Cronistoria di Taormina (2.000 a.C. - 2.000 d.C.)
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Anteprima del libro
Cronistoria di Taormina (2.000 a.C. - 2.000 d.C.) - Rosario Buciunì
LOTOFAGI
- CICLOPI
- LESTRIGONI
I primi abitatori della Sicilia vennero dal mare.
Questo può essere affermato in quanto i geologi ci assicurano che la Sicilia non è stata mai attaccata all'Italia.
Tucidide dice che i più antichi abitatori della Sicilia erano i Ciclopi (artigiani), i Lestrigoni (pastori) e i Lotofagi (agricoltori); la Sicilia si chiamava a quel tempo Trinacria.
3.000 a.C.
Lasciando stare la mitologia, la più antica cultura neolitica nella Trinacria antica è nota come Civiltà di Stentinello, dal nome del villaggio vicino a Siracusa dove fu identificato per la prima volta un insediamento umano intorno al 3.000 a.C.
2.000 a.C.
In una grotta nei pressi del Capo Taormina, furono rinvenuti
residui di un pasto, costituito da conchiglie e ossa di equino, molto simile a una zebra.
Diciamo che la nostra storia incomincia da qui. L'archeologo Paolo Orsi rinvenne una necropoli sicula in contrada Cocolonazzo, sita a metà strada fra Taormina e Castelmola. Essa è composta da circa 50 loculi, scavati dentro la roccia.
I SICANI
1.500 a.C.
Poi i Ligi scacciarono dalle rive del fiume Sicano, in Iberia a nord di Valencia, i Sicani, e questi si spostarono in Trinacria, cambiando il nome dell’isola in Sicania.
I SICULI
1.400 a.C.
Gli Osci scacciarono dalla Campania/Lazio i Siculi, i quali guidati dal loro re Sikelòs approdarono nella parte nord-orientale della Sicania; ma ben presto si scontrarono con i sicani, i quali furono allontanati verso la parte interna e occidentale dell'isola.
Con il passare del tempo i Siculi sovrastano i Sicani e l'isola cambia il nome da Sicania in Sicilia.
Tutto questo ci viene raccontato dallo storico Tucidide (471 a.C.-400 a.C.) e da Filisto di Siracusa, vissuto nel IV secolo a.C.
Per circa 300 anni la storia della Sicilia scorre senza quasi nessuna interferenza con il mondo circostante.
Un altro popolo esisteva in quel tempo in Sicilia: erano gli Elimi, una popolazione che era arrivata dopo la caduta di Troia, che con il suo re Elimo si era mischiata alla popolazione autoctona dei Sicani. Gli Elimi si erano stabiliti verso Erice, Trapani, Segesta.
Perciò, prima dell'arrivo dei Greci in Sicilia, abbiamo tre popoli diversi: gli Elimi nella punta nord-occidendale della Sicilia, i Sicani al centro e in occidente e i Siculi al centro e tutta la parte orientale dell'isola.
A queste tre popolazioni aggiungiamo anche i Fenici, che giunti dall'Africa popolarono le piccole isole intorno alla Sicilia.
ELIMI - FENICI IN SICILIA
1.150 a.C.
Gli Elimi, altra popolazione che abitava la Sicilia, fondano Segesta ed Erice.
950 a.C.
Il re siculo Morgente fonda la città di Morgantina.
800 a.C.
I Fenici, popolazione proveniente dall'Africa, fondano Trapani, Zyz (Palermo), Lilybeo (Marsala) e Solunto.
I GRECI IN SICILIA
750 a.C.
I mercanti esploratori greci scoprono le vie marittime ed esplorano le terre, preparando la strada a una vera e propria emigrazione.
I Corinzi fondano Siracusa, quelli di Rodi e di Creta fondano Gela, gli Ateniesi, i Calcidiesi dell'Eubea e Naxi dell'isola di Naxos tutti insieme sbarcano nell'odierna Naxos, e poi anche a Leontini; i Dori di Megara (Sparta) fondano Megara Iblea (Augusta).
735 a.C.
A Theokles, ateniese, si imputa la fondazione di Naxos, prima colonia greca di Sicilia, e di Callipolis, con gli Joni dell'isola di Naxos.
Theokles fa erigere l'ara di Apollo Archegetes, sulla quale i sacri inviati compiono il sacrificio prima di salpare.
Al culto di Apollo si aggiunsero quelli di Afrodite e Bacco.
La prima cosa che fecero fu cacciare dal sovrastante Monte Tauro i Siculi, che si ritirarono verso le colline lì vicino. Sembra che non ci fu una vera battaglia fra le parti. Questo ci viene detto sempre da Tucidide.
Naxos si sviluppa pacificamente, sia con la sua fiorente agricoltura, basata principalmente sulla coltivazione della vite e la produzione del vino, sia con l'allevamento di bovini, ovini e suini, nonché con il suo florido commercio attraverso il vicino porto.
