivi nello spirito e nel senso di giustizia che i loro stessi nomi infondono; erano i tempi del maxi scandalo e processo di Mani Pulite che investirà e travolgerà personalità sino ad allora ritenute estranee ai fatti e dei frequenti e destabilizzanti sequestri a stampo mafioso che metteranno a dura prova tutto lo Stivale in un braccio di ferro serrato e senza esclusione di colpi. Anni bui che videro eccelse figure come i giudici Falcone e Borsellino cadere sotto i colpi feroci della mafia nelle terribili stragi di via D’Amelio e Capaci insieme ai loro fedeli angeli custodi, agenti delle rispettive scorte (la ripetizione è voluta, cosicchè le menti possano esser esortate una volta in più a valorare e ricordare ciò che realmente è importante!), uniti da un unico sordo grido di libertà e giustizia che risuona cupo, ma potente nelle tristi ed annuali ricorrenze commemorative: Chi è schiavo della paura muore ogni giorno.. Chi è libero una volta sola!. E durante i quali imperversavano nell’ambito della politica italiana personaggi quali Giulio Andreotti, una vita intera nei ranghi governativi e più volte sotto pressione per presunta collusione mafiosa; Ugo La Malfa, esponente politico con passato antifascista tra i fondatori del partito d’Azione ed anche appartenente a quello repubblicano; Giovanni Spadolini, segretario del partito repubblicano, più volte Ministro e Presidente del Consiglio dei Ministri, anche storico, giornalista ed accademico; Bettino Craxi, all’anagrafe Benedetto, anche lui Presidente del Consiglio dei Ministri, uomo politico di forte influenza, personalità e che contribuì fortemente alla modernizzazione del Paese, poi fuggito latitante a seguito delle indagini del mega scandalo di Tangentopoli con ingenti somme di denaro pubblico ad Hammamet in Tunisia dove poi morì; Enrico Berlinguer, figura emblematica della sinistra ed il suo opposto politico Giorgio Almirante, capo di Gabinetto al Ministero per la cultura popolare ed esponente della Prima Repubblica che rispettosamente e cavallerescamente andò a porgere omaggi ed ultimo saluto sul feretro del collega antagonista amichevomente accolto da Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta in via delle Botteghe Oscure, sede dellìallora PCI. I quali a loro volta ricambiarono il nobile e sentito gesto alla scomparsa del leader di destra recandosi in via della Scrofa, allora dede del MSI, ugualmente accolti e rispettosamente accetti.

    Il sequestro del generale delle forze armate statunitensi James Lee Dozier, al tempo di stanziamento alla base Nato nella penisola italica, ed il conseguente blitz magistralmente condotto il 19 gennaio ’82, dopo quasi un mese di prigionia in via Pindemonte, dai corpi d’elite Nocs, con l’operazione Winter Harvest; ed aggiungerei orgogliosamente con tanto di pubblica ed ufficiale lettera di encomio da parte delle forze Usa a nome degli States e dello stesso presidente Reagan, mentre la vittima stessa commentò così Polizia italiana ok. Meraviglioso. Azione stupenda!. Evento a lieto fine, fortunatamente, evitando uno sconveniente scandalo internazionale dalle gravi conseguenze e per il quale si erano già allarmate opinione pubblica e media testando Terror Italian Style; segnando così l’inizio del declino del fenomeno delle Brigate Rosse. Il cupo e sinistro fenomeno della banda della uno bianca, utilizzata perchè facile da rubare e difficile da identificare in quanto popolarissima, e resosi tristemente famoso con oltre cento colpi messi a segno senza lasciare traccia, indizzi e con una sorprendente abilità nel tracciare percorso, tragitti e vie di fuga sempre risultanti con successo. Si scoprirà solo più tardi che scaltrezza, destrezza, freddezza, preparazione

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