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…Cominciò così a raccontare di quel che aveva visto: Qui comunque non tutto è dato sapere
…Cominciò così a raccontare di quel che aveva visto: Qui comunque non tutto è dato sapere
…Cominciò così a raccontare di quel che aveva visto: Qui comunque non tutto è dato sapere
E-book60 pagine32 minuti

…Cominciò così a raccontare di quel che aveva visto: Qui comunque non tutto è dato sapere

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Info su questo ebook

Per certi versi questo libro è una raccolta di racconti brevi e brevissimi. Però lo si può anche definire come corpo unico. Scelga il lettore per i fatti suoi. Per articolare con discreta precisione azioni o condotte oppure un passo quandanche fosse intreccio, l'Autore si è industriato con i colori e le loro illimitate tonalità o grado, anche sfumature. L'ombra, la screziature ne fanno parte. Dopo i racconti vi sono note dette Lumi, Meditazioni sui Titoli, Considerazioni, Elenchi. Il lettore, aiutato dal libro, potrà trovare dentro Sé stesso, se lo desidera, benevolenze, crudeltà, desideri allontanati, commerci, risolvimenti, compromissioni. Come d'altronde succede per ogni altro libro. Il lettore potrà cantare liberamente a pieni polmoni. Potrà arrampicarsi per rocce scoscese. Potrà decidere di infrangere schemi e di infrangere definizioni sessuali del Popolo dal quale proviene. In ogni riga di questo volume si parla senz'altro di donne e uomini in cerca di una qualche soluzione, che però nuotano con grazia infinita nella coagulazione tracannando a più non posso alla Fonte dell'Insolvenza. Sempre queste donne e questi uomini cavalcano l'Impossibile, inciampano in un calzino, si spaventano davanti al Maestoso Trono Celeste, siedono al fianco degli Dei Superlativi, si gloriano delle altrui Vittorie, esasperano le Dee con la loro bellezza.
LinguaItaliano
Data di uscita13 ott 2021
ISBN9791220344890
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    Anteprima del libro

    …Cominciò così a raccontare di quel che aveva visto - Zeno Zappi

    Capitolo 1°

    Avevamo pensato fosse franzese.

    Ma non fino a quel punto.

    1.1

    Le azzurrate lampade assicuravano alla sala dai mobili tutti di un nero sfavillante, un reverente aspetto di glaciale bellezza.

    I vasi grandi, posti alla cristalliera, coglievano la luce da ogni dove e la restituivano in mille bagliori.

    La Vittoriosa entrò.

    Il vassoio, sospeso sulle sue diafane mani, reggeva una bottiglia di grossolana ceramica con tappo laccato non di fresco.

    Il Liquore contenuto era stato allestito dalla stessa Vittoriosa, la quale aveva anche costruito la Giusta formula.

    Il divano porta un manto piuttosto ingente di seta rosso cinghiale e accoglie l’immaturo terzogenito del potente De John.

    Alto, forte, cranio da dominatore, muscoli preparati e altrettanto inesperti.

    Ma lo Sguardo pare allocchito, esitante.

    Preso da una sorta d'adorazione per la Donna.

    Ancora non risolto nel fare verso di Lei.

    Terminata che ebbe l’operazione della magnifica entrata, la Sempre Vittoriosa si apprestò a porgere in un vetro dal lunghissimo stelo molte, moltissime gocce dell’Ultraterreno Liquore al ragazzo.

    Curatissima, una pelle da far portare invidia a una giovane, la Splendida Veterana fece preda del Lord, giacché ormai completamente e incondizionatamente di suo Diritto.

    Capelli, forme, morbida seta.

    Portavano queste perfezioni, grande onore alla Nostra.

    D'altra parte il presto uomo, dopo il biblico Liquore non poteva non essere nelle Sue mani.

    Un’intera notte trascorse in mezzo a quei riflessi celesti.

    Dell’alba nessuno se ne cura.

    Tarda mattinata.

    Il Sole è alto nel Cielo.

    Con estrema precauzione le palpebre si slacciarono.

    L’ encanto era chiuso.

    Lei non c’era. Il Liquore nemmeno.

    La Trionfale aveva ritenuto suo obbligo portare a sé quattrocentocinquantamila Sterline tenute in una tasca interna della giubba per l’avanguardia, dell’uomo.

    E anche la gigantesca Ametista dei Viola Scuro appuntata sul cravattino.

    Tali deficienze, uniche e desolate tracce della Divina notte.

    1.2

    I venti si portarono a carezzare le alture in prossimità del Castellaccio Non Regolare.

    Sul belvedere i mantelli delle Dame e dei Cavalieri Maschi in attesa, volavano.

    Parole favorevoli, sorrisi, regole e varie delicatezze, e pur anche rimproveri correvano da un volto all’altro in rimandi e richiami.

    L’azzurro grigiato della pietra si poneva a dar contorno ai viola, ai turchesi, ai turchesi di Navarra, ai gialli arancionati, ai rossi cupi, alle acquemarine venate anche di blu.

    Una fra le Dame Notevoli in abito di velluto buio tracciato a oro volle abbottonarsi le amplissime sciarpe. Così facendo, le sciarpe prima di radunarsi nell'ordine da Lei chiesto, si librarono fra un vento e un respiro con tanto raggio e movimento.

    Passarono sopra gli occhi di tanti.

    La libera visuale sul Principe Maggiore

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