Naxos per i primi tempi è governata con le leggi di Calcide, e insieme a Leontini ha obbedito al comune oichista (scopritore, conquistatore) Theokles.
733 a.C.
I Corinzi, guidati da Archia, fondano Syrakousai (Siracusa).
730 a.C.
I Calcidiesi fondano la città di Zancle (Messina). Il nome in lingua sicula significa falce
.
729 a.C.
I Calcidiesi di Naxos, divenuti troppo numerosi, condotti da Theokles s’insediano nella pianura Etnea e fondarono Leontini.
Sempre i Calcidesi, guidati da Evarco, fondano Katane (Catania).
716 a.C.
I greci, provenienti da Zancle, fondano Milay (Milazzo).
Sbarcano in Sicilia i Megaresi, con Rodii e Cretesi, presso la foce di un fiume; per la sua freddezza il sito è chiamato Gela.
674 a.C.
Dai greci di Siracusa è fondata Acre, presso la odierna Palazzolo.
664 a.C.
Da Siracusa è mandata una colonia e viene fondata Henna (Enna).
648 a.C.
Gli Zanclei fondano sulla costa del Golfo, tra Kefaloidion e Soloeis, Imera.
628 a.C.
Quelli di Megara-Iblea, spingendosi verso l'occidente, sulla costa meridionale della Sicilia fondano Selinunte.
599 a.C.
Viene fondata Camarina, ripopolata dai Greci.
581 a.C.
I Geloi, condotti da Aristemo e Pistilo, gettano le fondamenta di una città sopra un colle non lontano dal mare, fra i due fiumi, l'Ipsa e l'Akragas (Agrigento).
572 a.C.
Naxos diventa una cittadella fiorente; un suo abitante, un certo Tisandros, diventa famoso per aver vinto alle Olimpiadi, nella disciplina del pugilato.
525 a.C.
Per sfuggire al tiranno di Samo, Policrate, arriva a Naxos proveniente da Crotone il grande Pitagora, famoso per il suo teorema e le tabelline.
515 a.C.
La cittadina di Naxos inizia a coniare le sue monete. Come dritto la testa di Dionisio, come rovescio un grappolo d'uva, in riferimento alla produzione vinicola del suo territorio.
La sua monetizzazione finirà nel 403 a.C., anno in cui sarà distrutta da Dionisio.
490 a.C.
Le truppe mercenarie di Ippocrate, tiranno gelese, composte da siculi e greci al comando di Gelone attraversano le montagne e invadono il territorio calcidese.
Naxos, e poi Zancle (Messina), sono rapidamente conquistate. Alla testa di queste città vengono messi dei tiranni-vassalli.
In questa occasione viene distrutta Kallipolis, cittadina vicino a Naxos (fra Mascali e Giarre) di cui si perdono le tracce.
Nel frattempo città come Siracusa si sono ingrandite, e i tiranni che vi governano seguono le loro mire espansionistiche.
476 a.C.
Naxos batte moneta propria d'oro e d'argento, e serba la propria autonomia e il libero esercizio della sua sovranità.
Naxos diventa in quel tempo uno dei maggiori produttori di vasellame in terracotta della Sicilia. I vasai di Naxos esportano vasellame in tutta la Sicilia.
Ierone, tiranno di Siracusa, trasferisce la popolazione di Naxos e di Catania a Leontini (Lentini) e ricostruisce Catania, dandole un nuovo nome, Etna; per ripopolarla fa venire coloni dal Peloponneso e mette a capo della nuova città suo figlio Dinomene. Tutto questo ci è raccontato da Pindaro nella sua Prima Pitica e da Eschilo in una tragedia, Etnee.
460 a.C.
Mercenari, ex ausiliari dei tiranni, si ribellano un po’ ovunque. Finalmente si raggiunge un accordo, e a tutti questi mercenari viene data la città di Messana, che diviene dorica.
Ma altri mercenari di Etna si ribellano, allora Siracusa chiama in aiuto il generale siculo Ducezio, che riesce a sconfiggere i mercenari. Fiero dei suoi successi, Ducezio raduna tutti i siculi sparsi per la regione e si fa proclamare re, stabilendo la sua capitale vicino a Lentini.
453 a.C.
Il re siculo Ducezio fonda la città di Palike (Palagonia).
450 a.C.
Allora, visto il nuovo pericolo, le città greche di Siracusa e Agrigento si coalizzano e sconfiggono Ducezio in battaglia, prima a Noe e poi a Motyon (vicino a San Cataldo). Lo stesso Ducezio è risparmiato ed esiliato a Corinto.
GUERRA DEL PELOPONNESO
(431 a.C.- 404 a.C.)
425 a.C.
