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I figli dell'uomo sapiente
I figli dell'uomo sapiente
I figli dell'uomo sapiente
E-book53 pagine43 minuti

I figli dell'uomo sapiente

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Info su questo ebook

Le tre novelle di questa raccolta sono fiabesche e fantastiche, quasi un esempio di proto-fantasy all'italiana. Dalle peripezie di due fratelli che si avventurano in una dimensione magica alla storia di una scimmietta dispettosa fino alle vicende delle tre sorelle Fiorita, Fiorina e Fiorella, le tre novelle confermano il talento letterario di Maria Messina come una delle voci più significative della letteratura italiana del Novecento.-
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2021
ISBN9788728038970
I figli dell'uomo sapiente

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    Anteprima del libro

    I figli dell'uomo sapiente - Maria Messina

    I figli dell'uomo sapiente

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1915, 2021 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788728038970

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    C'era una volta un uomo che si credeva d'essere sapiente. In che consistesse la sua sapienza, forse non l'avrebbe saputo dire neanche lui. Leggeva giorno e notte in certi suoi libracci, ed era convinto di conoscere benissimo tutto il mondo perchè lo studiava attentamente su un globo di cartapesta. Egli viveva solo solo in una casa posta fuori della città perchè sdegnava la compagnia. Secondo lui, la gente era tutta ignorante e si occupava di cose inconcludenti. Faceva una vita assai misera. Non apriva mai la finestra per fare entrare un po' di sole, e non desiderava che nella sua casa si facesse pulizia. Perciò i ragni indisturbati tessevano tele fitte sulle pareti e sul soffitto, e un palmo e più di polvere si stendeva sulle vecchie carte e sull'impiantito.

    Il sapiente possedeva un tabarro ereditato dal nonno. Un brutto giorno, il tabarro già strambellato si stracciò in così malo modo da non poter più servire a riparare dal freddo. Il sapiente restò un pezzo perplesso, non sapendo come fare.

    Pensa e pensa, si rammentò che nel mondo ci sono le donne le quali, fra tante cose inconcludenti, ne sanno fare una a bastanza utile: sanno rattoppare. E uscì nella via per cercare una donna che gli volesse aggiustare il tabarro per pietà. Alla prima svolta incontrò una ragazza. Gli parve così carina che, quasi fosse stato un uomo qualunque, le propose addirittura:

    — Vuoi diventare mia moglie?

    La ragazza, che si chiamava Scricciolina ed era orfana e povera povera, accettò subito e seguì il sapiente.

    Ma questi, a pena tornato a casa, fra i suoi scartafacci, si dimenticò completamente di avere preso moglie.

    La povera Scricciolina si sbigottì, trovandosi improvvisamente in una casa piena di silenzio e di polvere. Da principio si lamentò e pianse. Ma poi si rassegnò alla sorte maligna che l'aveva fatta diventare moglie di un sapiente.

    E si mise a fare la sarta per guadagnare qualche quattrino giacchè il sapiente marito non poteva darle da mangiare a sufficienza, un poco perchè era povero e un poco perchè – secondo lui – solo le bestie mangiano abbondantemente.

    La domenica, coi guadagni della settimana, Scricciolina si divertiva a preparare gustose minestre e fritturine fragranti. Ne faceva parte anche al marito. E il sapiente, corrugando la fronte per non lasciar vedere la propria soddisfazione, si leccava le dita.

    Passato qualche tempo, Scricciolina trovò un bel bambino dietro l'uscio. Tutta contenta disse al marito:

    — Marito mio, la buona sorte ci à dato un figlioletto! — Io — rispose il sapiente — non m'impiccio di queste sciocchezze!

    Scricciolina allevava il piccolo – che fu chiamato Sapientino – con grande amore. Ma a pena Sapientino faceva: 'ngue! 'ngue!... saltava fuori il sapiente come uno spiritato, dicendo:

    — Questo ragazzo è irragionevole! Si direbbe nato senza cervello!

    I suoi studi erano disturbati di continuo. Allora, circondandosi di storte e di lambicchi, fabbricò un liquido color filiggine che chiamò: «Il filtro della sapienza». Poi ordinò a Scricciolina di

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