Durante la guerra del Peloponneso, Messana (Messina) attacca Naxos; la città sta per soccombere ma inaspettatamente arrivano in suo aiuto i Siculi, i quali scendendo in massa dai monti vicini fanno una strage di Messanei.
415 a.C.
Nicia, generale degli ateniesi durante la guerra fra Atene e Siracusa, fa sosta a Naxos, e organizza il suo quartier generale per tutto l'inverno.
403 a.C.
Dionisio I il Vecchio, re di Siracusa, nel suo disegno di unificare i greci della Sicilia e di fare di Siracusa la capitale di un potente stato, come Atene, Sparta o Corinto, attacca Naxos.
Rammento che Siracusa era della stirpe dei Dori, mentre Naxos, assieme a Leontini e a Reggio, era della stirpe degli Joni. Dopo un lungo assedio e per il tradimento di un certo Prokles, che era a capo delle difese della città, Naxos cadde e fu completamente rasa al suolo.
Gli abitanti andarono esuli a Mylai (Milazzo) e Reggio, o furono venduti nella pubblica asta a Siracusa.
Diodoro dice che Dionisio I diede in dono le terre di Naxos ai siculi, i quali ritornarono a insediarsi anche sul Monte Tauro, edificando e fortificando i punti più alti.
In tal modo, scompare dopo circa tre secoli la prima colonia greca in Sicilia.
I CARTAGINESI IN SICILIA
(396 a.C.- 241 a.C.)
396 a.C.
Scoppiata la guerra tra Siracusa e Cartagine, le città della Sicilia, per contrastare il potere della forte Siracusa, si dichiarano tutte a favore di Cartagine, e così anche gli abitanti del Monte Tauro manifestano la loro ostilità verso Siracusa accogliendo dentro le mura Imilcone, generale cartaginese, il quale per prima cosa organizza la popolazione militarmente e rinforza le fortificazioni dell'insediamento.
Imilcone in breve inizia una guerra contro Siracusa, arrivando fin sotto le sue mura. Ma assediata la città, ben presto si accorge che è inespugnabile, e a migliaia i cartaginesi muoiono sotto le sue mura.
A Cartagine non resta che trattare la pace, e il Monte Tauro viene a ricadere sotto il dominio di Siracusa.
392 a.C.
Viene stipulata la pace fra Cartagine e Siracusa. Dionisio I si ricorda ben presto di quei siculi del Monte Tauro ai quali aveva regalato le terre di Naxos, e che invece gli erano stati nemici durante la guerra con Cartagine. Per vendicarsi, allora, muove con un poderoso esercito verso il Monte Tauro e dapprima si accampa sulle colline di Mastrissa.
391 a.C.
Dionisio I assedia la cittadella sul Monte Tauro per parecchi mesi, ma ogni tentativo di attacco diretto risulta vano. Giunge l'inverno, Dionisio si ammala agli occhi. Più il tempo passa, più Dionisio perde prestigio; allora in una notte senza luna, durante una tormenta di neve, confidando nel fattore sorpresa guida l'ennesimo attacco, e dopo una immane fatica si impossessa di una roccaforte situata in cima alla collina dove ora sorge il Teatro Greco.
Ma i siculi, accortisi del pericolo, si precipitano in forze contro Dionisio e dopo una cruenta battaglia in cui periscono 600 siracusani, Dionisio deve desistere.
Dopo questa sconfitta memorabile, Dionisio perde ogni speranza di conquistare la fortezza dei siculi. Ma la fortuna gli viene incontro: un nuovo generale cartaginese, di nome Magone, toglie la protezione ai siculi del Monte Tauro, così a Dionisio viene piuttosto facile avere il possesso del monte senza combattere. Dopo aver scacciato i siculi dal monte, ripopola la cittadina con uomini della sua guarnigione.
367 a.C.
Muore Dionisio I, tutto il suo dominio crolla, sul Monte Tauro a poco a poco ritornano gli esuli di Naxos e i siculi. Per circa un decennio vi è questo rientro.
A organizzare il rientro è un nobile di stirpe sicula, il quale essendo un uomo giusto e di grandi virtù conquista l'animo di questi erranti, che lo eleggono ben presto loro capo. Quest’uomo si chiama Andromachos.
Intanto a Dionisio I succede il figlio Dionisio II il Giovane, che però non ha l'iniziativa del padre, e opta per una vita di mollezze e lussi. A lui si contrappone Dione, capo dell'ala siracusana della famiglia dei Dionisio.
365 a.C.
Dalle pendici dell’Etna, precisamente dal cono vulcanico chiamato Moio, scoppia un’eruzione, la lava si dirige dritta verso il mare riversandosi. Si forma in quel tempo Capo Schisò.
NASCITA DI TAUROMENION
358 a.C.
Nasce la polis Tauromenion, la quale sotto la saggia guida di Andromachos, che in greco vuol dire uomo di guerra
, prospera e si sviluppa, dandosi un'amministrazione che durerà